La famiglia dei Medici ha segnato la storia della città di Firenze e ha cambiato inesorabilmente le sorti dell’Italia nei secoli a venire.
Economia, arte, letteratura, architettura: il principato mediceo ha dato un impulso decisivo alla crescita e allo sviluppo dell’Italia intera in particolare nel periodo del Rinascimento.
Se l’attentato del 1478 contro Lorenzo il Magnifico – il più illuminato dei sovrani del casato – fosse andato a buon fine, la Storia di tutta la città sarebbe cambiata.
Oggi Firenze è un’opera d’arte visitata da milioni di turisti e celebrata dagli amanti della bellezza. A decretarne la grandezza sono stati i regnanti di casa Medici.
E oggi, oltre cinquecento anni dopo, sono ancora tutti insieme, nella maestosa basilica di San Lorenzo.
Oggi faremo un viaggio alla scoperta della famiglia che ha cambiato per sempre la cultura e la fisionomia di Firenze!
1. Un cenacolo di intellettuali e le tombe dei principi
- Un cenacolo di intellettuali
In epoca umanistica e rinascimentale, le figure di Lorenzo e Giuliano de’ Medici si sono rivelate decisive.
Lorenzo, in particolare, seguendo l’esempio dei grandi imperatori del passato, creò intorno a sé un vero e proprio cenacolo di intellettuali, con il compito di esprimere tutta la creatività possibile per fare di Firenze un centro di potere culturale prim’ancora che economico.
Grandissimi letterati come Angelo Poliziano, Luigi Pulci, filosofi come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, grandi artisti come Sandro Botticelli e un giovane Michelangelo accesero uno straordinario fermento culturale intorno alla corte medicea.
- Le tombe dei principi
Nella Basilica di San Lorenzo, la Sacrestia Nuova è un luogo dove l’impronta di Michelangelo è evidente.
Al suo interno si trovano due tombe: quella di Lorenzo il Magnifico e di Giuliano de’ Medici. I loro corpi sono stati esaminati dagli scienziati, per l’ultima volta, nel 1947.
Uno studio che ha permesso di notare come Lorenzo avesse una forte malformazione alle cavità nasali. Il che probabilmente non gli consentiva di sentire gli odori e lo faceva parlare con voce stridula.
A suffragare questa ipotesi sono anche documenti del tempo, ma sono stati proprio gli esami dei suoi resti a darne conferma. Ma c’è di più.
Si è scoperto che il suo cranio era più grande del normale. Che fosse dovuto a questa particolare caratteristica la sua intelligenza? Nessuno potrà mai dirlo con certezza.
Esaminando l’altra tomba, quella che conserva i resti di Giuliano, gli scienziati hanno rinvenuto evidenti tracce delle pugnalate che lo portarono alla morte.
2. Rilievi scientifici e nel cuore della basilica
- Rilievi scientifici
I resti umani dei due principi hanno permesso di confrontare i documenti per verificare quanto realmente accaduto.
La professoressa Donatella Lippi, docente di Storia della medicina presso l’Università di Firenze, ha studiato i resti di Giuliano dichiarando che gli assassini “hanno infierito sul calvario e colpito la mandibola.
Dobbiamo immaginare – ha spiegato - Giuliano che cade che cerca di proteggersi col braccio destro. Sul braccio infatti sono state trovate le tracce di altri colpi. Oltretutto viene anche ferito alla gamba”.
- Nel cuore della basilica
La cupola della Basilica di San Lorenzo è talmente alta da essere seconda soltanto a quella del duomo.
Nella cosiddetta Cappella dei Principi sono conservate le loro tombe monumentali, anche se all’interno non vi sono più i corpi. La cappella è formata da un magnifico intarsio di pietre colorate.
Per la sua realizzazione di questa fu istituita un’istituzione, l’Opificio delle pietre dure, che ancora oggi opera a Firenze per la conservazione e il restauro delle tante opere d’arte che Firenze condivide con il mondo.
Uno alla volta, i Medici sono stati portati via dalla cappella in altri luoghi e studiati affinché si potesse ricostruirne tutta la loro storia.
3. I danni dell’alluvione e la tomba di Gian Gastone
- I danni dell’alluvione
L’alluvione che ha colpito Firenze negli anni Sessanta ha creato non poche difficoltà all’opera degli studiosi.
“L’inizio dei lavori è stato molto promettente - ha dichiarato la direttrice del museo Cappelle Medicee Monica Bietti - anche se da subito ci siamo dovuti accorgere che la terribile alluvione nel 1966 aveva colpito profondamente anche le tombe dei medici.
Si trattava – ha spiegato – di riesumare le ossa dei principi e di stabilire, attraverso le indagini che si potevano fare, dal DNA ad altre mille ricerche, quali fossero le patologie che potevano aver colpito in i membri della famiglia”.
- La tomba di Gian Gastone
In una delle zone meno accessibili della Basilica vi è una lapide, quella di Gian Gastone de' Medici morto nel 1737.
Quando la lapide fu rimossa, al suo interno non fu trovato nulla. A pochi centimetri dalla lapide, invece, si notò, inciso sul pavimento, un cerchio nero.
Rimuovendo la lastra di marmo, i ricercatori trovarono un accesso a una cavità sotterranea dove fu scavata una piccola volta al di sotto del pavimento.
Quando fu scoperta era ancora piena del fango che aveva invaso gli spazi a causa della alluvione di Firenze del 1966, ma, una volta bonificata l’area, furono ritrovate diverse tombe di bambini.
Probabilmente nell’antichità si trattava della cripta che ospitava i nati morti della famiglia dei Medici. Al tempo infatti, la mortalità infantile era molto alta.
Nella foto sotto, la Cappella dei Principi. I sarcofagi contenuti sono vuoti. Le spoglie dei granduchi sono conservate in realtà dietro le mura.
4. Nella cripta e l’ultimo principe
- Nella cripta
Tra le altre, nella cripta si trova una bara trasparente dove è ancora visibile un corpo di un bambino che si pensa abbia avuto circa 5 anni.
Intorno ai suoi piccoli resti sono ancora visibili i vestitini che indossava al tempo della morte.
Oltre alle bare più piccole, che conservavano i corpicini dei bambini, è stata ritrovata anche una tomba più grande il cui involucro di legno era rovinato dall’umidità e dal fango.
La particolarità però in questo caso era un’altra: l’involucro di legno era ricoperto a sua volta da una serie di strati di piombo che ne hanno preservato la conservazione.
Il corpo all’interno della teca era proprio quello di Gian Gastone de’ Medici, attualmente conservato all’interno della cripta in una teca di vetro.
- L’ultimo principe
Gian Gastone de’ Medici muore nel 1737 ed è l’ultimo principe della dinastia medicea. Nella tomba fu ritrovata anche la corona che indossava al momento della morte.
La sorella di Gian Gastone, Anna Maria Luisa de’ Medici (foto in alto a sinistra) era una donna d’intelligenza sopraffina e, a suo modo, salvò la storia della sua famiglia e tramandò le opere costruite a Firenze nel corso dei secoli.
Ella, infatti, avendo compreso che la città sarebbe finita nelle mani degli Asburgo, ebbe un’idea geniale.
Stipulò un patto con gli Asburgo, che prevedeva che tutte le opere d’arte di Firenze dovevano rimanere nella città senza essere distrutte o spostate.
Gli Asburgo tennero fede a questo patto ed è stato proprio grazie a tale stratagemma che la città di Firenze è riuscita a conservare - a differenza di quello che è accaduto in altre città d’Italia - il proprio patrimonio artistico e culturale.
5. Lo scrigno di Francesco I e quella pozione
- Lo scrigno di Francesco I
A Palazzo Vecchio si trova uno dei luoghi al tempo più segreti di tutta Firenze: il cosiddetto scrigno di Francesco I dei Medici, un luogo lontano da occhi indiscreti dove il principe ragionava in tutta tranquillità e nascondeva gli oggetti a lui cari.
La stanza è una straordinaria galleria di dipinti, disposti in modo da circondare a distanza equanime tutte le pareti.
Ogni quadro non è altro che l’anta di una cassaforte scavata nel legno dove Francesco custodiva i suoi tesori, in particolar modo gli oggetti legati alla sua più grande passione: l’alchimia.
La definizione di scrigno non è nata a caso, in quanto la stanza è costruita proprio a mo’ di scrigno. E sono tante le particolarità di questo luogo.
Il contenuto raffigurato nei dipinti offre, di per sé, un’indicazione precisa su ciò che vi era nascosto all’interno. Alcuni quadri, inoltre, nascondono dei veri e propri passaggi segreti.
- Quella pozione...
Da un passaggio segreto all’interno di Palazzo Vecchio, si accede a una piccolissima stanza, senza finestre e nascosta al transito.
L’ipotesi avanzata nel corso dei secoli è che proprio quella stanza che custodisse gli oggetti più preziosi. E un altro passaggio, infine, conclude la diramazione dei cunicoli che riporta allo scrigno di Francesco I.
Tra i tanti e meravigliosi dipinti appesi alle pareti della sala, ce n’è uno più particolare degli altri. Il quadro fu stato realizzato da Giovanni Stradano e raffigura un laboratorio di alchimia laddove, tra i vari personaggi, Francesco I è ritratto nell’intento di mescolare una pozione.
È una raffigurazione assolutamente insolita per un sovrano, dal momento che egli appare come un operaio.
Nella foto piccola in alto a sinistra, "Il laboratorio dell’alchimista", di Giovanni Stradano, che ritrae Francesco I come un operaio alchimista.
- Lo studio di Cosimo
Da uno dei passaggi segreti dello scrigno di Francesco I a un altro studiolo, appartenuto a Cosimo I, padre di Francesco, che seguiva la stessa filosofia dello scrigno.
Un luogo in cui era tutto talmente segreto che era impedito perfino alla servitù di accedervi. Cosa vi si facesse all’interno è rimasto un mistero.
Nello studiolo è presente una sola finestra che dà verso l’esterno. I vetri furono costruiti in modo da tale da far passare la luce ma da impedire di capire chi vi fosse all’interno della stanza.
Anche nello studiolo, tra i tanti armadi nei quali il principe conservava documenti e segreti, si trova un passaggio, che conduce a quella attraverso uno stretto corridoio a quella che alcuni hanno definito la Sala del tesoro.
nella foto sotto, Palazzo Vecchio. Uno dei luoghi più straordinari di Firenze. Nasconde le stanze più misteriose dell’epoca medicea.