Il Pronto Soccorso e la tutela del soccorritore-800x400

Il Primo Soccorso e la tutela del soccorritore

Il Primo Soccorso consiste in una serie di norme e di manovre da eseguire nel caso una persona sia colpita da un malore o da un incidente.

L’insieme di queste regole permette di intervenire nelle emergenze in attesa dei soccorsi qualificati o, nel caso di problemi non gravi e non urgenti, di comportarsi correttamente in attesa di un parere medico.

L’importanza di questi precetti non è legata soltanto alla messa in pratica di comportamenti attivi che spesso, oltre alla teoria, richiedono anche delle simulazioni e delle esercitazioni concrete per poter essere eseguiti correttamente.

Sapere che cosa non bisogna fare – dunque un’astensione da pratiche errate e un comportamento passivo – può in molti casi rivelarsi utile e fondamentale per preservare la vita di un infortunato, per migliorarne le condizioni generali o per evitarne il peggioramento.

La prima regola che bisogna imprimere nella mente, e tenere sempre ben presente, è che davanti a un’emergenza è importante soprattutto mantenere la calma, osservare molto bene la situazione, riflettere.

Solo a questo punto si può agire con tempestività ed efficacia. Nelle situazioni di emergenza bisogna sempre fare molta attenzione perché a volte il soccorritore può andare incontro a dei rischi.

Il primo principio da seguire, e che si deve costantemente tenere presente, è cercare di intervenire senza perdere la propria incolumità.

Non a caso il primo punto delle linee guida ERC (European Resuscitation Council) – che stabiliscono le procedure del BLS (Basic Life Support) – precisa che prima di intervenire su un infortunato il soccorritore deve accertarsi che la zona in cui agisce sia priva di pericoli che potrebbero pregiudicare la salute sua e dell’assistito.

Bisogna perciò vincere il panico e non esser precipitosi.

Oggi parleremo, appunto, di Primo Soccorso (le 4 fasi: comprendere, la chiamata dei soccorsi, in attesa dei soccorsi e l’arrivo dei soccorsi), ed esporremo alcuni consigli e alcuni esempi che servono a far riflettere.

P.S. Per chi vuole approfondire l’argomento in questione, consigliamo la lettura del libro “Primo Soccorso: Cosa fare (e non fare) nei casi di emergenza” di Antonio Zoppetti. Buona lettura.

 

1. Fase 1: comprendere

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Davanti a un malore o a un incidente per prima cosa bisogna osservare attentamente il contesto, oltre a focalizzare l’attenzione su chi è coinvolto, e capire cosa sta succedendo.

Una persona è a terra per la strada. Ci sono dei segnali utili per capire cosa le sia successo e che possono aiutarci a ipotizzare se abbia avuto un malore, sia caduta dalla finestra o sia stata investita?

Oppure, se si trova in casa, ci sono elementi che lascino pensare a una fuga di gas, a una folgorazione dovuta a un cortocircuito elettrico o altro? I comportamenti da tenere, nei rispettivi casi, sono tra loro molto diversi. 

Istintivamente si tende a concentrarsi sull’infortunato e fare un’analisi del contesto può sembrare una perdita di tempo in un frangente di estrema urgenza, ma non è affatto così.

Il tempo impiegato nell’analisi della situazione è fondamentale e ben “sprecato”. Facciamo un altro paio di esempi significativi a questo proposito.

Un’automobile si è stranamente schiantata contro l’unico albero della via. La gente riferisce che l’ha vista sbandare senza un perché. All’interno c’è una persona incosciente.

In questo caso potrebbe non trattarsi di un incidente stradale ma di un malore il cui schianto è stato la conseguenza. Questo è un elemento importantissimo da rilevare, poiché la cura dell’infortunato non dovrà riguardare solo gli eventuali traumi subiti, ma anche quel che è accaduto prima e che ha causato l’incidente stesso.

In mancanza di una ricostruzione di quanto è successo i soccorritori si potrebbero concentrare solo sull’aspetto dei traumi e non individuare tanto facilmente il malore. Un ulteriore esempio può essere quello di un incidente stradale, magari con più automezzi coinvolti.

Se i primi soccorritori e i passanti non si soffermassero a osservare attentamente il contesto, i lamenti e le ferite di chi è uscito dai mezzi potrebbero distrarre dalla presenza di chi, ancora incastrato nel veicolo e in condizioni ben peggiori, non riesce nemmeno a lamentarsi e a chiedere aiuto.

Il primo soccorso, in sintesi, è efficace se si individuano tempestivamente le lesioni, le loro cause e soprattutto gli elementi che mettono in immediato pericolo la vita. Solo dopo questa prima indagine si possono chiamare i soccorsi.

2. Fase 2: la chiamata dei soccorsi

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Al momento della chiamata dei soccorsi è molto importante essere in grado di riferire in modo preciso cosa sta succedendo.

In questo modo i soccorritori arriveranno con la giusta urgenza e con la giusta strumentazione, evitando successive perdite di tempo.

La catena del soccorso inizia proprio da qui e, anche in questo caso, i protocolli richiesti da chi riceve la chiamata possono essere percepiti come una inutile burocrazia che rallenta ogni cosa.

Non è così. Stare al telefono con l’operatore non significa rallentare l’uscita dell’ambulanza, per esempio, che può anzi essere coordinata dal centralino nel modo più efficiente proprio grazie alla descrizione dettagliata dell’accaduto.

Nell’agitazione del momento non ci si rende conto che è molto importante specificare il nome di chi chiama, lasciare il proprio recapito telefonico, soffermarsi su cosa è successo e dove, quanti feriti ci sono, quando è avvenuto il fatto e così via.

Il recapito telefonico è prezioso nel caso i dati del luogo dell’infortunio non siano chiari o siano fraintesi, in questo modo i soccorritori possono richiamare per ulteriori precisazioni.

È molto frequente che in caso di un incidente automobilistico, magari su una strada fuori città, qualche passante chiami immediatamente il 118 senza sapere indicare in quale paese, strada e chilometro si trovi.

Un’ultima precisazione. Chi risponde alla chiamata di soccorso è sempre un operatore qualificato che segue dei protocolli consolidati e spesso, al telefono, può aiutare e guidare chi si trova sul posto a intervenire nel giusto modo in attesa dell’ambulanza.

3. Fase 3 e 4: in attesa dei soccorsi e l'arrivo dei soccorsi

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In attesa dei soccorsi qualificati e dotati della giusta strumentazione, il soccorritore sul luogo può finalmente procedere alla fase di assistenza.

Per esempio la fasciatura di una ferita, l’immobilizzazione di una frattura, il blocco di un’emorragia.

Tutto dipende dalla competenza di chi è coinvolto, ma in ogni caso anche il semplice soccorso psicologico della persona è fondamentale.

Chi è a terra per un incidente molte volte non ricorda o non ha capito cosa gli è successo. È spaventato, può rischiare lo shock.

Bisogna tranquillizzarlo, cercare di parlargli, coprirlo o confortarlo. Sono azioni che può fare chiunque e sono molto importanti.

All’arrivo dei soccorsi qualificati si devono fornire tutte le informazioni richieste e utili per delineare cosa è successo.

L’infortunato sarà quindi finalmente consegnato alle cure del personale di un’ambulanza, per esempio, che lo trasporterà nel migliore dei modi in un pronto soccorso.

4. Respirazione bocca a bocca e folgorazione

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Respirazione bocca a bocca

Alcune tecniche di rianimazione, come per esempio la respirazione bocca a bocca, possono risultare pericolose sia per il soccorritore sia per l’infortunato, poiché possono trasmettere delle malattie.
Nel soccorso qualificato la respirazione artificiale viene fatta mediante delle apparecchiature apposite come il pallone “ambu” e senza contatto bocca a bocca. In mancanza di questo strumento è consigliabile apporre per lo meno un fazzoletto di protezione.
Bisogna tenere presente che spesso chi è incosciente o si trova vittima di gravi incidenti presenta tracce di sangue, vomito o altre secrezioni e la manovra può risultare molto coraggiosa se effettuata in queste condizioni.
Chi compie la respirazione bocca a bocca lo fa dunque a suo rischio e pericolo.

Folgorazione

Di fronte a una folgorazione il soccorritore deve fare attenzione a non prendere a sua volta la scossa, qualora l’infortunato sia ancora in contatto con la fonte elettrica.
Prima di intervenire bisogna sempre staccare la corrente o, se non è possibile, allontanare il folgorato con un bastone di legno perfettamente asciutto, dopo essersi isolati attraverso uno strato di legno o di gomma (cattivi conduttori) facendo attenzione soprattutto alle perdite d’acqua (buon conduttore) che potrebbero propagare la folgorazione a chi sta attorno.



5. Emorragie, annegamento e incidenti stradali

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Emorragie

Davanti alle emorragie bisogna sempre proteggersi dal contatto con il sangue, veicolo di numerose malattie, utilizzando gli appositi guanti in lattice da infermiere che si trovano di norma nelle cassette del pronto soccorso.
Analogamente, in caso ci siano più feriti, bisogna stare attenti a non toccare con i guanti sporchi del sangue di un assistito gli altri, esponendoli in questo modo a rischi di trasmissione di malattie.

Annegamento

In caso di annegamento, gettarsi in acqua per cercare di trarre in salvo l’infortunato può essere molto pericoloso se non si conoscono le tecniche di salvataggio e se non si è degli ottimi nuotatori.
Il rischio è che chi sta per affogare trascini con sé il soccorritore. Nei corsi di salvamento, i bagnini, oltre a essere ottimi nuotatori si immergono nell’acqua in modo da afferrare di sorpresa chi è in difficoltà, da sotto o da dietro, e sanno come immobilizzarlo e trasportarlo a riva.
Tali manovre però sono difficilissime da eseguire e in questi casi bisogna sempre cercare di gettare un salvagente, oppure raggiungere chi sta annegando con una barca, un materassino o qualcosa di galleggiante che faccia da supporto.

Incidenti stradali

In caso di incidente stradale, soprattutto in autostrada, è bene prestare attenzione a non essere travolti dalle automobili che sopraggiungono, disponendo un triangolo di avvertimento e inviando qualcuno a fare le opportune segnalazioni. A
llo stesso modo, bisogna evitare di lasciare la propria auto in mezzo alla strada, col pericolo di procurare ulteriori incidenti, accostandola sul ciglio.
Nei grandi tamponamenti a catena in autostrada, magari con scarse condizioni di visibilità, è consigliabile abbandonare il veicolo immediatamente se si è coinvolti e mettersi in sicurezza prima di intervenire e di chiamare i soccorsi.






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