Gli scrittori che più hanno girato il mondo

Chi sono gli scrittori che più hanno girato il mondo e che ancora oggi ci fanno viaggiare con le loro parole? Scopriamoli insieme.

1. AGATHA CRISTIE

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Nata il 15 settembre 1890 a Torquay, in Inghilterra. Agatha Mary Clarissa Miller iniziò a viaggiare insieme al suo primo marito Archibald "Archie” Christie (cognome con cui è conosciuta), sposato nel 1914.

Dopo la fine della Prima guerra mondiale, la coppia prese parte a un tour coloniale di promozione, il British Empire Exhibition, viaggiando per dieci mesi tra Sudafrica. Australia. Nuova Zelanda. Canada e isole Hawaii.

Fino a quel momento, la vita di Agatha era stata tutto sommato ordinaria, priva di particolari emozioni, ma adesso la giovane aveva finalmente l'opportunità di maturare esperienze fuori dall'ordinario.

Sulla spiaggia di Muizenberg, a Città del Capo, fu introdotta al bodyboarding, una variante del surf che si pratica stando sdraiati sulla tavola (in seguito nell'isola di Waikiki, alle Hawaii, imparò a surfare anche in piedi).

Agatha fu tra i primi europei a cimentarsi in questo sport (preceduta solo dal principe Edoardo, futuro sovrano del Regno Unito).

 

Nonostante le esotiche avventure dei coniugi, il matrimonio però entrò in crisi poco dopo, e nel 1926 Archie, che si era innamorato di un’altra donna, chiese il divorzio. Agatha disperata sparì per un po'. Tuttavia, come si suol dire, non tutto il male viene per nuocere.

Gli anni Trenta erano alle porte e il mitico Orient Express stava vivendo la sua epoca d’oro, la scrittrice decise così che era giunto il momento di dimenticare il sofferto divorzio.

Lasciata a casa la figlia Rosalind Margaret (nata nel 1919), sali a bordo del convoglio più ambito d’Europa, raggiungendo il capolinea, Istanbul. Da questa esperienza nacque il romanzo Assassinio sull’Orient Express (1934).

Ma non è finita qui: da Istanbul proseguì verso l ’Iraq, dove conobbe l’archeologo britannico Max Mallowan, più giovane di lei di tredici anni. I due si innamorarono e nel 1930 si sposarono. Agatha trascorse i successivi vent’anni al seguito del marito nelle sue spedizioni in Mesopotamia, Siria ed Egitto, aiutandolo nel suo lavoro di archeologo.

In quegli anni l’Oriente rappresentava ancora qualcosa di molto misterioso, e per questo la scrittrice volle raccontare la sua esperienza in quelle terre lontane nel libro Viaggiare è il mio peccalo, che fu per lei una specie di diario di viaggio.

Nel libro dove annotò tutti i suoi spostamenti non poteva certo mancare il suo viaggio sull’Orienf Express. “Mi piace il suo tempo, attacca con un allegro furore ondeggiante e sferragliarne per poi gradualmente diminuire in un rallentando, mentre viaggia verso Oriente”, scriveva come se parlasse di una sinfonia (Agatha aveva studiato musica da ragazzina).

 

E poi raccontò le missioni archeologiche del marito, a cui si deve il primo scavo del sito di Chagar Bazar (da 1934 al 1937), nel nord della Siria. Il libro descrive inoltre località oggi purtroppo gravemente danneggiate, come l'antica città di Palmira in Siria (presa d’assalto dai miliziani dell’Isis nel 2015).

Ma Agatha non si limitò a descrivere luoghi, siti archeologici, treni e paesaggi. Con inaspettata ironia raccontò anche i disagi di una donna in viaggio con il suo irrinunciabile armamentario femminile.

Ovunque andasse era seguita da molte paia di scarpe, contenute in grandi e pesanti bagagli, che spesso destavano sospetti nei doganieri.

Ecco come superò l’imbarazzo una volta mentre si trovava al confine con la Turchia: “Perché, mi domandano i doganieri turchi, ha con sé così tante paia di scarpe? Sono troppe. Ma, rispondo, visto che non fumo e non ho sigarette, allora perché non qualche paio d i scarpe in più".

Dopo tanto girare, la scrittrice si spense il 12 gennaio 1976, a 85 anni, nella casa di Winterbrook dove si era ritirata. Il marito archeologo (che nel 1977 si risposò), morì nel 78 e fu sepolto vicino alla prima moglie, nonché compagna di molti viaggi avventurosi.

 

2. ERNEST HEMINGWAY E ARTHUR RIMBAUD

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- ERNEST HEMINGWAY (1899 1961)

Nato in Illinois da padre medico e madre aspirante cantante, Ernest ebbe modo di mostrare il suo carattere fin da giovanissimo.
Dopo il diploma, nel 1917, si rifiutò di iscriversi all'università e divenne cronista del quotidiano Kansas City Star.
Si licenziò poco dopo per partire volontario nella Grande guerra (fu autista di ambulanze) e vide per la prima volta Parigi. Nella capitale francese tornò poi nel 1921 come corrispondente del quotidiano canadese TorontoStar e iniziò a scrivere narrativa.
Molti suoi libri nacquero dai viaggi. Come Fiesta (1926), scritto dopo un tour in Spagna, a Madrid (dove nel '23 vide la sua prima corrida) e a Pamplona. Negli Anni '30 scoprì l'Africa, grazie a un parente della seconda moglie (ne ebbe 4).
Dal suo primo safari in Kenya (amava la caccia grossa) nacque il romanzo autobiografico Verdi colline d'Africa (1935), "Io sarei tornato in Africa, [...] dove mi piaceva vivere, vivere veramente, non puramente trascorrere i giorni".
In quegli stessi anni andò a Cuba e se ne innamorò. Nel '39 all'Avana acquistò una tenuta, la Finca Vigia: qui finì Per chi suona la campana (1940) e scrisse il suo ultimo romanzo. Il vecchio e il mare, vincitore del Pulitzer nel '53. L'anno dopo arrivò il Nobel.
Nel 1961 compra una villa a Ketchum, Idaho, dove si traferisce non sentendosi più tranquillo a vivere a Cuba dopo la presa di potere di Fidel Castro, che peraltro apprezza.
Profondamente depresso perché pensa che non riuscirà più a scrivere, la mattina di domenica 2 luglio si alza di buon'ora, prende il suo fucile a canna doppia, va nell'anticamera sul davanti della casa, appoggia la doppia canna alla fronte e si spara.

 

- ARTHUR RIMBAUD (1854 - 1891)

Aveva solo 15 anni quando, nell'agosto del 1870, comprò un biglietto ferroviario che da Charleville (sua città natale, nell'Est della Francia) doveva portarlo a Saint-Quentin.
La sua destinazione segreta era però Parigi. Alla Gare du Nord fu arrestato per vagabondaggio, uscì di prigione grazie al suo insegnante - e mentore - Georges Izambard, che lo avvicinò alla poesia e lo aiutò a pubblicare i primi versi.
Figlio di un militare che aveva abbandonato la famiglia, Arthur era cresciuto con i fratelli e la madre. Era un allievo modello, ma non volle continuare gli studi: fuggì di nuovo nella capitale e aderì alla Comune di Parigi, nel 1871.
Dal 1875 viaggiò per l'Europa, in treno e a piedi, tra Germania, Svizzera e Italia. Fu a Milano poi, a piedi, raggiunse la Toscana. A Livorno fece lo scaricatore di porto, poi si incamminò verso Siena, ma ebbe un malore e fu rispedito in Francia, a Marsiglia.
Da lì andò a Vienna e a Strasburgo e infine a Charleville. Nel 1876 salpò come soldato per le Indie Orientali olandesi (Indonesia), ma una volta là disertò. Il suo ultimo sogno fu l’Africa: tra il 1880 e il 1891 visse in tutto cinque anni (in vari periodi) ad Harar, in Etiopia. Imparò l'arabo e l'amarico e commerciò in caffè e armi.
Morì a 37 anni appena compiuti, dopo che gli era stata amputata la gamba destra.

 

3. JACK KEROUAC E BRUCE CHATWIN

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- JACK KEROUAC (1922 - 1965)

La prima stesura di uno dei romanzi più famosi del XX secolo, Sulla strada di Jack Kerouac, fu fatta in sole tre settimane, nel 1951, su un rotolo di carta da telescrivente lungo 36 metri.
Il libro (il cui titolo inglese, On the Road, è diventato un modo di dire) racconta i viaggi del suo autore tra il 1947, il 1949 e il 1950 e diventò il manifesto della cosiddetta beat generation (il movimento giovanile di contestazione del modello borghese e capitalistico americano).
Kerouac era figlio di franco-canadesi immigrati in Massachusetts e quando nel 1932, a 10 anni, fu iscritto alla Bartlett Junior High School aveva ancora difficoltà con la lingua inglese (a casa si parlava francese).
Vinse una borsa di studio alla Columbia University per meriti sportivi e fece diversi mestieri: marinaio sui mercantili, meccanico, benzinaio...
Ma la svolta fu nel 1947, quando per incontrare il suo amico Neal Cassidy (ladro di auto e scrittore) intraprese il suo primo viaggio attraverso gli States.
Si spostava spesso con l'autostop, facendo lavori occasionali (inclusa la raccolta del cotone) e divenne un modello di libertà e ribellione.
Il 20 ottobre 1969 si svegliò alle quattro del mattino in seguito all'ennesima sbornia. Verso mezzogiorno, mentre stava bevendo un liquore di malto e scarabocchiando appunti per un libro sul padre, accusò forti dolori addominali e vomitò sangue: il fegato aveva ceduto per la cirrosi epatica.
Portato in ospedale, venne sottoposto a 26 trasfusioni e ad un'operazione chirurgica nel tentativo di contenere l'emorragia dovuta alla rottura spontanea di varici esofagee.
Alle cinque e mezzo del mattino del 21 ottobre, senza mai aver ripreso conoscenza dopo l'intervento chirurgico, Jack Kerouac morì a quarantasette anni.

 

- BRUCE CHATWIN (1940 - 1989)

Appassionato di arte, Bruce Chatwin, nato a Sheffield (Inghilterra), a vent'anni cominciò a lavorare come usciere per la casa d'aste londinese Sotheby's divenendo in breve responsabile della sezione dedicata all'Impressionismo. N
el '66 lasciò quella promettente carriera e si iscrisse alla facoltà di archeologia dell'Università di Edimburgo: si recò spesso in Africa, dove studiò il nomadismo.
Viaggiò poi per il Sunday Times, fino al giorno in cui decise di partire per il Sud America. I sei mesi passati nell'estremo meridione argentino e cileno sono descritti nel suo libro più famoso, In Patagonia (1977).
La ricerca di un animale preistorico e di un suo antenato sono il pretesto narrativo di questo diario di viaggio in cui la natura selvaggia, la solitudine delle distese sterminate, le fattorie e le persone che incontra si intrecciano con digressioni sul passato (fatto di naufraghi, scienziati e coloni) di quella terra lontana.
Verso la fine degli anni ottanta Chatwin si ammalò di AIDS. Tenne nascosta la sua malattia, facendo credere che i sintomi fossero provocati da un'infezione provocata da un fungo della pelle o dal morso di un pipistrello cinese.
Non rispose positivamente alla terapia con l'AZT, così lui e la moglie andarono a vivere nel sud della Francia, dove trascorse gli ultimi mesi della sua vita su una sedia a rotelle.
Morì a Nizza nel 1989, all'età di 49 anni.

 

4. RYSZARD KAPUŚCIŃSKI E JOSEPH CONRAD

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- RYSZARD KAPUŚCIŃSKI (1932 - 2007)

Polacco, nato a Pinks (oggi in Bielorussia), figlio di insegnanti, Ryszard Kapuściński da piccolo aveva un sogno: diventare calciatore.
"Passavo le giornate sul campo da gioco. Era la mia grande passione. Un giorno, non ricordo più perché, scrissi una poesia e la spedii a una redazione, che la pubblicò", scrive in Autoritratto di un reporter.
Da quel momento i suoi sogni cambiarono rotta: divenne giornalista e iniziò a lavorare alla rivista filosovietica Sztandar Młodych.
Il primo viaggio fuori dall'Europa fu in India, ma è ricordato per i reportage degli Anni '50 dall'Africa, che raccontò nel libro Ebano (1998). Oltre al polacco, parlava russo, inglese, spagnolo, francese e portoghese.
Era «visiting professor» delle università di Bangalore, Bonn, Cape Town, Caracas, Columbia University, Harvard University, Irkutsk, London, Madrid, Mexico, San Sebastian, Temple University e Vancouver.
Sempre nel 2006 ha ricevuto una laurea honoris causa in traduzione e mediazione culturale presso l'Università di Udine e, nell'ottobre dello stesso anno, ha trascorso tre giornate in Italia, ospite del Centro per la Pace del Comune di Bolzano; è stata la sua ultima uscita pubblica. È morto il 23 gennaio 2007 a Varsavia.
Spiegava così la sua passione per i viaggi: "Appena mi fermo in un posto, anche fuori dalla Polonia, comincio ad annoiarmi, sto male, devo ripartire".
Per Kapuściński viaggiare voleva dire conoscere e indagare (con un lavoro storico e antropologico) e scrivere significava testimoniare.
Alle polemiche intorno ad alcuni suoi articoli rispondeva: "Scrivo 'dal vivo'. Non sono capace di inventare. Non descrivo un 'mondo immaginario', o un mondo tutto mio".

 

- JOSEPH CONRAD (1857 - 1924)

L'avventurosa vita in mare dello scrittore polacco (nato Józef Teodor Konrad Korzeniowski e naturalizzato inglese) iniziò molto presto.
Rimasto orfano a 11 anni, fu affidato allo zio materno che lo fece studiare e poi imbarcare a Marsiglia come mozzo su una nave francese, a 17 anni.
Tre anni dopo entrò in servizio su una nave britannica, prese il brevetto di capitano e imparò l'inglese (oltre al polacco, parlava francese).
Viaggiò per 16 anni (fino al 1893) sui mercantili inglesi: furono anni ricchi di esperienze di mare e di terra fatte in mezzo mondo (Asia, Africa ed Estremo Oriente). Quei viaggi costituirono il materiale per i suoi romanzi.
Dopo la fine di questi viaggi, Conrad si stabilì con la moglie a Stanford-le-Hope, un villaggio sulla foce del Tamigi, nella contea dell'Essex.
Infine passò gli ultimi anni della sua vita a Bishopsbourne, un villaggio che si trova nell'area naturalistica di Kent Downs, dove morì il 3 agosto del 1924 per arresto cardiaco.
A quel tempo la sua casa si chiamava Oswalds, mentre ora porta il nome di Conrad Hall ed è adibita a sala comune del paese.
Conrad è sepolto con la moglie nel cimitero di Canterbury, e sulla lapide è inciso il suo vero nome un po' storpiato: Joseph Teador Conrad Korzeniowski.
Dalla navigazione sul Narcissus diretto a Bombay nacque Il negro del "Narciso" (1897), mentre Un reietto delle isole (1896) fu ispirato da un viaggio nel Sud Est Asiatico.
Ma il suo capolavoro senza tempo è Cuore di tenebra (1899), che narra la navigazione del protagonista Charles Marlow sul fiume Congo (viaggio compiuto dall'autore nel 1889). Al libro è liberamente ispirato il film Apocalypse Now (1979) di Francis F.Coppola.

 





5. TIZIANO TERZANI (1938 - 2004)

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"Io non ci sto bene in un giornale. Voglio andare a fare il corrispondente in Cina".

Era il 1971 e il giornalista fiorentino con queste parole si rivolse al direttore del quotidiano Il Giorno.

"L’unico posto libero è a Brescia. Ci starai coi piedi nel fango e la testa legata a una stellina", fu la risposta.  Terzani, allora trentenne, si licenziò: di stare seduto in redazione non se ne parlava proprio.

Cercò un posto da corrispondente per l'Asia e lo ottenne dal direttore di Der Spiegel che gli offrì un lavoro da freelance per coprire il Sud-est asiatico e, con moglie e figli al seguito, si trasferì a Singapore.

Per il settimanale tedesco seguì anche la guerra in Vietnam, su cui scrisse il suo primo libro, un diario, Pelle di leopardo (1973).

Figlio di un meccanico e di una sarta, Tiziano Terzani nacque a Firenze nel 1938: nonostante le umili origini riuscì a studiare e a laurearsi in giurisprudenza. Come spesso accade, suo padre lo avrebbe voluto vedere 'sistemato'con un posto fisso, magari in banca.

Ma lui aveva altri progetti e passò gran parte della sua vita dall'altra parte del mondo, come corrispondente e scrittore. I suoi libri degli Anni '90 sono resoconti di un instancabile viaggiatore.

 

Raccontò la Russia poco dopo la caduta del Muro e durante la dissoluzione dell'Urss (Buonanotte SignorLenin, del 1992). In Asia nel '93 intraprese un viaggio eccezionale, spostandosi senza mai prendere un aereo.

Attraversò cosi il Laos, la Thailandia, la Birmania, la Cina, Singapore, le isole Malesi e la Mongolia esclusivamente con mezzi terrestri e marittimi.

Da quella esperienza nacque Un indovino mi disse (1995). Nell'ultimo libro, La fine è il mio inizio (pubblicato postumo nel 2006) Terzani racconta al figlio Folco la sua vita e i suoi viaggi.

Il libro Un altro giro di giostra tratta del suo modo di reagire alla malattia, un tumore all'intestino, viaggiando per il mondo e osservando con lo stesso spirito giornalistico di sempre le tecniche della più moderna medicina occidentale e le medicine alternative.

Il viaggio più difficile, tentativi alla ricerca di trovare una cura efficace; una volta resosi conto dell'implacabilità del male, si concentrò in una ricerca della pace interiore, che lo portò ad accettare serenamente la morte.

 








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