Proteggere e favorire la salute osteoarticolare del cane richiede scelte collegate alle varie fasi di età, iniziando già con il cucciolo, perché da subito è possibile attuare tutti quegli accorgimenti atti a prevenire la comparsa di problematiche osteoarticolari in età adulta.
In primo luogo, quando si adotta un cucciolo di razza, è decisamente consigliabile sceglierlo in allevamenti certificati presso i quali venga eseguita una selezione genetica accurata dei riproduttori.
Questo obiettivo viene perseguito grazie al pedigree (il documento ufficiale emesso dall’Ente Nazionale Cinofilia Italiana per i cani di razza iscritti regolarmente dagli allevatori) sul quale vengono riportate le certificazioni rilasciate dalle centrali di lettura veterinaria delle radiografie per le patologie di razza, specialmente per quelle ortopediche.
Cosa differente è se si adotta un meticcio, peraltro gesto sicuramente meritevole, perché essendo il risultato di vari incroci non garantisce tutela da questo punto di vista.
Detto questo, i meticci vanno ugualmente adottati e occorre prendersene cura al pari dei cani con pedigree: l’amore non ha razze!
I disturbi delle articolazioni sono piuttosto diffusi nella specie canina ma noi proprietari possiamo fare molto per prevenirli, ridurli e lenirli: scopriamo come.
1. Subito la visita veterinaria
Sicuramente la prima cosa da fare quando un cucciolo arriva in famiglia è quella di portarlo in visita da un medico veterinario che, fatte le opportune valutazioni sull’andatura del cane e sulla conformazione muscolo-scheletrica, proporrà al proprietario alcune indicazioni da seguire.
È importante fissare un appuntamento dal medico veterinario per il vostro nuovo cucciolo poco dopo l'arrivo nella nuova casa.
I problemi osteoarticolari dei cani rappresentano le patologie più diffuse nel mondo canino. Ben il 25% delle visite da un medico veterinario sono infatti causate da problemi alle ossa o alle articolazioni del nostro amico a 4 zampe.
Buona regola generale è non far compiere movimenti frenetici, corse molto lunghe e salti alti a cani di giovane età, perché potrebbero compromettere la salute articolare in fase di accrescimento. In giovane età, inoltre, l’impiego di condroprotettori aiuta la crescita e il normale sviluppo delle cartilagini.
Per contro, con l'invecchiamento altri accorgimenti possono essere presi in considerazione: un cane displasia) può essere trattato con condroprotettori, antinfiammatori ed antidolorifici se ha difficoltà a camminare, senza arrivare a dover sostenere procedure chirurgiche costose e dal lungo decorso quali la protesi d'anca.
Ci sono diversi motivi che possono favorire l’insorgere di queste malattie osteoarticolari. In primis, va ricordata l’alimentazione.
Un regime alimentare che sia troppo ricco di grassi e povero di proteine, determina un deterioramento dei tessuti articolari e connettivi. Durante i primi mesi di vita del cane, è essenziale uno stretto controllo del peso. Quest’ultimo non deve mai essere superiore al 50% di quello previsto per l’età adulta.
2. Chi è più a rischio? Come scoprire il problema
In cani di taglia medio-grande, il consiglio è di valutare da un punto di vista radiografico le articolazioni coxo-femorali, ovvero le anche,e quelle dei gomiti.
La displasia dell'anca e la displasia del gomito sono patologie ereditarie, con forte componente genetica, frequenti nei cani di taglia medio-grande ma, pur se in minor misura, anche le razze più piccole possono venirne colpite.
La displasia dell'anca è data da un’incongruenza e instabilità dell’articolazione coxo-femorale che provoca difficoltà deambulatone e zoppia, a seconda della gravità. La diagnosi si ottiene mediante una visita ortopedica e un esame radiografico delle anche, la terapia è variabile a seconda della gravità.
La displasia del gomito è caratterizzata da varie problematiche tra cui la frammentazione del processo coronoideo mediale dell’ulna (FCP), la mancata unione del processo anconeo dell’ulna (UAP) e l’osteocondrite dissecante (OCD).
Queste portano a incongruenza articolare, dolore nei movimenti, artrosi e conseguente zoppia.
Anche qui interventi correttivi nel cucciolo, tra cui una corretta alimentazione, possono essere sufficienti, mentre nei casi più gravi la correzione chirurgica diventa inevitabile.
3. Artrosi e displasia. Ecco di cosa stiamo parlando
Le articolazioni sono composte da differenti tipi di tessuto: quello osseo, quello cartilagineo che lo ricopre e quello fibroso di cui sono costituiti i legamenti capsulari che fanno della struttura articolare quasi una cavità virtuale.
Le articolazioni sono rivestite di tessuto cartilagineo e si tratta, in questo caso, di un tessuto semirigido lubrificato da un sottile strato di liquido sinoviale.
Il tutto è destinato a supportare gran parte delle sollecitazioni meccaniche dell’articolazione del cane che, per inciso, non sono poche.
Tutto ciò è reso possibile dal perfetto equilibrio anatomico-funzionale delle componenti della struttura articolare. Quando un qualsiasi fattore viene ad alterare questo delicato equilibrio, assistiamo al lento ma progressivo instaurarsi di tutte quelle modificazioni patologiche che portano alla condizione di malattia che chiamiamo artrosi.
Le displasie, come altre patologie muscolo-scheletriche, si manifestano con rigidità articolare, una condizione dovuta al consumo delle cartilagini articolari che non svolgendo più la loro funzione provocano dolore nei movimenti.
La rigidità articolare aumenta con il passare degli anni, varia a seconda della genetica, peggiora con il sovrappeso e in seguito a traumi per incidenti che possono occorrere durante la vita del cane (fratture, salti eccessivi, investimenti eccetera).
La displasia dell'anca consiste in una malformazione dell'articolazione dell'anca che si sviluppa durante la crescita del cane. Si tratta di una patologia molto seria, in grado di compromettere gravemente la qualità di vita e le prestazioni fisiche di un cane.
Questa patologia non è presente quando il cane nasce perché l'articolazione si sviluppa in modo anomalo solo durante il periodo della crescita.
Mentre l'esenzione dalla displasia può essere accertata con certezza solo dopo il completamento dello sviluppo scheletrico, la presenza della stessa può essere accertata già durante la crescita del cane. La displasia dell'anca può essere pertanto diagnosticata, se presente, già nei primi mesi di vita del cane (diagnosi precoce).
La diagnosi precoce di questa patologia può essere effettuata a tre e mezzo/ quattro mesi di vita, attraverso una visita ortopedica ed uno screening radiografico, in una fase in cui i sintomi clinici possono essere ancora assenti o "sfumati" .
4. Sintomi più comuni. Predisposti o no tutti rischiano.
Come può manifestarsi la displasia? Per esempio, il nostro amico ha difficoltà a salire e scendere le scale, dopo un periodo di riposo ha difficoltà ad alzarsi o comunque si mostra intorpidito (zoppia a freddo), è più lento oppure rimane indietro durante le passeggiate, ringhia, morde o guaisce se si toccano le articolazioni, preferisce stare sdraiato piuttosto che seduto o in piedi...
Questi sono i sintomi più comuni del problema. È bene anche sapere che i cani di taglia medio-grande sono geneticamente più predisposti a manifestare problematiche osteoarticolari come displasia dell’anca e del gomito.
Quali sono le razze colpite? Le razze a maggior rischio di displasia dell'anca sono quelle di taglia grande e gigante; pertanto sono da considerarsi a rischio: Pastore Tedesco, Labrador e Golden Retriever, Rottweiler, Dogue de Bordeaux, Cane Corso, Boxer, molossoidi e razze giganti in generale.
E' importante ricordare che ne possono essere affetti anche i meticci, non solo i cani di razza.
Ad ogni modo, con il passare del tempo ogni articolazione può andare incontro a un processo infiammatorio degenerativo ed evolvere in artrosi che si evidenzia nel 13% dei soggetti geriatrici e questo vale anche per i nostri amici gatti.
Per esempio, l’articolazione del ginocchio se associata a sovrappeso può degenerare ed evolvere in problematiche ortopediche come la rottura del legamento crociato anteriore e conseguente artrosi e zoppia.
A livello vertebrale, invece, si ha la formazione di processi degenerativi conosciuti come “osteofìtosi”, ovvero formazione di veri e propri “ponti ossei” a saldare e bloccare le varie vertebre della colonna.
5. Cosa fare. Tecniche di prevenzione e non solo
La prevenzione è la migliore soluzione per evitare, o almeno ridurre, la manifestazione di queste problematiche.
Per il cane esiste la possibilità di verificare lo “stato di salute” di anche e gomiti tramite uno studio radiografico preventivo, eseguito da un medico veterinario specializzato in ortopedia.
Lo studio deve essere eseguito a 6-7 mesi di età, rigorosamente in sedazione per ottenere proiezioni idonee alla valutazione delle articolazioni. In tal modo, problematiche emergenti
possono essere corrette mediante tecniche chirurgiche a ridotta invasività oppure trattamenti di fisioterapia mirati al rafforzamento della muscolatura del distretto interessato.
Riassumendo: l’importanza della scelta del cucciolo, una scelta effettuata da un punto di vista delle caratteristiche genetiche dei suoi avi, un trattamento di riguardo durante l’accrescimento, con l’impiego di accorgimenti per favorire lo sviluppo cartilagineo compreso l’impiego di condroprotettori, aiutano a ridurre notevolmente il rischio di artrosi o patologie articolari in età avanzata.
Per contro, un’attività fisica contenuta, volta a non incentivare la rigidità articolare, ovvero corse limitate a favore di passeggiate più lunghe, riduce lo stress articolare nel cane anziano che verrà così più tutelato.
Un'importantissima novità introdotta dalla modifica del Disciplinare ENCI sul Controllo HD (displasia di anca) è stata quella di poter registrare, in modo ufficiale sul libro genealogico del cane di razza, anche i casi di grave displasia di anca e/o gomito riscontrati nei cani in accrescimento, prima ancora, quindi, del raggiungimento dell'età minima per l'esame ufficiale.
In caso di riscontro di una forma grave di displasia nel cane in accrescimento, il veterinario può proporre al proprietario di inoltrare le radiografie alla Centrale di Lettura per la certificazione ufficiale. Tale novità riguarda anche la certificazione della displasia di gomito.