È la più diffusa tra le razze feline, anche se tanti ignorano che tale sia e lo scambiano per un meticcio.
Ma per quanto diffuso ovunque, questo gatto non ha nulla di banale e la vita con lui è una continua scoperta. È detto “comune” ma di ordinario ha davvero poco.
La parola d’ordine con lui è divertimento! Vivace e giocherellone, adora rincorrere palline e topolini, arrampicarsi sulle mensole, nascondersi nelle scatole. E noi ci divertiremo un sacco a giocare con lui o anche solo a guardarlo.
È furbo e curioso e conserva un’indole da cacciatore, proprio come i grandi felini della savana. È docile, affettuoso e ricerca la compagnia dell’uomo, tanto da soffrire molto la solitudine.
I maschi, in genere, sono più egocentrici e ricercano costantemente la nostra attenzione mentre le femmine sono, di solito, più riservate.
E per quanto siamo abituati a vederlo praticamente ovunque, è sempre in grado di riservarci sorprese, perché ha un’inventiva superiore alla media e un’intelligenza brillante.
Inoltre, spesso “parla” con noi, rispondendo alle nostre parole con miagolii modulati che non lasciano dubbi sul fatto che stia comunicando. Scopriamolo insieme.
1. Grande cacciatore. Il piacere dell’agguato
Gli occhi sono fissi sulla preda, piume colorate che si muovono sotto il tappeto. I muscoli del corpo, acquattato a terra, sono in tensione.
I secondi, a volte i minuti, scorrono sull’orologio mentre il nostro micio studia paziente la situazione e si prepara all’attacco.
“Punta un uccellino e sogghigna / si acquatta; poi, ventre a terra, avanza / corre come priva di piedi / gli occhi fatti grandi come palloni / la mandibola tremante, irrequieta, famelica / i denti a stento trattenuti”, scriveva la poetessa Emily Dickinson.
E quando la tensione raggiunge il culmine, il corpo del nostro piccolo felino viene scosso da un fremito, seguito da un balzo che non lascia scampo alla preda.
Ecco la classica scena di caccia, che noi amanti dei gatti conosciamo molto bene ma che racchiude comportamenti che non sempre riusciamo a decifrare fino in fondo. Per esempio, perché, prima del salto, il micio muove in modo frenetico il posteriore?
Secondo John Hutchinson, professore del Royal Veterinary College di Londra, questo movimento permette al gatto di imprimere più forza alle zampe, così che possa saltare più lontano.
Inoltre, aumenterebbe la propriocezione (ossia la consapevolezza della propria posizione nello spazio) e preparerebbe i muscoli all’azione successiva.
«Ma non è nemmeno da escludere (rivela Hutchinson al sito Live Science) che questo movimento diverta il gatto e sia una conseguenza dell’eccitazione che la caccia gli trasmette».
Perché ci siamo soffermati su questo particolare? Perché la vita con un gatto non è solo divertimento e amore, ma una continua scoperta che ci arricchisce giorno dopo giorno. E ciò vale anche e soprattutto per il gatto più diffuso nelle nostre case e che crediamo di conoscere dalla testa alle zampe: l’Europeo.
Le caratteristiche fisiche possono variare da soggetto a soggetto, ma in genere l’Europeo ha una struttura solida e muscolosa, con un corpo allungato e mai tozzo.
Il mantello è corto e lucido e può essere di tutti i colori, a eccezione di quelli a motivo Siamese e i bicolore tigrati. Gli occhi sono grandi e ben aperti, la coda è di media lunghezza.
2. Carezze e grattini. Scopriamo le regole del galateo
Dopo tanti giochi è arrivato il momento di concedersi un momento di relax e coccole!
Ma quanti di noi, anche in questo frangente, hanno dovuto fare i conti con la volubilità dei piccoli felini?
L’istante prima il nostro amico si sta godendo grattini e carezze e l’istante dopo si allontana stizzito con un “prrr” di disapprovazione.
Ebbene sì, accarezzare i gatti è un’arte che richiede il rispetto di un ben preciso galateo. E la prima regola è imparare a leggere i messaggi che il nostro amico ci invia. Come facciamo a capire se il micio apprezza le coccole?
Se tiene la coda alzata, inizia a fare le fusa e a “impastare” con le zampe anteriori, dandoci qualche gentile colpetto con la testa quando interrompiamo le carezze, e la sua espressione facciale si mantiene rilassata, mentre le orecchie sono alzate e rivolte in avanti, allora tutto bene!
Al contrario, se il micio rimane passivo, senza fare le fusa, se volta la testa dall’altra parte, si lecca o mordicchia nervosamente, ruota le orecchie all’indietro... allora con molta probabilità non gradisce le nostre attenzioni.
Il segreto del successo, in ogni caso, è lasciare al gatto il maggior controllo possibile, così che sia lui a decidere in che punti del corpo farsi accarezzare e quanto a lungo, evitando di trattenerlo contro la sua volontà.
Certo, ciò richiede un po’ di esercizio da parte nostra, ma con l’esperienza e imparando a capire cosa piace o non piace al nostro amico, scopriremo che ben presto sarà la nostra piccola tigre di casa a cercare carezze e grattini!
3. Ricordiamoci che nel passato era una divinità
Quando pensiamo a un gatto, in genere l’immagine che ci viene in mente corrisponde proprio a quella di un Europeo: medie dimensioni, corpo muscoloso e allungato, testa di forma arrotondata, occhi grandi e ben distanziati tra loro, coda spessa alla base che si assottiglia in punta, pelo corto.
Si tratta, infatti, di una delle razze più diffuse nelle nostre case. Eppure, per quanto comune (nel senso di diffuso), questo piccolo felino non ha nulla di comune (nel senso di banale).
Non a caso il nostro Europeo sembra essere il diretto discendente dell’antico gatto egizio (Felis silvestris lybica), tenuto in grande considerazione nella terra dei Faraoni e oggetto di venerazione.
Statuette e mummie rinvenute nelle piramidi (tra gli ultimi ritrovamenti quello avvenuto nel complesso tombale del faraone Userkaf) ma anche il fatto che la dea Bastet, protettrice della casa e associata alla musica e alla danza, fosse rappresentata con le sembianze di una gatta testimoniano il ruolo di primo piano rivestito da queste creature nella società egizia.
E, forse, tracce di questo afflato divino permangono nell’altezzosità, nell’atteggiamento distaccato e in quell’aria di superiorità che molti piccoli felini ostentano ancora oggi: tutti aspetti che inevitabilmente ci fanno innamorare di loro!
Non a caso, ci ricorda l’attrice britannica Beryl Elizabeth Reid, «Non si possiede mai un gatto. Semmai si è ammessi alla sua vita, il che è senz’altro un privilegio».
Il gatto Europeo ha un ottimo appetito, per questo si deve fare molta attenzione al modo in cui viene alimentato: soprattutto se vive sempre in casa, è necessario nutrirlo in modo equilibrato, per evitare che mangi più di quanto dovrebbe, rischiando di incorrere nelle problematiche correlate al sovrappeso.
Il piccolo felino, per restare sempre giovane e attivo, avrà bisogno di un alimento che contenga la giusta quantità di proteine di origine animale, grassi (tra cui omega 3 e 6, EPA e DHA se è cucciolo), fibre, vitamine e minerali.
Non meno importante è garantire il giusto apporto di liquidi, lasciando sempre a disposizione acqua fresca, ma anche fornendo al gatto alimenti umidi: può quindi essere una buona strategia somministrare al gatto sia un alimento secco completo e bilanciato che un alimento umido.
4. Un partner perfetto contro la noia e l’importanza del nome
Pur avendo uno standard riconosciuto, come tutte le altre razze, in realtà gli Europei sono molto diversi tra loro per dimensioni, colore del mantello e indole.
Eppure, ci sono alcune caratteristiche che li accomunano, tanto nell’aspetto fisico quanto nel comportamento.
L’Europeo, infatti, è vivace, furbo, curioso e super intelligente, oltre a essere un bravissimo cacciatore. Ecco perché, se decidiamo di farlo vivere esclusivamente in casa, dobbiamo far sì che si mantenga in forma e che sia continuamente stimolato.
Come? Giocando con lui... in particolare simulando azioni di caccia a topolini di stoffa e piumette. Meglio ancora se i momenti di gioco sono brevi ma frequenti nel corso della giornata, proprio come avverrebbe in natura con le battute di caccia.
Ricordiamoci, inoltre, che noi siamo una componente fondamentale del gioco: inutile lasciare in giro per casa palline, topolini, cannette... il gatto difficilmente le degnerà di uno sguardo se non siamo noi a farlo interagire e a garantirgli il massimo divertimento!
L’importanza del nome. Meglio breve e con suono acuto! Ci sono nomi più adatti per chiamare i nostri amici? La risposta è sì: i nomi non sono tutti uguali e sono molto importanti per costruire una salda relazione.
Questo perché le orecchie dei gatti sono progettate per captare i suoni acuti: infatti, la maggior parte delle loro prede (topolini, uccellini ecc.) comunica con suoni ad alta frequenza.
Diverse ricerche hanno dimostrato come l’attenzione dei piccoli felini sia catturata dai suoni acuti, mentre in genere i suoni gravi li lasciano indifferenti.
Dunque, quando dobbiamo decidere come chiamare il nostro amico, è meglio scegliere un nome breve che contenga suoni acuti e, in generale, è bene rivolgersi ai gatti servendoci di un’inflessione acuta (un po’ come quando parliamo a neonati e bambini piccoli).
E l’Europeo sembra essere tra i mici più ricettivi al suono delle nostre voci.
5. Europeo e scrittura. Quella passione per le tastiere...
“Uno scrittore senza un gatto è inconcepibile. Certo è una scelta perversa, poiché sarebbe più semplice scrivere con un bufalo nella stanza piuttosto che con un gatto. Si accucciano tra i vostri appunti, mordicchiano le penne e camminano sui tasti della macchina da scrivere”, diceva la scrittrice Barbara Holland.
Oggi, alle macchine da scrivere si sono sostituiti i computer, ma la situazione non cambia: è quasi impossibile che il nostro Europeo non venga a sdraiarsi sulla tastiera mentre stiamo lavorando.
Perché lo fa? Le ragioni sono tante, dal calore emanato dalle tastiere dei pc portatili al fatto che i computer si trovino generalmente in una posizione sopraelevata.
Le nostre dita che si muovono veloci, inoltre, ammaliano i piccoli felini come se fossero prede da inseguire e mordicchiare.
E poi, attirare la nostra attenzione e spingerci a fare quello che vogliono loro, che siano coccole o riempirgli la ciotola dei croccantini, è la cosa che i gatti sanno fare meglio e l’Europeo eccelle anche in questo!
CURIOSITÀ: Rosso malpelo?
Russu malu pilu, recita un detto siciliano, sintetizzando una tradizione popolare che vede nei “rossi di capelli” persone poco raccomandabili, furbe, sempre pronte ad aggirare il prossimo.
Ma esiste davvero un legame tra il colore della chioma e il carattere o, in termini felini, tra le sfumature del mantello e l’indole dei nostri gatti?
Naturalmente, ogni gatto è un individuo a sé, dalle caratteristiche uniche (non dimentichiamoci, poi, che siamo anche noi, attraverso l’educazione e la corretta gestione, a formare il carattere dei nostri cuccioli).
Tuttavia, secondo la tradizione, i gatti rossi sono i più “scapestrati” e giocherelloni, mentre quelli neri sono più timidi e riservati; i tigrati sarebbero furbi e intelligenti, i grigi tranquilli e saggi, i bianchi quelli più dolci. In ogni caso, non fermiamoci al colore: che siano neri, tricolori, fulvi o squama di tartaruga... tutti sono bellissimi e tutti meritano di essere amati!