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Il cane e il gioco: ecco perché è importante per il suo benessere psicofisico

Ama divertirsi e far divertire, con azioni che ai nostri occhi possono apparire buffe, contraddittorie, imprevedibili.

La sua natura di cane lo induce a compiacersi e a compiacere gli altri, e le nostre reazioni di gioia e il coinvolgimento che riesce a produrre non fanno altro che rafforzare il suo comportamento.

Ne ha bisogno, quasi si trattasse di momenti di pausa all’interno di giornate talvolta solitarie, ripetitive e non sufficientemente stimolanti.

E questo bisogno deve essere soddisfatto, insieme con altre esigenze, affinché il nostro amico possa raggiungere una condizione di appagamento psicofisico pressoché totale.

Si parla, in termini tecnici, di “attività ludico-ricreative”, con riferimento al coinvolgimento sensoriale, emozionale e cognitivo.

Queste attività possono essere svolte a casa o durante le consuete passeggiate, così come in ambienti naturali e nel corso di allenamenti sportivi.

L’elemento comune è il divertimento, prova tangibile che la felicità esiste… ed è fatta di piccole cose!

Esprimere la propria natura, interagire con noi e con i suoi simili, mettere in campo le sue capacità significa appagamento e benessere psicofisico del nostro amico cane. Ma quali sono le “regole del gioco”? Scopriamole insieme.

 

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1. Il cane non cresce mai - Lui è il discendente “infantile” del lupo

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Gli studi sulle sull’evoluzione del cane hanno portato a coniare un termine specifico: neotenia.

Si riferisce alla possibilità di mantenere caratteristiche infantili in età adulta, esprimendo condizioni fisiche e comportamentali distanti e differenti da quelle del progenitore selvatico, il lupo.

Il cane sarebbe diventato tale, differenziandosi dal lupo, grazie a un arresto molto anticipato del suo sviluppo, evitando così di rimanere troppo vicino al tipo originario.

Anche i soggetti più evoluti sarebbero paragonabili a cuccioli di lupo, di quattro mesi di età: è come se l’addomesticamento e la selezione avessero deciso che andare oltre questo termine non avrebbe consentito al cane di diventare cane.

Così facendo, gli elementi della giocosità, del divertimento fine a se stesso e della dipendenza dall’essere umano avrebbero prevalso su caratteristiche differenti quali la diffidenza, la preoccupazione e l’autonomia.

Divenendo cane, il nostro amico ha mantenuto la parte più “infantile” dell’essere predatore, con la necessità di farla emergere e di esprimerla nei modi migliori: giocando con noi, con altre persone e altri cani.

Ancora, utilizzando i sensi, ragionando e imparando, attraverso azioni compatibili con la sua natura, in cui si coniugano aspetti motori, sensoriali e cerebrali.

A noi trovare le migliori “chiavi” di attivazione, diventando noi stessi esseri “giocosi” e proponendo esperienze tali da coinvolgere sempre di più il nostro amico. La convivenza diverrebbe magnifica!

 

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2. Tira-molla, palline e... (attivano il corpo e la mente del cane)

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Ci sono oggetti con cui il nostro amico può esprimere tutto il piacere del gioco.

Uno di questi è il cosiddetto “tira-molla”, spesso una treccia in stoffa con cui, muovendola radente al terreno, possiamo attivare risposte di inseguimento, cattura e scuotimento.

Tenendola a un’estremità, possiamo simulare una finta lotta, concludendo sempre con la richiesta di rilascio nelle nostre mani.

Quando il cane ci avrà restituito la treccia, possiamo continuare a far muovere la finta preda con spostamenti laterali, finché noi e il nostro amico saremo soddisfatti e felici.

Un altro gioco molto diffuso e appagante consiste nel lanciare una pallina per far sì che il nostro amico la rincorra, la agguanti, la riporti e la consegni nelle nostre mani.

All’inizio conviene utilizzare due palle uguali per dimensione e consistenza, così che possiamo “ripagare” equamente il nostro amico non appena deciderà di far cadere la palla appena catturata vicino a noi.

Con il tempo, potremo utilizzare una sola pallina , ben sapendo che il cane, raggiunta la preda, non vedrà l’ora di restituircela per un nuovo lancio.

Anche il frisbee garantisce grande divertimento, sebbene l’impiego richieda la capacità, da parte nostra, di effettuare lanci corretti e radenti al terreno.

Solo con il tempo, quando il nostro amico avrà imparato a rincorrere e recuperare il frisbee, potremo eseguire lanci a mezza altezza, stando sempre attenti a non provocare traumi alle articolazioni.

Tutte queste tecniche di coinvolgimento hanno il vantaggio di produrre un duplice divertimento, tanto per il corpo quanto per la mente.

Usare i muscoli del collo, della bocca e degli arti, correre, bloccarsi e rincorrere sono tutte azioni che danno benessere all’intero organismo del cane.

In aggiunta, le azioni richieste consentono di esprimere comportamenti di tipo predatorio iscritti nei geni del nostro amico e che, come tali, il cane ha assoluta necessità di manifestare.

 

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3. Giochiamo a nascondino?

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Un altro modo per ottenere un divertimento garantito consiste nel far sì che sia il cane a cercarci, mentre stiamo passeggiando in un parco, in un bosco o in qualsiasi altro ambiente naturale.

In questo caso, il nostro amico, non vedendoci più, dovrà utilizzare il suo abile naso, vagando qua e là sino a percepire la nostra presenza.

Quando ci avrà trovati, lodiamolo e premiamolo, riprendendo la passeggiata. In un secondo momento, se abbiamo un aiutante, possiamo rendere la ricerca un po’ più “strutturata”.

Innanzitutto facciamo sì che il cane colleghi una certa parola al fatto di ricevere noi stessi dall’aiutante alcuni gustosi bocconcini. Quindi, l’aiutante si allontanerà con il cane, fino ad arrivare a una cinquantina di metri da noi, ripetendo la medesima parola che diventerà il “comando” di ricerca.

Il cane correrà verso di noi e noi lo loderemo e lo premieremo. Dopo un certo numero di ripetizioni, lasciando il nostro amico nelle mani dell’aiutante, ci nasconderemo senza che possa vederci.

In questo modo, quando l’aiutante rilascerà il “comando” di ricerca, il cane dovrà attivare l’olfatto per ritrovarci.

Infine, se andiamo a passeggiare con un altro membro della famiglia, possiamo insegnare al nostro amico a staccarsi da uno di noi per raggiungere l’altro, incrementando piano piano le distanze e, addirittura, posizionandoci reciprocamente fuori vista.

Basterà associare un comando e il cane scatterà verso la persona da raggiungere per poi ripetere l’operazione al contrario e così via.

 

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4. Al lavoro con il naso

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Il nostro amico può divertirsi anche esprimendo le straordinarie capacità del suo naso. In questo caso abbiamo soltanto l’imbarazzo della scelta.

Infatti, se decidiamo di testare le sue abilità olfattive in casa, possiamo insegnargli a ricercare il suo stesso cibo, se secco, nascosto nei posti più disparati, associando la parola di ricerca al comportamento di “caccia alla pappa”.

Suddividendo la razione in piccole porzioni, il cane potrà agire con il naso un certo numero di volte, verificando la possibile presenza di gustosi bocconcini in differenti stanze e in diversi angoli. All’aperto, invece, possiamo fargli cercare un gioco o un oggetto “neutro” che avremo in precedenza toccato.

Inizialmente, sempre attraverso un meccanismo di tipo associativo, collegheremo la parola specifica all’oggetto stesso, posizionandolo in un certo punto mentre il cane è al nostro fianco.

Dopo un certo numero di ripetizioni, potremo nascondere il “tesoro”, magari in un prato o sotto a un cespuglio.

Così facendo, il nostro amico impara che, sentendo un determinato comando, potrà guardarsi attorno fino a percepire attraverso l’olfatto l’oggetto che abbiamo nascosto, raccogliendo la “finta preda” e donandocela nelle mani.

Un altro modo per farlo davvero divertire consiste nell’insegnargli a seguire una traccia da noi stessi lasciata poco tempo prima. A conclusione del percorso, possiamo posizionare alcuni gustosi bocconi, eventualmente inseriti in un contenitore sigillato.

Utilizzando un guinzaglio piuttosto lungo, indichiamogli l’inizio della traccia con il semplice gesto della mano sul terreno, attendendo che sia il cane a ritrovare il nostro odore, seguendolo fino alla meta.

Dopo aver eseguito una serie di “piste” semplici, possiamo provare a introdurre curve e angoli, aumentando la lunghezza della pista e incrementando il tempo di attesa tra la traccia effettuata e l’inizio del lavoro.

Sarà affascinante osservarlo lavorare con il naso a terra e anche sollevato, intento a non perdere i giusti effluvi, fino a scodinzolare gioioso una volta raggiunto l’ambito premio.

Pochi minuti di intenso lavoro, per vedere gli effetti di un pieno appagamento psicofisico, cui seguirà facilmente un sonno ristoratore.

 

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5. Divertirsi con gli amici e l’efficacia del rinforzo

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Divertirsi con gli amici

Inostri amici a quattro zampe amano divertirsi anche tra loro, sotto la nostra sorveglianza, interagendo, giocando ed esprimendosi senza vincoli di guinzaglio o ordini precisi.
La comunicazione sociale, infatti, è un ottimo modo per conoscere e conoscersi, imparando quando esprimersi e quando fermarsi, ed escludendo ogni forma di conflitto o competizione.
Il gioco tra cani nasconde, infatti, una serie di azioni istintive fatte di aggressività, predazione e corteggiamento, interrotte nelle loro conseguenze più estreme e, in quanto tali, ritualizzate.
Tuttavia, è importante scegliere i giusti compagni di gioco, preferendo soggetti di sesso opposto, di taglia simile e di età non troppo differente.
In questo modo, si possono prevenire pericolosi scontri, evitando anche che il “campo di gioco” coincida con il territorio di uno dei cani.
Perché l’interazione tra i cani sia armonica e corretta, dobbiamo far sì che i compagni di giochi invertano spesso i ruoli (per esempio da inseguitori a inseguiti), introducendo momenti di pausa e riposo e controllando che ci sia un certo rilassamento a livello espressivo.
Solo così possiamo lasciare liberi i nostri amici di divertirsi insieme, esprimendosi in vocalizzi acuti, posture, mimiche e sguardi fatti di intesa e complicità.
Nel caso di malintesi, spetta a noi separare i contendenti, interrompendo il gioco e allontanandoli per una breve passeggiata con cui possano allentare la tensione e rilassarsi, per riprendere poi a giocare senza alcun rancore.
Se così non fosse, è opportuno interrompere ogni comunicazione.

 

 

L’efficacia del rinforzo - Premiamo le azioni corrette per insegnare al cane

Qualunque attività proponiamo al nostro amico, si tratti di puro gioco o dell’insegnamento di nuove abilità, è molto importante premiare le azioni corrette attraverso il rinforzo positivo, che consiste nel rilascio di gustosi bocconi, nell’impiego di “tira e molla” e di palline e, più in generale, in tutto ciò che possa procurare piacere al cane.
Così facendo, il nostro amico impara a collegare la correttezza delle sue azioni con gli effetti del soddisfacimento, aumentando le probabilità che la volta successiva possa attivare comportamenti analoghi.
Il rinforzo, inoltre, è un ottimo veicolo emozionale di gioia, in grado di allontanare collera, paura o passività.
Ci sono, poi, situazioni in cui già il fatto stesso di poter fare ciò che desidera, per esempio interagire con noi o con altri cani, diventa fonte di appagamento per il cane, senza la necessità di offrirgli bocconi o giochi.
L’attività fisica e l’interazione con noi e con gli altri, infatti, provocano il rilascio nell’organismo di sostanze benefiche quali la dopamina, la serotonina e le endorfine, in grado di procurare al nostro amico un immediato benessere psicofisico.

 

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