Il silenzio stimola la formazione di nuove cellule, controlla la pressione, giova al sistema immunitario e riduce lo stress.
E’ dunque fondamentale per la nostra salute psicofisica, ma è sempre più a rischio nelle nostre società rumorose.
Il silenzio è parte fondamentale della musica e di tutta la comunicazione umana, tanto che uno studio del 2010 condotto da Michael Wehr dell’Università dell’Oregon (USA) aveva dimostrato come nel cervello umano esista un circuito a esso dedicato.
Attenzione però a non esagerare in senso inverso: troppo silenzio provoca attacchi di panico e allucinazioni.
1. Fondamentale nel linguaggio
Un pianista sale su un palcoscenico, si siede allo strumento, apre lo spartito e invece di iniziare a suonare se ne sta fermo, senza emettere alcuna nota per 4 minuti e 33 secondi.
Si tratta per l’appunto di 4’33’’, una delle opere più famose del musicista John Cage (1912-1992, foto a sinistra), che in un’intervista spiegò il senso di quella composizione muta risalente al 1952 “per qualsiasi strumento”, come recita la partitura.
Delle esecuzioni di 4’33’’ non gli interessava l’assenza di musica, ma la presenza inevitabile di suoni involontari come i colpi di tosse del pubblico, i fruscii dello spartito, i rumori ambientali.
Per Cage, infatti, il silenzio è un concerto astratto, impossibile da riprodurre. Del resto, la durata dell’opera, 273 secondi, richiama lo zero assoluto (posizionato a -273,15 gradi centigradi) e cioè la più bassa temperatura fisicamente possibile, di fatto però raggiungibile solo in teoria.
Il silenzio è parte fondamentale della musica e di tutta la comunicazione umana, tanto che uno studio del 2010 condotto da Michael Wehr dell’Università dell’Oregon (USA) aveva dimostrato come nel cervello umano esista un circuito a esso dedicato.
Il motivo? I silenzi sono fondamentali nel linguaggio: solo comprendendo le pause si distinguono sillabe e parole. Non è un caso, quindi, che il silenzio sia centrale anche nelle relazioni interpersonali: oltre a consentire la comprensione reciproca, è portatore esso stesso di significati.
Il silenzio può indicare accudimento e comunicazione, come quello che lega mamma e bambino durante l’allattamento ma anche complicità, vergogna, timidezza o punizione. In ogni caso va interpretato.
Gran parte di ciò che comunichiamo passa da gesti e sguardi, più che da parole. Stare in silenzio significa darsi modo e tempo per concentrarci meglio sulla relazione.
2. Mette in imbarazzo e fa paura
Ma questo oggi è difficile: i silenzi nelle conversazioni ci causano imbarazzo, tanto che li riempiamo spesso con frasi vuote e di circostanza.
Lo aveva dimostrato uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Social Psychology e condotto su 162 studenti: durante un dialogo, il disagio scatta anche solo dopo quattro secondi di silenzio.
Il motivo? «Una conversazione fluente ci informa che le cose stanno andando bene», aveva spiegato Namkje Koudenburg dell’Università di Groningen (Paesi Bassi), coordinatrice della ricerca. In altre parole, il silenzio sarebbe percepito come segno di esclusione sociale.
Forse è per questo che la nostra quotidianità e gli ambienti in cui viviamo sono pieni di rumore: nel 2016 più del 40 per cento dei controlli eseguiti dalle ARPA (Agenzie regionali per la protezione ambientale) avevano rilevato un superamento dei limiti normativi.
A evidenziarlo è il rapporto 2018 dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale): «L’inquinamento acustico», vi si legge, «è uno dei principali problemi ambientali negli agglomerati urbani. Alta è l’attenzione da parte dei cittadini: circa 93 controlli su 100 sono stati svolti a seguito di esposti».
Se infatti è vero che temiamo il silenzio nei dialoghi, sempre più cerchiamo di porre un limite al rumore ambientale cercando ristoro in luoghi di vacanza che ne siano privi.
Così nel 2011, l’Ente turistico finlandese ha presentato una campagna basata proprio su una delle attrazioni più apprezzate nei territori meno abitati del Paese scandinavo: il silenzio.
A immagini mozzafiato di paesaggi incontaminati era associato l’eloquente slogan “Silenzio, per favore”: secondo il report Quiet areas in Europe 2016, infatti, la Finlandia si pone al quarto posto tra le nazioni con più ampie aree silenziose di tutto il Vecchio Continente.
Ma quali sono i 5 Paesi più silenziosi d’Europa? Nel 2016 l’Agenzia europea per l’ambiente ha pubblicato il report Quiet areas in Europe dove elenca i luoghi meno rumorosi d’Europa.
Per stilare le classifiche gli esperti si sono basati su un indice che tiene conto dei livelli di decibel registrati nelle città e in campagna ma anche della percezione soggettiva di chi li abita o li visita (Quietness suitability index).
I Paesi con maggiore presenza di aree silenziose sono, nell’ordine, Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia e Grecia.
3. Rischia di sparire
Purtroppo sono rimasti pochi i luoghi che conservano aree incontaminate dai rumori dell’uomo: l’ecologo americano Gordon Hempton (foto a sinistra) ne ha scovati solo una cinquantina, di cui poco più di dieci in Nord America.
Da quasi quarant’anni quest’uomo, che si definisce sound tracker (“cercatore di suoni”), viaggia portando con sé microfoni professionali con un obiettivo.
Sensibilizzare alla protezione del silenzio che, in base a misurazioni effettuate con criteri scientifici, significa assenza di suoni umani all’alba per almeno un quarto d’ora in spazi ampi almeno tremila chilometri quadrati.
«Se non faremo nulla, il silenzio rischia di sparire nei prossimi dieci anni», ha detto Hempton.
Non stupisce quindi che attività come lo yoga, la meditazione e la mindfulness - spesso praticate in contesti naturali - siano sempre più popolari. Consentono di riscoprire il senso del sé. Il silenzio ne è infatti lo strumento essenziale.
Quello esterno è necessario per entrare in contatto con noi stessi. C’è però anche un silenzio interno: è quello che sorge quando riusciamo ad arrestare il continuo fluire di pensieri e preoccupazioni che rimbombano nella nostra mente.
La meditazione e il raccoglimento in preghiera, in fondo, non sono che metodi antichi, ma quanto mai utili oggi, per ritrovare una benefica pace interiore.
4. Stare zitti stimola la formazione di nuove cellule ...ma se è eccessivo, può essere dannoso
Per uno studio della Duke University (USA), due ore di silenzio al giorno sollecitano lo sviluppo cellulare nell’ippocampo, regione del cervello collegata alla memoria.
Vari studi hanno dimostrato come il silenzio stimoli la neurogenesi, cioè la formazione di nuove cellule nervose, confermano diversi psicoterapeuti.
Inoltre è dimostrato che contribuisca a controllare la pressione sanguigna, mantenga in salute il sistema immunitario e riduca i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.
Senza dimenticare gli effetti sull’umore: «Lo vedo all’uscita dalle mie lezioni: i volti dei partecipanti appaiono sereni, rilassati», dice Antonella Nardone, docente della Scuola di yoga mindfulness, che si dedica alla pratica della Vipassana, di ispirazione buddista, e segue ritiri spirituali basati sul silenzio: una decina di giorni in cui non si dice una parola, pur conducendo una vita comunitaria.
«L’impatto sulla serenità è notevole, ma anche sulle capacità cognitive: si acuisce l’intelligenza emotiva». Del resto, il rumore è causa di molti disturbi. Stimoli uditivi intensi inducono uno stato di allarme con attivazione del sistema nervoso simpatico e del tono muscolare e possono facilitare l’insorgere di stress cronico.
Se la permanenza per esempio in una camera anecoica (una stanza isolata dai suoni che viene usata per testare dispositivi industriali e caratterizzata da un silenzio assoluto) dura pochi istanti, nulla succede.
Se si rimane a lungo, invece, la totale assenza di rumori può essere deleteria provocando attacchi di panico e allucinazioni. I cinque sensi, in primis l’udito, sono fondamentali per mantenere un corretto rapporto con l’esterno.
Si dice che al musicista John Cage l’idea della composizione 4’33’’ sia venuta durante una visita a una camera anecoica. I soli due rumori che sentiva erano quello del sangue che gli scorreva nelle vene e quello del suo battito cardiaco.
5. Ecco i 4 più famosi “paradisi del silenzio” d’Europa
In giro per il nostro Vecchio Continente esistono ancora luoghi, parchi naturali e città che gli amanti dei viaggi e le guide turistiche hanno eletto a veri paradisi del silenzio.
Questi sono i più famosi:
1. Kielder Mires Northumberland (Inghilterra)
Collocata nel nord del Paese, al confine con la Scozia, quest’area paludosa e uniforme si estende su circa 35 chilometri quadrati. È considerata il luogo più silenzioso della Gran Bretagna: «A parte un uccello, un paio di volte», ha detto Trevor Cox, ingegnere acustico all’Università di Salford (Regno Unito) e autore di Pianeta acustico. Viaggio fra le meraviglie sonore del mondo (Dedalo), «non ho sentito molto altro, quando ci sono stato».
2. Landmannalaugar (Islanda)
Regione montuosa ricca di sorgenti termali nei pressi del vulcano Hekla, si estende nella parte sudoccidentale del Paese. È una destinazione molto apprezzata da chi fa trekking a piedi ed escursioni in bicicletta, anche per i suoi scenari mozzafiato.
3. Zurigo (Svizzera)
Anche una città popolosa può essere (relativamente) silenziosa: Zurigo, 402mila abitanti, è considerata tra le meno rumorose d’Europa. Del resto, la Svizzera si colloca, nel report dell’Agenzia europea per l’ambiente, al secondo posto dopo l’Islanda tra i Paesi con il maggior numero di aree classificate con valore 1, corrispondente al silenzio assoluto.
4. Kampin Kappeli (Helsinki, Finlandia)
Nota anche come “cappella del silenzio”, è un edificio collocato in Narinkkatori, una piazza centrale della capitale finlandese. È considerato uno dei luoghi urbani più tranquilli d’Europa: è stata progettata per fornire un rifugio di raccoglimento e pausa nel caos cittadino.