Nonostante il lungo periodo di pace e serenità che viviamo in Europa, l’uomo è sempre stato bellicoso e cattivo.
E prova ne sia la capacità di distruzione di cui è stato capace quando ha avuto il potere di farlo.
Esempi di cattiveria, brutalità, crudeltà sono presenti praticamente in ogni epoca della storia. Il primo a cui si pensa è Hitler.
Da Attila a Bin Laden, ecco i leader che in 1.600 anni si sono distinti per ferocia e violenza…
1. Hitler e Stalin
- Hitler e gli ebrei
Prima ancora di salire al potere nel 1933, Hitler aveva descritto nel suo libro Mein Kampf (La mia battaglia, 1925) quello che avrebbe fatto agli ebrei una volta diventato il capo della Germania.
Non solo gli ebrei, ma anche omosessuali, zingari e handicappati vennero rinchiusi nei campi di concentramento sin dai primi anni del regime.
Tra gli uomini più fedeli a Hitler, ci fu Heinrich Himmler, capo delle SS, struttura che si occupava della sua sicurezza: a lui si devono gli ordini più efferati riguardo ai Paesi europei, in particolare dell’Est.
Adolf Eichman, capo dell'Ufficio per le questioni ebraiche della Gestapo, era invece responsabile dell’organizzazione dei campi di concentramento. Organizzò anche la famigerata riunione di Wannsee (20 gennaio 1942), dove fu programmato lo sterminio degli ebrei.
Josef Mengele, infine, era un medico e condusse una serie di crudeli esperimenti sui prigionieri nel campo di Auschwitz, in particolare sui gemelli omozigoti.
Non appena i prigionieri scendevano dal treno che li aveva portati nel campo di concentramento, sceglieva chi andava alla camera a gas; tra i sopravvissuti individuava poi le sue cavie, che per qualche tempo erano trattate con una certa umanità.
A esperimenti completati, invece, li faceva uccidere con una iniezione di fenolo o con un colpo di pistola. Mengele sfuggì alla cattura alla fine della guerra: si nascose in Sudamerica, dove morì nel 1985.
- Sulla coscienza di Stalin la morte di milioni di contadini
Il dittatore sovietico Josef Stalin entra di diritto tra i più cattivi al mondo per la sua spietata persecuzione di tutti i nemici politici che venivano fatti sparire dalla polizia segreta Kgb o inviati nei Gulag, dove quasi sempre morivano di fame, di stenti o di malattie.
Negli anni Trenta Stalin ordinò lo sterminio della classe dei kulaki, i contadini che a fatica avevano cercato di uscire dalla loro condizione di estrema povertà grazie alle concessioni economiche di Lenin: le stime di questo massacro variano tra gli 8 e i 30 milioni di morti.
Tra i suoi sottoposti, coloro che si macchiarono dei crimini peggiori furono Lavrentij Pavlovic Berija e Nikolaj Ivanovic Ezov, che guidarono in momenti diversi la Nkdv (la polizia segreta antenata dal Kgb).
2. Gengis Khan e Attila
- Gengis Khan sterminava i popoli sconfitti
Capo mongolo, il cui vero nome era Temujin (1162-1227), dominò gran parte dell’Asia. Le popolazioni sconfitte venivano decimate e sistematicamente massacrate.
La sua strategia della terra bruciata era finalizzata a rendere governabili le immense terre che conquistava con il suo disciplinatissimo esercito.
Una delle stragi più feroci fu quella della popolazione della città iraniana di Merv (1221), all’epoca una delle più splendide al mondo.
I mongoli impiegarono un’intera settimana per uccidere tutti gli abitanti, distruggere le fattorie della campagna circostante e sabotare i sistemi di irrigazione. Furono risparmiati solo 400 artigiani: «Ne vennero uccisi così tanti che al crepuscolo le montagne sembravano colline e le pianure erano inzuppate di sangue».
Quando, durante l’assedio della città afgana Bamyian, vicino a Kabul, rimase ucciso suo nipote, Gengis Khan lo vendicò facendo uccidere sistematicamente tutti gli abitanti e tutti gli animali della vallata e demolendo poi tutti gli edifici esistenti.
Alla sua morte, il corpo venne portato in Mongolia e sepolto in un luogo ancor oggi segreto: i mille cavalieri che accompagnavano la salma ammazzarono senza distinzione tutti gli uomini e le donne che incontrarono lungo il cammino perché fungessero da servitori del loro Khan nell’Aldilà.
- Attila squartò 200 ragazze per vendetta
Attila fu il capo degli Unni tra il 445 e il 453 su un territorio che andava dalle steppe dell’Asia fino ai Balcani.
Era famoso per la sua ferocia: nell’assedio di Niš (Serbia meridionale), le rive del fiume della città si coprirono di un tal numero di cadaveri da emettere un fetore insopportabile e rendere impossibile avvicinarsi.
Quando Prisco di Panion ci passò anni dopo, scrisse che «tutta la terra adiacente alle rive era piena delle ossa degli uomini uccisi in guerra».
Dopo essere stato battuto ai Campi Catalaunici, sconfitta che gli impedì di conquistare l’Europa, Attila si vendicò torturando 200 ragazze che vennero legate ai cavalli e squartate; le ossa furono frantumate sotto le ruote dei carri e le membra abbandonate in pasto ai cani.
Secondo una leggenda, avrebbe mangiato i propri figli Erp ed Eitil, che sua moglie gli servì dopo averli arrostiti nel miele.
3. Arthur Travers Harris e Robespierre
- Harris detto “il macellaio”
Arthur Travers Harris, soprannominato dagli stessi inglesi “il macellaio”, era il capo del Bomber Command della Raf (1942-1946) e fu il responsabile dei bombardamenti a tappeto sulle città tedesche dal 1943.
Ideò tattiche per aumentare i danni e le vittime: i primi aerei della formazione venivano caricati con bombe dirompenti che squarciavano i tetti delle case; quelli che seguivano portavano invece spezzoni incendiari che penetravano negli edifici sventrati incendiandoli.
Seguiva un intervallo calcolato per permettere ai pompieri tedeschi di accorrere, mentre successivi bombardamenti annientavano i soccorsi.
Gli aerei si regolavano sulle bombe incendiarie lasciate cadere dai velivoli in avanscoperta: l’obiettivo era di creare un immenso braciere dove le temperature salivano a migliaia di gradi. In pratica, si producevano tutti i catastrofici fenomeni caratteristici della bomba atomica.
- Robespierre ricorse a ghigliottina e fucilazioni di massa
Maximilien-François-Marie-Isidore Robespierre (1754-1794) fu a capo della Rivoluzione francese tra il 1792 e il 1794.
Sterminò tutti gli avversari politici sfruttando anche lo strumento, appena inventato, della ghigliottina. Chiunque non avesse dimostrato un appassionato sostegno alla Repubblica poteva essere condannato a morte.
Molte migliaia di persone vennero giustiziate per suo ordine diretto; molte di più (da 30 a 80mila) morirono per le repressioni da lui ordinate nella Vandea (regione francese che si era ribellata alla rivoluzione).
Tra i sistemi adottati, la fucilazione di più persone legate in fila (per risparmiare pallottole) e l’uccisione di massa della popolazione di interi villaggi, fatta salire, legata, su barconi che poi venivano portati nel centro del fiume Loira e affondati.
4. Pol Pot e Ante Pavelić
- Pol Pot: scariche elettriche ai disobbedienti
Il suo vero nome era Saloth Sar: nato nel 1925, fondò nel 1951 e poi guidò i Khmer Rossi, il partito comunista cambogiano.
Pol Pot salì al potere nel 1975, imponendo un regime ispirato al modello cinese.
La popolazione delle città venne trasferita nelle campagne e sottoposta a “rieducazione” forzata. Chi non era iscritto al partito veniva giustiziato con scariche di corrente elettrica o con il taglio progressivo degli arti.
Per il dittatore, la Cambogia non aveva bisogno di tutti i suoi abitanti (7.163mila): secondo le stime più probabili furono uccise in due anni 1-1,5 milioni di persone.
Pol Pot fu deposto nel 1979 dai vietnamiti, contro cui combatté fino al 1998, quando fu trovato morto in circostanze misteriose nel suo letto.
- La pulizia etnica di Ante Pavelić
Vissuto tra 1889 e 1959, Ante Pavelić era un politico croato nazionalista e filonazista, che durante la Seconda guerra mondiale fondò il partito degli Ustascia.
Quando Hitler invase la Jugoslavia, diventò capo di un governo-fantoccio impegnato nella pulizia etnica contro serbi, ebrei, zingari e comunisti.
Secondo recenti stime, sarebbero state uccise per suo ordine 400mila persone (80mila nel solo campo di concentramento di Jasenovac).
Questi fatti sono stati una delle cause delle guerre civili jugoslave negli anni Novanta.
5. Khomeyni e Bin Laden
- Khomeyni, il fanatico religioso
Ruhollah Mustafa Mosavi Khomeyni (1902-1989) fu il capo spirituale dell’Iran dal 1979 al termine della sua vita e ispirò con grande fanatismo la lunghissima guerra tra Iran e Iraq, teorizzando per la prima volta che quanti sacrificavano volontariamente la propria vita in battaglia fossero destinati ad andare nel paradiso islamico.
Da qui sarebbe derivata la strategia degli attacchi suicidi nei movimenti arabi.
Convinse l’esercito a impiegare i bambini, che, vestiti di bianco, marciavano verso i campi minati avversari per farli esplodere e aprire varchi per gli attacchi successivi.
Nel 1988 ordinò l’uccisione di massa di migliaia di avversari politici (5- 30.000 persone) senza processo e in gran segreto.
- Bin Laden e il movimento terroristico
Osama Bin Laden è il fondatore del movimento terroristico Al Qaeda, nata nel 1988 circa per combattere contro gli occidentali e i regimi arabi che li appoggiano.
La lista degli attentati riconducibili a questa associazione è molto lunga, ma gli episodi più famosi sono l’attacco alle Torri Gemelle di New York l’11 settembre 2001, l’attacco alla metropolitana di Madrid l’11 marzo 2004, l’attacco alla metropolitana di Londra del 5 luglio 2005 e quello contro Sharm-el-Sheik il 23 luglio 2005.
Osama è stato ucciso durante un raid americano il 2 maggio 2011.