Kakapo (Strigops habroptilus), il pappagallo più grande del mondo, è originario della Nuova Zelanda, dove un tempo era largamente diffuso, ma è stato portato sull’orlo dell’estinzione dalla distruzione del suo habitat per opera dell’uomo e delle greggi, nonché a causa dell’introduzione di predatori come gatti, donnole e faine.
Questa specie di uccello è attivo durante la notte (il suo nome comune, appunto, significa "pappagallo notturno" in Maori), non può volare e si riproduce solo quando un determinato albero fa i frutti. Oggi il kakapo sopravvive solo grazie agli sforzi congiunti di un gruppo di esperti e volontari, grazie ad un controllo capillare e ad una sorveglianza high-tech ininterrotta.
In passato, in Nuova Zelanda, il kakapo era comunque sia nell'Isola del Nord che in quella del Sud. Oggi la popolazione mondiale è composta da 129 esemplari, che sopravvivono su 2 piccole isole della regione neozelandese del Fiordland: Anchor Island e Codfish Island, al largo dell'Isola del Sud.
Ma vediamo un po' meglio questa meravigliosa e rarissima specie di pappagallo, ritenuta in passato estinta in natura, che sopravvive attualmente alle suddette due isole (Codfish Island e Anchor Island), con una popolazione stimata di 126 esemplari.
NOME ITALIANO: Kakapo
SPECIE: Strigops habroptila
LUNGHEZZA: 60-66 cm
DISTRIBUZIONE: Nuova Zelanda
PHYLUM: Cordati
CLASSE: Uccelli
ORDINE: Psittaciformi
FAMIGLIA: Psittacidi
GENERE: Strigops
1. Il Kakapo
Il Kakapo (Strigops habroptilus) o, come viene anche chiamato, lo Strigope, è un pappagallo gigante, notturno, pericolosamente minacciato d'estinzione, essendo uno degli uccelli piu rari al mondo. È un classico esempio d'evoluzione su un'isola isolata e vanta molte caratteristiche che rendono la sua specie unica nel suo genere.
Lo Strigope è l'unico esemplare della sottofamiglia degli Strigopini ed è l'unico pappagallo non volante del mondo. Si tratta anche del pappagallo più grande conosciuto e, probabilmente, con maggiore durata di vita. Gli Strigopi adulti hanno un meraviglioso piumaggio color verde muschio variegato di marrone e giallo, che gli permette di camuffarsi perfettamente nel manto forestale.
Il muso è simile a quello di un gufo, di colore marrone giallastro, contornato da piume modificate tipo baffi. Le piume del kakapo sono vellutate e morbide. Lo Strigopo è endemico della Nuova Zelanda e una volta era reperibile nelle Isole del Nord, nelle Isole del Sud e nelle Stewart Islands, ma attualmente, in questo habitat originale, la razza è estinta. Esso, originariamente viveva in diversi habitat, tra cui le foreste pianeggianti di Podocarp, le foreste di faggi montani e le boscaglie subalpine.
Si alimenta di diverse varietà di frutta, semi, radici, fusti, foglie, nettare e funghi. Le coppie restano unite solo nel periodo degli accoppiamenti, nel quale i maschi si esibiscono in sontuose parate che avvengono in aree appositamente scelte, dette lek. In questa occasione gonfiano una particolare sacca toracica ed emettono suoni udibili a chilometri di distanza.
Il primi insediatori umani della Nuova Zelanda hanno cacciato il kakapo per le sue piume e la sua carne. La situazione è diventata critica quando gli uomini hanno iniziato a ripulire le foreste, cacciando e liberando predatori mammiferi, quali gatti domestici, cani, ermellini e ratti. La misura drastica di spostare tutti gli Strigopi in vita nelle isole prive di predatori ha scongiurato il rischio di estinzione di questo meraviglioso uccello.
In condizioni normali, il kakapo può vivere fino a 60 anni e i maschi raggiungono la maturità sessuale all'età di 5 anni, mentre le femmine tra i 9 e gli 11 anni.
2. La sorveglianza tecnica
Nel 1994 erano rimasti appena 47 esemplari del pappagallo più pesante del mondo. 200 anni fa, il kakapo era uno degli uccelli più comuni nella Nuova Zelanda. Ma questo strano pappagallo, che può pesare fino a 3 kg, è stato costretto a vivere nelle aree più deserte e impervie del Paese, e sembrava, quindi, condannato.
Ora la situazione è cambiata: tutti gli esemplari sono stati catturati e trasferiti in 2 piccole isole, Anchor Island e Codfish Island. Qui i kakapo sono fuori dalla portata dei predatori, che i coloni europei portarono con loro in Nuova Zelanda e che hanno quasi spazzato via gli uccelli in un breve lasso di tempo. Sulle 2 isole, il New Zealand Department of Conservation sta tenendo d'occhio ogni singolo esemplare, e il metodo sembra funzionare. In 17 anni, la popolazione si è quasi triplicata.
Ma cercare di garantire un futuro agli uccelli è una bella sfida. I kakapo non si riproducono ogni anno e a Codfish Island gli accoppiamenti riusciti dipendono dalla quantità di frutti presenti sufli alberi di Rimu (una conifera di grandi dimensioni endemica della Nuova Zelanda con un'altezza che può toccare i 60 metri) - i quali, guarda caso, producono un numero di frutti sufficiente a far sì che gli uccelli si accoppino ogni 3 anni.
Prima che le femmine siano pronte ad allevare la prole, devono aumentare di peso e mettere su fino a 1 kg di grasso. Di conseguenza, i biologi hanno predisposto dei dispenser di cibo prima della stagione dell'accoppiamento. In queste "postazioni alimentari" un peso elettronico calcola e registra automaticamente il peso dei pappagalli in visita. Il radiotrasmettitore, di cui sono dotati tutti gli esemplari, rivela la permanenza individuale di ognuno.
Quando i biologi confrontano le informazioni ricevute dal radiotrasmettitore con i dati sul peso, possono vedere rapidamente quali femmine sono pronte per l'accoppiamento. Gli uccelli che non nidificano non sono autorizzati a mangiare dai distributori: il dispenser di cibo si apre, dunque, solo ad esemplari selezionati, identificati grazie al loro radiotrasmettitore. Ad ogni femmina è consentita solo una certa quantità di mangime, per evitare che ingrassi troppo. Le femmine in sovrappeso generano più esemplari maschi, e una distribuzione di genere irregolare è un male per il futuro della popolazione.
3. L'inseminazione artificiale
Con soli 129 kakapo rimasti, la popolazione è minacciata dall'inbreeding (incrocio di consanguinei), e gli studi dimostrano che la variazione genetica tra gli individui esistenti è molto modesta. Questo è probabilmente il motivo per cui il 60% di tutte le uova di kakapo non si sviluppa per dar vita a giovani esemplari. Di conseguenza, i biologi si sono fortemente impegnati nel portare avanti l'inseminazione artificiale di femmine selezionate per mezzo di maschi con geni rari.
Quando una femmina riesce a deporre le uova, e a vederle schiudersi con successo, i biologi immediatamente sistemano una termocamera ad infrarossi e una tenda nelle vicinanze del nido. Volontari provenienti da tutto il mondo, a turno, restano in tenda ad osservano la vita nel nido su un monitor. Il giorno seguente i biologi rivedono le registrazioni di tutti i nidi per capire quanto tempo ogni femmina trascorra nel nido. In particolare, gli esemplari inesperti possono comportarsi in modo sbagliato.
Se ciò accade, i biologi spostano le uova o i piccoli nel nido di una femmina con una maggiore esperienza, o li trasferiscono alla sede del progetto per nutrirli manualmente. Quando la femmina lascia il nido la notte in cerca di cibo, si muove passando attraverso una gabbia di raggi infrarossi e fa suonare l'allarme nella tenda. All'inizio della stagione degli amori, l'incaricato al monitoraggio del nido deve lasciare la tenda ogni volta che la femmina se ne va e porre una termocoperta sopra le uova o la prole, in modo da tenerle/a nel caldo.
Al quartier generale, l'osservatore che fa il turno riceve le informazioni sui movimenti della femmina dal suo radiotrasmettitore, e tramite una radio interna, chiama chi si occupa di sorvegliare il nido, avvisandolo quando la femmina sta tornando. In questo modo, l'addetto al nido può andarsene prima del suo arrivo.
4. Nuove isole santuario
L'ironico che il kakapo, che non è adatto a vivere nel mondo moderno, ora sopravviva grazie alla sorveglianza tecnologica e all'inseminazione artificiale condotta sulla base di sofisticati studi genetici. Ma a dispetto delle prospettive più rosee, è ancora troppo presto per affermare che il kakapo sia fuori pericolo. Ciò che ai biologi non piace è il fatto che l'intera popolazione sopravviva solo su 2 piccole isole. Di conseguenza, hanno trovato altre isole (senza predatori) al largo della Nuova Zelanda. Così, presto questi curiosi pappagalli potranno disporre di veri e propri santuari naturali in cui riprodursi.
Dopo secoli di declino costante, la popolazione dei kakapo ha raggiunto il punto più basso nel 1994. Allora c'erano solo 30 maschi e 17 femmine. Da quel momento in poi, la situazione è migliorata grazie ad uno sforzo mirato da parte delle autorità neozelandesi.
Se si escludono le tre isole principali, la Nuova Zelanda possiede circa 700 isole piu’ piccole. A parte alcuni pipistrelli, alle origini l’arcipelago non possedeva alcun mammifero terrestre. I Polinesiani hanno introdotto ratti e cani del Pacifico e i coloni europei hanno rilasciato altre 33 specie di mammiferi con effetti disastrosi sulla flora e fauna locali. Gli animali stranieri hanno danneggiato la vegetazione sulla terraferma e su molte isole, sottraendo agli animali del luogo nettare, fiori, frutta, semi e spesso i loro nidi.
Gli animali predatori non endemici non solo hanno fatto scomparire molti animali nativi dalla terraferma e da parecchie isole, ma mantengono molte popolazioni quasi estinte in pericolo. Delle 330 specie di pappagalli conosciute in tutto il mondo, 95 (il 28%) sono oggi inserite nelle categorie di minaccia di estinzione dalla Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). In Sud America, delle circa 140 specie di Psittacidi, 42 sono a rischio di estinzione (Bird Trade Subcommittee of the AOU Conservation Committee, 1991).
Esempi di conservazione delle specie minacciate di pappagalli, attualmente in corso, sono quelli per l‟amazzone fronte rossa di Portorico (Amazona vittata Boddaert, 1783); il Kaka (Nestor meridionalis Gmelin, 1788) e il Kakapo (Strigops habroptilus, 1845) in Nuova Zelanda, e del parrocchetto dal ventre arancione (Neophema chrysogaster Latham, 1790) in Australia.
5. Richard Henry
Richard Henry era un conservazionista che ha avuto il merito di essere stato un pioniere per la conservazione dei Kakapo dopo che la specie si era quasi estinta a causa degli ermellini, dei ratti e dei gatti invasivi. Iniziò degli interventi specifici per la conservazione di questa specie nel 1890, ma fu solo nel 1989, quando venne formalmente definito il Kakapo Recovery Plan, che il numero degli esemplari di questa specie iniziò ad aumentare.
Il Kakapo “Richard Henry” venne scoperto nel 1975, quando si temeva che la specie fosse estinta (nella foto il Dr. Donald Merton mentre tiene in braccio il kakapo "Richard Henry" nel novembre 2010). Venne subito trasferito a Maud Island, accessibile solo ai ricercatori. Altri Kakapo, tra cui diverse femmine, furono scoperti nel 1977 su Stewart Island, e anche loro vennero trasferiti a Maud Island.
Richard Henry fornì un contributo importante per la biodiversità di questa piccola popolazione. La sua morte segna la fine di un'era nella conservazione dei Kakapo, ed è anche il primo caso conosciuto di un Kakapo che muore per cause naturali. Tuttavia, ha lasciato un'eredità.
Durante la stagione riproduttiva 2008-09, il numero dei Kakapo ha superato per la prima volta, da quando vengono monitorati, i 100 esemplari, e nel Febbraio 2010 avevano raggiunto i 122 esemplari. Ognuno di loro ha un nome. Con 11 nuovi esemplari, 2011 è stato finora uno degli anni migliori per gli accoppiamenti (1994 - 47 individui, 2000 - 60 individui, 2005 - 86 individui e 2011 - 129 individui).