Per ginnastica (il termine deriva dal greco gymnós, «nudo», perché nudi si soleva praticarla nella Grecia antica) si intende qualsiasi attività fisica che, attraverso un complesso di esercizi, tende a migliorare le condizioni generali dell’organismo dando forza e armonia al corpo.
Oggi non ci occuperemo della disciplina agonistica corrispondente all’espressione «ginnastica artistica», bensì di altri 3 tipi di discipline sportive ginniche ed in particolare della ginnastica ritmica, della ginnastica acrobatica, ed infine, del trampolino elastico.
Vediamole insieme.
1. Storia della ginnastica ritmica
La ginnastica ritmica nasce a Hellerau, vicino a Dresda, nel 1911; è qui che lo svizzero Émile-Jacques Dalcroze fonda la prima scuola (nella foto).
Lo scopo è fuoriuscire dagli schemi rigidi della ginnastica tradizionale, essenzialmente atletica, infondendole ritmo, musicalità e armonia.
La nuova disciplina si diffonde inizialmente in Germania e Svezia, ma la prima competizione ufficiale si tiene in Unione Sovietica nel 1948.
Le ginnaste dell’Est segnano la storia di tutta la seconda metà del Novecento.
Specialità della ginnastica artistica fino al 1956, viene riconosciuta come disciplina autonoma dalla Federazione internazionale (FIG) nel 1962; l’anno seguente si tiene a Budapest il primo Campionato mondiale, mentre la sospirata ammissione ai Giochi olimpici arriva nel 1984, nell’edizione di Los Angeles.
La canadese Lori Fung Methorst è la prima medaglia d’oro.
Dopo il primo titolo mondiale vinto a Madrid nel 1975, la nazionale italiana di ginnastica ritmica – le cosiddette «Farfalle» – si è progressivamente guadagnata un ruolo da protagonista nel panorama internazionale, vincendo un’argento olimpico (Atene 2004) e tre ori mondiali consecutivi nel concorso completo di gruppo (Mie 2009, Mosca 2010, Montpellier 2011).
2. Caratteristiche e regole della ginnastica ritmica
La ginnastica ritmica è una disciplina sportiva esclusivamente femminile, che combina ginnastica artistica, danza e musica.
Le concorrenti possono eseguire gli esercizi da sole o in gruppi di cinque.
Nel secondo caso, le prove sono due: una con 5 attrezzi uguali e una con una coppia di attrezzi stabiliti mediante sorteggio (per esempio 2 funi e 3 nastri, 2 cerchi e 3 nastri ecc.).
Nell’eseguire l’esercizio, che dura 1′15′′-1′30′′ (prove individuali) o 2′15′′-2′30′′ (prove di gruppo), la ginnasta deve coprire tutto il campo di gara. La prova è valutata in base alla varietà delle difficoltà (salti, pivot, equilibri) e alla scelta degli elementi inseriti nell’esercizio.
Prima della gara la ginnasta consegna alla giuria una scheda che riporta gli elementi di difficoltà previsti nell’esecuzione e la loro successione; se non eseguito nel modo corretto, l’esercizio comporta una penalizzazione.
Quest’ultima è prevista anche nel caso in cui la ginnasta si fermi. Altro elemento che influenza la valutazione è il tema musicale (che deve essere esclusivamente strumentale) scelto per accompagnare l’esercizio.
La pedana di gara è un quadrato di 13 m di lato, simile a quello impiegato, in ginnastica artistica, per il corpo libero.
3. Specialità e attrezzi della ginnastica ritmica
Gli attrezzi, e di conseguenza le specialità, della ginnastica ritmica sono 5 (cerchio, clavette, fune, nastro e palla) di cui 4 sorteggiati ogni due anni per le competizioni.
- Cerchio. Può essere di legno o di plastica, con diametro interno di 80-90 cm, peso non inferiore ai 300 g, a sezione quadrata, ovale o rettangolare. Può essere usato per rotolamenti, giri, oscillazioni, circonduzioni, mulinelli, spirali, passaggi attraverso e sopra, lanci.
- Clavetta. A forma di bottiglia, può essere in legno o in plastica; alta 40-50 cm, pesa almeno 150 g. Gli esercizi con le clavette (ogni atleta ne utilizza sempre una per mano) comprendono giri, lanci, oscillazioni, circonduzioni, battute, rotolamenti a terra e sul corpo.
- Fune. Generalmente è di canapa o di materiale sintetico e non sono previste misure regolamentari: deve essere proporzionata all’altezza dell’atleta; unica particolarità, i nodi che si trovano alle due estremità e consentono di avere una presa migliore. Tra gli esercizi più praticati con la fune, saltelli, salti, oscillazioni, circonduzioni, giri, mulinelli, movimenti a otto, vele e controvele, lanci.
- Nastro. Da regolamento non può superare i 6 m di lunghezza e ha una larghezza di 4-6 cm; è legato con un cordino a una bacchetta che funge da impugnatura, lunga da 50 a 60 cm. Il peso è di 35 g. Gli esercizi che si eseguono con il nastro sono oscillazioni, circonduzioni, slanci, mulinelli, movimenti a otto, serpentine, spirali.
- Palla. Può essere di gomma o di plastica, con un diametro di 18-20 cm e un peso minimo di 400 g. Può essere usata per lanci, palleggi, rotolamenti a terra e sul corpo, oscillazioni, circonduzioni, movimenti a otto, rovesci.
4. Ginnastica acrobatica
La ginnastica acrobatica è una disciplina sportiva ginnico-acrobatica che prevede la costruzione di sequenze collettive di movimenti a corpo libero.
Conosciuta in Italia come acrosport, viene riconosciuta dalla Federazione nazionale (FGI) nel 1998 e da quella internazionale (FIG) nel 2004.
A quest’ultima è affiliata a partire dal 1999; fino al 1998 è invece affiliata alla Federazione internazionale di sport acrobatici.
Limitata a un impiego propedeutico, è considerata ancora come un’«attività dimostrativa», priva di un circuito agonistico ufficiale.
È praticata in campo femminile e maschile; due le combinazioni di atleti possibili: coppia (maschile, femminile o mista) e gruppo (femminile di 3 ginnaste e maschile di 4 ginnasti).
Le esibizioni si svolgono su un quadrato (simile a quello impiegato nel corpo libero) di 12 m di lato, con sottofondo musicale e 2′30′′ a disposizione.
La routine della ginnastica acrobatica comprende esercizi dinamici, statici e combinati, con momenti di slancio e forza, estremo equilibrio e massima sincronizzazione tra i ginnasti; questi ultimi si dividono in esecutori (ai quali spetta la vera e propria parte acrobatica) e portatori.
5. Trampolino elastico
Il trampolino elastico è una disciplina ginnico-acrobatica che prevede la costruzione di sequenze di movimenti con l’ausilio di un apposito attrezzo.
Il trampolino esiste già nell’Ottocento: è in legno ed è usato dagli acrobati da circo.
Le origini di quello moderno risalgono agli anni Trenta del Novecento, quando lo statunitense George Nissen, professore di educazione fisica, introduce tela, corde elastiche e metallo, e ne codifica gli esercizi insieme con Larry Griswold.
L’invenzione comincia a essere sfruttata in due direzioni: come strumento di supporto per gli allenamenti di ginnastica artistica (aumenta il tempo di permanenza in volo del ginnasta, e gli consente così di studiare meglio i movimenti tecnici) e come disciplina a sé.
Bisogna però aspettare gli anni Quaranta perché acquisti una dimensione agonistica; dal 1948 vengono organizzati i Campionati statunitensi. In Europa arriva negli anni Cinquanta, per merito dello svizzero Kurt Bachler.
Nel 1958 la Scozia costituisce la prima Federazione nazionale del continente, mentre nel 1964 vengono organizzati i primi Campionati del mondo (dal 2002 riconosciuti dalla FIG).
Nel 2000 la specialità approda alle Olimpiadi, a Sydney. In quell’occasione dominano i russi, con Aleksandr Moskalenko nel maschile e Irina Karavaeva nel femminile. Ad Atene, nel 2004, Moskalenko viene superato dall’ucraino Jurij Nikitin, mentre tra le donne si afferma la tedesca Anna Dogonadze.
Quattro anni dopo, a Pechino, i cinesi dominano la specialità con le vittorie di Lu Chunlong e He Wenna.
La struttura su cui è posto il trampolino è alta 1,15 m e misura 5,05 m di lunghezza e 2,91 m di larghezza. Il telo elastico vero e proprio è lungo 4,28 m e largo 2,14 m.
Sono previste misure standard anche per l’impianto nel quale si svolgono le gare: deve avere dimensioni minime di 20×30 m e un’altezza minima di 8 m, data la spinta impressa dal trampolino.
Il pavimento dell’impianto deve avere una superficie piana. Le gare possono essere individuali o a squadre: in quest’ultimo caso la regola base per eseguire correttamente l’esercizio è la perfetta sincronizzazione tra gli atleti, su due trampolini diversi; in entrambe le gare il regolamento impone che non ci siano ripetizioni.
Nelle qualificazioni il ginnasta deve eseguire un primo esercizio obbligatorio che comprenda 10 salti, divisi equamente tra liberi e imposti dal regolamento, e un secondo esercizio composto da 10 salti liberi.
Seguono le finali, nelle quali il ginnasta può eseguire un esercizio libero. Il valore degli esercizi è espresso e conteggiato con le stesse modalità della ginnastica artistica.