L’intestino è senza ombra di dubbio uno degli organi più affascinanti e delicati dell’organismo: è responsabile della digestione e dell’assorbimento delle sostanze nutritive e ciò lo espone a innumerevoli rischi fisici e microbiologici.
Per tali ragioni nel corso dell’evoluzione ha saputo adattarsi perfettamente alla propria funzione sviluppando un’organizzazione complessa che lo vede interagire con un intero microbioma, con cui ha stretto un rapporto simbiotico, e dialogare e lavorare di concerto con molti altri organi.
Non solo: l’intestino di ogni specie riflette le attitudini e le abitudini alimentari con strutture del tutto peculiari che si sono specializzate in base alla dieta.
Il segreto del corretto funzionamento intestinale è indubbiamente l’equilibrio tra le popolazioni batteriche che lo abitano, il tipo di alimenti con cui entra in contatto e la salute degli altri organi con cui coopera.
Ma cosa accade quando questo equilibrio si spezza e, soprattutto, quali sono le cause principali della comparsa di disturbi enterici?
1. LE PIU' COMUNI MALATTIE INTESTINALI
Le cause alla base dei disturbi intestinali del cane e del gatto sono molteplici e non sempre è facile risalire alla precisa eziologia dei sintomi.
Non si deve dimenticare che gli animali domestici sono esposti ad alimenti e sostanze di comune consumo e utilizzo umano che però risultano nocivi per loro; non è raro che sviluppino vere e proprie intossicazioni alimentari od ostruzioni intestinali a causa dell’ingestione accidentale di farmaci e altri oggetti di uso quotidiano, spinti dalla curiosità che li contraddistingue.
Non vanno, poi, tralasciate le patologie virali e batteriche che colpiscono soprattutto cuccioli e soggetti non vaccinati, e nemmeno le malattie parassitarle, molto diffuse in Italia anche grazie alla presenza di ampie aree rurali e corsi d’acqua.
Un’altra problematica, oggi in aumento, che interessa l’apparato digerente è data dalle allergie e dalle intolleranze alimentari che possono presentarsi con sintomi generici quali vomito e diarrea, fino a sfociare in dermatiti molto fastidiose per Fido e Micio.
Talvolta, però, può capitare che l’origine dei disturbi intestinali sia da ricercare in altri organi: per esempio, sì può osservare diarrea in caso di ipertiroidismo, insufficienza pancreatica, patologie epatiche o delle vie biliari, ipoadrenocorticismo.
Date le innumerevoli cause che potrebbero essere alla base della comparsa di sintomi enterici nel cane e nel gatto, è importante consultare il veterinario e fornirgli quante più informazioni possibile non soltanto in relazione alle abitudini alimentari del pet, ma anche a possibili fonti di rischio con cui potrebbe essere entrato in contatto.
La diarrea: sintomo o malattia? È giunto il momento di sfatare miti e leggende: la diarrea non è una malattia, bensì un sintomo, classificabile come disturbo della defecazione che provoca un aumento del volume delle feci o una diminuzione della loro consistenza.
Può avere origini differenti e se ne conoscono diverse tipologie (osmotica, essudativa, secretoria, da alterata motilità), pertanto, non esiste un’unica terapia efficace contro tutti i tipi di diarrea.
La strategia migliore in caso di diarrea persistente o di episodi ripetuti è quella di sottoporre l’animale ad accertamenti diagnostici al fine di individuare la causa scatenante e trattarla in maniera selettiva con una terapia adeguata.
Ciò significa che la visita veterinaria è fondamentale per combattere il problema, mentre rimedi fai-da-te possono aggravare la situazione e rendere più difficile l’iter diagnostico.
In generale, è bene prestare alcuni accorgimenti: è importante, per esempio, valutare la consistenza delle feci (un parametro importante per determinare la gravità dell’episodio); se le feci non sono completamente liquide, si suggerisce di aspettare almeno un giorno, così da verificare se la diarrea sia autolimitante.
Se i sintomi persistono per più di un giorno è bene portare il pet dal veterinario per un controllo; non bisogna assolutamente somministrare addensanti fecali, farmaci o probiotici senza indicazione medica.
Sì raccomanda anche di non cambiare repentinamente alimentazione, a meno che non sia stato introdotto un nuovo alimento poco prima dell’episodio diarroico: in tal caso, potrebbe essere quella la causa scatenante e l’eliminazione dell’alimento dovrebbe risolvere il problema.
2. MALATTIE PARASSITARIE INTESTINALI
I parassiti intestinali del cane e del gatto sono diffusi in tutto il mondo e rappresentano un motivo di grande preoccupazione per i veterinari a causa del loro potenziale zoonosico.
Alcuni di questi organismi, infatti, sono in grado di aggredire anche l’uomo e, pertanto, sono considerati un problema di salute pubblica.
Uno studio del 2014 ha evidenziato che in Lombardia il parassita più diffuso tra cani e gatti è “Giardia duodenalis”, un protozoo il cui ciclo parassitario è legato agli ambienti umidi e che si trasmette per via oro-fecale: gli animali si infettano ingerendo, annusando o leccando feci o altri oggetti contaminati.
Il vero problema legato alla Giardia è che può parassitare l’uomo, causando disturbi intestinali anche gravi, come la sindrome del colon irritabile. Anche “Toxocara canis” e “Toxocara cati”, al secondo posto per diffusione, hanno potenziale zoonosico e sono ben noti per i loro effetti nocivi sull’uomo.
I casi clinici riguardano soprattutto i pazienti pediatrici e adolescenti (“Toxocariasis: a silent threat with a progressive public health impact” di J. Chen, Q. Liu, G. Liu, W Zheng, S. Hong, H. Sugiyama, X. Zhu e Η. M. Elsheikha, 2018) che presentano una sintomatologia molto variabile a seconda della sede in cui si localizza il parassita.
Cane e gatto eliminano Toxocara attraverso le feci e, in questo modo, contaminano l’ambiente ed espongono l’uomo al rischio di ingestione accidentale di larve attraverso cibo poco cotto.
Non sono da tralasciare nemmeno le malattie parassitane causate da platelminti (vermi piatti) e, tra queste, è certamente da ricordare l’infestazione da Echinococco, una specie parassitarla caratteristica delle regioni centro-meridionali e insulari e che ha come ospite definitivo il cane; sebbene la sintomatologia di Fido sia scarsa e non siano rare le forme asintomatiche, è bene comprendere che le larve di Echinococco possono aggredire l’uomo, formando delle cisti parassitarie, note con il nome di idatidi, in diverse parti del corpo.
Questa condizione, chiamata idatidosi, nel 95% dei casi ha sede epatica, polmonare o peritoneale ed è molto frequente nelle regioni in cui è presente e diffuso l’allevamento ovicaprino (come evidenziato in “Idatidosi umana: recenti acquisizioni e descrizione di quattro casi pediatrici a sede inusuale” di S. Giordano, C. Aciemo, M. Milazzo, R. Nasta, M. C. Celauro, G. Troia e F. Scarlata, 2004).
Il rischio principale correlato a questa patologia nell’uomo è rappresentato dalla possibile rottura della cisti idatidea con probabile sviluppo di reazioni anafilattiche. In generale, è bene sospettare una parassìtosì intestinale se Micio e Fido presentano disturbi come diarrea, inappetenza, prurito anale e perdita di peso, oppure se ci si è recati recentemente in regioni o aree ad alto rischio.
La diagnosi e il trattamento delle malattie parassitarie sono alquanto semplici, per cui i proprietari non devono allarmarsi; anche in questo caso il veterinario saprà fornire tutte le indicazioni caso-specifiche e darà consigli utili per la gestione della patologia.
3. MALATTIE MISTERIOSE: INFLAMMATORY BOWEL BISEASE DEL CANE E DEL GATTO
L’ Inflammatory bowel disease - Ibd è un gruppo di malattie caratterizzato dalla persistenza di infiltrazioni cellulari infiammatorie di origine sconosciuta.
Si tratta di una patologia cronica idiopatica, perché la comunità medica non è ancora riuscita a identificare con esattezza la causa di questa condizione.
Si ipotizza che alla base della Ibd possano esserci infezioni batteriche, malattie parassitarle, fattori ambientali, disordini psicosomatici derivanti da distress cronico, allergie o intolleranze alimentari, effetti collaterali causati da farmaci oppure che vi sia una predisposizione genetica.
L’ipotesi più accreditata è quella che la causa dell’infiammazione intestinale sia legata a una ridotta capacità, da parte del sistema immunitario, di tollerare antigeni alimentari o endogeni e la stessa microflora intestinale propria.
I sintomi associati a Ibd sono diarrea, vomito, perdita di peso, apatia, dolore addominale, flatulenza, ma anche ascite, edema perifèrico e melena.
Nel gatto, più che nel cane, si osserva anche inappetenza e vomito a carattere intermittente. Sembra che alcune razze siano più predisposte di altre a manifestare la patologia, come il Pastore Tedesco, lo Yorkshire Terrier, lo Shar-Pei, il Cocker Spaniel e, in generale, tutti i gatti di razza; normalmente la malattia insorge tra i 2 e i 6 anni.
Al momento la terapia adottata dopo conferma di diagnosi di Inflammatory bowel disease combina un trattamento farmacologico mirato a modulare la risposta immunitaria e infiammatoria nei confronti degli antigeni intestinali e una dieta specifica caratterizzata da elevata digeribilità, scarso contenuto di grassi, corretto apporto di fibre, presenza di proteine ad altissimo valore biologico e glutammine, e un bilanciato rapporto Ω3 e Ω6.
4. LA SALUTE VIEN MANGIANDO: ATTENZIONE ALLA DIETA
La salute dell’intestino e di tutto l’organismo è inevitabilmente correlata alla dieta: ogni nutriente deve essere assunto in quantità corrette che possono essere influenzate da innumerevoli fattori, dalla razza alla frequenza con cui l’animale svolge attività fisica.
Le esigenze nutrizionali possono variare anche in base allo stato di salute e all’età dell’animale che attraversa numerose tappe dello sviluppo prima di raggiungere lo stadio adulto.
In tutte queste fasi della vita l’alimentazione è ciò che consente all’organismo di ricavare energia e materiali utili per la crescita e il mantenimento di ogni organo e apparato ed è fondamentale anche per il corretto funzionamento dell’intestino.
In particolare, alcune componenti del cibo, come fibre e proteine, sembrerebbero avere un impatto positivo sulla microflora intestinale, il cui ruolo è determinante nel processo digestivo e nella difesa dell’intestino da microrganismi patogeni.
Anche la tipologia di alimento può interferire con il corretto funzionamento intestinale: è stato dimostrato che diete a base di carne cruda sono associate al rischio di malnutrizione e di infezioni che non interessano soltanto gli animali domestici, ma anche gli umani conviventi.
In particolare, è stata evidenziata la presenza di Salmonella ed Enterobatteriacee, la cui diffusione può alimentare i fenomeni di antimicrobico resistenza, oltre a causare spiacevoli sintomi gastrointestinali (“Raw diets for dogs and cats: a review, with particular reference to microbiological hazards”, R. H. Davies, J. R. Lawes e A D. Wales, 2015).
Non è da sottovalutare nemmeno la presenza di parassiti che possono facilmente aggredire Fido e Micio se le carni non vengono abbattute in congelatore e vengono somministrate crude.
La soluzione ideale è, quindi, rivolgersi a un veterinario esperto in nutrizione affinché possa delineare una dieta equilibrata e personalizzata oppure indirizzare il proprietario verso l’alimento commerciale più indicato per le esigenze del proprio animale domestico.
5. IL MICROBIOMA INTESTINALE E IL SUO RUOLO NELLA SALUTE DELL’APPARATO DIGERENTE
Anche per gli animali domestici il microbioma intestinale, costituito da batteri, archeobatteri, virus e organismi eucarioti, è fondamentale per la salute dell’apparato digerente, ma il suo equilibrio è estremamente precario.
Repentini cambi di dieta, terapie farmacologiche, stress, patologie extraintestinali, infezioni batteriche o virali, malattie parassitarie, calo delle difese immunitarie sono tutte condizioni che rappresentano una minaccia per la microflora intestinale.
Per comprendere fino in fondo perché sia cosi importante tutelarla, è bene approfondire quale sia il suo ruolo nell'organismo.
Prima di tutto, i microrganismi che compongono la microflora intestinale formano un film protettivo che riveste completamente la superficie intestinale: fungono, quindi, da barriera verso tutti i potenziali agenti patogeni che vengono veicolati insieme al cibo all’interno dell’organismo.
Degno di nota è certamente il fenomeno della bioesclusione: la presenza della flora microbica scoraggia l’insediamento e lo sviluppo di specie patogene secondo un principio di competizione per lo spazio e per le risorse energetiche e nutritive.
Inoltre, il microbioma intestinale dialoga con il sistema immunitario, stimolandolo ed educandolo a tollerare la propria presenza, pur restando sempre vigile nei confronti di microrganismi nocivi.
Non solo: i batteri della flora intestinale sono in grado di produrre sostanze fondamentali per l’organismo animale, come gli acidi grassi a corta catena, che hanno funzione nutritiva per l’epitelio intestinale.
Il rapporto tra l’intestino e la flora microbica è di tipo simbiotico: ciò significa che tra le due parti si instaura una relazione basata sul reciproco aiuto; la mucosa intestinale, infatti, offre un rifugio protetto e controllato, con temperatura e condizioni ambientali costanti, e produce muco, di cui i microrganismi si nutrono.
Questo rapporto è il risultato dell’evoluzione e di ripetute interazioni tra gli organismi pluricellulari e unicellulari ed è affascinante come due entità così diverse possano coesistere all’interno dello stesso corpo, prestandosi aiuto reciproco e collaborando per mantenere quello che può essere definito come un ecosistema, un micromondo da cui dipendono tutti gli altri apparati, un sistema meravigliosamente complesso e fragile.
Note
- LE CAUSE PIÙ COMUNI DI DISTURBI INTESTINALI NEL CANE E NEL GATTO
INTOSSICAZIONI
• Aglio
• Cipolla
• Cioccolato
• Piante ornamentali (stella di Natale, agrifoglio)
• Uva
• Alcol
• Xilitolo
• Glicerolo
• Farmaci a uso umano
• Avvelenamento doloso
MALATTIE CAUSATE DA AGENTI BIOLOGICI
• Malattie virali (parvovirosi, cimurro)
• Malattie batteriche (dostridiosi, infezioni da escherichia coli, campilobatteriosi, salmonellosi)
• Malattie parassitario (giardiasi, teniasi, toxocariasi, criptosporidiosi)
ALTRO
• Allergie e intolleranze alimentari
• Dismicrobismo o disbiosi
• Calo delle difese immunitarie
• Cambio repentino di dieta
• Neoplasie
• Malattie extraintestinali con pesticidi
- SEGNALI D'ALLARME
GATTO
• Perdita di peso
• Vomito intermittente
• Anoressia
• Diarrea
CANE
• Diarrea intermittente (cronica o intrattabile)
• Vomito
• Perdita di peso (soprattutto nei cani di razza Shar-Pei)
• Appetito capriccioso (Shar-Pei)
• Disbiosi intestinale (Shar-Pei)
• Ipoproteinemia (Shar-Pei).