Non esiste soltanto il Covid 19. L’inverno alle porte ci ricorda che sono in arrivo bronchiti, raffreddori , dolori articolari che si acuiscono con il freddo umido e penetrante delle nostre città.
C’è chi inaugura la stagione con un bel febbrone, chi soffre di mal di gola e abbassamenti di voce, chi vive le feste natalizie con il naso che cola e chi “sente il tempo” attraverso il barometro della sua cervicale.
Trovarsi impreparati, in questo periodo di emergenza sanitaria, sarebbe un doppio errore: verso se stessi, e verso i medici di base i cui ambulatori sono sotto pressione per l’analisi dei sintomi da Covid, veri o presunti.
La strategia vincente? Giocare d’anticipo e rinforzare il sistema immunitario, affilando le difese con le armi della natura. Perché sono tanti gli integratori naturali che hanno dimostrato di funzionare. Ecco le scelte giuste.
1. Così eviti il mal di gola
- CURCUMA PER NON RIMANERE SENZA VOCE
Il tuo punto debole è la gola e in inverno collezioni una faringite o una laringotracheite dietro l’altra? La tua voce finisce spesso in cantina?
Punta sulla curcuma, la spezia protagonista della medicina Ayurvedica, Unani e Siddha.
Merito della curcumina, sostanza antivirale, antibatterica e antinfiammatoria a largo spettro.
È quindi l’alleata ideale per disinfettare la gola, soggetta soprattutto a infezioni virali ma anche a sovrainfezioni batteriche. Importante è sottolineare che nelle più recenti formulazioni non è necessariamente associata al pepe nero, per renderla più assimilabile dall’organismo.
Le nuove tecnologie utilizzano come “carrier” diversi tipi di nanoparticelle (liposomi, micelle e complessi fosfolipidici) che ne aumentano la biodisponibilità e la rapidità di azione.
L’importante è assumerla a dosi elevate: 3-4 grammi al giorno per i tre mesi critici, da novembre a gennaio.
Uno studio pubblicato lo scorso luglio su Clinical & Experimental Immunology rivela che la sua attività antimicrobica ad ampio raggio è efficace nell’85 % dei casi.
- DISINFETTA IL CAVO ORALE CON LA PROPOLI
Oltre a fare il pieno di curcuma, è consigliabile disinfettare il cavo orale con la regina di tutti i rimedi amici della gola: la propoli.
Una resina che le api raccolgono dalle gemme dei fiori e dalle corteccie degli alberi e che lavorano per renderla idonea a proteggere l’alveare dall’assalto dei microbi.
Il suo utilizzo era ben noto dai tempi di Galeno e nell’antica Roma veniva data ai soldati come medicamento delle ferite da guerra.
Gli studi che attestino l’efficacia della propoli nel prevenire e curare il mal di gola sono numerosi.
Valga per tutti quello pubblicato nel settembre 2019 sul Journal of Biomedicine perché compara l’azione antibatterica e antivirale della propoli con quella del flurbiprofene, un comune antinfiammatorio non steroideo.
Vengono misurati i livelli di citochine proinfiammatorie rilasciate dalle cellule mononucleate del sangue prima e dopo il trattamento.
I risultati ottenuti dalla propoli sono sovrapponibili a quelli del farmaco di sintesi, soprattutto verso lo Stafiloccocus aureus, lo S.pyogenes e lo S.pneumoniae, i tre ceppi batterici più sensibili all’azione di questa resina.
Merito di un pool di principi attivi sinergici, tra cui flavonoidi (in particolare la galangina), tannini, acido caffeico, nonché minerali quali ferro, potassio magnesio e calcio.
L’importante è scegliere la propoli derivata dal pioppo, biologicamente più attiva, nella forma che preferisci: spray per la gola, tavolette, compresse e tintura madre.
Quest’ultima può essere usata tutte le mattine per fare i gargarismi: 30 gocce in mezzo bicchiere di acqua agiscono direttamente sulla gola irritata.
2. Alla larga dagli starnuti
- AMMAZZA I VIRUS CON LO ZENZERO
Se poco si può fare con un forte raffreddore in atto, molto si può sul fronte della prevenzione.
La radice di zenzero è formidabile nel prevenire le malattie da raffreddamento per via dell’allicina, principio attivo presente anche in altri vegetali come l’aglio.
Studi recenti dimostrano che inibisce la sintesi delle proteine che formano l’involucro dei virus parainfluenzali, oltre all’enzima necessa- rio alla loro replicazione.
In pratica i virus penetrano nell’organismo ma non riescono a riprodursi. Esistono diversi preparati a base di zenzero, dall’estratto secco a quello oleoso, ma io consiglio di preparare ogni sera una tisana sbucciando una radice di zenzero fresco e tagliandola in 3-4 pezzetti.
Si fa sobbollire per 10 minuti, si spegne e si aggiunge il succo di mezzo limone e un cucchiaino di miele di acacia. Il suo sapore speziato risulta molto gradevole.
- PUNTA SUL TRIS “SAMBUCO, ZINCO E VITAMINA C”
Un altro rimedio poco noto per prevenire il raffreddore è il sambuco, i cui fiori e foglie sono stati usati in passato per l’azione sudorifera e disintossicante, e per alleviare gonfiore e infiammazione.
Uno studio osservazionale, condotto su 60 persone con forte congestione nasale, ha dimostrato che assumere 15 ml di sciroppo concentrato di sambuco quattro volte al giorno migliora sensibilmente i sintomi.
E anche se mancano prove di efficacia in chiave preventiva, è utile puntare su succhi e integratori a base di bacche di sambuco nero, foto sotto, (ricche di flavonoidi, come quercetina e astragalina, tannini, antociani, e mucillaggini) associate alla vitamina C e allo zinco, due potenti alleati del sistema immunitario.
3. Le armi per tosse e bronchite
- EUCALIPTO: IL TUO SEDATIVO NATURALE
Che sia secca o grassa, la tosse stizzosa è un vero tormento. Se siete soggetti alle affezioni delle prime vie aeree, l’eucalipto è la pianta che fa per voi.
Dalle sue foglie si estrae un mix di oli essenziali, tra cui spicca l’eucaliptolo, che sono sedativi della tosse, oltre che antisettici e antinfiammatori.
A titolo preventivo, si consiglia di fare ogni sera dei suffumigi, vecchio rimedio della nonna sempre attuale: ovvero inalazioni di vapore balsamico, tramite una bacinella di acqua calda in cui si versano 10 gocce di olio essenziale di eucalipto.
Ai primi cenni di bronchite, si passa ai rinforzi: ricette galeniche, cioè prescritte dal medico e fatte preparare dal farmacista, di olio essenziale di eucalipto per bocca.
Una novità, questa, perché in genere si ritiene che gli oli essenziali non vadano assunti per via orale perché troppo “forti”. Invece no, l’eucalipto si presta benissimo a raggiungere le alte vie respiratorie attraverso il circolo ematico.
Basta assumere ogni giorno una capsula gelatinosa da 100-150 mg di principio attivo.
- ASTRAGALO PER RESISTERE AL FREDDO
Un’altra pianta preziosa, in soccorso a chi soffre di bronchite cronica e bpco, è l’astragalo.
Usata da millenni in medicina tradizionale cinese, i suoi polisaccaridi (tra cui l’astragalina, una saponina triterpenica) stimolano la risposta immunitaria nei confronti delle infezioni, comprese quelle ai bronchi.
È inoltre definita una pianta adattogena, perché favorisce l’adattamento dell’organismo agli stress, compresi quelli climatici.
L’importante, per apprezzarne i benefici, è assumerne da uno a due grammi al giorno.
4. Influenza & Co: non farti sorprendere
- ECHINACEA PER AUMENTARE I LINFOCITI
Anche se fai il vaccino antinfluenzale (quest’anno raccomandato a tutti), puoi incorrere nelle cosidette sindromi similinfluenzali, con febbre e raffreddore. È dunque il momento di fare qualcosa.
La pianta più utile è l’Echinacea angustifolia, già apprezzata dai nativi d’America per le sue proprietà antivirali, antibatteriche e antinfiammatorie.
Come dimostrano diversi studi, tra cui quelli di Ashleigh Beischer (dell’università di Londra) del ’95, la sua radice contiene dei polisaccaridi, chiamati echinacosidi, che svolgono azione immunostimolante.
Attivano la fagocitosi dei macrofagi, cellule spazzine che “inglobano” i germi, aumentano la produzione di alfa e beta interferone, di citochine antinfiammatorie e dei natural killer: le cellule Nk, soldati in prima linea del nostro esercito.
Per questa ragione l’Echinacea è il trattamento preventivo di prima scelta sia per l’influenza sia per le sindromi similinfuenzali (virosi) che vanno da ottobre a marzo».
La dose ideale: 400 mg di estratto secco titolato o 30 gocce di tintura madre al giorno.
- L’ALTERNATIVA? SI CHIAMA UNCARIA
In alternativa all’Echinacea, puoi creare un argine contro l’ondata influenzale grazie a un’altra pianta: l’Uncaria tomentosa, nota come “unghia di gatto”.
Di questo rampicante della famiglia delle Rubiacee, si utilizzano foglie, radici e corteccia, ricchi di alcaloidi, triterpeni e glicosidi dell’acido quinovico, dei polisaccaridi molto attivi contro le infezioni.
Agendo in sinergia, questi principi formano uno scudo protettivo contro le aggressioni di virus e batteri, oltre a neutralizzare i radicali liberi.
Lo dimostrano gli studi compiuti nel 2002 da Nataly Okuhama e Ruben M. Sandoval, dell’Indiana University School of Medicine. La dose ideale è 200- 300 mg di estratto secco titolato o 30 gocce di tintura madre al mattino.
Domanda: ma se Echinacea e Uncaria hanno un’azione simile, perché suggerire entrambe? Perché col tempo l’organismo si abitua e la loro efficacia si riduce.
Per coprire tutto l’inverno, meglio alternarle: due mesi una e due mesi l’altra.
5. Contro cervicale e dolori articolari
- L’ANTINFIAMMATORIO: LA BROMELINA
Chi soffre di atrosi o di attacchi di cervicale lo sa bene: l’inverno è la stagione peggiore per dolore e rigidità. Il freddo, infatti, fa contrarre la muscolatura paravertebrale e basta il minimo movimento per “stirarla” .
A ciò si aggiungono le posture viziate protratte a lungo in auto e al computer e la mancanza di attività fisica che mantiene elastici i muscoli.
La soluzione? Molti conoscono le virtù della bromelina, l’enzima estratto dal gambo d’ananas, come proteolitico capace di migliorare la digestione delle proteine assunte durante i pasti.
Ma pochi sanno che è anche un ottimo antinfiammatorio: riduce, infatti, la cascata di prostaglandine, sostanze responsabili dell’infiammazione e del dolore.
Inoltre, la bromelina vanta una spiccata azione miorilassante: decontrae la muscolatura ed evita gli spasmi dolorosi, come dimostra una review pubblicata nel 2012 su Biomedicine & Prevention.
Come profilassi “antiattacco”, è bene assumere una compressa da 500 mg due volte al dì.
- SPIREA ULMARIA AL POSTO DELLA SOLITA ASPIRINA
Preziosa è anche l’azione congiunta della Spirea Ulmaria, pianta erbacea della famiglia delle Rosaceae.
È un vero baluardo contro le infiammazioni perché, come il salice bianco, contiene un’alta percentuale di acido acetilsalicilico, il principio attivo dell’aspirina.
Potente antiflogistico, questo acido interrompe la cascata infiammatoria e riduce il dolore.
È quindi indicato per chi soffre di cervicalgia o di dolori articolari in maniera cronica o frequente, sia per alleviare un attacco acuto sia per prevenirlo.
Basta assumere delle compresse da 200 mg, due volte al giorno, per tutto il periodo critico segnato dai rigori invernali.
- VIA I DOLORI CON I SEMI DI CILIEGIO
Ce ne sono di tutte le forme e colori. Pratici e totalmente “green”, sono i cuscini pieni di noccioli di ciliegio, un vecchio rimedio svizzero chiamato anche “bouilotte” (borsa dell’acqua calda a secco).
Possono essere riscaldati pochi minuti nel microonde o su un termosifone e poi appoggiati sull’area dolente (collo, spalle, zona lombare, gomiti, ginocchia), per sfruttare l’azione miorilassante del caldo.
I noccioli di ciliegia, infatti, trattengono il calore e lo rilasciano in maniera costante.
Volendo, puoi preparare da te il tuo cuscino termico procurandoti uno scampolo di stoffa colorata e spessa, insieme a 30 noccioli di ciliegia, ben puliti e seccati. Una passata sotto l’ago della macchina da cucire, e il gioco è fatto!