Non rallenta l’epidemia di influenza stagionale e si avvicina al suo picco con il suo bagaglio di malesseri: mal di gola, febbre, tosse, senso di debolezza, naso che cola..
Secondo il bollettino di InfluNet, dell’Istituto Superiore di Sanità, nella prima settimana del 2018 si registra ancora un aumento del numero di casi alimentato soprattutto dai giovani adulti e dagli anziani.
802mila i nuovi contagi in sette giorni, che hanno portato il totale dei malati a 2.997.000. Il livello di incidenza in Italia è pari a 13,11 casi per mille assistiti.
Molti non conoscono o minimizzano le conseguenze gravi che questa malattia può causare se non correttamente curata, o se a esserne colpiti sono particolari soggetti a rischio: over-65, bambini, donne in gravidanza, malati cronici.
Secondo le stime del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), in Europa sono circa 40mila le morti da complicanze influenzali.
Fra le più diffuse, ricordiamo le polmoniti batteriche o virali. Il modo migliore per prevenire e combattere la malattia è ricorrere al vaccino.
Le nuove preparazioni vaccinali, in linea con i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e aggiornate sulla base delle variazioni climatiche e delle mutazioni dei virus in circolazione, offrono una mirata immunizzazione contro i più diffusi ceppi virali della malattia.
Ma quando si parla di vaccini, è sempre meglio “mettere i puntini sulle i”: perché la Rete è piena di fake news!
1. Cos’è il vaccino antinfluenzale stagionale e per quali categorie il vaccino è gratuito?
- 1) Cos’è il vaccino antinfluenzale stagionale?
È un preparato contenente frammenti di alcune proteine dei virus influenzali inattivati, capaci di stimolare il sistema immunitario e attivare le difese giuste.
Finora la maggior parte dei vaccini stagionali erano trivalenti, ovvero proteggevano contro tre ceppi di virus influenzale: due ceppi A e un unico ceppo B.
A partire dagli anni 80, però, il virus B si è evoluto e si è diviso in due differenti ceppi: B/Victoria e B/Yamagata, che circolano insieme e in proporzioni non prevedibili.
I vaccini antinfluenzali più utilizzati saranno quindi sempre più quadrivalenti, vaccini adattati all’evoluzione del virus B e alla sua imprevedibilità.
Essi offrono una più ampia prevenzione e protezione contro i virus in circolo.
Nei prossimi anni l’utilizzo del vaccino quadrivalente al posto di quello trivalente potrebbe portare a un’ulteriore riduzione di ricoveri e decessi correlati all'influenza.
Nelle persone anziane è importante utilizzare vaccini adiuvati o intradermici, che garantiscono migliore risposta in soggetti con un sistema di difese indebolito dall’età.
- 2) Per quali categorie il vaccino è gratuito?
È gratis per tutte le categorie a rischio.
Gli altri devono farselo prescrivere dal proprio medico, che potrà anche somministrarlo direttamente (il costo è di circa 10 euro).
2. Il vaccino dell'anno scorso mi protegge ancora e per chi è raccomandato?
- 3) Il vaccino dell'anno scorso mi protegge ancora?
La protezione massima non dura più di sei o otto mesi; dopo questo periodo gli anticorpi calano naturalmente.
Inoltre, il virus, passando da persona a persona, si modifica e la formulazione vaccinale dell’anno precedente rischia di non essere aggiornata e pronta ad attivare le difese corrette contro le mutazioni virali che causano influenze diverse nell’intensità dei sintomi e nella durata del decorso.
- 4) Per chi è raccomandato?
Dovrebbero assolutamente vaccinarsi le cosiddette categorie a rischio:
- tutti gli over-65;
- le persone, di qualsiasi età, che presentano patologie croniche come enfisema, diabete, tumori, malattie cardiovascolari, oppure patologie croniche del fegato, come epatite B e C;
- le persone obese;
- i soggetti con malattie in ammatorie dell’intestino.
Per questi pazienti la vaccinazione influenzale è fondamentale: evitare il contagio permette di limitare il rischio di riacutizzazioni o di complicanze di queste patologie.
Un ruolo fondamentale in tal senso lo devono ricoprire gli specialisti.
A loro è affidata la presa in carico di questi pazienti e, oltre al piano terapeutico legato alla cronicità della malattia, dovrebbero fornire le indicazioni utili a tutelare la loro salute a 360°.
Sì alla vaccinazione per le donne al secondo o terzo trimestre di gravidanza: così si generano gli anticorpi necessari a proteggere il bambino nei primi mesi di vita.
Inoltre, contrarre l’influenza in gravidanza potrebbe comportare dei rischi per il feto, anche di tipo neurologico.
E ancora: devono vaccinarsi i medici e gli operatori sanitari; chi lavora a stretto contatto con gli animali; le insegnanti degli asili e della scuola primaria; in fine, le persone in attesa di intervento chirurgico.
Inoltre, non dovrebbe mancare l’appuntamento con il vaccino chi ha malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV.
Si sta proponendo la vaccinazione anche ai bambini dopo i sei mesi di età, per ridurre le assenze da scuola e il contagio in famiglia.
3. È vero che se mi vaccino posso prendere lo stesso l’influenza e quali sono i benefici?
- 5) È vero che se mi vaccino posso prendere lo stesso l’influenza ma in forma più blanda?
Sì, ma in forma lieve e priva delle severe complicanze che in alcuni casi possono portare addirittura all’ospedalizzazione.
A questo proposito c’è a volte chi dice di essere stato contagiato pur dopo essersi vaccinato.
Questa affermazione
nasconde un malinteso: a volte rialzo febbrile, mal di gola e tosse non sono dovuti al virus influenzale, ma ad altri agenti infettivi, come adenovirus o virus parainfluenzali.
- 6) Quali sono i benefici?
Grazie all'attivazione del sistema immunitario che genera anticorpi specifici, il vaccino contro l''influenza permette di proteggere la persona e di evitare che trasmetta la malattia ad altri.
Il vaccino riduce la possibilità di manifestare i sintomi più severi dell’influenza, mettendo al riparo da gravi conseguenze.
Fra le complicanze più frequenti ci sono le polmoniti batteriche – nelle quali, dopo un miglioramento dei sintomi dell’influenza, ricompare un peggioramento delle condizioni generali - e di quelle virali.
Il virus dell’influenza può anche fare da apripista al meningococco che causa la meningite.
4. Ci sono controindicazioni e come comportarsi con bambini e adolescenti?
- 7) Ci sono controindicazioni?
Può provocare male al braccio e rossore nella zona in cui è stato somministrato.
Queste reazioni scompaiono entro poche ore o, al più tardi, entro due giorni.
Sintomi generali quali lieve rialzo febbrile, mal di testa, leggero malessere, dolori muscolari compaiono molto raramente (nel 5-20% dei casi) e tendono a passare nel giro di uno o due giorni.
La somministrazione del vaccino, quando si è in terapia con cortisone o con antitumorali, potrebbe risultare meno efficace.
In questi casi, sarebbe meglio vaccinarsi nella fase di intervallo delle terapie.
- 8) Come comportarsi con bambini e adolescenti?
Nel Regno Unito sono anni che vengono vaccinati i bambini e i ragazzi per ridurre sensibilmente la diffusione del contagio nelle scuole, nelle piscine, nelle palestre e in famiglia.
Ogni anno dovrebbero essere vaccinati ragazzini che hanno condizioni di salute particolari che li rendono più vulnerabili: malattie del cuore, dei reni, dell’apparato respiratorio, alterazioni al sistema immunitario.
5. Come e dove vaccinarsi e da che mese e fino a quando c’è tempo per vaccinarsi?
- 9) Come e dove vaccinarsi
Presso la propria Asl o nell’ambulatorio del medico di base.
Dopo l’acquisto, il vaccino va conservato in frigo, senza esporlo alla luce e a una temperatura compresa fra i 2 e gli 8 °C, che deve essere mantenuta anche durante il trasporto.
Ogni anno, all’inizio di novembre, è indetta una giornata nazionale di vaccinazione contro l’influenza, durante la quale è possibile farsi vaccinare presso alcuni studi medici senza appuntamento a un prezzo ridotto.
- 10) Da che mese e fino a quando c’è tempo per vaccinarsi?
Con l’abbassamento della temperatura il virus diventa particolarmente aggressivo.
Bisogna batterlo sul tempo e vaccinarsi possibilmente a novembre e comunque almeno un paio di settimane prima del grande freddo che, in genere, coincide con il periodo natalizio.
Fondamentale giocare d’anticipo, perché l’organismo deve avere il tempo di sviluppare le difese immunitarie in maniera ottimale.
Nei dieci giorni che seguono la somministrazione è possibile essere contagiati, perché la produzione di anticorpi non è completata.