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Il cane abbandonato: come restituirgli la serenità

Adottare un cane abbandonato è una cosa bellissima da ogni punto di vista ma è importante anche sapere cosa fare per aiutarlo a ritrovare in fretta la serenità perduta.

L’abbandono è il trauma più violento che un cane possa subire.

Animale profondamente sociale, con una mentalità di branco radicata in modo indissolubile, non può capire né accettare di essere lasciato dalla sua famiglia, scaricato come un peso in un canile o abbandonato in mezzo alla strada come spazzatura.

Del resto, non accadrebbe lo stesso anche a noi? Dal punto di vista etologico, poi, per un predatore sociale la solitudine è l’anticamera della morte.

Da solo, il cane si sente ed è debole, perché non c’è più il suo branco a supportarlo, a garantirgli protezione, cure, cibo.

E la sua esistenza diventa miserevole, senza gli affetti e il contatto sociale che sono parte della sua natura più intima e vera e che appartengono ai bisogni primari del cane.

Ecco perché i cani abbandonati meritano ancora più attenzione da parte di chi decide di adottarli: devono riemergere da una condizione traumatica molto profonda.

Ma questo è assolutamente possibile, se diamo loro ciò che serve per ricostituire la fiducia in se stessi e nel genere umano, che li ha traditi nel modo peggiore.

Ecco una piccola ma efficace guida al recupero della serenità del cane abbandonato.

 

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1. Conoscersi prima, il nuovo rapporto inizia gradualmente

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I cani ricoverati in strutture di accoglienza, canili e rifugi, se gestiti al meglio, godono almeno in piccola parte di cure e attenzioni da parte dei volontari, quindi un po' del lavoro di recupero della fiducia verso gli esseri umani è già in atto.

Ed è un vantaggio. Ma il trauma dell'abbandono subito e delle lunghe ore passate ogni giorno dentro una gabbia non è da sottovalutare.

Ecco perché è bene procedere per gradi, anche se è difficile perché se decidiamo di salvare un cane dal canile il desiderio di farlo subito è forte. Bisogna resistere, per il bene del cane.

Per lui, infatti, è molto importante iniziare a conoscerci gradualmente, soprattutto se si trova in canile da molto tempo.

Questo perché, per quanto non sia certo ottimale, la vita in un canile gestito bene è scandita da regole precise, orari e situazioni sociali che restituiscono al cane un minimo di quell'ordine mentale che la sua specie apprezza, perché le certezze danno sicurezza.

Paradossalmente, quindi, il cane che vive in canile da tempo ha bisogno di abituarsi con calma alla sua nuova famiglia. Come?

È presto detto: andiamo a trovarlo più volte nell'arco di un paio di settimane almeno, portiamolo a passeggio, giochiamo con lui se lo desidera, parliamogli sempre con voce dolce e portiamogli cose buone da mangiare.

In questo modo, il nostro nuovo amico sarà sempre più contento di vederci e in breve, grazie a queste attenzioni speciali tutte per lui, ci guarderà come a un possibile nuovo branco che lo apprezza.

E il giorno in cui, finalmente, lo porteremo a casa con noi, il cane avrà poche titubanze nel lasciare “il certo”, il canile, per “l'incerto”, cioè noi.

 

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2. L'automobile: niente traumi, facciamo le prove

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Se il cane che stiamo per portare a casa dal canile non ha mai viaggiato in auto, l'inizio della sua nuova vita sarà piuttosto traumatico, cosa da evitare assolutamente.

Può darsi che i volontari sappiano se il nostro amico apprezza l'auto ma se non lo sanno, conviene fare delle prove.

In occasione delle nostre visite di conoscenza, facciamolo familiarizzare con la vettura, facendolo salire, se non ha paura, e dandogli qualche boccone goloso sui sedili.

Organizziamo anche qualche bella sessione di coccole sul sedile posteriore mentre la macchina ha il motore acceso, poi proviamo a muoverci un poco...

Se non si agita siamo a cavallo, anzi in auto. In caso contrario, parliamo con il veterinario per farci suggerire un rilassante, non un sedativo, per il giorno del viaggio. Poi, una volta a casa, affronteremo il problema con la dovuta calma e l'aiuto di un educatore cinofilo.

È abbastanza probabile che il cane defecherà in auto durante i suoi primi viaggi, a causa del suo stato di agitazione. Se hai i prodotti di pulizia a portata di mano, il rischio di danni permanenti al veicolo si riduce notevolmente e il cane può proseguire il resto del viaggio sentendosi maggiormente a proprio agio.

Ricordati che devi sempre portare il cane in un dispositivo sicuro approvato e omologato contro gli incidenti, come un trasportino o una gabbia, che può variare in base alla grandezza del cane (taglia piccola, media o grande).

In questo modo, l'animale è al sicuro ed evita di distrarre il conducente, ad esempio saltandogli in braccio.

 

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3. A casa, finalmente! Tranquillità, compagnia e regole

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Una volta giunti a casa, per il nostro nuovo amico inizia una vita tutta da scoprire.

È molto importante, in questa fase, lasciarlo il più possibile tranquillo e permettergli di esplorare con calma ogni angolo della sua nuova dimora, giardino compreso se l'abbiamo.

Il cane usa l'olfatto per conoscere l'ambiente e deve poterlo fare, per costruirsi punti di riferimento sicuri. In questi primi giorni, lasciamolo solo il meno possibile, perché l'associazione “nuovo ambiente – solitudine” è fonte di stress.

Quando avrà acquisito la certezza che il luogo in cui si trova è sicuro e controllato dal suo nuovo branco, quindi quando non noteremo più segnali di tensione nelle diverse zone della casa, potremo iniziare a lasciarlo anche un po' da solo, gradualmente, dopo averlo fatto sfogare con passeggiate e giochi e dopo avergli dato da mangiare.

Altrettanto importante per una veloce integrazione del cane nella nostra vita è dargli regole chiare e sensate.

Un posto comodo dove dormire serenamente, tutto suo e vicino a noi sia in salotto sia in camera da letto (mai da solo e meno che mai all'aperto), un angolo dove mangiare e bere senza essere disturbato, orari regolari per pasti, giochi e uscite, e le cose che non si devono fare.

La chiave del successo è la coerenza: rispettiamo le regole, i luoghi e le abitudini e il cane sarà sereno, perché sa cosa aspettarsi e questo gli dona sicurezza.

 

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4. Niente compassione, ma tanto amore e rispetto

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Ora che ha riacquisito una famiglia e una casa (che per lui sono un branco e un territorio, cioè le basi della vita), il nostro amico non è più un “povero cane abbandonato”,quindi smettiamo di trattarlo come tale e cominciamo a scoprire le sue doti, perché di certo ne possiede molte e il modo più bello per amarlo è farle emergere e coltivarle.

Infatti, i cani amano mettere a frutto le loro qualità, perché è appagante e contribuisce a ricostruire la loro autostima, distrutta dal tradimento dell'abbandono.

In breve, diamogli un ruolo, consono alle sue possibilità. Se è in forma e vivace, atletico e intraprendente, facciamone il nostro compagno di giochi o di sport, meglio se dopo un corso di educazione di base.

Se invece è anziano ma ancora arzillo, dedichiamoci con lui ad attività di ricerca olfattiva, in giardino e nei campi: un educatore cinofilo saprà spiegarci facilmente come si fa e sono cose alla portata di chiunque, ma ai cani, anche quelli giovani, piacciono molto e fanno bene.

Con l’andar del tempo impareremo a capire quanto sia bello e sorprendente vederlo agire, pensare, imparare, superare le difficoltà.

E ammirando le sue capacità arriverà anche il rispetto, cioè il massimo riconoscimento cui il cane aspira nel rapporto con noi.

 

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5. La sua personalità emergerà dopo qualche tempo dall’adozione

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Per un cane abbandonato, l'adozione è come rinascere a nuova vita, nel senso letterale del termine.

Poiché, però, il trauma dell'abbandono permane anche dopo l’adozione, e con esso il terrore di essere nuovamente rifiutato, per un certo periodo il nostro amico cercherà di conformarsi il più possibile ai nostri desideri.

Assecondandoli ogni qual volta penserà di aver compreso ciò che gli viene richiesto ed evitando di assumere iniziative autonome, per timore di entrare in conflitto con noi e attivare così un possibile nuovo rifiuto.

Quanto questo periodo di docilità pressoché assoluta possa durare, dipende dal soggetto e dal caso.

Comunque, una volta raggiunta una buona certezza sulla propria reale appartenenza al nuovo branco, il cane comincerà a "uscire dal guscio" e a cercare un proprio ruolo all'interno della famiglia.

Solo allora scopriremo la sua vera personalità, ma se avremo impostato il rapporto sull'amore, sul rispetto reciproco e su corrette regole di convivenza, le probabilità che ci sorprenda
negativamente non sono elevate.

Però, potrebbero emergere problemi di vario genere legati alla sua vita precedente. Nel caso, li affronteremo e li supereremo.

 

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