In varie parti del mondo differenti animali vengono associati a questo particolare periodo dell’anno: alcuni sono simbolo della stagione fredda, altri derivano da tradizioni religiose o da racconti pagani.
Cosi, nel periodo natalizio queste creature hanno il loro momento di celebrità e si ritrovano ovunque: sui biglietti di auguri, come decorazioni, sotto l’albero, nei film o in televisione.
Dal pettirosso, alle renne, al cammelli: ecco gli animali più importanti nelle varie tradizioni natalizie. Ma qual è la loro origine? E che cosa rappresentano? Scopriamolo insieme.
1. LE AIUTANTI DI BABBO NATALE E LA LUCE DONATA DA GESÙ
- LE AIUTANTI DI BABBO NATALE
Le renne (Rangifer tarandus) trainano la slitta di BabboNatale quando consegna i regali ai bambini di tutto il mondo. Protagoniste di molte e antiche leggende, rappresentano saggezza e capacità di adattamento.
In effetti, sono capaci di resistere anche a temperature di 40°C sotto lo zero: lo fanno grazie alle narici che permettono di riscaldare l'aria in entrata e al sottopelo lanoso con sovrapelo lungo e cavo che trattiene il calore.
I loro grandi zoccoli distribuiscono il peso, permettendo di camminare sulla neve. Si nutrono di licheni e germogli nelle fredde pianure subpolari in Europa e Nord America (dove è chiamata caribù).
Sia maschi che femmine hanno grandi palchi (i più grandi tra i cervi).
- LA LUCE DONATA DA GESÙ
Sulle lucciole (Lampiridi) sono diffuse molte credenze. In una di queste l'insetto arrivò al cospetto del nuovo nato e fu proprio lui a dargli il nome e a donargli una goccia di luce lunare da portare sempre con sé per guidare i viaggiatori nelle notti d'estate.
Nella realtà è una reazione chimica a permettere alle lucciole di brillare: l'ossigeno viene assimilato all'interno di apposite cellule e, unito a una sostanza detta luciferina, genera luce quasi senza calore.
Anche le api, di cui oggi l'importanza biologica è ben nota, fanno parte della simbologia di tante culture.
Ammirate per essere lavoratrici instancabili e diligenti, secondo alcune leggende cristiane, il loro ronzio rappresenta una lode melodiosa per la nascita di Gesù.
2. ROSSO SANGUE E CAPRA DI NATALE
- ROSSO SANGUE
Il pettirosso (Erithacus rubecula) è un passeriforme che arriva da noi in autunno: per questo si dice che annunci l'arrivo della stagione fredda e della neve ed è simbolo dell'inverno.
Secondo una leggenda cristiana questi uccelli erano in origine tuti grigi ma, un giorno, uno di loro si ferì il petto nel tentativo di togliere almeno una delle spine della corona di Gesù in croce per alleviare la sua sofferenza.
Un'altra storia irlandese, invece, narra che si bruciò le piume nel tentativo di portare acqua alle anime del purgatorio.
Seppur legato all'amore e alla generosità, in realtà è "un tipo tosto" e con i suoi simili è aggressivo e molto territoriale.
- CAPRA DI NATALE
In una leggenda finlandese si racconta che Joulupukki, nome locale di Babbo Natale, fosse in origine il discendente dei caproni Tanngnjóstr e Tanngrisnir che trainavano il caro del dio Thor, e fosse, quindi, metà capra e metà umano.
Era un tipo burbero e girava per le case lasciando doni ai bambini buoni e punendo quelli cattivi.
Col tempo nelle storie della tradizione ha perso le corna e assunto un aspetto buono e gentile. La sua slitta era trainata da caprette che simboleggiavano prosperità, fertilità e abbondanza.
Ancora oggi in Finlandia si usa mettere una capra di paglia come decorazione natalizia.
3. LO SCOIATTOLO, LE PECORELLE SMARRITE E L'ASINELLO
- LA CODA COME UNA SCIARPA
Questo roditore (Sciurus sp.) non va in letargo e in inverno rimane attivo e lo si può vedere correre tra i rami e i prati innevati. Per questo è spesso rappresentato nelle decorazioni natalizie, simbolo anche di saggezza e prudenza.
Lo scoiattolo è onnivoro e si nutre di noci, bacche, germogli, ghiande, cortecce e talvolta uova di uccelli. Vive nei boschi di latifoglie e nelle foreste di conifere.
La sua folta coda serve per regolare l'equilibrio e funge da coperta termica durante le fredde notti invernali.
- PECORELLE SMARRITE
Legate ai pastori, che per primi resero omaggio al bambin Gesù, rappresentano nella tradizione "il gregge dei fedeli". Nel Vangelo, infatti, le persone sono paragonate spesso a "pecorelle smarrite" che proprio il profeta, come un buon pastore, riporta sulla retta via.
Secondo un'antica storia, nella stalla in cui nacque Gesù, un pastore offrì a Maria la lana di una delle sue pecore affinché potesse scaldare il figlio.
In generale, la pecora simboleggia dolcezza e mansuetudine, innocenza e purezza (soprattutto l'agnello) ma anche debolezza e scarsa volontà di agire.
"Sei una pecora" non è certo un complimento e "pecora nera" è ancora peggio. In realtà, le pecore sono tutt'altro che stupide e sono bravissime nell'apprendere e nel riconoscere gli individui dalle loro facce.
- INDISPENSABILE NEL PRESEPE
Nel presepe l'asino (Equus asinus) va messo alla sinistra di Gesù, accanto a Giuseppe e ai re Magi che arriveranno il 6 gennaio. Rappresenta i pagani ma simboleggia anche l'umiltà, qualità principale dello stesso Gesù.
Secondo la tradizione, è proprio un vecchio asinello che ha accompagnato la Sacra Famiglia in fuga dall'Egitto nel lungo viaggio fino a Betlemme.
Perché un asino e non un cavallo? Perché il primo era la cavalcatura usata in tempo di pace, mentre il secondo era utilizzato in battaglia.
L'asino è un animale intelligente, attento, affidabile con una memoria eccezionale. Altro che ignorante e testardo come molti pensano.
4. IL BUE E IL PAVONE
- IL BUE OFFRE LA SUA MANGIATOIA
Fu proprio un bue (Bos taurus), con i suoi muggiti, ad attirare Maria e Giuseppe nella stalla e poi a rinunciare alla paglia fresca per offrire la sua mangiatoia come culla calda e morbida al nuovo nato.
La presenza del bue nel presepe (sempre accanto a Maria, alla destra di Gesù) simboleggia sottomissione nonché il passaggio dalle religioni pagane al Cristianesimo. In altre tradizioni ha significati diversi: in Cina rappresenta dedizione e diligenza nel lavoro, pazienza, forza ma anche testardaggine.
Per gli antichi egizi il bue raffigurava il dio Osiride, per i romani era la vittima sacrificale da offrire a Giove, per i greci era un animale sacro da proteggere.
- PAVONE, SIMBOLO DI RINASCITA
In alcuni presepi viene posto anche un pavone blu (Pavo cristatus) che, nella cultura cristiana, è da secoli simbolo di rinascita, resurrezione e vita eterna.
Questa immagine sacra è in realtà presente già nella mitologia greca e romana eni molte religioni pagane tanto che alcuni sostenevano che la carne di questo uccello non andasse mai in putrefazione. La magia del pavone sta tutta nella magnifica coda variopinta che sembra custodire cento occhi.
In realtà sono le penne copritrici a essere lunghe anche 2 metri e quando il maschio fa la ruota, durante la parata nuziale, si aprono a ventaglio per ammaliare le femmine.
5. CAMMELLI O DROMEDARI E RAGNI D'ARGENTO
- CAMMELLI O DROMEDARI?
Sono presenti in ogni presepe che si rispetti ma cammelli e dromedari vengono spesso ancora confusi gli uni con gli altri.
Entrambi appartenenti al genere Camelus, ma in realtà sono animali ben diversi. Il primo ha due gobbe, è più piccolo e proviene dall'Asia centrale, l'altro ha una sola gobba e viene da Nord Africa e Arabia e di recente ha conquistato persino parte dell'Australia (dove è considerato specie invasiva).
Sono proprio le gobbe a garantire loro la capacità di sopravvivere nei deserti senza bere per diversi giorni. Quindi chi va messo nel presepe? Dipende. In un presepe più "palestinese" meglio i dromedari ma, dato che i re Magi provenivano dall'Oriente, vanno bene anche i cammelli.
Secondo alcune versioni, i re Magi non arrivarono dall'oriente a Betlemme tutti su cammelli o dromedari, bensì uno a dorso di elefante indiano, uno su un cavallo e l'ultimo su un cammello.
Questa versione vuole probabilmente sottolineare la differenza di provenienza dei tre re. In altre versioni, invece, i tre animali erano tutti cavalli, ma di colore diverso, ognuno con una differente simbologia.
- RAGNI D'ARGENTO
Come fare ad addobbare l'albero se non si hanno soldi per comprare gli addobbi?
Secondo una leggenda popolare ucraina furono i ragni ad agghindare con meravigliose ragnatele argentate l'abete di Natale di una famiglia molto povera.
Ancora oggi, per ricordare questa storia, nell'est Europa è uso decorare gli alberi con ragni e tele di ragno, finti, simbolo di miracoli e speranza, di guadagno e di fortuna, di generosità e di doni.
La ragnatela, inoltre, delicata e intricata, rappresenta connessione e unità familiare. Che in natura i ragni siano incredibili architetti non è un mistero.