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Irlanda: 5 giorni storici memorabili

L’Irlanda è un’isola di 83.000 km² di superficie, divisa in due stati: la repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord che fa parte del Regno Unito. Il territorio della repubblica comprende le tre province di Leinster all’est, di Munster al sud, di Connacht all’ovest, e le tre contee della provincia di Ulster. Il territorio dell’Irlanda del Nord è formato dalle altre sei contee dell’Ulster: Antrim, Armagh, Down, Fermanagh, Londonderry e Tyrone, che comprendono le due circoscrizioni di Belfast e Londonderry. 

L’Irlanda è una repubblica a base parlamentare: il presidente della repubblica è il Capo dello Stato e viene eletto ogni 7 anni . Il parlamento bicamerale è formato dal Senato e dalla Camera, ha 6 membri per il senato e 166 membri per la camera dei deputati. Il Governo ha 15 membri. La Costituzione Irlandese stabilisce che il nome dello Stato è Éire o, in inglese, Ireland. Geograficamente l’isola comprende lo stato sovrano e indipendente d’Irlanda, formato da 26 contee, e le 6 contee dell’Irlanda del Nord nell’area nord-orientale dell’isola, governate da un Esecutivo e da un’Assemblea in condivisione di poteri come stabilito dagli Accordi del Venerdì Santo. 

Il suo sistema giudiziario si basa sulla “common law”, il diritto consuetudinario, e sulla legislazione approvata dallo Oireachtas (il Parlamento irlandese) nei termini della Costituzione. In Irlanda hanno valore di legge anche i regolamenti e le direttive approvati dall’Unione Europea.

L’Articolo 8 della Costituzione Irlandese stabilisce quanto segue: 

  1. L’irlandese in quanto lingua nazionale è la prima lingua ufficiale. 
  2. L’inglese è riconosciuto come seconda lingua ufficiale. L’arpa è considerata il simbolo ufficiale, o stemma, dell’Irlanda fin dal Medioevo. 

La popolazione attuale supera i 4 milioni e 500 mila abitanti, la cifra più alta dal 1861. Le migliorate prestazioni economiche del paese hanno avuto come conseguenza un aumento significativo della migrazione netta negli ultimi anni, in particolare a causa di un alto numero di immigrati provenienti dai nuovi stati entrati nell’Unione Europea, oltre agli emigrati irlandesi di ritorno dal Regno Unito. I maggiori centri abitati sono Dublino, Cork, Galway, Limerick e Waterford. Il 60% della popolazione vive nelle città e in paesi di oltre mille abitanti. Un’alta percentuale della popolazione appartiene alle fasce d’età più giovani.

La Festa Nazionale si celebra il giorno di San Patrizio (17 marzo). La tradizione vuole che il trifoglio usato dal Santo durante la sua predicazione nell’isola sia stato adottato come simbolo dell’Irlanda. L’arpa araldica è usata dal governo, dai suoi rappresentanti e organizzazioni in patria e all’estero. È incisa sulla matrice del sigillo presidenziale e sul diritto delle monete dell’euro irlandesi. 

Nome ufficiale: Poblacht na Éireann (in gaelico) – Irish Republic (in inglese)
Forma di governo: Repubblica Parlamentare
Capitale: Dublino  (525.383 ab./2011)
Superficie: 70.273 km²
Popolazione: 4.593.100 ab. 
Densità: 65,3 ab./km²
Lingue ufficiali: Gaelico irlandese (secondo la Costituzione dell'Irlanda è la prima lingua ufficiale), Inglese (Hiberno-English, un dialetto della lingua inglese scritto e parlato in Irlanda), Ulster Scots (dialetti della lingua inglese di Scozia parlati in parte dell'Irlanda del Nord)
Religione: Cattolicesimo (86,8%), Protestantesimo (5,4%), Islam (0,8%)
Moneta: Euro

1. 432 d.C. - San Patrizio evangelizza l'Irlanda

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La data tradizionalmente associata alla missione di san Patrizio in Irlanda, poggia sull'identificazione fra lui e un certo Palladio inviato da san Germano, vescovo di Auxerre in Gallia, a fondare un vescovado in Irlanda quello stesso anno. Che questa tesi sia vero o meno, è certo che san Patrizio fu attivo sull'isola nel corso del V secolo, e che la sua infaticabile opera di evangelizzazione diffuse la parola di Cristo in tutta l'Irlanda. San Patrizio era nato in una famiglia romano-britanna di fede cristiana residente in Galles, verso la fine del IV secolo. Nato con il nome di scelse successivamente il nome latino di Patrizio, è stato un vescovo e missionario irlandese di origini scozzesi. 

La "Confessio" (Dichiarazione), un testo tramandato in un'unica copia del IX secolo attribuibile certamente a Patrizio, racconta che venne catturato da predoni irlandesi all'età di 16 anni e venduto come schiavo al re del North Dal Riada, nell'odierna Irlanda del Nord. Nonostante il suo stato di prigioniero e di schiavo, restava per lunghe ore in orazione, sopportando il gelo, il freddo, le piogge e ogni intemperie. Riuscì a fuggire dopo 7 anni, ma di lì a breve fu esortato da un sogno a tornare sull'isola come missionario. Venne ordinato sacerdote e consacrato vescovo prima di partire per l'Irlanda, dove riferì di aver "battezzato migliaia di persone", dai nobili agli schiavi, di aver concesso voti e fondato comunità.

L'inno "La corazza di san Patrizio" risale a un'epoca di molto posteriore. A differenza di quanto afferma la leggenda, egli non scacciò i serpenti dall'Irlanda né si servì di un trifoglio (shamrock) per illustrare la Trinità: si tratta solo di alcune fra le numerose leggende sorte intorno alla sua figura nei secoli successivi alla sua morte. Fonti storiche accertano la sua morte a Downpatrick, in Irlanda, ma alcuni studiosi suppongono che la sua morte possa essere avvenuta in Inghilterra o in Galles.

2. 1 Gennaio 1801 - Atto di Unione tra Irlanda e Inghilterra

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L'Act of Union istituì il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Il parlamento di Dublino scomparve, all'Irlanda furono assegnati 100 seggi alla Camera dei Comuni, oltre a 2 "lord spirituali" e 28 "lord temporali" che sedevano alla Camera dei Lord. Lo scopo dell'unificazione era di porre fine alle annose questioni che contrapponevano i due paesi.

L'Unione era sorta dopo la ribellione del 1798, con cui la Society of United Irishmen aveva cercato di tagliare definitivamente il legame politico con l'Inghilterra. Entrambe le parti capirono che era giunto il momento di istituire un
nuovo ordine politico. Il primo ministro William Pitt, promise che l'Unione avrebbe favorito la prosperità dell'Irlanda e la sicurezza dell'Inghilterra e sostenne che i protestanti irlandesi avrebbero goduto di una tale tranquillità all'interno di un Regno Unito a maggioranza protestante che avrebbero spontaneamente accordato la parità dei diritti ai loro concittadini cattolici. Pitt aveva inoltre assicurato che l'Atto avrebbe sancito l'emancipazione dei cattolici, ossia il loro diritto a sedere in Parlamento e rivestire cariche politiche, ma re Giorgio III non fu dello stesso avviso.

Il Parlamento irlandese diede, infine, la propria approvazione al progetto di legge (sembra però che molti voti siano stati comprati). Di fatto, la nuova legge non portò alcun cambiamento, se non quello di accentuare gli attriti già esistenti. La maggioranza protestante mantenne, infatti, il controllo dell'Irlanda e i cattolici si sentirono traditi e ulteriormente svantaggiati nel confronto politico e religioso.

3. 24 Aprile 1916 - Rivolta di Pasqua

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Dietro l'insurrezione di Pasqua contro il dominio britannico c'era la "Fratellanza repubblicana irlandese (Irish Republican Brotherhood)", il movimento clandestino che mirava ad instaurare con la forza una repubblica irlandese autonoma. La Fratellanza repubblicana irlandese si era conquistata una posizione di rilievo all'interno degli "Irish Volunteers", l'ala paramilitare del partito di maggioranza, l'Irish Parliamentary Party, impegnato a ottenere l'autonomia per vie costituzionali.

La sollevazione era stata pianificata fin dallo scoppio della Grande Guerra e avrebbe goduto dell'appoggio della Germania, nemica della Gran Bretagna. All'inizio del 1916 fu coinvolto anche l'Irish Citizen Army, e il suo capo, il socialista Michael Connolly, entrò a far parte del consiglio militare incaricato di guidare l'insurrezione.

Il 24 aprile, 1250 ribelli, presero d'assalto l'ufficio postale di Dublino e altri punti della città, mentre il leader dell'IRB, Padraig Pearse, proclamava l'indipendenza del Paese. Seguirono 6 giornate di aspri scontri in cui l'artiglieria britannica inflisse gravi danni al centro di Dublino ed entrambe le fazioni riportarono centinaia di vittime. Dopo l'inevitabile resa, 14 dei leader, tra cui Pearse  e James Connolly, vennero fucilati, suscitando nell'opinione pubblica un'ondata di solidarietà per i ribelli (con cui, fino a quel momento, non aveva simpatizzato).

Alle elezioni del 1918, verranno eletti veterani dell'insurrezione di Pasqua (tra cui Eamon De Valera e Michael Collins),  e in seguito sarà costituito il Parlamento irlandese (Dàil Éireann), dando così il via alla fase finale della conquista dell'indipendenza. Sebbene fosse stata soffocata nel giro di una settimana, l'insurrezione aveva innescato il processo che avrebbe portato rapidamente alla separazione dell'Irlanda dalla Gran Bretagna.

4. 7 Gennaio 1922 - L'Irlanda approva il trattato anglo-irlandese

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Il trattato per la costituzione dello Stato d'Irlanda pose fine agli scontri con la Gran Bretagna, volti a ottenere l'indipendenza, ma finì anche per scatenare la guerra civile del 1922-23 tra i sostenitori dell'accordo anglo-irlandese e i suoi detrattori. Siglato nel 1922 dal primo ministro inglese David Lloyd George, dal ministro della guerra Winston Churchill e dai plenipotenziari irlandesi, Arthur Griffith e Michael Collins, il trattato garantiva all'Irlanda l'indipendenza dal dominio britannico, pur senza riconoscerle  lo status di repubblica, e offriva alle contee a maggioranza protestante dell'Ulster la possibilità di costituire uno stato separato, cosa che avvenne immediatamente.

I militanti repubblicani irlandesi di  Eamon De Valera consideravano l'accordo come un tradimento della lotta che avevano portato avanti. Dopo una settimana di acceso dibattito presso l'Assemblea d'Irlanda - il parlamento indipendente autoproclamato - il trattato fu ratificato con 64 voti favorevoli sui 121 totali.

Collins e Griffith morirono durante la guerra civile, che sancì la vittoria della fazione favorevole all'accordo. Nel ventennio successivo, De Valera riuscì a riportare la lotta repubblicana nell'ambito della legalità e sfruttò abilmente
le istituzioni dello Stato libero per dare vita finalmente alla repubblica. Non riuscì però a unificare l'Irlanda. Dalle 2 opposte correnti politiche (una favorevole e l'altra contraria all'accordo anglo-irlandese) sorsero 2 partiti, rispettivamente il Fine Gael e il Fianna Fàil, ancora oggi protagonisti della vita politica irlandese.



5. 10 aprile 1998 - Fine delle violenze in Irlanda del Nord

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Dopo 30 anni di violenze e 2 di negoziati, il primo ministro britannico Tony Blair e quello irlandese Bertie Ahern, firmarono un accordo senza precedenti mirato a risolvere la crisi nord irlandese: la provincia britannica dell'Irlanda
del Nord
, avrebbe ottenuto un proprio governo e un'assemblea parlamentare, e creato una serie di istituzioni transnazionali in grado di stabilire un legame più solido con la Repubblica d'Irlanda. Quest'ultima avrebbe cancellato dalla sua costituzione le pretese di sovranità sull'Irlanda del Nord. La polizia nord irlandese sarebbe stata riformata e i gruppi paramilitari disarmati.

Molti partiti politici dell'Irlanda del Nord accolsero con entusiasmo l'intesa che poneva fine a un lunghissimo periodo di guerra intestina, mentre il leader del Partito democratico unionista, Ian Paisley, si oppose duramente. Nel successivo referendum tenuto in entrambi gli stati irlandesi, l'accordo ricevette il sostegno della popolazione con una maggioranza schiacciante di voti. In giugno David Trimble, leader del Partito unionista dell'Ulster, diventò il primo ministro dell'Irlanda del Nord.

Poco dopo la sua nomina, tuttavia, il sistema entrò in crisi. Gli unionisti accusarono il partito repubblicano (Sinn Fein) di non aver disarmato l'Esercito repubblicano irlandese (IRA). Lo Sinn Fein rispose dichiarando di non avere il potere di togliere le armi all'IRA, accusando inoltre i britannici di non aver portato a termine la demilitarizzazione della provincia. Quando il parlamento venne sospeso per la terza volta, l'accordo sembrò sfumare definitivamente.






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