II panorama mozzafiato della rocca illuminata dalle luci della notte; il fascino misterioso delle viuzze di pietra della Città Vecchia.
La maestosa solennità dei monumenti più sacri del mondo; l’affiancarsi e il sovrapporsi di solide testimonianze di civiltà e culture susseguitesi nei secoli.
Tutto questo fa di Gerusalemme una città unica, sotto ogni punto di vista, e la sua importanza ne travalica di gran lunga l’attuale peso politico.
Gerusalemme è sicuramente il luogo più sacro del pianeta, un metropoli antichissima, dalla storia controversa, che prima di ogni visita o pellegrinaggio deve essere conosciuta sotto tre punti du vista: ebraico, cristiano e islamico.
Nella foto sotto, mappa della città tratta dal diario del pellegrinaggio in Terrasanta del tedesco Conrad von Grünenberg (XVI secolo).
1. Dove nacque l’ebraismo
Gerusalemme è la Città Santa per eccellenza, sacra per i tre maggiori monoteismi del mondo: ebraismo, cristianesimo e Islam.
Impreziosita da 1.204 sinagoghe, 158 chiese e 75 moschee (dati relativi all'anno 2000), su di essa convergono l'attenzione e la reverenza di quasi metà degli abitanti del globo, gran parte dei quali desidererebbero recarvisi in pellegrinaggio almeno una volta nel corso della vita.
In principio fu Abramo, il patriarca, caro a tutte e tre le fedi monoteistiche, che in lui riconoscono il progenitore comune. Migrando nella terra tra il fiume Giordano e il Mediterraneo, secondo la tradizione egli ebbe a che fare due volte con Gerusalemme.
Innanzitutto, la roccia presente nell'arca su cui poi sorse il tempio sarebbe quella dove stava per sacrificare il figlio Isacco, prima che Dio, che voleva soltanto accertarsi della sua più assoluta obbedienza, ne trattenesse il braccio pronto a uccidere.
In seguito, Abramo venne accolto benevolmente da Melchisedec, misterioso sacerdote di Gerusalemme, che lo benedisse e rimase una figura di riferimento nella Bibbia: ancora oggi i sacerdoti cattolici vengono nominati secondo “l'ordine di Melchisedec”, la cui autorevolezza precedette persino il formarsi della religione ebraica.
Dopo questi due episodi abramitici, gli ebrei non ebbero più a che fare con la città fino all’epoca del re Davide, nel I millennio a.C. Gerusalemme era rimasta una rocca indipendente del popolo dei Gebusei, mentre gli israeliti appena usciti dall’Egitto si appropriavano della Terra Promessa.
Il giovane Davide riuscì a conquistare la città, facendone la capitale del suo nuovo e potente regno, edificandovi il suo palazzo e portandovi l'Arca dell’Alleanza, in cui erano custodite le Tavole della Legge consegnate da Dio a Mose.
Fu il figlio di Davide, Salomone, a edificare il celebre Tempio di Gerusalemme, proprio su quel colle a cui facevano riferimento le storie di Abramo.
Nella concezione ebraica, il Tempio non e semplicemente un luogo di culto, come una qualsiasi sinagoga, ma la dimora della presenza di Dio, tanto che l'accesso al Sancta Sanctorum (la zona più sacra, dove era conservata l’Arca dell'Alleanza) era riservato a pochi sacerdoti in particolari circostanze.
Il Tempio di Salomone venne distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C. e fu ricostruito nel I secolo a.C. dal celebre re Erode, per essere nuovamente abbattuto dai Romani alcuni decenni dopo: la grande struttura oggi esistente ricalca l'impianto del tempio dell’epoca erodiana (e quindi di Gesù), mentre il principale tratto originale dell'antico tempio e il celebre Muro Occidentale, ossia il Muro del Pianto, divenuto il luogo privilegiato delle preghiere israelitiche.
Per i Giudei (che differivano, per esempio, dai Samaritani, di diversa confessione ebraica), fin dai tempi antichi il vero culto di Dio si poteva tenere solo a Gerusalemme, e gli ebrei erano obbligati a recarvisi in pellegrinaggio in occasione di tutte le principali festività religiose, soprattutto la Pasqua.
Ancora oggi gli israeliti di tutto il mondo cercano di visitare Gerusalemme almeno una volta nella vita, e la loro massima ambizione e farvisi seppellire. Per questi motivi la città è “santa" e, in un certo senso, irrinunciabile per il loro popolo. I fedeli cristiani hanno fatto propria la tradizione ebraica, ma il loro legame con la città e decisamente meno esclusivo.
Nella foto sotto, ebrei presso il Muro del Pianto, residuo del secondo Tempio di Gerusalemme. I fedeli vi si recano per pregare e piangere la distruzione del luogo più sacro dell’ebraismo.
2. I luoghi della passione
Questo legame si fonda sui collegamenti con la vita, la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, che essendo ebreo rispettava i precetti di onorare e visitare il Tempio.
È a Gerusalemme, infatti, che si svolsero molti degli episodi narrati nei Vangeli, soprattutto quelli collegati al Tempio, e che si consumarono gli ultimi, cruciali giorni della vita di Gesù, quelli che, da duemila anni, milioni di pellegrini cercano di ripercorrere, visitando i luoghi indicati dalla tradizione.
Cuore del pellegrinaggio cristiano (che sfociò anche nelle Crociate dell'XI-XII secolo, quando gli europei sentirono minacciato il loro diritto di recarsi in viaggio a Gerusalemme) e il Santo Sepolcro, la tomba dov’cra stato sepolto Gesù dopo la crocifissione, abbandonata dopo la resurrezione.
Già l'imperatore Costantino, tramite sua madre, sant'Elena, aveva fatto identificare il luogo di sepoltura di Cristo per edificarvi la prima importante basilica cristiana di Gerusalemme. Un tempio che. attraverso imponenti rifacimenti, e giunto fino a noi ed e la meta più ambita da ogni pellegrino cristiano in Terra Santa.
Del sepolcro di Gesù, un tempo scavato nella viva roccia, al suo interno resta solo il letto di pietra dove, secondo la tradizione, egli fu deposto; il resto della struttura originaria e stato abbattuto, per costruirvi prima una cappella su misura e poi la grande basilica.
A pochi passi di distanza si trova un'altra lastra di pietra dove il corpo di Cristo sarebbe stato adagiato una volta deposto dalla croce (foto in alto a sinistra).
Lo stesso monte Calvario, o Golgota, ossia il sito della crocifissione, è inglobato all'interno della basilica: si sale una scala per raggiungere la cappella che copre l'antica roccia, e attraverso una fessura si può inserire la mano nella cavità che la tradizione identifica con quella in cui sarebbe stata piantata la croce di Gesù.
Questo spazio sacro tra il Calvario e la tomba di Cristo è così importante per i cristiani che la fisionomia dell'intera città ne ha subito radicalmente l'influenza: oggi questi luoghi si trovano nel cuore della suggestiva Città Vecchia di Gerusalemme, ma anticamente erano all'esterno, e solo in epoca cristiana (bizantina prima, crociata poi) la planimetria della città venne riadattata, avendo come riferimento principale proprio i luoghi santi della cristianità, che occuparono cosi una posizione più centrale.
Le splendide mura che caratterizzano la Città Vecchia sono ancora successive, di epoca ottomana (completate dal sultano Solimano il Magnifico nel 1537, con 8 porte e 34 torri), ma ricalcano comunque quello che ormai era l'impianto della nuova Gerusalemme cristiana.
Nella foto sotto, la Basilica del Santo Sepolcro, edificata, secondo la tradizione, nel luogo della crocifissione di Cristo.
3. Il volo di Maometto
Con l'avvento dell'Islam, anche i suoi fedeli iniziarono a considerare santa la città di Gerusalemme, in continuità con le altre due fedi “del Libro”: ebraismo e cristianesimo.
All'inizio, addirittura, la preghiera musulmana non era orientata verso la Mecca, come oggi, ma proprio in direzione di Gerusalemme, che poi lasciò il passo alle città della Mecca, dov’è custodita la Pietra Nera, e di Medina, dove si trova il sepolcro di Maometto.
Gerusalemme rimase comunque il terzo luogo più sacro della tradizione musulmana: si ritiene, infatti, che da lì Maometto sia asceso al cielo per il suo viaggio mistico verso il paradiso.
In particolare, la sura XVII del Corano identificava nella roccia del monte Moriah, nel cuore di Gerusalemme, il punto di partenza dell'ascesa al ciclo del Profeta: la stessa roccia legata alla storia del sacrifìcio di Isacco da parte di Abramo.
Per questo, quando i musulmani conquistarono Gerusalemme nel VII secolo d.C., attribuirono particolare rilevanza religiosa allo spazio su cui era sorto il Tempio ebraico, in quel momento in rovina. L'area oggi nota come Spianata delle Moschee (in arabo al-Haram ash Sharif, cioè “nobile recinto o giardino sacro"), per gli ebrei è invece il Monte del Tempio.
In quello spiazzo sorsero alcuni degli edifici religiosi più importanti dell'Islam: la Moschea di Omar, o Cupola della Roccia, che risale al 691 e fu edificata proprio sopra la roccia della tradizione; e la Moschea di al-Aqsa, foto sotto, (cioè “la santa”, ma anche “la distante” o “la lontana”, perché sarebbe stata la moschea più lontana dalla Mecca ad accogliere Maometto), dalla quale Gerusalemme prende il suo nome arabo (“la santa”, appunto).
Storicamente, furono i califfi Omayyadi di Damasco (nel VI-VII secolo) a consacrare il ruolo religioso della città.
4. Pellegrini tra fede e storia
Gerusalemme unisce e divide. È la politica ad averne fatto la città più contesa della Terra: nei tempi antichi, attraverso i conflitti fra cristiani e musulmani; nell’ultimo secolo, con lo scontro fra israeliani e palestinesi, che la rivendicano entrambi come loro capitale.
In questo drammatico contesto, anche i luoghi santi portano i segni di antagonismi e contraddizioni, benché le tre grandi religioni riconoscano diversi punti comuni.
L’area della Spianata delle Moschee, o Monte del Tempio, è il luogo più critico, perché qui si sovrappongono le rivendicazioni di ebrei e musulmani.
In teoria vige una divisione chiara: sopra, sulla spianata, ci sono i luoghi religiosi islamici, aperti alla visita da parte degli ebrei (così come di turisti e pellegrini, ma solo quando la sicurezza lo consente), che però devono astenersi dalla preghiera.
Gli israeliti, per pregare, preferiscono rivolgersi al Muro Occidentale, uno di quelli che formano la struttura che sorregge la spianata.
Qui, in uno dei pochi tratti originali del muro dell'antico Tempio, i fedeli, divisi per sesso, salmodiano dondolando avanti e indietro, come vuole la tradizione, e a volte inseriscono nel Muro bigliettini con preghiere e richieste.
In quest’area (che si trova nei pressi dei luoghi santi della cristianità, distribuiti su una superficie più estesa) si concentra la massima tensione religiosa e politica tra ebraismo e Islam.
Una tradizione millenaria ha identificato tutti i luoghi del passaggio di Gesù a Gerusalemme, e prima i Bizantini, poi i Crociati (Gerusalemme fu la capitale di un regno cristiano dal 1099 al 1187) riempirono la città di chiese, che non hanno quasi mai cessato di essere meta di pellegrinaggio.
Una visita ideale dovrebbe partire dall'angolo sudoccidentale della Città Vecchia, dove oggi si trova il suggestivo Cenacolo (foto sotto), struttura che conserva ancora i suoi tratti essenziali di epoca crociata.
Sarebbe questo il luogo in cui Gesù con i suoi discepoli celebrò l’Ultima Cena, durante la quale, secondo la maggior parte dei cristiani, istituì i sacramenti dell'Eucaristia e del sacerdozio, nonché la Chiesa stessa.
Sempre in questo luogo si sarebbero riuniti gli Apostoli dopo la crocifissione e qui sarebbe apparso loro Gesù risorto. Com’è noto, dopo l’Ultima Cena Gesù si recò a pregare nell’orto degli Ulivi (o Getsemani), su una collina che fronteggia la città da oriente, dalla quale si gode una magnifica vista.
Qui (dove esiste ancora un suggestivo giardino di alberi di ulivo) Gesù fu tradito da Giuda e quindi scortato presso il sommo sacerdote e il sinedrio. Le somme istituzioni ebraiche, al fine di ottenere la condanna a morte di Cristo, accusato di blasfemia, dovettero ricorrere all’autorità romana incarnata da Ponzio Pilato.
Il processo (con i colloqui tra Gesù e Pilato, la scelta di liberare Barabba da parte della folla, la condanna di Cristo) avvenne nel Pretorio, all'interno della Torre Antonia, la grande struttura difensiva a nord del Tempio. Da qui parte la Via Dolorosa, che ricalca i passi di Gesù fino al Calvario.
Oggi, i pellegrini cristiani sono soliti ripercorrere questa strada con le sue tappe (o “stazioni”), scandite dalla Via Crucis: nove lungo la strada che si snoda attraverso il mercato palestinese nella Città Vecchia e cinque all'interno della Basilica del Santo Sepolcro.
Fra le prime soste ci sono il Litostroto (l’antico lastricato romano) e la cappella medievale che ricorda la flagellazione di Gesù, nonché la chiesa di Sant’Anna (foto sotto), che commemora la nascita della Madonna e rappresenta la chiesa medievale meglio conservata della città.
Si giunge, infine, alla Basilica del Santo Sepolcro, maestosa nella sua antichità, che reca in sé tutti i segni di una storia lunga e contrastata (foto sotto).
Le sue chiavi vennero affidate dal Saladino esclusivamente a due famiglie musulmane, mentre al suo interno non si può modificare nulla perché, fin dal 1852, vige lo Statu quo, cioè una dettagliata e immutabile suddivisione fra le diverse e rivali confessioni cristiane che si spartiscono spazi e gestione della Basilica (sono più di venti le confessioni cristiane presenti a Gerusalemme): accanto ai cattolici troviamo greco-ortodossi, copti, armeni, etiopi, siriaci, ciascuno con i suoi spazi e i suoi orari per svolgere i riti.
Con la visita alla Basilica, il pellegrino cristiano completa il suo viaggio spirituale, contemplando la morte e la resurrezione di Gesù Cristo.
Qualunque sia il credo del visitatore, rincontro con Gerusalemme offre un’immersione spirituale, storica e culturale che non ha eguali nel resto del mondo.
5. I luoghi dello spirito
- Ebraismo: il muro del pianto
Oggi gli ebrei pregano presso il Muro Occidentale (Kotel), uno dei bastioni di contenimento del Monte del Tempio (monte Moriah).
Esso si trova nel quartiere ebraico della Città Vecchia, dirimpetto a una grande piazza in cui possono raccogliersi i fedeli, ai quali non è consentito pregare sulla sovrastante spianata (molti ebrei evitano del tutto di camminare in quest’area, per timore di calpestare il luogo su cui sorgeva il Sancta Sanctorum del loro Tempio perduto).
Il Muro Occidentale è venerato poiché costituisce tutto ciò che resta del Tempio originale: certamente quello di Erode, ma secondo alcuni anche quello, più antico, di Salomone. Per questa ragione, qui i fedeli si sentono più vicini a Dio.
La parete è nota anche come Muro del Pianto, non tanto per le sofferenze patite dal popolo d’Israele, quanto perché gli ebrei ortodossi, quando pregano, salmodiano e muovono il corpo, dando a chi li ascolta la sensazione di un lamento.
Una tradizione vecchia di secoli spinge i fedeli a inserire nelle fessure del Muro bigliettini contenenti preghiere e invocazioni: fecero lo stesso anche Benedetto XVI nel suo viaggio a Gerusalemme del maggio 2009, e papa Francesco nel 2014.
- Cristianesimo: La basilica del Santo Sepolcro
L'identificazione del luogo della morte e resurrezione di Gesù è antichissima (anche se non manca chi sostiene tesi alternative).
Nel 135 d.C., l’imperatore Adriano, quando distrusse e riedificò Gerusalemme, scelse di sovrapporre templi romani ai luoghi tradizionali di culto e devozione.
I primi cristiani già veneravano il sito di sepoltura di Cristo, finché l’imperatore Costantino recuperò quegli stessi luoghi al culto cristiano. I resti della Basilica costantiniana del 335 d.C. sono visibili ancora oggi, ma nei secoli l’edificio subì profonde distruzioni e radicali trasformazioni.
Esso ingloba oggi la collina del Golgota (o Calvario), dove Gesù venne crocifisso, e la tomba in cui fu sepolto, sebbene la grotta originaria sia stata sostituita da tempo con una semplice edicola per la venerazione.
Secondo la tradizione, questa chiesa è anche il luogo in cui sant’Elena, madre di Costantino, avrebbe rinvenuto la Vera Croce di Cristo, portata poi a Roma. L’esterno della Basilica è piuttosto insolito, perché non ha una vera e propria facciata.
Appena entrati si trova la Pietra dell’Unzione, dove il corpo di Cristo venne preparato per la sepoltura. A destra, si sale per circa 5 m fino alla Cappella del Calvario, contenente un altare cattolico e uno ortodosso, che segnerebbe il punto in cui fu eretta la Croce di Gesù.
Ridiscendendo e oltrepassando la Pietra dell’Unzione si giunge a una rotonda, al cui centro sorge l’edicola del Santo Sepolcro, costituita da un vestibolo che, attraverso una porta molto bassa, conduce alla piccola camera mortuaria, dove si conserva la pietra del letto funebre di Cristo.
- Islam: La spianata delle moschee
Il grande rettangolo di 500 x 300 m che si trova nel cuore di Gerusalemme è controverso fin dal nome.
Per gli ebrei è il Monte del Tempio (Har Habayit), per i musulmani la Spianata delle Moschee (al-Haram ash Sharif, “Nobile Santuario").
Nel 637, ad appena due anni dalla morte di Maometto, la città, che era stata duramente provata dalle guerre fra Bizantini e Persiani, si arrese agli Arabi. Cosi, tra il 688 e il 691, il califfo ’Abd al-Malik fece edificare sulla spianata la Cupola della Roccia, eretta sulla vetta del colle, la cui sommità è considerata un luogo sacro tanto dai musulmani quanto dagli ebrei.
Benché sia nota anche con il nome di Moschea di Omar, non si tratta di una vera e propria moschea, quanto di un luogo sacro. Realizzata da maestranze bizantine, secondo alcuni è il più antico monumento islamico esistente.
Poco più in là si trova la Moschea al-Aqsa (nella foto sotto), la più grande di Gerusalemme, eretta tra il 705 e il 715. In epoca crociata fu trasformata in palazzo reale, fu poi sede dell'Ordine templare, per tornare, infine, alla sua primitiva destinazione religiosa.
Tra gli altri edifici presenti nell’area sono da ricordare il Duomo islamico dell’Ascensione, che nel periodo di dominazione cristiana svolse il ruolo di battistero, nonché i resti del Palazzo del governatore, di alcuni bagni ed edifici amministrativi.