Il colore è dappertutto , così presente intorno a noi che spesso ci dimentichiamo della sua presenza ed esistenza. Ha da sempre circondato la specie umana e l’ha influenzata fin da tempo immemorabile. Ma cos'è il colore? E come esso nasce? E' opportuno premettere che esso sia una qualità della sensazione visiva e come tale è un'entità puramente soggettiva e incomunicabile. Nell'antichità si pensava che la luce uscisse dagli occhi per toccare gli oggetti, come dita a tastare.
Sostanzialmente il colore nasce dalla luce. Senza luce non esiste il colore. L’occhio in realtà è un semplice strumento ottico, che al suo interno registra delle immagini proiettate da oggetti che si trovano all’esterno, mentre l’autentico motore cognitivo è il cervello. In parole semplici, la luce che colpisce un oggetto viene parzialmente assorbita a seconda del colore. La parte non assorbita viene riflessa e trasmessa ai recettori cromatici all’interno dell’occhio umano. Questi ultimi trasformano la luce assorbita in impulsi che percorrono le vie nervose fino a raggiungere il cervello, dove vengono interpretati. Così nasce il colore.
La percezione del colore è inoltre un fenomeno soggettivo che varia da persona a persona. Ogni colore ha un significato legato alle nostre emozioni come ad esempio il rosso che indica passionalità, ardore e temperamento focoso, a volte collerico, impulsivo e rancoroso, oppure il blu, il colore del mare, che indica l'infinito, la riflessione e la spiritualità, ma anche la malinconia e l'introversione. Oppure ancora il verde,il colore della vegetazione e della natura, che indica costanza, equilibrio e compostezza, ma anche ambizione e competitività ecc. Alcuni esperimenti hanno messo in evidenza che il rosso è un ‘eccitante’ del sistema nervoso, specialmente della frazione simpatica del sistema nervoso autonomo. Esperimenti analoghi, condotti con il colore blu scuro, hanno evidenziato, per questo colore, un effetto contrario: la pressione arteriosa diminuisce, come pure la frequenza cardiaca e respiratoria.
Gli scienziati hanno dimostrato che la funzione della distinzione dei colori sia svolta dall’emisfero cerebrale non dominante (di solito il destro), che è addetto alla creatività ed alle emozioni, mentre la designazione dei colori, il “nominarli”, apparterrebbe all’emisfero sinistro, preposto alle funzioni logiche e linguistiche. Sebbene il colore abbia sempre attorniato e condizionato la specie umana fin da tempo di cui si è persa memoria, è solo di recente che si è divenuti abili a ideare, produrre e ad usare il colore liberamente.
Oggi vedremo 5 momenti significativi che hanno contribuito a cambiare la concezione del colore per sempre.
1. La cocciniglia
La cocciniglia ovvero il Dactylopius coccus, è un insetto che, schiacciato ed essiccato, produce un colorante che dà origine ad una tonalità di rosso molto intenso e duraturo, il cosiddetto rosso cocciniglia, un rosso perfetto. Questo colorante preziosissimo, fino a due secoli fa, veniva considerato alla stessa stregua dell’oro e dell’argento. Da premettere che durante il Medioevo il color rosso era molto apprezzato in quanto esso era relativamente raro. Gli esperti ed abili tintori medievali riuscivano a produrre molti colori, tranne il rosso duraturo, quasi impossibile da ottenere.
Le uniche e costosissime capaci di ottenere il rosso duraturo, erano quelle prodotte da insetti quali il chermes e il sangue di San Giovanni. Ma tutto cambiò con la scoperta dell’America da parte della Spagna e che portò alla scoperta di un nuovo mondo, pieno di ricchezze sconosciute all’Europa del tempo. Tra di esse si annoverava la cocciniglia, un piccolo insetto che abbondava in un tipo di cactus che cresceva in Messico (in particolare nella zona di Oaxaca) e che grazie alla sua composizione chimica, essa riusciva a produrre un rosso più ricco e duraturo ed era più facile da coltivare, per lo meno in Messico. L'industria tessile del tempo dipendeva tutta dal commercio di questo piccolo insetto, diventando uno dei più importanti tesori dell’impero spagnolo.
Nei giorni giorni la cocciniglia, onde evitare l'uso di coloranti chimici e sintetici, viene usata come colorante nell'industria alimentare e "mascherata" negli ingredienti dei prodotti sotto le sigle E120 e E124. Non a tutti, animalisti e non, farebbe piacere assumere un infuso di insetto che, in rari casi, può provocare problemi di allergia, soprattutto nei bambini. La cocciniglia è stata recentemente riportata nelle notizie di tutto il mondo, quando la catena di negozi Starbucks ha dichiarato che avrebbe sospeso l'utilizzo di tale colorante usato per il suo "frappuccino" alla fragola.
2. Film e foto a colori
Pensate per un momento alla prima proiezione del film, Il mago di Oz (1939), e precisamente quando, nella scena, ancora in bianco e nero, in cui la protagonista Dorothy si avvicina con curiosità e timidezza alla porta. Appena inizia ad aprirla ecco che la scena inizia lentamente a colorarsi, sfruttando la procedura Technicolor, anticipando in tutto il suo splendore cromatico il fantastico mondo di Oz in cui la protagonista è appena precipitata. L'effetto doveva essere stato sorprendente e sicuramente più imponente dei nostri effetti speciali moderni.
La nascita, invece, della fotografia a colori possiamo farla risalire al 1861, quando James Maxwell, un fisico scozzese, tenne una conferenza in cui dimostrò come fosse possibile creare tutte le sfumature cromatiche mediante equilibrate addizioni di luce di colore uguale a quello dei 3 colori primari (rosso, verde, blu). Successivamente nel 1904, Auguste e Louis Lumiere hanno realizzato e brevettato la cosiddetta "lastra pancromatica", sensibile a tutti i colori dello spettro.
Tra gli anni 30-40 due musicisti Mannes e Godowsky con un lavoro d'équipe, con i tecnici della Estman-Kodak produssero la prima pellicola Kodachrome, che si usa tuttora. I 2 lavorarono duramente per mettere a punto un sistema per realizzare immagini fotografiche a colori su pellicola a più strati e finalmente, nel 1933 riuscirono a realizzare un primo sistema basato su una pellicola a due strati, una sensibile al rosso-arancio ed una sensibile al blu-verde, dando inizio così alla produzione della pellicola Kodachrome. Nel 1942 la Kodak ha reso disponibili le prime pellicole per la fotografia all'infrarosso. Nel 1963, infine, è stato inventato un ulteriore processo sviluppato per le fotocamere Polaroid, dove le foto si potevano ottenere automaticamente e all'istante.
3. Max Lüscher
Nella prima metà del 900 e precisamente nel 1947, il professore svizzero di psicologia Max Lüscher, ancora ventitreenne, ideò e presentò per la prima volta il suo “Test Lüscher” al Congresso internazionale di psicologia di Losanna. Tale test, attraverso l’applicazione di un metodo rigoroso per la lettura delle scelte cromatiche, ha potuto creare uno strumento oggettivo di diagnosi psicologica, fornendo indicazioni di carattere psicologico sulla base dei colori scelti o rifiutati dall’ individuo. Nell'eseguire il test i soggetti sono invitati a scegliere tra 8 diverse schede di colore e ordinarle in un ordine di preferenza.
Secondo il dottor Lüscher l'attrazione o la repulsione che ognuno di noi mostra soggettivamente di fronte ai colori, è una reazione fisiologica che avviene sulla base del proprio stato psicovegetativo e, mettendo in ordine di preferenza i diversi colori, ci permette di rilevare gli squilibri e i carichi emozionali che predispongono a manifestazioni psicosomatiche. Il “Test Lüscher” è un metodo diretto, oggettivo, veloce e preciso per conoscere direttamente il linguaggio psichico e le sue tonalità emotive e costituisce sicuramente un test facilmente somministrabile, di rapida esecuzione, che va a sondare la personalità del soggetto a cui lo si somministra. Il test dei colori permette di misurare in maniera corretta lo stato psichico e fisiologico della persona, perché ogni colore dà luogo contemporaneamente ad una percezione oggettiva e ad una valutazione soggettiva.
Ogni colore ha un significato oggettivo che non si modifica neanche in base alla razza, sesso, orientamento sessuale o religioso del soggetto, ma è attraverso la valutazione soggettiva compiuta dalla persona a cui viene somministrato il test, che si comprende quale valore hanno quei significati e quelle tematiche per la persona. Di fronte allo stesso colore, una persona lo troverà gradevole, un’altra potrà trovarlo sgradevole. Può essere applicato sia come aiuto a conoscersi meglio, sia in campo diagnostico, per impostare un lavoro terapeutico corretto, sia per valutare i punti di forza e i punti di debolezza. Chi ha provato il test è rimasto sorpreso dalla sua accuratezza.
E’ importante però averne presente la base scientifica, che dimostra che c’è un reale bisogno di saper usare il colore per capire gli effetti sulla nostra vita quotidiana. Il libro “Il Test dei colori” (un estratto del Test originale) è stato pubblicato nel 1971, tradotto in 31 lingue e ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Da quando Max Lüscher presentò per la prima volta il suo test, sono passati più di 60 anni, ma è stato ampiamente dimostrato che, con il metodo Lüscher, i colori possono essere utilizzati come strumento di misura oggettivo dello stato psicovegetativo individuale.
4. Pantone
Quando si sceglie un colore su un computer e si desidera proseguire con la stampa, si può essere sicuri che tale colore stampato sarà identico al colore che abbiamo precedentemente selezionato? La risposta è che non è possibile, in quanto nel design, l’accuratezza del colore è critica perché ciò che vedete a video non corrisponde mai a quanto apparirà in versione stampata. E infatti, può risultare molto frustrante vedere, ad esempio, un logo sul quale avete lavorato duramente per crearlo in una brillante sfumatura di rosso, trasformarsi in un arancione-rossastro sui biglietti da visita e per poi diventare un arancione slavato sulle costosissime buste.
Un modo per impedire il verificarsi di tale problema è quello di utilizzare un sistema di corrispondenze di colore standardizzato come ad esempio il sistema Pantone, creato, appunto, nel tentativo di fornire uno standard per la definizione dei colori per la stampa. Il suo nome deriva dall’azienda statunitense che lo ha inventato e che da quasi 50 anni rappresenta la massima autorità mondiale nel campo del colore. In parole semplici, il suddetto sistema, altro non è, che una codifica estensionale dei colori, nel senso che ad ogni colore è associato un codice arbitrario considerato “sicuro”. L'azienda produce e vende cataloghi di colori, stampati con inchiostri individuali garantendo che i loro prodotti produrranno un colore Pantone esatto nelle condizioni giuste.
I colori Pantone sono considerati colori "speciali" o colori a "tinte piatte" in quanto la loro tonalità non è ottenuta tramite una miscela dei classici colori CMYK, ma appunto una tinta uniforme "pre-composta". Sono riusciti così a creare una tavolozza di colori “piatti”, ovvero non combinazione dei 4 colori CMYK, che negli anni è andata aumentando di numero. Attualmente conta più di 3.000 colori diversi. I colori Pantone, nati prima della rivoluzione informatica, erano usati come riferimento per lavorare con vernici e coloranti, ma negli ultimi decenni il sistema è diventato standard internazionale per quanto riguarda la grafica (dove propone blocchetti in legno che aiutano i designer a vedere come appaiono i colori su supporti verniciati, non verniciati e opachi).
Il sistema di combinazione dei colori Pantone viene commercializzato in tutto il mondo ed è utilizzato come base per la realizzazione di molti colori speciali. Gli ultimi anni Pantone sceglie un colore come rappresentativo dell'anno stesso (chiamato il colore dell'anno), e che inonda il mercato dei prodotti di quel colore. Nel 2013, il colore dell'anno è stato l'Emerald (Pantone 17-5641), un bel verde smeraldo vivace.
5. Josef Albers
Josef Albers (1888-1976) è stato un designer tedesco, nato a Bottrop, in Vestfalia. Dopo aver compiuto studi artistici a Berlino e Monaco, e dopo diversi incarichi in Germania, emigrò con la moglie Anni Albers negli Stati Uniti nel 1933, dove fu incaricato di istituire una Facoltà di Arte presso il Black Mountain College, nella Carolina del Nord. Lì rimase insieme alla moglie Anni fino al 1949. L'anno successivo iniziò la serie di opere Omaggio al Quadrato, dipinti a olio su masonite, e accettò la nomina a Direttore della Facoltà di Design dell’Università di Yale. Ha impiegato gran parte della sua vita all'incessante esplorazione della mutabilità e relatività del colore. Nel 1971 Josef Albers fu il primo artista vivente a cui il Metropolitan Museum of Art di New York dedicò una retrospettiva.
Secondo lo stesso Albers, nella percezione visiva un colore non viene quasi mai visto come è nella sua realtà fisica. Questo fa sì che il colore sia il mezzo più relativo in campo artistico. Per poter usare il colore efficacemente, è necessario sapere che esso inganna di continuo. I colori si influenzano l’un l’altro. Lo stesso colore, posizionato su sfondi diversi, sembra molto diverso quanto a tinta e brillantezza. Albers sosteneva che il colore non è una costante fissa, ma cambia a seconda dell'esperienza e che uno stesso colore produce innumerevoli possibilità percettive.
Se si dice 'rosso' (il nome di un colore) ad esempio, e ci sono cinquanta persone che ascoltano, ci si può tranquillamente aspettare che abbiano in mente cinquanta tipi di rosso e si può essere sicuri che tutti questi rossi saranno diversi e, anche quando un determinato colore è quello che sicuramente tutti hanno visto innumerevoli volte, essi continueranno a pensare a molti rossi diversi l' uno dall' altro. Lo scopo di uno studio come questo è sviluppare, attraverso l' esperienza e gli errori, l' occhio per il colore.
Albers ha pubblicato le sue famose lezioni sul colore per la prima volta negli Stati Uniti nel 1971, nel suo libro "Interazione di colore", il quale spesso viene citato come uno dei libri d'arte più influenti dei tempi moderni. Il metodo di Albers è assolutamente rivoluzionario. Non si fonda su una teoria del colore statica e universale, ma sulla percezione diretta e sull’esperienza, che dimostrano gli effetti illusori dati dai colori, la loro relatività e instabilità. Il libro contiene prove ed esercitazioni pazientemente spiegate e illustrate: non tanto per fornire una risposta specifica, quanto per suggerire un metodo di studio accurato e creativo.