Il rinoceronte è un grande mammifero erbivoro.
Ci sono cinque specie di rinoceronti: due vivono in Africa e tre in Asia.
Il rinoceronte bianco, che vive in Africa, è il più grosso animale terrestre dopo gli elefanti e insieme all’ippopotamo.
Tutte le cinque specie esistenti sono gravemente minacciate di estinzione e oggetto di importanti iniziative che tendono a proteggerli nella loro zona di origine (conservazione “in situ”) o al di fuori di essa (conservazione “ex situ”).
Con quell’aspetto tozzo e compatto, due tonnellate di peso e i due grandi corni sul muso, il rinoceronte è uno degli animali simbolo dell’Africa.
Il suo nome, che deriva dal greco, significa “naso a forma di corno” e si riferisce alla sua caratteristica più evidente, che è anche il motivo della caccia spietata a cui è sottoposto.
Scopriamo insieme questo gigante in pericolo di estinzione: il rinoceronte.
Carta d’identità
Nome comune: Rinoceronte nero;
Nome scientifico: Diceros bicornis;
Peso: fino a 1.800 kg;
Dimensioni: fino a 1,8 m di altezza alla spalla e 3,5 m di lunghezza;
Dove vive: il 90% in Sudafrica, Zimbabwe, Namibia, Kenya,Tanzania;
Segni particolari: il labbro superiore allungato (anziché largo e piatto) consente di riconoscerlo dal rinoceronte bianco;
Habitat: savana alberata, ma si adatta anche ad aree semi-desertiche o alle zone umide;
Cosa mangia: soprattutto foglie di cespugli e piccoli alberi.
1. Un tipo solitario
I rinoceronti neri fanno vita solitaria (tranne le femmine con il piccolo), ma in alcune occasioni mantengono relazioni di “buon vicinato” anche con maschi della stessa taglia, che si salutano toccandosi corno contro corno quando arrivano vicino alle pozze dove si abbeverano.
Nei confronti di individui che non frequentano gli stessi luoghi, invece, c’è più diffidenza, soprattutto se è presente in zona una femmina.
E' un animale irascibile, che va in collera per un nonnulla. Quindi, se lo si incontra nella savana, è meglio stargli alla larga!
I rinoceronti hanno un corpo tozzo, le zampe corte, una pelle molto spessa e due corni sul muso. Abitano nelle regioni molto ricche di acqua, come le paludi.
Una volta al giorno si ripuliscono rotolandosi nel fango e poi nella sabbia, per formare una crosta che li protegge dagli insetti che pungono la sua pelle.
I rinoceronti sono attivi soprattutto di notte, in quanto il clima molto caldo li disturba e perciò trascorrono il pomeriggio a dormire in un luogo ombroso. Mangiano i rami degli alberi e altre piante dure, come le canne.
Per afferrare gemme e foglioline da cespugli e piccoli alberi il rinoceronte nero usa il labbro superiore, che muove con destrezza, mentre con i grandi molari demolisce la polpa fibrosa del legno.
Mangia più di 200 specie di piante: apprezza molto le acacie, comuni nella savana, ma anche le euforbie, che hanno un lattice bianco tossico ben tollerato se ingerito in quantità modeste.
Raramente mangia l’erba a livello del terreno, come il rinoceronte bianco, ma consuma frutti caduti, tra cui quelli enormi dell’albero delle salsicce (Kigelia africana).
Visto il regime alimentare così vario, il rinoceronte nero può vivere sia negli ambienti semi-desertici sia nelle aree umide, anche se il suo habitat preferito è la savana alberata.
Riesce a stare anche 4 o 5 giorni senza bere quando ha a disposizione piante “succose”, ma se ne ha la possibilità beve più spesso.
Per evitare di disidratarsi quando fa caldo, di giorno si riposa tra i cespugli mentre è attivo la sera e al mattino presto.
2. La miglior difesa è l'attacco
I rinoceronti neri hanno un carattere imprevedibile.
Se uno di loro vi osserva con un occhio e poi con l’altro, sbuffa, abbassa e solleva improvvisamente la testa, come a infliggere un colpo con il corno, è meglio levarsi dai piedi.
Questi animali fanno capire le loro intenzioni, ma se sono sorpresi a breve distanza tra i cespugli, possono partire alla carica a testa bassa.
Spesso si tratta di aggressioni dimostrative, che non vengono portate fino in fondo, ma è meglio evitare di trovarsi sulla loro traiettoria, anche se si è a bordo di un grande veicolo.
I rinoceronti, soprattutto il nero, non vanno sottovalutati: sono agili, girano su se stessi di 180 gradi in meno di 2 secondi e possono galoppare a 50 km/h, anche se per poco più di 100 metri.
Per questo, a parte l’uomo, il rinoceronte non ha quasi nemici naturali: la stazza, i corni e la pelle spessa ed elastica lo proteggono dai predatori, ma non dai maschi rivali e dagli elefanti.
Ogni tanto capita che un pachiderma, spesso un maschio in calore, si scontri con un rinoceronte, magari una femmina che vuole solo proteggere i suoi piccoli. La vista del rinoceronte è confusa ma l'olfatto risulta essere molto fino.
I rinoceronti hanno difficoltà a vedere immagini definite oltre i 10-15 m di distanza ed è difficile che riconoscano una sagoma umana a più di 30 metri di distanza.
Gli occhi sono collocati sui lati della testa per sorvegliare i dintorni, soprattutto quando si alimenta. L’olfatto, invece, è eccellente ed è questo il senso principale che gli consente di fiutare le tracce dei suoi simili nella savana e i pericoli in anticipo.
Anche l’udito è ottimo: un rinoceronte, anche a riposo, muove sempre le orecchie in modo indipendente, come piccole antenne, per cogliere ogni rumore.
3. Mamma a tempo pieno e lo scontro con i rivali
- Mamma a tempo pieno
A 6-8 anni di età, dopo una gestazione lunga ben 16 mesi, la femmina dà alla luce il suo piccolo, che per i primi 2 anni di vita rimane sempre con lei.
Alla nascita il piccolo pesa circa 40 kg e dopo poche ore è già in grado di seguire la madre: sta sempre alle sue spalle perché spesso si muovono tra fitti cespugli, dove gli incontri inattesi sono frequenti.
Il rinoceronte bianco e quello indiano, invece, vivono in spazi più aperti e per questo camminano con i piccoli davanti, così da poterli sorvegliare e proteggere.
Un mese dopo la nascita il rinoceronte ha già il suo minuscolo corno, che nei giovani cresce di circa 5 cm ogni anno.
Ma questo non basta a metterlo al riparo da leoni e iene, e la mamma deve essere sempre molto attenta.
- Lo scontro con i rivali
Per i maschi la vita è piuttosto dura perché, per attirare una femmina, devono avere un loro territorio dal quale tenere lontani i rivali, ed è difficile che ci riescano prima di avere 9-10 anni di età.
Per “segnare” la propria area i rinoceronti usano i loro escrementi che irrorano con abbondante pipì.
Gli altri maschi che passano da quelle parti, grazie all’ottimo olfatto, si rendono conto che quella zona è impegnata e si tengono alla larga.
Anche quando i rivali si incontrano, cercano di evitare un pericoloso scontro: i due contendenti mettono in mostra la loro taglia ed esibiscono il grande corno.
Spesso il proprietario rafforza il segnale facendo rumorosamente pipì per terra, ma a volte le vie pacifiche non funzionano e si arriva alle cornate.
Se dopo un paio di potenti spinte nessuno dei due cede, lo scontro si intensifica e diventa molto pericoloso: a volte si incontrano rinoceronti morti a causa di colpi di corno inflitti sui fianchi, il punto debole dell’animale.
4. In pericolo di estinzione
La conservazione del rinoceronte è divenuto l'emblema della conservazione della fauna africana e, con essa, dell'ambiente e delle risorse naturali del continente.
Le popolazioni di rinoceronte africano hanno subito un drammatico declino che ha minacciato la loro sopravvivenza.
Tra i fattori principali che hanno causato la decimazione dei rinoceronti sono il bracconaggio legato al commercio del corno e la riduzione di habitat idonei alle esigenze di questo grande erbivoro.
Il corno del rinoceronte, diversamente da quelli di antilopi, mucche o capre, non è costituito da materiale osseo ma da fibre di cheratina, la sostanza di cui sono fatte unghie, peli e zoccoli.
La polvere ricavata dal corno non ha proprietà mediche, come si crede da secoli in Oriente, soprattutto in Cina e Vietnam.
Nonostante ciò la richiesta di questi Paesi è aumentata tantissimo (favorita anche dalla loro crescita economica) e la caccia ai rinoceronti è cresciuta a dismisura negli ultimi 15 anni.
Per appropriarsi del loro corno ogni anno almeno mille rinoceronti vengono uccisi in Sudafrica, dove vivono circa 20.000 rinoceronti bianchi e qualche centinaio di neri, la cui popolazione totale si aggira sui 5.000 individui: con questa pressione venatoria nel giro di qualche anno, forse una ventina, questi animali si potrebbero estinguere.
Fortunatamente il Sudafrica, insieme ad altri Paesi africani, ha dichiarato guerra alla caccia illegale e il numero delle vittime sta lentamente scendendo.
Oggi la tutela della specie è garantita da ranger e guardie armate, pagate con donazioni e con i guadagni della caccia grossa e dei turisti che vengono a vedere questi animali, costantemente sorvegliati in aree protette di grandi parchi o riserve private.
E per evitare il bracconaggio, i ranger in alcune riserve privano i rinoceronti del corno, pur se questa preziosa appendice ricresce nel giro di qualche anno.
Il rinoceronte si è estinto in molti paesi africani. Tuttavia, negli ultimi anni le popolazioni di rinoceronte in alcuni paesi hanno mostrato positivi segnali di crescita.
Questo grazie al sostegno di accorte politiche di conservazione. La conservazione e la crescita delle popolazioni di rinoceronte non sono solo problematiche ecologiche.
Esse hanno importanti implicazioni economiche e sociali, legate al reddito prodotto dalle aree protette e dal turismo ad esse associato e alla gestione territoriale di grandi aree.
La conservazione del rinoceronte può quindi fornire opportunità per incrementare il flusso di benefici economici ai paesi e alle popolazioni locali.
5. Il rinoceronte bianco
Il parente prossimo del rinoceronte nero è il rinoceronte bianco (Ceratotherium simum, nella foto grande, sotto): il colore non è di grande aiuto per distinguere le due specie.
Il bianco è più grande del nero (raggiunge le 2,5 tonnellate di peso) ma il trucco per riconoscerli è guardare la testa allungata e la forma del muso.
Il bianco ha la bocca piatta, con labbra corte e regolari, utili per mangiare l’erba a livello del terreno, tanto che in Sudafrica è considerato un “tosaerba naturale”.
Il rinoceronte nero, invece, vive nel bush, tra i cespugli fitti, e ha un labbro allungato che gli consente di afferrare la vegetazione dai rami. Le orecchie, invece, sono più piccole e appuntite nel bianco, grandi e arrotondate nel nero.
Due animali simili, che vivono nelle stesse regioni, si affidano a uno stile di vita differente per ridurre rivalità e competizione. I rinoceronti bianchi vivono spesso in piccoli gruppi di circa 14 esemplari. Il legame tra i membri del gruppo non è tuttavia molto stretto.
Generalmente i gruppi sono composti dalle madri con i loro piccoli e dai giovani maschi. Delimitano il territorio dove vivono e ne marcano i confini con i loro escrementi. Solo durante il periodo dell’accoppiamento i maschi lottano tra di loro per le femmine.
A causa del loro possente corno, durante i combattimenti corrono il rischio di ferirsi gravemente. I maschi e le femmine possono accoppiarsi durante tutto l’anno. Dopo circa 16 mesi di attesa viene al mondo un piccolo, che pesa 40 chili.
Solo raramente nascono dei gemelli. Durante il primo anno di vita, il piccolo continua a bere il latte materno, nonostante possa già nutrirsi di erba dopo appena una settimana dalla nascita.
Dopo circa 2 o 3 anni la madre allontana il piccolo perché è arrivato il momento di accoppiarsi nuovamente con un maschio. Tuttavia, dopo la nascita del piccolo, il fratello più grande può tornare nel gruppo della madre.
I rinoceronti bianchi mangiano praticamente solo erba e piante erbacee. Bevono molto, perciò è molto importante che ci sia sempre acqua a sufficienza nelle vicinanze. Solitamente mangiano presto alla mattina e tardi alla sera, quando fa più fresco.