Gli animali hanno la capacità di colorare ogni ricordo, di rendere ogni esperienza più piacevole, divertente e coinvolgente: con il loro sguardo curioso e l’entusiasmo che li contraddistingue, ogni luogo si trasforma.
Osservare il mondo attraverso i loro occhi e stupefacente: ogni sasso, bastoncino, filo d’erba può diventare un gioco, uno stimolo o, al contrario, un nemico da guardare con diffidenza.
Ma come possiamo proteggerli dai pericoli reali, quelli che si celano nell’ombra e che rappresentano la preoccupazione maggiore, quando si decide di portarli in vacanza?
Partendo da questa domanda, intraprenderemo un viaggio tra le principali mete estive e le rispettive criticità che possono essere sconosciute ai meno esperti.
Come sempre, l’invito e di rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per ricevere consigli utili e adottare gli accorgimenti opportuni.
1. AL MARE IN SICUREZZA
Il mare e una delle mete preferite dalle famiglie, poiché offre numerose attrazioni e passatempi, oltre a garantire bagni freschi e rigeneranti e paesaggi mozzafiato.
Sicuramente rappresenta un'ottima soluzione per il proprio amico a quattro zampe, grazie all'aumento delle spiagge dog friendly che consentono l’accesso anche a Fido; qui, può incontrare altri cani con cui scatenarsi in corse all'ultimo respiro sul bagnasciuga e tuffarsi in acqua, magari per recuperare una pallina o un bastoncino.
Tuttavia, anche al mare ci sono pericoli da cui e nostro compito proteggerlo, così da assicurare a tutti i membri della famiglia, bipedi e non, una permanenza serena e divertente. Di sicuro la sabbia rappresenta un tasto dolente per i pet: essa, infatti, può esercitare una azione abrasiva sulla loro pelle, soprattutto durante il gioco.
È importante cercare di monitorarli ed evitare che si agitino troppo facendo entrare in contatto gli occhi dei granelli di sabbia; fondamentale e anche non far ingerire grossi quantitativi di sabbia poiché, date le sue caratteristiche irritanti, può causare disturbi gastrointestinali che richiedono un consulto con un veterinario.
Nella sabbia, inoltre, si annidano acari e parassiti che possono provocare dermatiti molto fastidiose; quindi, ricordare di applicare antiparassitari con una certa frequenza, seguendo le indicazioni del medico.
Anche l’acqua salata può irritare la pelle, pertanto si consiglia di sciacquare l'animale con acqua dolce dopo una giornata in spiaggia; bisogna poi evitare che ingerisca l'acqua del mare per scongiurare intossicazioni da sodio.
In generale, asciugare bene il proprio pet, fornirgli acqua fresca potabile e ripulirlo dalla sabbia possono fare la differenza, tenendo sempre presente che il punto di riferimento per consigli o consulti deve essere il veterinario.
IL COLPO DI CALORE
Trascorrere un’intera giornata in riva al mare è forse una delle esperienze più rilassanti e piacevoli: la brezza fresca, il profumo di salsedine, la sensazione della sabbia sotto i piedi ...
Ma non bisogna dimenticare che i nostri amici a quattro zampe soffrono molto il caldo e, se davvero si intende riposare tutto il giorno in spiaggia, bisogna attrezzarsi per proteggerli dal calore rovente che l’estate è capace di riversare sui poveri vacanzieri.
In caso contrario si può incorrere nel rischio del colpo di calore, ovvero un rapido aumento della temperatura corporea che non può essere compensato dai sistemi fisiologici di termoregolazione.
Occhio ai soggetti con patologie cardiovascolari, a individui obesi c/o anziani; alcune razze sono più predisposte a problemi di questo tipo a causa della conformazione corporea, come i brachicefali (Carlino, Bulldog e Boxer sono esempi calzanti).
Per proteggere Fido bisogna procurargli un posto all’ombra che sia il più fresco possibile e mettere a sua disposizione un asciugamano bagnato con acqua fresca.
In generale si sconsiglia vivamente di far restare il cane all'aperto nelle ore più calde della giornata senza la possibilità di ripararsi; ancora una volta, il veterinario saprà fornirvi tutti i consigli e le indicazioni di cui avete bisogno per organizzare la vacanza perfetta.
FIDO IN SPIAGGIA.
COSA AVERE SEMPRE CON SE:
• Acqua fresca potabile
• Asciugamani
• Guinzaglio e pettorina
• Passatempi
COSA EVITARE DI FARE:
• Portare Fido in una spiaggia non dog-friendly
• Esporlo al calore nelle ore più calde della giornata
• Farlo scavare troppo nella sabbia
• Lasciare che l'acqua salata si asciughi senza sciacquare il pet a fine giornata
2. IN CAMPAGNA CON FIDO E MICIO: QUALI SONO LE INSIDIE?
C’è anche chi, alla vita mondana del mare, preferisce un rigenerante soggiorno in campagna, nella calma e tranquillità della natura.
Ebbene, gli amanti dei canti delle cicale non sono esenti da rischi, qualora decidano di portare con se i propri animali domestici. Il primo pericolo è di certo quello dell’inalazione di corpi estranei, specie di origine vegetale (per esempio, il forasacco).
Oltre a trasportare patogeni molto aggressivi, come Aspergillus fumigatus, alcuni di questi frammenti possono migrare nei tessuti dell'animale, tanto da riuscire a superare il diaframma, passando così dalla cavità toracica alla muscolatura addominale e del dorso.
Il cane, in particolare, può andare incontro a simili complicazioni se l’inalazione avviene durante la respirazione a bocca aperta. Altri pericoli sono rappresentati dalle zootossine, ovvero veleni prodotti dagli animali, come le vipere; spesso si erede che questi rettili vivano in montagna o comunque a quote più elevate, ma non ce convinzione più errata.
Le vipere possono annidarsi anche in campagna ed e fondamentale osservare il proprio animale domestico con attenzione e intervenire tempestivamente; il veleno di vipera, infatti, può avere conseguenze fatali su Fido e Micio, specie nel caso di animali di taglia contenuta.
Infine, quando si parla di campagna e di campi dorati baciati dal sole, inevitabilmente la mente si rinfresca in quei fontanili e canali artificiali che possono rappresentare invitanti piscine per i nostri amici a quattro zampe.
Anche in questo caso non va abbassata la guardia: le pozze di acqua, soprattutto se stagnante, offrono l’ambiente ideale per la proliferazione di parassiti come Giardia, un protozoo con un elevato potere zoonosico e, quindi, in grado di aggredire anche l’uomo.
Meglio fare in modo che i pet non bevano acqua stagnante o proveniente dai canali di campagna e di recarsi dal veterinario per un controllo qualora si presentassero sintomi come diarrea e inappetenza.
3. LA MONTAGNA E I SUOI PERICOLI
Infine la montagna, con i suoi sentieri ombrosi che attirano escursionisti e appassionati di trekking: occhio alle piante velenose che possono essere ingerite con facilità dai nostri beniamini durante una passeggiata all’aperto.
In questo caso i sintomi variano in base alla specie vegetale coinvolta; pertanto, si ricorda ai proprietari che gli animali dovrebbero essere monitorati con attenzione e, se possibile, portati a spasso al guinzaglio.
Altro grave errore da evitare: non portarsi dietro dell'acqua fresca. Infatti, sebbene il clima della montagna sia decisamente più fresco, gli animali si possono disidratare.
Attenzione ai campanelli di allarme quali affanno, debolezza, lambimento eccessivo delle labbra, produzione di ingenti quantità di saliva; qualora si presentassero, interrompete la passeggiata e lasciate che il vostro amico a quattro zampe si riposi e beva acqua fresca.
Tra l’altro, anche Fido e Micio possono soffrire di mal di montagna, un disturbo che si presenta quando si sale di quota troppo velocemente e il corpo non ha il tempo di abituarsi alla differente pressione atmosferica e, quindi, a livelli di ossigeno più bassi, il segreto è percorrere il sentiero gradualmente, concedendo qualche pausa lungo la strada.
Fare attenzione a sintomi come scialorrea, vomito e abbattimento perché potrebbero essere segnali di allarme.
È fondamentale, prima di sottoporre il proprio animale a un simile sforzo, recarsi dal veterinario per un check up e accertarsi che le sue condizioni fisiche siano idonee a questo tipo di attività.
4. LE MALATTIE TRASMESSE DALLE ZECCHE
Un altro problema da non sottovalutare quando si decide di avventurarsi tra i boschi della montagna sono gli ectoparassiti e, in particolare, le zecche; questi aracnidi, infatti, possono inoculare durante il morso innumerevoli microrganismi patogeni, responsabili di malattie anche letali.
Basti pensare alla malattia di Lyme, avente come agente eziologico Borrelia, alla babesiosi, che causa una grave anemia emolitica, alla ehrlichiosi, che induce un malfunzionamento degli eritrociti e delle piastrine.
L’aspetto più preoccupante è che tutte queste malattie possono colpire anche l’uomo.
Si raccomanda di sottoporre i propri animali ad adeguati trattamenti antiparassitari, prima di recarsi in gita nei boschi e di non estrarre la zecca con metodi “fai da te": si rischia, infatti, di staccare il corpo del parassita dal rostro, che può quindi permanere all’interno della cute e continuare a inoculare microrganismi patogeni.
Si può ricorrere a speciali pinze, acquistabili in qualsiasi pet store, che consentono di staccare l’aracnide con un movimento rotazionale che assicura la rimozione del rostro.
Una volta estratta la zecca, e bene recarsi quanto prima da un veterinario per una valutazione clinica e per effettuare esami volti a individuare precocemente la presenza di microrganismi patogeni: un intervento tempestivo può salvare la vita del vostro animale domestico.
SINTOMI DELLE MALATTIE TRASMESSE DALLE ZECCHE:
- BABESIOSI
• Forma iperacuta: grave anemia emolitica fulminante e morte dell'animale in poche ore per shock ipovolemico
• Forma acuta: febbre alta, mucose pallide, anoressia, diarrea e vomito. La morte sopraggiunge nell’arco di pochi giorni se non viene effettuata una terapia mirata.
• Forma cronica: febbre intermittente, abbattimento e calo dell'appetito
- BORRELIOSI
• Lungo periodo di incubazione che può arrivare a 5 mesi
• Febbre alta, a volte intermittente
• Zoppia e dolori muscolari
• Abbattimento
• Calo dell’appetito
• Ingrossamento dei linfonodi periferici
- EHRLICHIOSI
• Incubazione di 1-3 settimane
• Febbre alta
• Abbattimento e letargia
• Perdita di peso
• Ingrossamento di linfonodi e milza
• Emorragie
• Possibile cecità
5. IL PASSAPORTO DI FIDO E MICCIO
- Ecco tutto ciò che bisogna sapere:
I moderni mezzi di comunicazione e trasporto di merci, animali e persone hanno consentito ai proprietari di pet di portare in vacanza anche i propri amici a quattro zampe, ma è bene ricordare che ogni qualvolta si decida di spostarsi si può incorrere in rischi sanitari.
Il pericolo più rilevante e rappresentato dalle malattie infettive che possono essere trasmesse a Fido e Micio dalla fauna locale, ma può accadere anche uno scambio contrario: ogni individuo, animale o umano, infatti, può portare con se patogeni ai quali altre specie provenienti da habitat differenti non sono mai stati esposti con il rischio di diffondere epidemie.
Non bisogna, inoltre, cadere nell'errore di pensare che la diffusione di microbi tra gli animali non ci riguardi: il 60% circa delle attuali malattie infettive dell’uomo deriva proprio dalla fauna con cui convive (si tratta, infatti, di zoonosi) e delle 5 nuove malattie che emergono ogni anno, tre sono di origine animale.
Per questo gli Stati di tutto il mondo hanno deciso di tracciare linee guida precise per il controllo degli spostamenti degli animali tramite il passaporto del pet. Per ottenerlo basta recarsi al Servizio veterinario locale di competenza con un documento valido e il codice fiscale; e poi indispensabile che il pet sia identificato con un tatuaggio leggibile o un microchip.
Le norme generali prevedono che l’animale sia stato sottoposto da almeno 21 giorni (in caso di primo trattamento profilattico) e da non più di 11 mesi alla vaccinazione contro la rabbia; a fare la prima registrazione della avvenuta somministrazione del vaccino e il Servizio veterinario con il rilascio del passaporto, mentre le successive possono essere annotate dal veterinario libero professionista che le ha praticate.
Per viaggiare nei Paesi extra Ue è e poi fondamentale ottenere una certificazione di idoneità al viaggio e la vidimazione del passaporto, sempre a cura del Servizio veterinario.
Eppure tutto questo non basta: alcuni Paesi, come Regno Unito, Irlanda, Malta e Svezia hanno regolamenti più restrittivi e richiedono anche test sierologici preventivi che dimostrino l’effettiva protezione del pet in seguito alla vaccinazione antirabbica.
Per essere certi di possedere tutti i requisiti per il viaggio è meglio rivolgersi al Consolato o all’Ambasciata del Paese prescelto come meta. Sono previsti controlli anche prima del rientro in Italia: infatti, se si viaggia in zone dove la rabbia è ancora presente bisogna fare un test sierologico precedentemente alla partenza.
Quanto illustrato finora è valido per cane, gatto e furetto, ma è possibile portare con se anche animali da compagnia non convenzionali; per farlo, occorre sottoporre il pet a una visita sanitaria presso il Servizio veterinario che, in caso i risultati siano favorevoli all’espatrio, rilascerà un certificato che ne consentirà il trasporto.
Tutto ciò potrebbe sembrare astruso e impegnativo, ma non bisogna scoraggiarsi: nel momento in cui si decide di ampliare la propria famiglia e di adottare un animale si assumono determinate responsabilità ed è bene ricordarsene sempre.
- CONVIVENZA CON LA FAUNA SELVATICA
Concludiamo il dossier con un breve paragrafo sulla convivenza con la fauna selvatica. Spesso si ha l’arroganza di ritenere che il mondo ci appartenga e che ogni ambiente sia alla nostre merce, sia da un punto di vista di sfruttamento delle risorse naturali, sia da un punto di vista ludico.
Ebbene, quando ci si reca in un bosco, in riva al mare, in campagna, non si deve mai dimenticare che siamo ospiti e che, in quanto tali, abbiamo il dovere di rispettare la natura che ci accoglie e gli animali che ne fanno parte.
Abbandonare rifiuti e deiezioni degli animali domestici è un grave errore: l'immondizia può attirare la fauna selvatica, inclusi i grandi carnivori che sono tornati nei nostri territori, verso i centri abitati e creare confusione e allarmismi.
Inoltre, le feci e le urine di Fido e Micio possono contenere microrganismi con cui la fauna selvatica non e mai entrata in contatto e contribuire a diffondere malattie infettive anche gravi.
Un altro problema e la circolazione di animali domestici senza guinzaglio ne alcun tipo di controllo negli habitat naturali, perché possono spaventare o persino ferire la fauna selvatica.
Ogni nostra orma lasciata sul terreno umido o sulla sabbia ha un impatto su chi in quei boschi e su quelle rive risiede ogni giorno dell'anno: e importante acquisire maggiore consapevolezza e rispetto perché proteggere la natura significa tutelare anche la nostra salute.