Perfetto per resistere al rigido clima delle terre che gli danno il nome, il Norvegese è dotato di un doppio pelo semi-lungo che lo isola dal freddo e dalla pioggia, essendo impermeabile.
Anche la pelliccia attorno al collo, la coda folta, le lunghe orecchie riparate da bei ciuffi e le zampette trapuntate sono l’ideale per sopravvivere al gelido inverno scandinavo.
Le zampe posteriori più lunghe di quelle anteriori gli consentono di camminare agevolmente sulla neve senza strisciare con la pancia. La canna nasale lunga è invece il “trucco” con cui riscalda l’aria prima di respirarla.
Si tratta di un gatto grande, originario dei Paesi scandinavi: il clima rigido gli ha forgiato, nel corso dei secoli, corpo e carattere e ha dato vita a uno straordinario mix di adattabilità e calma.
Anche se dalle dimensioni non si direbbe, è un agile arrampicatore e ama scalare gli alberi e spiccare grandi salti. È un vero gatto delle foreste che ama guardare tutto dall’alto.
Questo gatto coraggioso e bellissimo conquista tutti anche grazie alla sua personalità: dolce, curioso e vivace, sempre con moderazione.
Questo micio ama le persone e instaura un profondo legame con i membri della propria famiglia anche senza essere il tipico gatto da divano.
Giocherellone quanto basta e poco incline agli attacchi di rabbia, come del resto tutti i gatti di casa, è una buona compagnia per bambini e anziani. Non solo, anche per coppie tranquille e gattofili di ogni genere.
Intelligente e grande cacciatore, il Norvegese ama avere a disposizione uno spazio all’aria aperta e la sua dimora ideale è dotata di giardino o almeno di un balcone. Scopriamolo insieme.
1. Origini da fiaba
Nell’immaginario norreno questi gatti tiravano il carro della dea Freya e si dice che abbiano accompagnato i Vichinghi nei loro viaggi con lo scopo di tenere lontani i topi dalle loro navi.
L’incantevole Norsk Skaukatt (“gatto delle foreste del Nord”) ha una storia ricca di avventura.
Nella sua terra d’origine era un grande amico dei contadini: in cambio dei suoi servigi come “disinfestatore” otteneva riparo e compagnia.
Le testimonianze più antiche fanno risalire la presenza di questo felino in Norvegia a 4.000 anni fa. In quei luoghi dal clima rigido il gatto ha sviluppato, nel corso dei secoli, il suo caratteristico pelo folto e impermeabile.
Il beniamino dei Vichinghi e dei contadini norvegesi fu riconosciuto come razza solo nel 1938, quando fu presentato ufficialmente a una mostra tenutasi a Oslo.
Il suo sviluppo come gatto con pedigree fu interrotto dalla Seconda guerra mondiale e solo negli anni Settanta gli allevatori decisero di adottare le misure necessarie per preservare la sua stirpe.
Gli eccessivi incroci, fra consanguinei e con individui a pelo corto, avevano infatti compromesso seriamente la razza, salvata poi da un gruppo di amatori che iniziarono un serio programma di allevamento partendo da soggetti selvatici.
La prima cucciolata “ufficiale” risale al 1974 e l’anno dopo nacque il primo club del Norvegese, definitivamente riconosciuto come razza dalla Fifé nel 1977. Il gatto ufficiale della Norvegia arrivò negli Stati Uniti nel 1979.
L’International Cat Association ha riconosciuto la razza nel 1984, seguita dalla Cat Fanciers Association nel 1993. In Italia l’arrivo del Norvegese è datato 1988.
La leggenda:
Se una certa tradizione “razionale” vuole che il Norvegese discenda dal gatto dei Vichinghi, ce n’è un’altra, molto più affascinante, che lo considera come il gatto degli Elfi, gli esseri fatati dei boschi del Nord.
Effettivamente il suo carattere particolare e le sue caratteristiche uniche al mondo, cioè i piedi larghi con le dita palmate che gli permettono di procedere sicuro sulla neve e la sua stupefacente capacità di scendere dagli alberi a testa in giù, seguendo un percorso a spirale, gli conferiscono una connotazione quasi magica.
2. Carattere e comportamento
Il Norvegese delle Foreste è prima di tutto un compagno di vita, un membro della famiglia, il coinquilino ideale, pronto a colmare di affetto e simpatia il focolare riuscendo a stabilire un contatto empatico e profondo con le persone.
È il gatto ideale per chi ama svegliarsi con il dolce suono delle fusa, per chi spera di trovare qualcuno ad attenderlo dietro la porta di casa con un affettuoso “benvenuto”.
Dolce e tollerante con i bambini e con tutti gli amici a quattro zampe. Quella con il Norvegese è un’esperienza consigliata anche a chi si avvicina, per la prima volta, al mondo dei pet.
Che dire, è una creatura adatta a tutti, esclusi coloro che cercano un gatto distaccato e introverso. Non è certamente il gatto soprammobile, ama interagire, dialogare e giocare.
È molto intelligente e ricettivo, con lui si può sempre trovare un accordo. Pur essendo un compagno devoto non sconfina mai nella totale sudditanza. È sempre presente e partecipe nelle attività domestiche.
Ha un carattere equilibrato e si adatta a ogni tipo di situazione, lo si può anche portare a passeggio, con il guinzaglio ovviamente, in luoghi non affollati.
Non necessitano di ambienti ampi o spazi esterni, si adattano molto bene alla vita da appartamento, quello che non deve mancare loro è “l’attenzione”. Amano il contatto e per questo soffrono la solitudine eccessivamente prolungata.
Non sono creature da posteggiare a casa. Inoltre creare percorsi ricreativi (mensole, scalette, tiragraffi etc.) può assecondare la loro natura felina. Poniamo particolare attenzione sull’uso del tiragraffi, che permette loro di soddisfare un bisogno naturale evitando di graffiare i mobili di casa.
Grande e solido, il Norvegese trasmette un senso di forza e di potenza grazie alla sua ossatura pesante e alla robusta muscolatura. La sua testa lunga e triangolare ha il naso diritto e la fronte piatta, mentre lo orecchie, medio-grandi, sono inclinate in avanti e dotate di pelo sulle punte.
I grandi occhi a mandorla, obliqui rispetto al naso, sono solitamente verdi, dorati o ramati. Solo nei Norvegesi bianchi gli occhi sono blu o di due colori diversi. Le zampe di questi felini sono robuste e terminano con piedi grandi e tondi con pelo lungo e folto tra le dita.
La pelliccia, anch’essa lunga e folta, è il suo tratto distintivo, grazie al sottopelo e allo strato esterno impermeabile: la media lunghezza del manto si accentua sui fianchi e attorno al collo.
Grazie a questo “cappotto” naturale riesce a farsi scudo contro vento, pioggia e neve, e a mantenersi caldo. I colori sono tanti e spesso con macchie bianche in tutte le varietà.
Non troveremo però tra i Norvegesi riconosciuti quelli nei colori cioccolato, lavanda, lilla. Non sono ammessi quelli che presentano evidenti ibridazioni con altre razze, per esempio con la colorazione tipica dei Siamesi.
3. Un fisico "strong" e un amore per il divano
Un fisico "strong"
Il gatto Norvegese gode solitamente di buona salute e ha un’aspettativa di vita media molto lunga che va dai 14 ai 16 anni.
Nonostante ciò, ci sono malattie a cui è più predisposto. Tra queste la cardiomiopatia ipertrofica, la forma più comune di cardiopatia nei gatti.
Per scongiurare ogni rischio è auspicabile sottoporre gli esemplari di età superiore ai due anni a un’ecografia per diagnosticare subito la malattia. Tra le altre malattie comuni che il Norvegese può sviluppare ci sono pancreatite o ipertiroidismo.
Il suo mantello folto, invece, non corre rischi grazie alla ricchezza del sottopelo e la toelettatura non presenta particolari difficoltà: il pelo, estremamente liscio, è quasi totalmente immune ai nodi.
Nel periodo della muta è comunque necessario spazzolarlo giornalmente per evitare che il micio ingurgiti troppo pelo durante i suoi momenti di pulizia quotidiana.
Durante la muta il folto pelo si accorcia: per il Norvegese è quasi un cambio d’abito, con il cappotto invernale che cede il posto alla... t-shirt estiva, lasciando fluente solo la coda.
Per il resto il Norvegese non ha bisogno di particolati cura. Le unghie vengono tagliate a seconda della necessità, di solito settimanalmente.
Con la stessa cadenza è buona norma controllare le orecchie, per pulirle e prevenire infezioni. Per una buona salute dei denti e un alito fresco è invece una buona abitudine spazzolarli usando un dentifricio per animali approvato dal nostro veterinario di fiducia.
Un amore per il divano
Per quanto sia un "gatto delle foreste", come suggerisce il suo nome, il Norvegese non è affatto selvaggio come può sembrare a una prima occhiata.
È un gatto che ama stare con le persone, ma lo fa a modo suo. Invece di cercare attenzioni a tutti i costi, preferisce seguire silenziosamente il proprio amico a due zampe attraverso ogni ambiente, divenendo la sua fedele e discreta ombra.
Il suo temperamento dolce lo rende un’ottima scelta per le famiglie con bambini e altri animali domestici, specialmente se cresce insieme a loro.
L'unica accortezza è assicurarsi che anche i più piccoli lo trattino sempre con tutto il rispetto e la dolcezza che merita.
Non è iperattivo ma neanche un pantofolaio, e ama stare in alto: l’ideale per lui è avere a disposizione un albero su cui arrampicarsi. La sua forza e agilità lo rendono capace di scalare altezze ragguardevoli.
Il Norvegese non è un chiacchierone ma sa farsi capire con dolci miagolii quando serve, specialmente se qualche suo pasto è in ritardo...
Non ama essere lasciato solo per troppo tempo e, anche se inizialmente è diffidente con gli estranei, una volta presa confidenza si mostra amichevole tendenzialmente con chiunque.
Autonomi e intelligenti, questi gatti imparano in fretta ciò che gli viene insegnato e sono particolarmente intrigati dai giochi che stimolano la loro curiosità.
I cuccioli, in particolare, sono gran giocherelloni e la loro crescita si completa lentamente, verso i cinque anni di età. I maschi pesano di solito tra i 6 e i 10 chili mentre le femmine sono, di norma, di dimensioni più contenute.
4. Lo standard lo vuole così
• Testa: triangolare, lunga, con mento forte e profilo dritto con una lunga canna nasale che permette all’aria di arrivare riscaldata nei polmoni.
• Orecchie: alte e aperte, larghe alla base e protette da lunghi ciuffi di pelo che ne fuoriescono.
• Occhi: grandi, ben aperti, leggermente a mandorla e obliqui; sono ammessi tutti i colori, qualunque sia il colore del mantello.
• Coda: lunga e folta e, se girata all’indietro, deve arrivare almeno alle spalle.
• Piedi: grandi, arrotondati, leggermente palmati con ciuffi di peli tra le dita che permettono al gatto di camminare più agevolmente nella neve.
• Taglia: grande, con corpo lungo di solida struttura muscolare e ossea, alto sulle zampe con le zampe posteriori più alte di quelle anteriori così da facilitare la corsa e il salto.
• Mantello: semi-lungo, lucido, brillante, con una caratteristica che non si ritrova nelle altre razze “naturali”, ha sottopelo lanoso e pelo di copertura liscio e idrorepellente.
• Difetti in passerella:
Sono da considerarsi difetti tutte le deformazioni della struttura ossea (gabbia toracica, colonna vertebrale, nanismo), ernia ombelicale, anomalie testicolari.
Deformazioni del cranio (depressione o protuberanza della fronte, fessurazione), narici chiuse, respirazione difficoltosa, mascella storta, prognatismo, faccia asimmetrica.
Anomalie dell’occhio e delle palpebre, cecità, strabismo, occhi infossati o troppo dominanti. Soggetti sordi, orecchie tagliate.
Tutte le deformazioni della coda (uncino in punta, coda attorcigliata), coda tagliata.
Gatti troppo piccoli o fragili, testa rotonda o squadrata, profilo non diritto, con interruzione o stop sulla canna nasale; orecchie piccole, posizionate troppo divaricate sulla volta cranica o al contrario troppo vicine; zampe sottili o corte; coda corta; pelliccia secca o troppo setosa, annodata.
5. Norvegesi da copertina
Può un gatto diventare uno scienziato? A un esemplare di Norvegese è successo.
Si tratta del micio appartenuto al fisico e matematico statunitense Jack H. Hetherington.
Negli anni Settanta, il professore firmò un articolo scientifico con il proprio nome e lo pseudonimo del suo gatto, F.D.C. Willard (foto, accanto).
Il felino avrebbe infatti ispirato questo famoso scritto accademico intitolato Two-, Three-, and Four-Atom Exchange Effects in bcc 3He, un’analisi del comportamento atomico a differenti temperature.
A oggi il documento (sotto) è una delle più importanti pubblicazioni nel campo della fisica.
Diversa invece è la storia di Jesper, il micione virale (foto, sotto). Il Norvegese più famoso della Rete, infatti, è un bel gattone rosso di nome Jesper che vive nella contea dell’Hedmark insieme alla sua famiglia a due zampe.
Il micione è divenuto celebre in tutto il mondo grazie ai Social network: la sua passione per la neve immortalata in foto e video ha conquistato persone in ogni angolo del pianeta, rendendolo una star proprio come la “collega” Tardar Sauce, l’ormai mitica Grumpy Cat.
Ma di Norvegesi famosi è anche ricca la storia, con tutte le sue leggende. Lo “skogkatt” è descritto nella mitologia vichinga come un gatto fatato della montagna, con pelo lungo e capacità di arrampicarsi su pareti rocciose troppo impervie per qualsiasi altro gatto.
Questo micione da cui discenderebbe il Norvegese ha addirittura lottato contro il dio Thor. Si narra infatti che quest’ultimo abbia perso una gara di forza contro il dio Jormungand, che aveva assunto le sembianze dello skogkatt!