Molto di quello che non comprendiamo della nostra natura umana risiede proprio nella nostra mente.
Il cervello è un organo impenetrabile, così come lo sono le numerose questioni riguardanti la vita e la morte, la coscienza, il sonno e molto altro.
1. Coscienza e mettere in freezer
- Coscienza
Quando ti svegli a inizio giornata, percepisci il sole che sta sorgendo, senti il cinguettio degli uccelli e forse provi anche una scarica di felicità quando l’aria fresca del mattino ti accarezza il viso.
In altre parole, sei cosciente. Questa questione complessa tiene impegnata la comunità scientifica fin dall’antichità.
Solo di recente, i neuroscienziati hanno iniziato a considerare la coscienza un argomento di ricerca concreto.
Il più grande rompicapo è costituito dalla capacità di spiegare come dai processi nel cervello scaturiscano esperienze soggettive. Finora, gli scienziati hanno stilato un lungo elenco di domande.
- Mettere in freezer
Vivere per sempre è un’utopia, ma una disciplina pionieristica chiamata crionica potrebbe donarci una seconda vita.
I centri di crionica come la Alcor Life Extension Foundation, in Arizona, conservano i corpi dei soggetti deceduti all’interno di vasche riempite con azoto liquido all’impressionante temperatura di -195°.
L’idea di fondo è che una persona morta per una malattia attualmente incurabile possa essere scongelata e riportata in vita in futuro quando sarà stata trovata una cura.
Il corpo del leggendario giocatore di baseball Ted Williams è conservato proprio in uno dei congelatori della Alcor. Come gli altri “ghiaccioli umani”, anche Williams è posizionato a testa in giù.
In questo modo, nel remoto caso di perdite dalla vasca, il cervello resterebbe immerso nel liquido freddo. Nessuno dei corpi crioconservati è stato rianimato finora, perché la tecnologia necessaria non esiste ancora.
Infatti, se il corpo non viene scongelato alla temperatura corretta, le cellule potrebbero trasformarsi in ghiaccio ed esplodere in mille pezzi.
2. Mistero mortale e natura o cultura?
- Mistero mortale
Vivere per sempre è roba da film. Ma perché gli esseri umani invecchiano?
Ognuno di noi nasce con una cassetta degli attrezzi piena di strumenti utili per contrastare malattie e lesioni, che vorremmo utilizzare anche per porre rimedio ad articolazioni rigide e altri disturbi.
Tuttavia, con l’avanzare dell’età, i meccanismi di riparazione del corpo si deteriorano. Infatti, la resistenza dell’organismo alle lesioni fisiche e allo stress diminuisce.
Le teorie sul perché invecchiamo si dividono in due categorie:
1) come le altre caratteristiche dell’essere umano, l’invecchiamento rientra nella genetica e, da un certo punto di vista, è un processo benefico.
2) Nella visione meno ottimistica, l’invecchiamento non ha alcuno scopo ed è il risultato di danni cellulari che si verificano nel corso della vita.
Alcuni ricercatori, ciononostante, ritengono che la scienza alla fine riuscirà a ritardare l’invecchiamento abbastanza a lungo da raddoppiare la durata della vita media.
- Natura o cultura?
Nell’ambito del lungo dibattito se i nostri pensieri e la nostra personalità siano determinati dai geni o dall’ambiente, gli scienziati stanno raccogliendo prove convincenti a favore di uno dei due fattori o di entrambi.
Lo studio dei singoli geni evidenzia alcuni tratti umani su cui abbiamo scarso controllo, eppure, in molti contesti, è stato dimostrato come la società e l’educazione influenzino significativamente la nostra identità e il nostro comportamento.
3. Arto fantasma e un enigma
- Arto fantasma
Circa l’80% degli amputati può provare sensazioni – tra cui calore, prurito, pressione e dolore – provenienti dall’arto mancante.
Il cosiddetto “arto fantasma” induce a far credere alla nostra mente che l’arto mancante sia ancora presente.
Secondo un’ipotesi, ciò è dovuto al fatto che i nervi nell’area in cui l’arto è stato reciso creano nuove connessioni con il midollo spinale e continuano a inviare segnali al cervello.
Un’altra possibilità è che il cervello sia “programmato” per funzionare come se il corpo fosse integro e intatto, il che significa che conserva un’immagine del corpo con tutte le parti attaccate.
- Un enigma
La risata è uno dei comportamenti umani più misteriosi. Gli scienziati hanno scoperto che, durante una bella risata, si attivano ben tre parti del cervello: l’area deputata al ragionamento che ti aiuta a capire la battuta, l’area motoria che ordina ai muscoli di muoversi, e una regione emotiva che suscita la sensazione di “vertigine elettrizzante”.
Tuttavia, non si sa perché qualcuno rida delle battutacce di amici e parenti, mentre altri ridacchino mentre guardano un film horror.
John Morreall, pioniere della ricerca sull’umorismo presso il College of William and Mary negli Stati Uniti, ha scoperto che la risata è una risposta giocosa alle incongruenze, ossia a quei fatti che sfuggono alle aspettative convenzionali.
Secondo altri ricercatori nello stesso ambito di studio, la risata sarebbe piuttosto un modo per segnalare agli altri che una certa azione è da intendere come “divertente”.
In conclusione, una cosa è chiara: ridere ci fa sentire meglio.
4. Il filo dei ricordi e meritato riposo
- Il filo dei ricordi
Alcune esperienze sono difficili da dimenticare, come il primo bacio. Ma come facciamo a conservare i nostri film personali?
Utilizzando tecniche di imaging cerebrale, gli scienziati studiano il meccanismo responsabile della creazione e della conservazione dei ricordi.
Hanno così scoperto che l’ippocampo, una parte del cervello situata nella materia grigia del cervello, potrebbe fungere da scrigno dei ricordi. Ma questa area di stoccaggio non opera molte discriminazioni. Infatti, sia i ricordi veri sia quelli falsi attivano regioni cerebrali simili.
Per estrarre un ricordo autentico, alcuni ricercatori chiedono al soggetto di richiamare il ricordo nel suo contesto, un’operazione più difficile da eseguire quando l’evento non si è verificato realmente.
- Meritato riposo
Lo fanno i moscerini della frutta. Lo fanno le tigri. E anche noi umani sembriamo non averne mai abbastanza.
No, non stiamo parlando di quello... bensì del sonno, un’attività cruciale a cui dedichiamo più di un quarto della nostra vita. Eppure le ragioni alla base del sonno sono un rebus proprio come un sogno sconclusionato. Tuttavia, una cosa è innegabile: il sonno è fondamentale per la sopravvivenza nei mammiferi.
L’assenza di sonno prolungata può portare a sbalzi d’umore, allucinazioni e, in casi estremi, alla morte.
Esistono due fasi del sonno: il movimento oculare non rapido (NREM), durante la quale il cervello fa registrare una bassa attività metabolica, e il movimento oculare rapido (REM), durante la quale il cervello è molto attivo.
Alcuni scienziati pensano che il sonno NREM conceda una pausa al corpo e gli permetta di risparmiare energia, secondo una modalità simile al letargo.
Il sonno REM, invece, permetterebbe al cervello di organizzare i ricordi. Tuttavia, questa ipotesi non è stata dimostrata, e non sempre i sogni fatti durante la fase REM sono correlati ai ricordi.
5. Sala di controllo e sogni d’oro
- Sala di controllo
Situato nell’ipotalamo, il nucleo soprachiasmatico, il cosiddetto “orologio biologico”, programma il corpo a seguire un ritmo di 24 ore.
L’effetto più evidente del ritmo circadiano è il ciclo sonno-veglia, ma l’orologio biologico influisce anche sulla digestione, sulla temperatura corporea, sulla pressione sanguigna e sulla produzione di ormoni.
I ricercatori hanno scoperto che l’intensità della luce può spostare l’orologio avanti o indietro regolando l’ormone melatonina.
Ultimamente, la comunità scientifica si interroga sulla capacità degli integratori di melatonina di prevenire il jet lag, ossia quella sensazione di sonnolenza e malessere che si prova quando si attraversano vari fusi orari.
- Sogni d’oro
Se chiedessimo a dieci persone di che cosa sono fatti i sogni, probabilmente otterremo dieci risposte diverse.
Questo perché gli scienziati stanno ancora cercando di risolvere questo mistero.
Alcuni sostengono che il sogno tenga in esercizio il cervello stimolando le sinapsi che collegano le cellule cerebrali.
Stando a un’altra teoria, tendiamo a sognare attività ed emozioni di cui ci siamo occupati durante il giorno, e questo processo facilita il consolidamento di pensieri e ricordi.
In generale, gli scienziati concordano sul fatto che il sogno avvenga durante la fase del sonno più profonda, ossia la fase REM.