Introversi ed estroversi: chi sono in realtà?

Comprendere come la nostra personalità si forma, e perché, è un campo di studi incredibilmente affascinante.

A oggi, esistono numerose teorie della personalità e le più importanti sono: la teoria disposizionale (o dei tratti), quella psicodinamica, umanistica, biologica, comportamentale, evoluzionista e quella dell’apprendimento sociale.

Di solito le caratteristiche distintive della personalità di un individuo si combinano a causa di numerosi fattori di ampia portata. Secondo un’antica idea, molti aspetti del nostro temperamento e delle nostre predisposizioni sono già conformati al momento della nascita.

Fu Ippocrate (460-370 a.C.), in particolare, a formulare per primo questa tesi, ponendo le basi per l’evoluzione della medicina tradizionale (perlomeno fino al XIX secolo).

Successivamente, divenne popolare la tesi per cui gli uomini nascono senza predisposizioni e, che dunque, la loro personalità può essere plasmata.

Questo concetto comparve a partire dal X secolo, grazie al lavoro di Sigmund Freud e di altri medici come Alfred Adler e Harry Sullivan. Poco dopo, nel 1921, lo psicoanalista svizzero Carl Jung pubblicò il libro Tipi psicologici, in cui affermava che le persone sono essenzialmente diverse, guidate da una moltitudine di istinti interni: gli archetipi.

In particolare, sosteneva che ciascuno di noi sia naturalmente incline all’estroversione o all’introversione, combinate secondo la “preferenza” personale con quelle che lui definiva le “quattro funzioni psicologiche di base”: pensiero, sentimento, sensazione e intuizione.

Per secoli, studiosi e psicologi hanno provato a definire la teoria della personalità: oggi esploreremo il significato di queste definizioni… in tutte le loro sfumature!

1. La nascita di Myers-Briggs

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La teoria junghiana, una prospettiva psicodinamica, è ancora oggi utilizzata nei "questionari sulla personalità".

La loro origine va ricercata negli anni Cinquanta, quando due dilettanti, Isabel Briggs Myers e sua madre Katharine Briggs, crearono un questionario basato su Tipi psicologici di Jung, per identificare i diversi tipi di personalitä: il Myers-Briggs Type Indicator.

Il test riprende l'idea di Jung per descrivere le differenze prevedibili tra i modi in cui le persone possono comportarsi in situazioni diverse e raggruppa le personalità in otto categorie: estroversione-introversione, giudizio-percezione, sensitività-intuizione, ragionamento-sentimento.

Il Myers-Briggs Type Indicator si concentra su come "preferiamo" comportarci piuttosto che su come ci comportiamo effettivamente. Nel corso del tempo, infatti, cambiamo le nostre preferenze e le nostre tendenze naturali, a causa di modelli o comportamenti che abbiamo appreso o ereditato da amici, famiglia, società, cultura, luoghi di lavoro e altri ambienti. Le nostre preferenze quindi possono, e spesso lo fanno, cambiare nel tempo.

Il questionario Myers-Briggs è probabilmente il più importante test di personalità al mondo: le sue varianti sono utilizzate da molte organizzazioni e aziende sul posto di lavoro.

Tuttavia, come per qualsiasi tipo di questionario sulla personalità, i risultati potrebbero non essere sempre accurati.

Quindi, anche se test del genere possono fornire un quadro di riferimento incredibilmente utile, è importante usarli unicamente come linee guida. Gli individui possono quindi riflettere attentamente sui risultati, cercando di capire cosa si adatta meglio a loro stessi.

In conclusione, l'apporto principale del questionario Myers-Briggs è di donarci consapevolezza riguardo al nostro processo comportamentale, spingendoci a esplorare le nostre "preferenze piuttosto che il nostro comportamento effettivo, permettendoci l'identificazione, infine, con il modello di personalità più adatto a descriverci.

2. L'estroverso brilla... l'introverso splende

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La differenza tra estroversione e introversione può essere riassunta in questo modo: gli estroversi si concentrano sul mondo esterno, su ciò che accade fuori, mentre gli introversi su quello interiore, su idee e concetti mentali. Molte persone potrebbero avere un sentore di quale dei due tipi di personalità corrisponde loro.

Il modello Myers-Briggs della personalità si basa su quattro preferenze:
1. Dove indirizzi principalmente la tua energia?
2. Come preferisci processare le informazioni?
3. Come preferisci prendere decisioni?
4. Come preferisci organizzare la tua vita?

DOMANDATELO ORA: dove incanali la tua energia? Verso il mondo esterno delle attività e delle parole? Oppure ti concentri sui tuoi pensieri, emozioni e sentimenti?
• Introversi
In genere is fermano prima di agire. Focalizzano la loro attenzione su di sé, ricevendo da pensieri, emozioni e riflessioni l'energia necessaria ad agire. In generale, le persone introverse:
- Sono attratte dal loro mondo interiore;
- Preferiscono la comunicazione scritta;
- Apprendono meglio riflettendo, lavorando con la mente;
- Approfondiscono i propri interessi;
- Hanno la tendenza a riflettere prima di agire o parlare;
- Sono riservate e controllate;
- Si concentrano facilmente;

• Estroversi
Essi si concentrano sugli eventi esterni. Dirigono la loro energia e attenzione verso l'esterno e ricevono stimoli da esperienze e interazioni sociali. Gli estroversi:
- Sono sintonizzati con l'ambiente esterno;
- Preferiscono la comunicazione orale
- Imparano meglio  facendo o discutendo
- Hanno la tendenza a parlare prima, per riflettere poi;
- Sono socievoli ed espressivi;

- Prendono l'iniziativa nel lavoro e nelle relazioni;

 

- Capire dove ti posizioni
Tuttavia, a volte può essere difficile decidere quale sia la preferenza dominante. Ogni persona presenta delle caratteristiche che spaziano dall'introversione all'estroversione, in base ai momenti.
Può essere interessante esplorare quali comportamenti sono appresi e quali sono invece una risposta alle esigenze del momento. Sono proprio le risposte istintive che riflettono al vera preferenza di una persona.
Tuttavia, come sostiene Carl Jung, "non esiste un estroverso puro o un introverso puro". Solitamente siamo un misto di questi due elementi, a seconda della situazione e delle circostanze.

3. Caso di studio: quando i "tipi" cambiano preferenza

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Lo scienziato e drammaturgo tedesco Johann Wolfgang von Goethe osservò che il battito cardiaco umano si struttura in due fasi: la sistole, un movimento di contrazione del cuore o dei polmoni, e la diastole, un movimento di dilatazione o rilassamento.

Sistole e diastole sono anche note come 'interazione di polarità". Jung ha applicato questa celebre idea alla teoria della personalità: pur essendo una delle parti più complesse della sua teoria, ha anche un'estensione pratica molto utile.

Si può applicare, ad esempio, a una relazione coniugale, come ha fatto il visiting fellow Steve Myers, che afferma: "Supponiamo che una donna estroversa sposi un uomo introverso e, durante la loro carriera, il marito si prenda una pausa dopo il secondo figlio per passare del tempo con i bambini, mentre la moglie rientra nel mondo del lavoro dopo alcuni anni di vita domestica. Durante questa pausa, al moglie è fuori di casa tutto il giorno a svolgere un lavoro estroverso (ovvero la "sistole" della metafora di Jung). Quando torna a casa alla fine della giornata, pur essendo un'estroversa, ha bisogno di compensare trascorrendo del tempo in "diastole", ovvero in introversione. Tuttavia, il marito è stato da solo con i bambini tutto il giorno, in diastole (o introversione) per la maggior parte del tempo. Così, quando sua moglie rientra a casa dal lavoro, sebbene sia introverso, il marito ha bisogno di parlare con lei. I due entrano in contrasto, poiché lei vuole un momento di tranquillità mentre lui ha bisogno di conversare".

Cosa cambia allora nell'equilibrio coniugale? "Quando si sono sposati, lui era un introverso e lei un'estroversa. Ma in questo nuovo scenario, quando lei entra dalla porta vede un marito estroverso mentre lui vede una moglie introversa il partner sembra l'opposto della persona che ha sposato. Nel peggiore dei casi, questa situazione può degenerare e portare alla fine della relazione. Ma se i coniugi hanno gli strumenti per comprendere queste dinamiche di estroversione e introversione si renderanno conto che nessuno dei due è realmente cambiato. Piuttosto, a essere cambiate sono le loro interazioni di "sistole/diastole", a causa delle nuove circostanze: se comprendono ciò saranno in grado di vedere un aspetto che prima non conoscevano del partner, potendo ricostruire il loro stile di vita e tornando all'equilibrio precedentemente rotto".

4. Gli estroversi aprono le porte, ma gli introversi le tengono aperte

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Chi è più abile a creare un network. l'estroverso o l'introverso? Alcuni penserebbero subito al socievole estroverso mentre altri agli introversi, perché più abili a stabilire relazioni profonde.

Catherine A. Baudino, executive coach e autrice di Stepping Into My Shoes, ha dichiarato: "Il punto essenziale è cosa si intende per networking; non si tratta di girare per una stanza, raccogliere biglietti da visita e poi tornare in ufficio, chiedendosi chi sono quelle persone, cosa fanno e cosa significa per il futuro del proprio business". Questo è quello che fa l'estroverso.

"L'introverso ri-addestrato, invece, entrerà nella stessa stanza, nelle stesse circostanze, ma si impegnerà con gli altri ospiti/delegati e ascolterà attivamente le loro dichiarazioni. Cosi facendo, entra già in relazione con gli altri interlocutori e crea un legame con loro. La verità è che quest'ultimo può imparare tanto quanto la sua controparte può imparare da lui".

Catherine ritiene che l'estroverso possa insegnare all'introverso le battute per rompere il ghiaccio e iniziare una conversazione con un estraneo. Potrebbero essere domande aperte che richiedono più di un si o un no, come ad esempio: "Cosa ne pensa dell'ultimo oratore? Qual è li suo interesse per questo argomento? Come conosce al persona con cui stava parlando?.

Catherine aggiunge: "L'introverso ri-addestrato insegnerà all'altro a stare (letteralmente) zitto, ad ascoltare e a fare domande pertinenti. Gli insegnerà a sviluppare un interesse onesto per i bisogni degli altri e, oserei dire, un po' di modestia. Mentre l'estroverso sarà lì con l'unico scopo di essere al centro della scena e di promuovere se stesso, l'altro userà le sue capacità di ascolto per capire come può aiutare il suo interlocutore. Soprattutto, l'estroverso deve rendersi conto che gli ospiti di questo evento non sono il per comprare i suoi servizi, ma per vendere i propri. Scoprendo cosa interessa agli altri, l'introverso sarà in grado di offrire presentazioni interessanti e, così facendo, avvierà un legame a lungo termine".

In conclusione: la cosa meravigliosa è che tutti possiamo imparare gli uni dagli altri!





5. Cosa intendiamo con i termini "estroversione" e "introversione"?

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Cosa intendiamo con i termini "estroversione" e "introversione"? Gli stessi termini possono assumere significati diversi a seconda della persona, della teoria utilizzata o dell'aspetto teorico su cui ci si concentra. Alcune definizioni sono semplici, mentre altre sono più complesse.

Per esempio, al teoria dei cinque fattori (nota anche come teoria dei Bgi Five) è relativamente semplice, in quanto definisce l'estroversione come il grado di socievolezza di una persona, quanto essa sia stimolata dallo stare con gli altri.

La definizione di Hans Eysenck è un po' più complessa, dal momento che con "estroversione" si riferisce a elevati gradi di eccitazione cerebrale ni risposta agli stimoli esterni (sovrapponendosi in parte con la teoria dei Big Five).

"Introverso" ed "estroverso" sono parole coniate da Carl Gustav Jung. Le sue definizioni sono complesse. All'interno della sua teoria dello sviluppo, l'estroversione e l'introversione sono atteggiamenti o meccanismi complementari nell'individuo, simili alla sistole e alla diastole del cuore.

Tutti quanti abbiamo bisogno di entrambi. Tuttavia, Jung osservò che alcune persone hanno l'abitudine di usare un meccanismo piuttosto che un altro, descrivendole come "estroverse" e "introverse". Un terzo gruppo di persone, il più numeroso, utilizzava ugualmente i due meccanismi.

Erich Neumann sviluppò dunque l'idea dell'estroversione e dell'introversione all'interno della teoria dell'individuazione e, in accordo con Jung, suggerì che la loro interazione possa talvolta portare a un terzo nuovo atteggiamento: la "centroversione".

Isabel Briggs Myers ha modificato, semplificandola, la teoria di Jung, suggerendo che un individuo rientra in un gruppo o nell'altro a seconda che sia proiettato verso il mondo esterno, quello delle persone e delle cose, o verso il mondo interno, fatto di idee e informazioni.

Riteneva che questa semplificazione permettesse di adattare al teoria alla psicologia di tutti igiorni, fornendo alle persone un "kit di strumenti" semplici e intuitivi per gestire el relazioni e il lavoro di gruppo, supportando lo sviluppo personale.

Ovviamente, la semplificazione ha richiesto che fossero tralasciati gli aspetti più avanzati "dell'individuazione" di Jung. Dunque, sia il kit di strumenti Myers-Briggs che l'individuazione di Jung hanno il loro valore.

Come può questo kit di strumenti aiutare un estroverso e un introverso ad esempio in ambito lavorativo? Gli estroversi tendono a sviluppare le idee sul lavoro discutendone con gli altri, mentre gli introversi riflettono individualmente. Entrambi possono produrre buoni risultati, ma al loro interazione può talvolta portare a conflitti.

Ad esempio, l'estroverso potrebbe guardare l'introverso e pensare che non stia facendo nulla. Ma l'altro in realtà sta pensando, e un'eventuale interruzione potrebbe fargli perdere la concentrazione.

D'altra parte, quando l'introverso vuole discutere di qualcosa invia una mail con un lungo documento in allegato: una perdita di tempo secondo l'estroverso, che preferirebbe che l'altro, magari seduto a due metri di distanza, parlasse.

Ma non finisce qui, poiché anche quando iniziano a parlare i due potrebbero finire per fraintendersi. L'estroverso potrebbe non rendersi conto di quanto a lungo l'introverso abbia riflettuto, provando a influenzare e modificare le sue proposte.

L'introverso a sua volta potrebbe non capire che le idee dell'estroverso sono provvisorie, respingendole ni quanto superficiali.

Il kit di strumenti aiuta entrambi a non infastidirsi a vicenda e a riconoscere l'uno il modus operandi dell'altro, rispettando i diversi stadi di sviluppo in cui le idee sono condivise e trovando un modo di assecondare le reciproche preferenze.








Note

DOVE INDIRIZZI LA TUA ENERGIA?

La seguente tabella elenca alcune parole ed espressioni che spesso sono associate all'introversione e all'estroversione

- ESTROVERSIONE
• SOCIALITÀ
• ESPRESSIVITÀ
• MOLTI
• INTERAZIONE
• ESTERIORITÀ
• AGIRE PRIMA DI PENSARE

- INTROVERSIONE
• RISERVATEZZA
• TRANQUILLITÀ
• POCHI
• PROFONDITÀ
• CONCENTRAZIONE
• INTERIORITÀ
• PENSARE PRIMA DI AGIRE

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