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Il tuo cane “mordicchia”? Ecco 10 tecniche per risolvere

Capire se in una casa vive un giovane cane “mordicchiatore” è facile…

Ba­sta osservare la parte in­feriore dei pantaloni e delle mani­che dei proprietari, ma anche le loro scarpe, per non parlare delle gambe di sedie e tavoli, soprattut­to se sono di legno.

E  se è estate, spesso gli indizi sono ben visibili sulle braccia e sulle caviglie sco­perte dei bipedi della famiglia… sono i denti del piccolo “distrutto­re” che lasciano il segno.

Questo è un compor­tamento comune praticamente a tutti i cani e ha una fase ben deli­neata: dall’arrivo del cucciolo nel­la nostra casa al completamento della dentizione in età adolescen­ziale.

Ma una cosa rassicurante c’é:  si può intervenire per modificare e indirizzare correttamente questo comportamento, naturale peraltro, in almeno una decina di modi.

Oggi li vedremo insieme  per scoprire come risolvere il problema.

 

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1. Perché lo fa? Le ragioni fisiologiche

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Sicuramente avrete visto dei cuccioli giocare tra loro: come giocano?

Usano soprattutto la bocca, mordendosi a vicenda, per­ché è lo strumento più importante che hanno per aumentare le compe­tenze relativamente all'utilizzo del morso: sostanzialmente, si allenano per un'eventuale caccia o per uno scontro con un altro individuo di qualsiasi specie.

Ecco perché osser­vando una cucciolata possiamo assi­stere a delle "risse" apparentemente allarmanti che, in realtà, fanno parte del normale processo di maturazio­ne sociale del cane. Il nostro ruolo, però, è molto diverso da quelli dei fratelli di cucciolata.

È un ruolo genitoriale che ci impone di educare il cucciolo su cosa può e non può fa­re; e una delle cose che non può fa­re è morderci, quindi per prima cosa si sconsiglia vivamente di giocare con il cucciolo facendosi mordere le ma­ni.

Sì, per alcuni è divertente "fare la lotta" con il proprio cane ma in questo modo non lo aiutano, perché non favoriscono lo sviluppo dell'ini­bizione del morso verso se stessi e gli altri famigliari, cosa della massi­ma importanza per una convivenza serena.

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Inoltre, il cane può mordic­chiare anche per scoprire e appren­dere, una sorta di "fase orale" che hanno anche i bambini nei primi an­ni di vita, oppure perché attiva una parte del comportamento predato­rio, cioè il morso e la successiva uc­cisione della preda; pensate a quan­do il cane scuote la testa a destra e sinistra, ringhiando, con un giocat­tolo in bocca: sta replicando quel­lo che farebbe per spezzare il collo o la colonna vertebrale a un anima­le che ha catturato.

Infine, e questo vale anche per l'adulto, un cane può mordere perché è stressato oppu­re frustrato nelle sue aspettative. Per esempio, se in passeggiata qualcosa attira fortemente il cane ma non la può raggiungere perché è al guinza­glio, può sfogare la frustrazione mor­dendo proprio quest'ultimo.

Utilizzare la bocca per mor­dere e per masticare è un'e­sigenza etologica irrinun­ciabile del cane, da cucciolo in particolare ma anche da adulto. Quindi, dargli modo di indirizza­re correttamente questa necessità è un'ottima idea per prevenire mordicchiamenti e masticazioni inap­propriate.

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Adesso vi chiedo: cosa date da masticare al vostro cane durante la giornata? Prendete car­ta e penna e scrivete la lista degli oggetti o degli snack a lunga durata che sono a disposizione del cane e che soddisfano l'attività masticato­ria. Fatto?

Un istruttore ed educatore cinofilo ecco cosa avrebbe scritto e dato al suo cane quando era cucciolo:
"- a casa con me: bottiglia di plasti­ca, snack di pelle di bufalo, zoccolo di capra e il suo peluche preferito;
- a casa da solo: Kong (farcito con formaggio e poi messo in freezer), un gioco di gomma indistruttibi­ le (a forma di osso, palla da rug­by, pallina eccetera), un pezzo di legno proveniente dall'albero del caffè o da un olmo (non scheggia­no) e un corno di cervo;
- in passeggiata: tira e molla (cor­da con nodi, salamotto o straccio) e pallina; questi due giochi sono utilissimi per scaricare lo stress in passeggiata e inoltre fungono da rinforzo per gli esercizi che gli ri­chiedo durante l'uscita".

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Adesso riprendete la vostra lista e, se vi fa piacere, arricchitela con qualcosa dall'ultimo elenco. Se il vo­stro cane passerà diverso tempo a masticare oggetti e snack tra quelli consigliati, automaticamen­te dovrebbe ridurre la frequenza di bersagliare coi denti oggetti inappropriati, persone, abiti, mo­bili eccetera, perché buona par­te della sua necessità etologica di mordere e masticare sarà già stata soddisfatta.

Parlando di mordicchiamento, bisogna ricordarsi che il gio­vane cane cambia i denti “da lat­te” con quelli definitivi tra i quat­tro e i sei mesi di vita: il fastidio che gli provoca la crescita dei den­ti da adulto lo spinge a masticare oggetti per trovare sollievo e, istin­tivamente, lo farà anche per faci­litare la caduta di quelli da lat­te.

Esiste anche un secondo pe­riodo, che segue immediatamen­te il primo e che arriva fino ai do­dici mesi, in cui i denti definitivi si fissano all’osso della mandibola. Anche in questo caso alcuni cani tenderanno a “ rosicchiare” qual­cosa per trovare sollievo.

 

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2. Come intervenire. L'indifferenza. Il comando "lascia". Ti offro un’alternativa. L'urlo della preda.

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Iniziamo con un breve elenco del­ le dieci tecniche che possiamo mettere in campo per modifica­re il com portamento del cane che mordicchia.

Le svilupperemo una per una, alcune in questo numero e altre nel prossimo.

Poiché non esi­ste una tecnica valida per tutti i ca­ni, è necessario andare per "prove ed errori" fino a individuare quelle più efficace e anche più adatta alle nostre esigenze. Ecco l'elenco:

1. L'indifferenza
2. Il lascia
3. Ti offro un'alternativa
4. L'urlo della preda
5. Il vento di Maestrale
6. Il comando "mano"
7. Il comando "bacio"
8. Ti faccio volare
9. La doccia fredda
10. La tecnica dello shaker
Ora passiamo a descriverle meglio.

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- L'indifferenza. Coerenza e tempismo indispensabili
Questa è una tecnica mol­to diffusa ma che spesso dà pochi risultati. Il moti­vo?
La coerenza nell'applicazione, che deve essere pari al 100 per cen­to e pochi riescono a raggiunger­lo, e la tempestività del nostro in­tervento.
Sostanzialmente, questa tecnica prevede che quando il ca­ne sta per mordicchiare noi voltia­mo lo sguardo e ci allontaniamo in silenzio.
In linguaggio tecnico, dob­biamo intercettare la "fase appetiti­va", quella in cui il comportamen­to non è stato ancora messo in atto ma sta per esserlo, e non quella in cui è già in essere ("fase consumatoria"), altrimenti è tutto inutile.
Que­sto nostro comportamento va ad in­ terrompere la relazione con il ca­ne che, nel corso dei giorni, associa che quando inizia a morderci noi ci allontaniamo e il divertimento fini­sce prima ancora di iniziare.
Quan­do torniamo, anche dopo solo qual­che minuto, il tempo necessario per resettare la memoria a breve termi­ne del cane, possiamo dargli un'al­ternativa di gioco con la bocca: un masticativo, una bottiglia di plastica (vuota, senza tappo e relativo anel­lino di tenuta) e così via.
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- Il comando "lascia"
Prendiamo una corda robusta, uno straccio o meglio ancora un "tira-molla" apposito che troviamo nei pet shop (la lunghez­za deve permetterci di tenerne sal­damente le estremità con le mani abbastanza distanti dalla bocca del cane, che lo afferrerà al centro).
Fac­ciamolo muovere per terra in modo invitante, come se fosse una picco­la preda, per attivare l'istinto di cac­cia del cane.
Non appena si avvi­cina per investigare, diciamo "bra­vo", parola che ormai conosce già visto che la utilizziamo come rinfor­zo intermedio per gli esercizi che fa con noi, e facciamo in modo che af­ferri il tira-molla nella parte centra­le mentre le due estremità sono sal­damente nelle nostre mani.
A que­sto punto, possiamo iniziare il "gio­co di ruolo" che consiste nel lottare scherzosamente per il possesso del­la preda: molti cani lo fanno per na­tura tra loro e si tratta di un'attività nella quale, a turno, ciascuno "vince" o "perde". Nel nostro caso, pe­rò, lo scopo è un altro, cioè invo­gliare il cane ad aprire la bocca per insegnargli il comando "lascia".
Per riuscirci, giochiamo per qualche de­cina di secondi piegati in avanti spostando il tira-molla solo lateral­mente, a destra e a sinistra, e mai verso l'alto, per non costringere il cane a sforzi pericolosi per le ver­tebre cervicali.
Poi, all'improvviso, diventiamo del tutto passivi, tenen­do sempre molto saldo il tira-mol­la per le estremità ma smettendo di "lottare" e avvicinandolo al nostro corpo mentre riportiamo il busto in posizione eretta e lasciamo le brac­cia distese verso il basso.
Molto fa­cilmente, il cane entrerà fisicamen­te in contatto con la nostra gamba poggiandovi il mento e darà ancora qualche strattone ma poi, visto che il gioco è finito, aprirà la bocca: è fatta! Appena stacca i denti dal ti­ra-molla diciamo immediatamente "bravo" e subito dopo "lascia", con tono molto neutro e calmo. Poi ri­cominciamo a giocare.
La gratifi­cazione del cane, infatti, in questo caso viene dalla ripresa dell'attività dopo aver lasciato. E funziona be­nissimo come rinforzo, cioè come evento che aumenta le probabilità che un comportamento venga ripe­tuto in una successiva occasione.
Se il cane non dovesse lasciare, mettia­mo un boccone gustoso sotto il suo naso in modo che, attirato dal pro­fumo, apra la bocca. Facendo la­sciare giochi e oggetti nel momen­to in cui il cane ci tocca con il mu­so gli stiamo insegnando a rispetta­re il nostro corpo e i nostri vestiti, sostanzialmente stiamo lavorando per non farci "masticare".
Quando il cane vi mordicchia potete usare il comando "lascia" e contemporane­amente dargli un gioco da morde­re per fargli capire chiaramente che il morso va indirizzato solo su certi oggetti e non su di noi. Tutto questo, ovviamente, se al cane il gioco del tira-molla piace...
Il comando lascia

 

 

- Ti offro un’alternativa
Indirizziamo altrove la sua energia, sfruttando l’olfatto per esempio!
Quando il cane ci "mordic­chia", spesso non è vera­mente consapevole del­la sua azione perché appartiene ai comportamenti istintivi che si inne­scano, per così dire, "in automati­co".
Dare un'alternativa significa proporre al cane qualcosa di diver­so per spostare la sua focalizzazione dal morso verso un'altra azione.
Per esempio, se intuite che il cane sta per mordicchiare, il che impli­ca una buona dose di attenzione ai dettagli del suo linguaggio corpo­reo, potete usare dei comandi che già conosce quali "seduto", "terra", "in piedi", "guardami" eccetera.
In questo modo portiamo il cane in "modalità lavoro", che esclude al­tre attività tra cui il morso, alme­no in quel momento. Ricordatevi poi di premiare il cane con il cibo o ancora meglio con un "tira-mol­la" per reindirizzare la sua energia e la sua azione di morso, di per sé legittima, verso un bersaglio ade­guato e scelto da voi.
Un'altra al­ternativa utile per spostare il focus del cane e fargli scaricare energia è avviare la ricerca di un gioco oppu­re di un oggetto nascosto per casa, impegnando il suo olfatto e quin­di il suo cervello.
Le ricerche sono attività che richiedono molta con­centrazione e che portano il cane a calmarsi e stancarsi molto a livello mentale, favorendo il relax.
Ti offro un’alternativa

 

 

- L'urlo della preda. Serve credibilità e può esserci un problema
In genere, parlare in modo con­citato e agitarsi sono comporta­menti che portano il cane a ec­citarsi, più che a calmarsi.
Quindi, se mentre il nostro amico ci mor­dicchia iniziamo a dire "no, ba­sta, smettila!" con aria preoccupa­ta, sguardo stupito e voce turbata... probabilmente otterremo soltan­to di farci mordere meglio e più a fondo, soprattutto con alcune tipologie di cani come i Terrier di tipo bull e relativi incroci, ma anche con tutti i soggetti con soglia di eccita­zione bassa.
Il silenzio, al contrario, ha spesso un effetto calmante o di­sarmante, in particolare se associa­to all'immobilità. Ma stare immobi­li e zitti mentre denti aguzzi ci "ma­sticano" o affondano nel tessuto dei nostri abiti non è detto che sia sem­plice.
Possiamo allora ricorrere a un piccolo trucco, che è l'urlo di dolo­re della preda. Si tratta di un verso improvviso e acuto, emesso con for­za, che alcuni cani interpretano cor­rettamente come una manifestazio­ne di dolore e una richiesta di aiuto, interrompendo la loro azione di "at­tacco".
Il problema di questa tecni­ca risiede nel fatto che non sono in molti a riuscire a emettere un suono credibile, l'altro è che spesso ai cuc­cioli si acquistano palline e altri gio­chi da mordere che hanno all'inter­no un sistema sonoro che... emette suoni acuti, per cui il cane si abitua a considerare questi suoni parte del gioco e invece di smettere, insiste.


L'urlo della preda

3. Il comando “mano"

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Questa tecnica e la prossima (il comando "bacio") so­no utili soprattutto per quei cani che tendono a mordere le ma­ni.

Condizionando il cane a toccare la nostra mano su comando, spostiamo il focus della sua azio­ne dal mordere al toccarci con il tartufo: sostanzialmente, lo mettia­mo in una modalità diversa, ovvero "fai un esercizio e verrai premiato".

Inoltre, il comando mano potremo utilizzarlo anche per il richiamo, la passeggiata, se il cane che tende a saltarci addosso e così via.

L'esercizio consiste nel trasforma­re la nostra mano in un "target" di riferimento (un bersaglio da toccare con il tartufo, in questo spe­cifico caso).

Bisogna essere tem­pestivi: appena ci si accorge che il cane sta per mordicchiarci atti­viamo il comando. Impostiamo il target "mano" usando la tecnica SMAF, secondo me la più effica­ce in questo esercizio, dividendo­lo in 3 fasi:

Fase 1: stimolo-gesto/segnale-parola;
Fase 2: gesto/segnale-parola;
Fase 3: parola.

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FASE 1: STIMOLO-GESTO/SEGNALE-PAROLA
a. Prendo un boccone prelibato e lo posiziono sul palmo della ma­no tenendolo con il pollice chiu­so, oppure lo tengo incastrato tra il dito indice e il dito medio (alla ba­se). Le altre dita sono tenute dritte come fossero una tavoletta rigida e non semicurva (segnale ben visibi­le al cane).
b. Contemporaneamente dico "mano" e la muovo a destra e a si­nistra.
c. Quando il cane, attratto a livello olfattivo dal profumo del boccone e attratto visivamente dalla mano che si muove, tocca il palmo della mano dico "bravo".
d. Lascio che il cane si gusti il me­ritato boccone direttamente dalla mano.
e. Ripeto altre 3 volte per un totale di 4 ripetizioni.
f. Possiamo fare 4-5 sessioni al gior­no da 4 ripetizioni ciascuna, varian­do i luoghi, il tipo di movimento della mano, la posizione del cane e il nostro movimento: facciamolo con il cane alla nostra destra o a si­nistra, avanti o più indietro, da fermi o camminando, a casa e al parco!
e. Dopo circa 50 ripetizioni, passia­mo alla fase 2.

Il comando “mano

FASE 2: GESTO/SEGNALE-PAROLA
È il momento di togliere qualcosa: togliamo il boccone dalla mano!
a. Muovo la mano (senza boccone) dicendo "mano".
b. Il cane esegue, dico "bravo".
c. Tiro fuori il boccone dalla tasca (sullo stesso lato della mano che il cane ha toccato) e premio.
e. Ripeto altre 3 volte sempre pre­miando il cane.
f. Possiamo fare 4-5 sessioni al giorno da 4 ripetizioni, variando i luoghi, il tipo di movimento della mano (che deve essere sempre me­no evidente), la posizione del cane e il nostro movimento con il corpo,
e. Dopo circa 100-150 ripetizioni, passiamo alla fase 3.

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FASE 3: PAROLA
È il momento di togliere anche il se­gnale, ovvero la mano che si muove.
a. Non ho bocconi in mano e la stes­sa è ferma. Dico la parola "mano".
b. Il cane esegue, dico "bravo".
c. Tiro fuori il boccone dalla tasca (sullo stesso lato della mano che il cane ha toccato) e premio.
e. Ripeto altre 3 volte, sempre pre­miando il cane.
f. Possiamo fare 4-5 sessioni al gior­no da 4 ripetizioni, variando i luo­ghi, la posizione del cane eccetera,
e. Dopo circa 100-150 ripetizioni con stimoli esterni medi o bassi, ini­ziamo a fare questo esercizio in luo­ ghi ad alto stimolo (parchi, in pas­seggiata, a casa di amici eccetera).
Note: il cane potrebbe fare fatica ad eseguire l'esercizio con il solo co­mando vocale. In questo caso, aiu­tiamolo con il gesto della mano che, però, con il tempo e molte ripetizio­ni, dovrà essere sempre meno evi­dente fino a scomparire: all'inizio posso muovere la mano con un'o­scillazione di 20 cm per poi passare a 15 cm, poi a 10, a 5 cm... fino a un impercettibile movimento.

 

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4. Il "vento di maestrale". Il comando "bacio".

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- Il "vento di maestrale". A volte un po' d'aria può fare miracoli.
Un cucciolo, spesso, è facil­mente impressionabile, so­prattutto quando non si aspetta un'azione improvvisa da parte nostra.
Dipende molto, però, anche dalla genetica del cane, dal temperamento e dalla personalità dell'individuo. I sogget­ti più "tosti" possono anche ignora­re la nostra azione.
Il "vento di maestrale" in realtà è un soffio d'aria che esce all'improvviso dalla nostra bocca e va dritto sul musetto del cucciolo che ci mordicchia.
Non è il soffio in sé che inibisce il cane dal continua­re a mordere ma, piuttosto, l'effet­to sorpresa. Molto importante, su­bito dopo aver soffiato, allontanare il viso dal muso del cucciolo, per­ ché potrebbe reagire, magari pen­sando a un gioco, e senza voler­lo... pinzarci il naso!
Un'alterna­tiva potrebbe essere utilizzare una piccola pompetta per il getto d'a­ria. Appena il piccolo smette e ci guarda stupito, diamogli un bocco­ne supergustoso!
Il vento di maestrale

 

 

- Il comando "bacio"
Adesso ci divertiamo: inse­gniamo al nostro cane a "ba­ciarci" su comando; inizial­mente il cane dovrà baciare la no­stra mano (se bacia, automaticamente resetta l'opzione "mordic­chiare") e poi, se ci va, possiamo in­dirizzare lo stesso comando sul no­stro viso.
Dietro una "leccata" di un cane spesso si nascondono signifi­cati diversi rispetto al significato ro­mantico che noi proiettiamo sul ca­ne, ovvero affettivo; il cane può lec­care per stress (positivo e negativo), perché attratto da un odore, per ac­cudire oppure come atto di ricono­scimento del ruolo di "guida" (le­ adership autorevole) del condut­tore.
Ovviamente, in un momento in cui il cane sta per "mordicchiar­mi" punterei sull'ultimo punto: "so­no la tua guida, baciami e non mor­dermi". C'è anche da dire che il ca­ne, con l'esperienza, impara da noi che il bacio ha un significato diver­ so: puramente affettivo!
Vediamo come impostarlo:
a. Prendiamo un pezzetto di fegatomolto appetibile (Wurstel, cotto e simili) o un tubetto di paté per cani.
b) Strofiniamo o spalmiamo sul pal­mo della mano.
c) In silenzio, porgiamo la mano al cane e facciamola "baciare" tenen­dola ferma (5 sessioni per 5 ripeti­zioni nell'arco della giornata fino ad arrivare a 50 ripetizioni totali).
d) Facciamo la stessa operazione del punto "C " inserendo la variabile del movimento, cioè muovendo la mano lentamente a destra e a sini­stra, tenendo il palmo sempre visibile al cane (5 sessioni da 5 ripetizioni nell'arco della giornata fino ad arri­vare a 50 ripetizioni totali).
e) Adesso è il momento di togliere "l'esca": non strofiniamo più il cibo sulla mano, diamo il comando "ba­cio" porgendo il palmo della mano stessa e aspettiamo... quando il ca­ne ci lecca diciamo "bravo" e pre­miamo con lo stesso cibo usato in precedenza (5 sessioni da 5 ripeti­ zioni nell'arco della giornata fino ad arrivare a 100 ripetizioni totali, se bastano, altrimenti proseguiamo per più giorni).
f) Generalizziamo questo bellissi­mo esercizio proponendolo al cane in contesti e stimoli esterni diversi, in modo tale che lo esegua in qual­siasi situazione e non solo in casa.
g) Se vogliamo spostare il coman­do "bacio" dalla mano al viso, è semplicissimo: porgiamo il viso anziché la mano e date il coman­do "bacio"; se non funziona, spal­miamo o strofiniamo un po' di ci­bo sulla guancia, giusto per richia­margli l'esercizio appena condi­zionato sulla mano.

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5. Si decolla! La doccia fredda. La tecnica "shaker" e conclusioni importanti

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- Si decolla! Ma sempre con delicatezza
Questa è una tecnica mol­to semplice che, in alcuni casi, dà risultati immedia­ti.
Quando il cane sta per mordere lo prendiamo saldamente (una mano o un braccio sotto il collo o sul collare e una sulla pancia, per non farlo cadere) e lo solleviamo a un'altezza massima di 60 cm.
Pos­siamo anche abbinare un coman­do prima di sollevare il cane, per esempio "volo": dopo un po' di ri­petizioni, basterà usare il comando e il cane potrebbe smettere di mor­dicchiare anche senza... decolla­re. Anche in questo caso, a fine in­ tervento diamo sempre al cane un boccone goloso.
Spesso il cane, preso di sorpresa, può inibirsi e quindi calmarsi ma potrebbe anche agitarsi; in quest'ul­ timo caso, manteniamo la calma e, in silenzio, continuiamo a tenere il cane sollevato finché non si calma.
Possiamo tenere il cane in due po­sizioni: la prima parallelo al pavi­mento mentre la seconda prevede una leggera inclinazione in avan­ti della testa del cane. Per i cani di grossa taglia questa tecnica è riser­vata ai cuccioli... sollevare un Ala­no di 7-8 mesi potrebbe essere già piuttosto impegnativo.
ti faccio volare

 

- La doccia fredda. Il tempismo è fondamentale
Questa tecnica è molto utile per capire quanto siano importanti l'effetto sorpre­sa e il tempismo d'intervento, piut­tosto che l'azione stessa.
Infatti, la "doccia fredda" prevede l'interru­zione dell'azione di mordicchiare del cane con una spruzzata d'ac­qua erogata con uno vaporizzatore (piccolo) per piante.
I fattori deter­minanti sono i seguenti:
- il getto dello spruzzino deve es­sere diretto e non vaporizzato;
- lo spruzzino deve essere nasco­sto dietro la schiena prima dell'u-tilizzo;
- bisogna intervenire entro 0,5 se­condi dall'inizio del mordicchiare;
- inseriamo un comando prima dello spruzzo, in modo, che dopo 2-3 spruzzate, il comando basti.
spruzzo

 

 

- La tecnina "shaker"
Il nome potrebbe trarre in inganno: non si tratta di portare il cane al bar per offrirgli un cocktail al fine di stordirlo e calmarlo... Prendia­mo una bottiglietta di plastica vuo­ta da mezzo litro, infiliamoci dentro una decina di sassi di misure diver­se e richiudiamo il tappo.
Quando il cane propone l'azione di morde­re, agitiamo la bottiglietta come fos­se uno shaker in modo da produrre rumore; il rumore improvviso, spes­so, prende di sorpresa il cane che lascia la presa.
Se questo rumore non è efficace, possiamo usare una lattina con dentro qualche pezzetto di ferro (viti, bulloni eccetera) pro­ducendo un rumore metallico.
At­tenzione: le prime volte serve un ru­more leggero in modo da non trau­matizzare il cane, dobbiamo trovare la "shakerata" giusta che interrompa la sua azione senza spaventarlo.
An­che in questo caso, prima dello sha­ker, possiamo inserire un comando che funga poi da "promemoria". Di nuovo, premiamo sempre il cane a intervento concluso.
Il vantaggio dello shaker è l'utilizzo a distanza: se il cane mordicchia un familiare o un amico che si trova a 3 metri di distanza possiamo intervenire azio­nando il rumore in modo da genera­lizzare il comportamento del cane.
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- Conclusioni importanti. Non stiamo parlando di punizioni
Abbiamo visto diverse tec­niche che provocano effet­ti diversi a seconda del ca­ne (genetica, esperienze e così via) e del conduttore che le pro­pone (siete abbastanza credibili per il vostro cane o è necessario lavorare sull'aumento della rela­zione e della leadership?).
Que­ste tecniche che tipo di impatto possono avere sul vo­stro cane? E' sempre una questio­ne di dosaggio e di come vi pone­te durante l'esecuzione della tec­nica.
Se l'applicazione è corret­ta, non possiamo parlare di "puni­re" o "rinforzare negativamente" il cane ma semplicemente di disto­glierlo dall'azione di mordicchiare prendendolo di sorpresa.
Infatti è difficile collocare un soffio d'aria, uno spruzzo d'acqua, un'alzata, e un rumore (shaker) nella categoria delle "punizioni": si tratta di "sti­moli avversativi".
Sempre fondamentale è finire ogni intervento in positivo: se riuscite a "distrarre" il cane con una delle tecniche de­ scritte, concludete con un bocco­ne in modo da ripristinare la "rela­zione".
Anticipo la domanda che, giustamente, qualcuno potrebbe porsi: "non è che il cane impa­ra che se mi morde poi io lo al­zo e riceverà un boccone?"
Trop­po complesso per il cane, poiché i nostri amici a quattro zampe as­sociano il rinforzo all'ultima azio­ne fatta quindi, nel caso del nostro esempio, il cane associa il cibo al non mordicchiare.
Inoltre il cibo potrebbe essere un rinforzo positivo ma anche uno stimolo: per sti­molo s'intende qualcosa che atti­ra e distrae il cane.......e quando il cane si eccita, iniziando a mordic­chiare, uno stimolo può aiutarlo a ripristinare la calma.

 

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