L’osteopatia è una terapia manuale, una vera e propria professione sanitaria, riconosciuta ufficialmente dallo Stato Italiano, che associa profonde conoscenze in anatomia a una grande sensibilità tattile.
La mano è al cuore di questa disciplina, come strumento di diagnosi e di cura. Le dita dell’osteopata sentono, vedono, sanno e agiscono, con varie tecniche che hanno lo scopo di riportare la struttura portante del corpo al massimo equilibrio possibile.
Il punto di forza dell’osteopatia è la ricerca delle origini vere di un disturbo, che possono trovarsi anche lontano dall’area del corpo in cui questo si manifesta, in un punto che genera disequilibrio all’intero sistema. Riportarlo in armonia significa restituire stabilità e salute all’intero sistema corporeo.
Rispetto ad altre medicine complementari, l’osteopatia ha il vantaggio di associare una concezione olistica, che considera la persona nella sua interezza corporea e psichica, a una competenza approfondita e aggiornata dell’anatomia, della fisiologia e della biomeccanica del corpo umano.
La consapevolezza che ogni parte del corpo è connessa alle altre dà all’osteopatia la straordinaria capacità di considerare, nell’insieme, le diverse problematiche che possono essere presenti in una persona, cogliendo l’intima interconnessione e la cooperazione di tutti i sistemi dell’organismo nella gestione dei fenomeni vitali.
L’osteopatia ci insegna quindi che senza cogliere la totalità dell’organismo è impossibile apportare un vero beneficio alla persona e ricondurla allo stato di salute.
“Tutto quello che dobbiamo fare – scrive Andrew Taylor Still, il padre della disciplina – è mettere tutte le parti in equilibrio, dopodiché il corpo troverà da sé la via per il benessere”.
Oggi scopriremo i principi e gli ambiti di applicazione di questa straordinaria disciplina e i casi in cui può davvero aiutarci a migliorare la salute e la qualità della vita.
1. Come funziona
L’osteopatia è una medicina non convenzionale che utilizza il contatto manuale sia nella fase di diagnosi sia in quella di trattamento.
L’osteopatia si fonda, oltre che sulle conoscenze di fisiologia e anatomia umana, su una visione dell’uomo e della salute in cui si integrano gli aspetti connessi alle funzioni fisiologiche e quelli relativi alla sfera emotiva, psicologica e sociale.
Il punto di forza della disciplina è lo sguardo su tutta la persona: il corpo intero, e non solo l’area dove è localizzato il disturbo, la psiche e le emozioni, l’ambiente di vita, gli eventi in cui si è coinvolti.
L’osteopatia parte dal presupposto che, come riteneva già nell’Ottocento il suo fondatore, l’ingegnere Andrew Taylor Still, ogni persona è un’unità di mente, corpo e spirito.
Questa pratica non utilizza farmaci, rimedi naturali o strumenti medicali, ma il solo tocco delle mani, ed è essenzialmente indirizzata all’identificazione e al trattamento di quei fattori che influenzano la funzionalità dei sistemi e la loro capacità di interagire fisiologicamente.
I disturbi sono considerati a partire dalle loro origini, spesso collocate lontano da dove si manifestano. Dal punto di vista osteopatico, infatti, tutti i sistemi interagiscono attraverso il movimento, e proprio per questo il sistema muscolo-scheletrico rappresenta la via di comunicazione e il mezzo di sostegno della fisiologia dell’intero organismo.
Poiché qualsiasi perdita di mobilità di muscoli o articolazioni può causare uno squilibrio che si ripercuote sulla funzionalità degli altri sistemi, l’osteopata segue la rete intricata di segni e sintomi presentati dal paziente e li usa come indizi con cui ricostruire la sua storia clinica.
Il trattamento si avvale di differenti approcci, ognuno dei quali comprende tecniche specifiche in base alla disfunzione da trattare, alla qualità del dolore, alla tipologia e alle aspettative
della persona in terapia.
L'osteopatia:
• Non è una terapia riabilitativa: tra le sue applicazioni, l’osteopatia include il recupero di mobilità dei tessuti e il trattamento delle cicatrici, ma questa disciplina non si occupa del recupero funzionale post-traumatico o post-operatorio, che è ambito di pertinenza di altre professioni sanitarie, come ad esempio la fisioterapia.
• Non è un massaggio rilassante: il rilassamento è uno degli effetti secondari del trattamento osteopatico, che distende muscoli e scioglie contratture, ma non è l’obiettivo.
• Non cura le ossa: Andrew Taylor Still, fondatore della medicina osteopatica, definiva se stesso un “aggiusta ossa”, ma già dai tempi della sua fondazione l’osteopatia non si è occupata solo delle affezioni del sistema muscolo-scheletrico, ma di tutti i sistemi accessibili alla palpazione.
• Non (solo) “scrocchia” le articolazioni: le manipolazioni ad alta velocità e bassa ampiezza (HVLA) hanno spesso come effetto secondario il famoso scroscio articolare, ma non hanno come obiettivo il suono che producono e rappresentano solo alcune delle tecniche cui l’osteopata può accedere nella scelta del piano terapeutico.
2. L’ingegneria del corpo
Per comprendere cosa sia l’osteopatia, dobbiamo avvicinarci all’uomo che, nell’Ottocento, la inventò: Andrew Taylor Still, medico e pastore metodista, insoddisfatto della medicina convenzionale dell’epoca, che non aveva potuto impedire la morte di quattro dei suoi figli a causa di un’epidemia di meningite.
Still cominciò allora a pensare alla salute come all’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo, ed elaborò altri metodi per curarlo, avviando un processo di pratica, ricerca e sperimentazioni e fondando nel 1892 l’American School of Osteopathy, negli Stati Uniti.
"La mia conoscenza dell'ingegneria - scrisse Andrew Taylor Still - mi fece guardare al corpo umano come a una macchina nella quale supporti, cinghie, pulegge e tubi di scarico dovevano essere in ordine. Con tanto lavoro, volontà e speranza imparai che il corpo può subire aggressioni e modifiche alla pari di un motore a vapore, e che dopo averli sistemati, arriva la guarigione" (A.T. Still, Osteopatia. Ricerca e pratica, Milano 2000).
Il dottor Still si staccò dalla medicina ufficiale della sua epoca e portò avanti un’intuizione che era già stata dei medici egizi, greci e rinascimentali: la salute è legata all’equilibrio funzionale delle strutture del corpo.
Fondò così un sistema parallelo di formazione medica che si avvale del solo contatto manuale sia per la diagnosi sia per il trattamento. La parola osteopatia deriva infatti dal greco “osteon”, “osso”, e “pathos”, sofferenza.
Dopo essersi ampiamente affermata negli Stati Uniti, l’osteopatia si diffuse finalmente anche in Europa, poco prima della Seconda Guerra Mondiale grazie a John Martin Littlejohn, uno dei primi studenti di Still, che nel 1917 fondò a Londra la nota British School of Osteopathy.
Da allora sono molti gli osteopati che hanno collaborato allo sviluppo e alla diffusione di questa disciplina, incluso chi, negli ultimi decenni, ha prodotto evidenze scientifiche a sostegno della pratica clinica.
Still sapeva che senza movimento non si esprime la vita. Egli sosteneva che “la vita è movimento, il movimento è vita” e aveva compreso che per valutare lo stato di salute è fondamentale esaminare la capacità di movimento.
Traumi, stress, abitudini di vita scorrette, malattie e invecchiamento possono alterarla (in senso sia quantitativo che qualitativo), in tutto il corpo o in alcune sue parti. Ogni componente deve potersi muovere rispetto a ciò che la circonda (mobilità) e deve essere anche capace di movimento intrinseco (motilità) per poter svolgere la sua corretta funzione; altrimenti la sua capacità funzionale diminuisce o addirittura si interrompe.
L’osteopata osserva il paziente nella sua interezza, per comprendere le cause profonde e lontane del suo disturbo. Poiché la struttura governa la funzione, la salute è un equilibrio che dipende da quello dell’impalcatura ossea, a sua volta responsabile di quello del sistema nervoso, muscolare e circolatorio.
L'osteopatia in cinque punti:
• La mano è un mezzo di analisi e di cura;
• L’individuo deve essere considerato nella sua totalità che compone corpo e mente;
• L’organismo ha capacità di autoregolazione (omeostasi) e di rigenerazione; per funzionare ha bisogno di equilibrio e ne è in continua ricerca.
• Se la mobilità delle strutture è disturbata, la loro funzione non potrà svolgersi correttamente. Allora l’organismo attiva delle compensazioni, andando in cerca di equilibrio, assenza di dolore e risparmio energetico.
• Ogni parte del sistema è interdipendente dall’insieme delle strutture: ecco perché l’osteopata si propone di trattare l’intero complesso per permettere al corpo di rimuovere le compensazioni in atto e restituirgli la mobilità che è fonte di salute.
3. I disturbi che tratta
La tecnica osteopatica può essere utile a tutte le età, per correggere le alterazioni della mobilità articolare e tissutale e i disturbi che queste possono comportare.
Ambito primario di intervento dell’osteopatia sono tutti i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico, a cui possono associarsi alterazioni funzionali dei visceri e del sistema cranio-sacrale.
In pratica, tratta le restrizioni di mobilità delle strutture e mira a ristabilire una buona funzionalità dell’insieme; identifica l’origine biomeccanica dello squilibrio che ha generato il sintomo e stimola l’omeostasi del paziente.
I problemi che tratta con più efficacia:
• Dolori cervicali.
• Dolori lombari.
• Cefalea.
• Dolori articolari e muscolari da traumi.
• Alterazioni dell’equilibrio.
• Stanchezza cronica.
• Affezioni congestizie (otiti, sinusiti).
• Disturbi ginecologici (per esempio incontinenza da sforzo, dolore pelvico).
• Disturbi digestivi (come stipsi, reflusso).
• Dolori legati alla gravidanza e al post-partum.
• Disordini temporo-mandibolari (bruxismo, click o blocchi articolari).
Il trattamento è efficace sia per i disturbi cronici sia per quelli in fase acuta ed è indicato per tutti, dall’anziano al neonato, dallo sportivo alla donna in gravidanza.
Dopo una prima e accurata indagine anamnestica, l’osteopata valuta i possibili benefici e le eventuali controindicazioni al trattamento, per garantire al paziente la massima sicurezza e professionalità. In pratica, il disturbo viene trattato con un approccio terapeutico globale.
Gli obiettivi dell’intervento terapeutico sono:
• riduzione del dolore;
• miglioramento della funzione alterata;
• incremento dell’apporto sanguigno e nutrizionale alle aree in disfunzione;
• rimozione degli ostacoli biomeccanici per favorire un’ottimale trasmissione nervosa.
4. Gli ambiti di applicazione
L’osteopatia è molto utilizzata anche per contrastare disturbi ginecologici di vario tipo, ma è in particolare in gravidanza e nel periodo successivo che dà i maggiori benefici. Durante la gestazione, infatti, il corpo va incontro a continui cambiamenti per accogliere la crescita del bambino.
Sia le variazioni ormonali sia quelle legate al naturale aumento di peso sottopongono però il sistema muscolo-scheletrico a numerosi stimoli che non sempre il corpo riesce ad accogliere e compensare. In questa fase, il trattamento osteopatico è in grado di mantenere l’elasticità tissutale e la mobilità articolare, favorendo un fisiologico progredire della gravidanza e facilitando il travaglio e la fase espulsiva.
Se il bacino della madre è privo di disfunzioni e il suo organismo è in equilibrio, infatti, anche il parto ha più probabilità di avvenire senza complicanze. Durante il periodo post-partum, l’osteopatia accelera il recupero e riduce le conseguenze di lacerazioni perineali, episiotomia e parto cesareo. Inoltre l’osteopatia allevia i dolori muscolari dovuti alle posizioni che vengono mantenute a lungo nell’allattamento e nella cura del neonato.
- VIA IL MAL DI SCHIENA SENZA FARMACI
L’aumento di peso dell’utero determina lo spostamento del centro di gravità e un grande cambiamento posturale, mentre il suo allargamento progressivo comporta continue modifiche sia strutturali che viscerali.
Al sistema muscolo-scheletrico, in questa fase della vita, è richiesta una continua operazione di adattamento, che spesso viene compiuta a fatica o in modo non adeguato, dando luogo a problematiche della colonna e della sua muscolatura.
Si verifica un cambiamento dell’angolo lombo-sacrale che stimola le strutture algogene dell’area della bassa schiena. Il peso del corpo che si distribuisce in modo differente, lungo la colonna, dà luogo a tensioni e contratture (con sciatalgie, cervicalgie e lombalgie) che si ripercuotono anche a livello cervicale, con dolori e mal di testa, disturbi circolatori e legati alla ritenzione idrica (dolori e gonfiori alle gambe) e tunnel carpale; ma anche problemi digestivi di stomaco e intestino e vaginiti.
Il trattamento osteopatico e manuale può evitare l’utilizzo di farmaci analgesici e antinfiammatori, che durante la gravidanza e l’allattamento sarebbe opportuno limitare o assumere solo se strettamente necessari.
L’osteopatia è indicata a partire dal terzo mese. È dimostrato da studi sperimentali che il trattamento osteopatico è efficace contro il dolore, anche dopo parti difficili, e migliora la qualità della vita.
- UN AIUTO IN PIÙ ALLA FERTILITÀ
L’osteopatia può essere utile in caso di difficoltà di concepimento, spesso dovuta a cause meccaniche, che ostacolano l’innesto dell’ovulo.
Questo è spesso legato alla presenza di cicatrici uterine o sugli organi o può essere conseguenza di infiammazioni locali, tensioni fasciali del pavimento pelvico e tensioni strutturali del bacino.
Anche traumi al coccige, infiammazioni e infezioni possono creare aderenze e ispessimenti che compromettono la funzionalità genitale.
L’osteopatia può far molto per migliorare il funzionamento dell’apparato ginecologico, ottimizzando anche la mobilità degli organi interni e del sistema muscolo-scheletrico.
5. I 5 principi essenziali della disciplina
La disciplina osteopatica è basata su principi che definiscono una specifica visione del corpo, dell’essere umano e del concetto di salute.
Questi elementi, nel tempo, si sono evoluti e arricchiti dell’esperienza clinica e soprattutto delle evidenze scientifiche e costituiscono, ancora oggi, le fondamenta dell’approccio al paziente e alla terapia.
L’osteopatia è una disciplina che prevede una conoscenza perfetta, teorica e pratica, dell’anatomia umana e in particolare dell’esatto rapporto tra struttura, organi e funzioni. Questo permette all’osteopata di comprendere dove questi rapporti siano stati compromessi e portarvi rimedio.
In osteopatia sono molto importanti i rapporti articolari tra le diverse strutture, intesi non solo come articolazioni, ma anche tra muscoli e fasce, muscoli e organi... Ogni continuità viene intesa come un’articolazione.
Ecco perché questa tecnica non è soltanto un trattamento ortopedico, ma ha come obiettivo principale la salute generale del corpo. Vediamo i cinque principi che fanno da cardine a questa disciplina.
1. IL CORPO È UN’UNITÀ DINAMICA
La medicina osteopatica considera il corpo umano come un’unità, in cui ogni parte è in costante relazione con le altre attraverso molteplici meccanismi biologici.
Dal punto di vista anatomico, tutte le strutture corporee sono avvolte da un insieme funzionale di vasi, nervi e fasce che le rende contigue e meccanicamente interdipendenti.
Da un punto di vista fisiologico la sinergia delle funzioni corporee è facilitata dal sistema nervoso e da quello circolatorio che consentono la comunicazione e l’interazione fra i vari apparati.
Inoltre i sistemi endocrino, immunitario e muscolo-scheletrico interagiscono rispondendo ai diversi impulsi come un’unità integrata. Il corpo è un insieme coerente di sistemi in costante relazione, finalizzato al mantenimento di un equilibrio che permetta a tutte le cellule di vivere e funzionare.
Sia gli stati di salute che le eventuali alterazioni sono connessi non solo a fattori fisici, ma anche sociali ed emotivi, per cui ogni separazione a scopo diagnostico o terapeutico è riduttiva e poco efficiente.
Rispettando il principio dell’unità del corpo, l’osteopata valuta e cura il paziente nella sua interezza e nel contesto della sua vita. Un trauma in una parte, anche minimo, si riverbera su altre parti, con effetti amplificati.
2. L’ORGANISMO È IN GRADO DI AUTO-REGOLARSI
Già il fondatore dell’osteopatia aveva compreso che il corpo contiene in sé tutti i mezzi necessari per prevenire e affrontare le malattie, ma che questo sistema è efficiente solo se i sistemi di autoregolazione sono liberi di funzionare senza ostacoli, se le vie di nutrizione tissutale e di eliminazione dei rifiuti sono sgombre.
In condizioni ottimali il corpo e la mente collaborano ininterrottamente al mantenimento dell’omeostasi, cioè dell’equilibrio dinamico di adattamento tra ambiente interno e ambiente esterno.
Questo fenomeno si realizza per mezzo di complessi meccanismi che controllano continuamente i processi respiratori, circolatori e metabolici, ai quali si aggiungono tutte le funzioni difensive e adattative del sistema immunitario: ad esempio, un’infezione viene combattuta con la febbre, un’intossicazione con vomito o diarrea, una ferita si rimargina o un osso rotto si salda da solo nel tempo.
Ovviamente esiste un limite oltre il quale l’organismo non è più in grado di reagire; inoltre lo stato di salute dipende anche da fattori genetici, ambientali, individuali... Obiettivo del trattamento osteopatico è permettere all’organismo di esprimere la propria capacità adattativa e protettiva, eliminando gli impedimenti strutturali che la limitano.
3. STRUTTURA E FUNZIONE SONO CONNESSE
Il riconoscimento di questo principio è uno dei più importanti per la medicina osteopatica.
Secondo Still è illusorio distinguere tra struttura portante e funzione, perché le due si condizionano a vicenda. L’evoluzione della ricerca dimostra che dal livello cellulare a quello dell’individuo nella sua globalità, esiste una relazione di interdipendenza tra la forma di una struttura e la sua funzione.
Solo per fare un esempio: la forma di una vertebra è determinata in ogni dettaglio dai movimenti che deve assecondare, dal carico, dai tessuti muscolari o nervosi cui deve dare passaggio e inserzione, e da ciò che deve proteggere, cioè il midollo spinale.
In virtù di questo principio, l’osteopatia riconosce un posto speciale al sistema muscolo-scheletrico proprio grazie ai rapporti che intrattiene con le altre componenti corporee, come visceri, nervi o vasi.
Traumatismi di vario tipo possono modificare le articolazioni (i punti di contatto tra organi, ossa, muscoli...), provocando turbe patologiche.
Da alterazioni nella struttura nasce la maggior parte dei disturbi, e correggendo la struttura è possibile riportare il corpo a uno stato di salute.
4. MUOVERSI BENE È ALLA RADICE DEL BENESSERE
L’osteopatia riconosce nel movimento la qualità essenziale di ogni manifestazione vivente e il suo obiettivo è individuare le aree in cui il movimento fisiologico è limitato o assente, per ripristinare al meglio questa espressione vitale.
Vi sono movimenti volontari e involontari. I primi sono governati dalla volontà e si esplicano sostanzialmente attraverso l’apparato muscolo-scheletrico; quelli involontari si manifestano in tutte le altre funzioni corporee, dalla peristalsi intestinale, al battito cardiaco, al metabolismo cellulare.
I macro movimenti sono quelli che possiamo vedere (flessione del ginocchio), o sentire con le mani (battito cardiaco). I micro sono legati alla funzionalità viscerale, cranica o fasciale, che sono un parametro diagnostico di fondamentale importanza.
5. I FLUIDI DEL CORPO DEVONO CIRCOLARE LIBERAMENTE
Nel suo trattato di filosofia osteopatica, Still afferma che: «Per il normale adattamento dello scheletro osseo, l’osteopata ricerca prima di tutto la perfezione fisiologica nella forma, in modo che le arterie possano distribuire il sangue necessario per nutrire e costruire tutte le parti; affinché le vene possano trasportare tutte le impurità che condizionano il rinnovamento e i nervi di tutti i tipi possano essere liberi e senza ostacoli, per applicare le forze della vita e del movimento a tutte le divisioni e a tutto il sistema».
Il sangue, come la linfa e gli altri fluidi (muco, saliva, urina), non solo permette il nutrimento dei tessuti e la loro protezione, ma rap- presenta una via di comunicazione tra tutti i distretti corporei, al pari del sistema nervoso, anche se con meccanismi diversi.
Il trattamento manipolativo osteopatico ha come effetto primario il ripristino di una buona circolazione locale, restituendo vitalità ai tessuti e attenuando eventuali stati infiammatori.