Il bisogno di mordere, da parte del cane, nasce dal fatto di appartenere al gruppo dei predatori, le specie animali che, in natura, devono cacciare per sopravvivere.
Per riuscirci, devono utilizzare la bocca e quella del nostro amico è ben attrezzata allo scopo: ha quarantadue denti affilati, robusti e di significative dimensioni.
Denti idonei ad afferrare, lacerare, tagliare e triturare, anche le ossa, grazie ai muscoli temporali e masseteri, situati nel cranio e nella parte posteriore del muso, capaci di esercitare una pressione eccezionale, anche nei cani di piccola taglia.
E pur se il nostro amico non ha alcun bisogno di cacciare per sopravvivere, visto che lo nutriamo bene e regolarmente, tende comunque istintivamente a mordere e masticare oggetti di vario genere, inclusi mobili, scarpe, libri, telecomandi o vestiti.
Perché? Perché anche se magari non gli somiglia affatto, il cane che in questo momento riposa tranquillo sul nostro divano è una versione infantile del lupo, dunque ha tutti i geni del predatore e per questo deve esercitare regolarmente i muscoli masticatori.
Sta a noi insegnargli ciò che può essere “attaccato” e cosa, invece, non va utilizzato per mantenere in efficienza… l’arsenale di caccia. E allora indirizziamola nel modo giusto, così ci saranno vantaggi per tutti.
1. È innato. Influenza la qualità della vita del cane
Abbiamo spiegato poc’anzi che mordere appartiene ai comportamenti istintivi del cane addirittura per discendenza, ma al di là di ciò, ci siamo mai chiesti perché al nostro amico, di solito, affondare i denti ripetutamente su qualcosa anche di inanimato, come un legnetto per esempio, sembra dare tanta soddisfazione?
In fondo, quasi mai il cane riesce a predare qualcosa di vivo e molti non ne hanno neppure un vero desiderio, accontentandosi, in apparenza, del semplice contatto duraturo e “violento” tra la loro dentatura e qualcosa di abbastanza solido.
La risposta è che si tratta di una questione di benessere psicofisico, di una necessità innata che va soddisfatta, dunque della massima importanza.
Ecco perché è essenziale, per la maggior parte dei cani, avere la possibilità di mordere spesso e con la forza che ritengono opportuno usare, che varia da individuo a individuo per ragioni legate alla razza o tipologia, al temperamento, all’età e all’esperienza vissuta.
Per il nostro amico, mordere significa poter “essere cane” e dare sfogo a tutta la forza che riesce a esprimere.
Così facendo il piacere è doppio: al momento dell’azione morsicatoria e anche dopo, perché mordere per un po’ di tempo, soprattutto giocando con noi, favorisce una condizione di rilassamento fatta di respiri profondi e, in alcuni di casi, di un sonno ristoratore.
Queste conseguenze si devono al fatto che, mordendo, il cane attiva nel cervello alcuni neurotrasmettitori del piacere e dell’appagamento come la serotonina e la dopamina, oltre a determinare una maggiore produzione di ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”, anch’esso portatore di senso di soddisfazione e gratificazione profonda.
Ancora, mediante i giochi di morso si riduce l’innalzamento di alcuni ormoni dello stress, come il cortisolo, permettendo al cane di affrontare i diversi stimoli della quotidianità con maggiore serenità. Queste considerazioni sono valide per la totalità dei cani, anche se in alcune razze e tipologie il bisogno di mordere diventa addirittura vitale.
In particolare, nei cani detti “da presa” e in quelli da pastore predisposti al lavoro, l’urgenza di mordere si per quotidiani e riviste venga sul sito eurekaddl.beauty colloca tra i bisogni che è necessario soddisfare spesso per avere le basi di una vita degna diessere vissuta.
2. Con noi è ancora più bello! Un gioco che diventa molto importante
Vista l’importanza di mordere per il cane, è chiaro che dobbiamo offrirgli questa opportunità con frequenza più o meno elevata in base al suo personale “indice di gradimento”, tenendo però presente che gli studi sull’argomento collocano questa attività ai massimi livelli di apprezzamento per la maggior parte dei cani.
E se già mordere gli piace così tanto, farlo giocando con noi sarà ancora più gratificante, mentre il vantaggio sul nostro fronte sarà di poter controllare il morso del nostro amico: una possibilità molto preziosa.
In un pet shop troveremo trecce di stoffa robuste, manicotti di juta imbottiti (i “salamotti”) e anche palline collegate a una corda intrecciata. Sono i cosiddetti “tiramolla” e vanno tutti bene, purché di dimensioni adatte alla bocca e alla forza del cane. La cosa importante è gestire questo gioco introducendo regole ben precise.
Muoviamo la “preda” sul terreno, facendola strisciare davanti al muso del cane, che facilmente la afferrerà dal lato libero iniziando la contesa che, in natura, avvierebbe con un suo simile per una preda vera o un legnetto. Iniziamo la “sfida” muovendo a destra e a sinistra il tiramolla. Dopo qualche momento fermiamoci e restiamo immobili, meglio se rialzando il busto e avvicinando l’oggetto alla gamba.
Se il cane lascia, lodiamolo e diamogli in cambio un boccone, che potremo usare anche per invogliarlo ad aprire la bocca. Il primo passo è compiuto, ora vediamo come proseguire. Ripetendo il gioco più volte, il cane impara ben presto che, quando ci immobilizziamo, conviene lasciare la presa per ricevere il boccone.
A quel punto introduciamo un segnale di interruzione quando ci fermiamo (il più classico è “lascia”), in modo che il nostro amico associ il suono al gesto di aprire la bocca, cui seguirà il boccone oppure... la ripresa del gioco, di per sé validissimo rinforzo.
Dopo un po’ di tempo, il segnale di interruzione sarà sufficiente a fargli lasciare la presa e potremo trasferirlo, pian piano, a situazioni diverse, assumendo così nel tempo il controllo della presa del nostro cane e, evolvendo la cosa, anche di molte altre sue azioni.
Inoltre, giocare con il tiramolla spesso diventa il modo più efficace per gratificare un comportamento. Infatti, tanto nei percorsi di educazione di base quanto nelle attività cinofilo-sportive, il tiramolla è impiegato come rinforzo in alternativa o in aggiunta al cibo.
Il gioco diventa così un potente rinforzo primario, ossia uno stimolo idoneo a procurare piacere senza la necessità di preventive associazioni con altri stimoli. Un vero asso nella manica, per chi saprà utilizzarlo al meglio!
3. Autocontrollo. Un’abilità preziosa che apprende giocando
Un altro enorme vantaggio che deriva dal gioco in questione è che il cane aumenta in modo esponenziale il suo autocontrollo del morso.
Sembra paradossale ma è così. Per capirlo, proviamo a fare un parallelo con uno sport in cui siamo noi a utilizzare le nostre “armi naturali”, cioè la boxe.
Allenandoci con un altro pugile, nel tempo impariamo a controllare sempre più accuratamente non solo la direzione dei colpi ma anche la loro potenza, fino a gestirla con notevole precisione, anche perché sappiamo perfettamente che si tratta di un allenamento sportivo e non vogliamo certo mandare al tappeto il nostro partner.
Per il cane avviene qualcosa di simile: sapendo perfettamente di trovarsi nell’ambito di una contesa giocosa e di una sorta di “allenamento” al morso, farà sempre più attenzione a dove piazza i suoi denti sul tiramolla, per non colpire le nostre mani (collocate ai due estremi mentre la sua bocca afferra il centro dell’oggetto), e anche alla forza da impiegare nei diversi momenti di gioco.
La prova: è molto raro che un cane abituato a giocare in questo modo ci ferisca per sbaglio, anche se molto eccitato dalla contesa. Il suo autocontrollo permane comunque, proprio come per un buon pugile.
4. La “rosica". Quel fastidio da combattere...
Un altro aspetto della questione “mordere” riguarda specificamente i cuccioli e ha cause del tutto naturali.
Il cane cambia i denti da latte con quelli definitivi tra i quattro e i sei mesi di vita: facilmente, il fastidio che gli provoca la crescita dei denti da adulto può portarlo a masticare oggetti per trovare sollievo e, istintivamente, lo farà anche per facilitare la caduta di quelli da latte.
Esiste anche un secondo periodo, che segue immediatamente il primo e che arriva fino ai dodici mesi, in cui i denti definitivi si fissano all’osso della mandibola. Anche in questo caso molti cani tenderanno a “rosicchiare” qualcosa per trovare sollievo.
Questo comportamento è naturale e inevitabile per un cucciolo, ma i problemi che ci comporta possono essere anche seri: il piccolo mordicchia qualsiasi cosa stimoli la sua fantasia: per lui un tappeto persiano è un pezzo di stoffa e tra la scarpa in pelle nuova e la vecchia ciabatta non c’è alcuna differenza, anche se, probabilmente la prima gli risulterà molto più “gustosa”...
Possono esserci anche motivi di preoccupazione per la sua sicurezza: ci sono cuccioli che adorano rosicchiare i cavi della corrente e le cose più impensabili, inclusi termometri per la febbre, occhiali da vista, telefoni cellulari, libri, soprammobili, gambe di tavoli e sedie e via dicendo.
Sgridare e punire il cucciolo una volta scoperto il “danno” non ha senso: sappiamo che i cani hanno pochissimo tempo per collegare un’azione alla sua conseguenza (circa 0,5 secondi), quindi il nostro giovane amico non potrebbe capire come mai improvvisamente lo aggrediamo per essersi “massaggiato i denti” e, soprattutto, trattandosi di un comportamento istintivo e del tutto naturale, anche se colto sul fatto e fermato il cane ci riproverà alla prima occasione.
A meno che... Oggi abbiamo a disposizione una notevole varietà di oggetti studiati specificamente per soddisfare le esigenze masticatorie dei cani di tutte le età e di ogni tipologia.
Dunque, su consiglio del veterinario e del nostro rivenditore specializzato di fiducia, scegliamo tra i tanti oggetti in commercio quelli più adatti da far masticare al nostro cane, in base a età, tipologia, regime alimentare e carico di energia di investire. Questo aiuterà moltissimo ad affrontare il problema della masticazione inappropriata del cucciolo e del cane a qualsiasi età. Tuttavia, potrebbe non essere sufficiente...
5. Quando rimane da solo. Stancarlo aiuta e un recinto per cuccioli... anche
Se siamo presenti in occasione di attività masticatorie non accettabili, per esempio il cucciolo che rosicchia la gamba del tavolo o un paio di scarpe lasciate incustodite (a proposito, riporle è sempre consigliabile e anche un’ottima strategia preventiva), possiamo intervenire offrendogli un oggetto adatto tra i tanti a disposizione nei negozi: un osso o un rotolo compresso di pelle avvolto in carne secca, un cilindro sagomato in gomma dura riempito di pezzetti di sottiletta da estrarre a colpi di lingua (un lavoro lungo...), un duro tendine essiccato, un gioco per l’attivazione mentale in cui, per esempio, nascondere i suoi snack preferiti, un corno di cervo o di bovino e così via.
Apparentemente, le possibilità di intervenire sui comportamenti masticatori inappropriati sembrerebbero però limitate alla nostra presenza in casa, perché altrimenti...
Non è proprio così, per fortuna. Infatti, se avremo l’accortezza di impegnare il nostro amico, cucciolo o adulto, in attività appaganti e stancanti prima di allontanarci da casa, è molto probabile che in nostra assenza il cane si dedichi al recupero delle energie spese giocando e lavorando con noi nel modo più efficace e logico: dormendo.
Ovviamente, se stiamo parlando di un cucciolo, le nostre ore di assenza non potranno essere molte perché è piccolo e, soprattutto, perché va abituato gradualmente alla solitudine, che è una condizione del tutto innaturale per il cane, animale sociale per eccellenza come il suo progenitore selvatico.
Inoltre, per proteggere il cucciolo da sé stesso e salvaguardare anche il mobilio, può essere molto utile un recinto smontabile dove lasciarlo, ovviamente dentro casa, quando usciamo.