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Il Kuvasz: un cane da guardia coraggioso, vigile ed incorruttibile

La storia di questo cane è sufficiente per indicare che si è in presenza di un incorruttibile e temibile guardiano (abitualmente un maschio misura più di 70 centimetri al garrese per un peso di una cinquantina di chilogrammi).

Questo atleta possente, attivo, perfino dinamico, ha saputo, grazie a questa energia alleata alla sua formidabile resistenza alla fatica, al suo coraggio e alla sua vigilanza leggendari, divenire un eccellente ausilio della polizia ungherese, a dispetto del suo mantello immacollato un po’ vistoso.

Ecco dunque un compagno assai buono per la famiglia, del tutto a suo agio nel sorvegliare i bambini, nel divertirsi con i più grandi, vigile, sicuro, che si fa impressionare soltanto in caso di pericolo e che apprezza volentieri i ‘vantaggi’ del salotto, rendendosi il meno ingombrante possibile.

Oggi, infatti, conosceremo meglio questa meravigliosa razza, il Kuvasz: un cane coraggioso, vigile e fiero ma anche un incorruttibile e temibile guardiano!

 

PROFILO DEL KUVASZ:
DIFFUSIONE:
È poco diffuso in Italia
DURATA MEDIA DELLA VITA: dodici anni.
CARATTERE: attivo, vigile, fiero.
RAPPORTI CON I BAMBINI: molto buoni.
RAPPORTI CON GLI ALTRI CANI: buoni.
ALIMENTAZIONE: 700 g di alimento completo al giorno.
TOELETTATURA: limitata.

1. Origine e storia (prima parte)

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Che il Kuvasz sia bianco, come il Pastore Maremmano-Abruzzese, il Tchouvatch Slovacco, il Pastore dei Tatra polacco o il Cane da Montagna dei Pirenei, che somigli loro molto e abbia le medesime funzioni non ci dà molte informazioni sulle sue origini, contrariamente a quel che si potrebbe credere.

Già nel I secolo d. C. Lucio Giunio Moderato Columella, il cui trattato De re rustica è un tesoro di informazioni sull’agricoltura in epoca romana, riferisce che è opportuno che il cane che protegge il gregge sia bianco perché non spaventi le pecore e anche perché il pastore non lo possa confondere col lupo, al calar della notte.

Così, anziché testimoniare una qualunque parentela fra loro, il mantello bianco di tutti questi cani significa che una stessa tradizione è stata seguita con costanza in numerose regioni d’Europa.

Poiché le pianure ungheresi e rumene sono state province romane — la Pannonia (dal I al IV secolo) e la Dacia (nel II e III secolo) — si potrebbe esser tentati di credere· che proprio sotto i Romani sia stato introdotto questo tipo di cane.

Ma non è questa l’ipotesi generalmente accreditata da coloro che si sono dedicati alla storia del Kuvasz, i quali, invece, lo fanno giungere in Ungheria ben dopo, senza essere forzatamente d’accordo sulla data di questo arrivo.

Così il Kuvasz sarebbe arrivato nell’896, all’improvviso, con i cavalieri finno-ungarici (o magiari) del re Arpàd, nomadi di origine asiatica e insieme grandi guerrieri e allevatori. Certamente questi conquistatori possedevano grandi cani che servivano loro sia per seminare il panico al loro passaggio sia per sorvegliare le loro greggi.

Ma questi cani erano proprio dei Kuvasz? Non avrebbero potuto essere piuttosto dei Komondor, gli imponenti Pastori la cui storia riferisce sarebbero giunti anch’essi con le orde magiare? Tutte le ipotesi sono possibili: forse il Komondor sorvegliava le pecore mentre il Kuvasz accompagnava i cavalieri alla caccia e alla guerra?

Può essere che i cani magiari siano gli antenati di questi due cani, le cui differenze si sono accentuate nel corso delle epoche, l’uno prendendo un pelo molto lungo e infeltrito, l’altro un pelo più corto e ondulato?

Ma la storia ungherese fu ancora molto movimentata in seguito: dal XIII al XVII secolo il paese dovette difendersi dal pericolo turco. Dal 1236 al 1242 l’Europa dell’Est vide irrompere le orde mongole, e fu allora che i Cumani, pastori nomadi di stirpe turca spinti da gli invasori, si installarono in Ungheria.

Successivamente, a più riprese, i re di Ungheria dovettero lottare contro i Turchi finché, nel 1526, avendo Solimano I, detto ‘il Magnifico’, vinto la battaglia di Mohàcs, l’Ungheria centrale fu occupata dagli Ottomani.

Solo nel 1699 (al tempo della pace di Karlowitz) l’Impero ottomano abbandonò definitivamente ogni pretesa sulla regione. Che il Kuvasz abbia un’origine turca è quindi estremamente plausibile e molti elementi vengono in appoggio a questa tesi.

In primo luogo il nome di questo cane è da mettere in relazione alla parola turca kavasz, che significa ‘sentinella’. D’altronde non ci sono dubbi che esistano ancora, nella Turchia di oggi, dei cani che fanno pensare al Kuvasz.

 

2. Origine e storia (seconda parte)

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I cani turchi guardiani delle greggi sono appena stati riconosciuti dalla Federazione cinologica internazionale come una sola razza.

Precedentemente si distinguevano il Karabash, dal pelo corto di colore beige, conosciuto in Gran Bretagna, e l’Akbash, dal pelo interamente bianco e relativamente lungo, alcuni esemplari del quale sono stati introdotti in Gran Bretagna, nei Paesi Bassi e in Belgio.

Allora, il Kuvasz è romano, magiaro o turco? Dopo tutto, potrebbe essere un miscuglio di cani portati da questi popoli che successivamente ebbero lo stesso problema: proteggere il loro bestiame dai predatori.

È sempre il Kuvasz a essere menzionato nelle cronache di Mattia I, detto Corvino, re d’Ungheria fra il 1458 e il 1490. Questo monarca prestigioso possedette infatti un gran numero di questi cani (forse un migliaio) per cacciare lupi e cinghiali.

Li teneva d’altra parte in grande stima dal momento che, si dice, affermava volentieri di avere più fiducia nei suoi Kuvasz che nei suoi uomini! A partire da questo momento si perdono un po’ le tracce del Kuvasz.

Lo si ritrova come guardiano intrattabile delle dimore aristocratiche nel XIX secolo. Questo ha fatto dire a molti autori che i Kuvasz dei signori di quest’epoca erano importati dall’Asia, ma non esiste prova di questo fatto.

Al contrario, le testimonianze della sua presenza nelle campagne, come cane bovaro e da pastore, sono piuttosto abbondanti. Era d’altronde molto temuto: Clifford Hubbard non assicura forse che lo si doveva talvolta munire di ceppi in ferro per impedirgli di gettarsi sulle persone e divorarle?

Diffuso nei villaggi, ospite di castelli, il Kuvasz è ugualmente impiegato nelle proprietà cittadine e nei depositi, perché a differenza del suo compatriota, il Komondor, non è votato a un impiego esclusivamente pastorale.

Questa polivalenza coniugata alla sua andatura nobile e fiera, alla sua incontestabile eleganza, gli ha permesso di divenire il cane da pastore ungherese più popolare, con l’avvento della cinofilia nel suo paese.

Nel 1935 si contavano 1700 Kuvasz iscritti al Libro delle Origini Ungherese, contro 992 Pulì e 972 Komondor. Più che nei secoli passati, la storia dell’Ungheria del XX secolo non è esente da soprassalti violenti, e ne è risultata una vasta emigrazione.

Negli Stati Uniti e in Germania, in particolare, si trovano due importanti comunità ungheresi installatesi durante gli anni Trenta e non sorprende quindi che il Kuvasz sia presente in tali paesi da quell’epoca e che vi sia solidamente impiantato.

In Germania specialmente la razza si è sviluppata indipendentemente dal suo paese d’origine e ne esistono due tipi differenti. In Francia, se il primo cane da pastore ungherese è stato un Pulì, iscritto all’inizio del 1936, il primo Kuvasz è stato registrato alla fine del 1941.

Dopo l’Ungheria, l’Italia è il paese in cui è presente il maggior numero di esemplari; tuttavia, gli appassionati cinofili non ne sanno molto, dato che i veri conoscitori sono una piccola parte della popolazione cinofila.

Forse una delle ragioni per cui la razza non è molto considerata dipende dal fatto che essa ha una stretta somiglianza con il Pastore Maremmano-Abruzzese.

 

3. Comportamento

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La storia di questo cane è sufficiente per indicare che si è in presenza di un incorruttibile e temibile guardiano, ma occorre notare che, pur essendo di proporzioni generose (abitualmente un maschio misura più di 70 centimetri al garrese per un peso di una cinquantina di chilogrammi), il Kuvasz non è né pesante né incline al linfatismo.

Questo atleta possente, attivo, perfino dinamico, ha saputo, grazie a questa energia alleata alla sua formidabile resistenza alla fatica, al suo coraggio e alla sua vigilanza leggendari, divenire un eccellente ausilio della polizia ungherese, a dispetto del suo mantello immacollato un po’ vistoso.

D’altronde — e forse bisogna vedervi un’eredità del suo passato di cacciatore —il Kuvasz dispone di molto fiuto, il che gli permette di brillare come cane da pista.

Come tutti i cani grandi e forti, nei quali secoli di lavoro hanno radicato il ruolo di protettore prima di greggi, poi, progressivamente, di beni e di persone —, il Kuvasz non ha quasi cambiato comportamento nel corso delle epoche.

Se, durante la giornata, sembra placido e benevolo (di fatto osserva tutto con occhio attento, senza farlo vedere), la sua vigilanza si afferma quando cala la notte.

Osservatore, dotato di una grande memoria, questo cane non ha bisogno di un addestramento specifico per vedere risvegliarsi il suo senso atavico di protettore: la sua indipendenza e il suo senso di iniziativa gli permettono di svolgere efficacemente il ruolo di guardiano.

La sua diffidenza, o almeno la sicura riservatezza verso gli sconosciuti, è sempre molto presente. Il Kuvasz comunque non è un cane difficile: è rustico ma nondimeno ama la vita di famiglia e non disdegna affatto il comfort della casa, adattandosi meglio del Komondor, da questo punto di vista.

E, malgrado la sua forza di carattere, non si mostra restio a un’educazione minima, mirata soprattutto a renderlo tollerante e socievole.

Così, preso con un po’ di fermezza da un maestro che sappia utilizzare il suo amore per il gioco, il Kuvasz appare come uno dei cani più civilizzati; non rischia di saltare alla gola degli invitati, non cerca di litigare con tutti i suoi congeneri quando gli passano vicino (se questi ultimi non lo provocano, è chiaro).

Ecco dunque un compagno assai buono per la famiglia, del tutto a suo agio nel sorvegliare i bambini, nel divertirsi con i più grandi, vigile, sicuro, che si fa impressionare soltanto in caso di pericolo e che apprezza volentieri i ‘vantaggi’ del salotto, rendendosi il meno ingombrante possibile.

Per quel che riguarda il suo equilibrio caratteriale, occorre tuttavia che abbia la possibilità di spendere le sue energie regolarmente, per esempio in occasione di grandi passeggiate (è infaticabile!).

Il suo pelo, piuttosto ruvido, ondulato e un po’ rigido, non misura, secondo lo standard, che 15 centimetri di lunghezza massima, il che vuol dire che non richiede cure impegnative.

Una buona spazzolata una volta alla settimana, salvo forse nel periodo della muta quando bisogna prendere la striglia, è sufficiente.

Il Kuvasz non manca di ‘cugini’, veri o plausibili. Ma, agli occhi dei suoi amatori — e lo si capisce! —la sua testa maestosa dallo sguardo fiero denota un temperamento che lo rende davvero ‘incomparabile’.

 

4. Razze affini

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  • La parentela fra Komondor e Kuvasz è soggetta a discussioni.
    Non è solo la differenza del pelo che li distingue: anche la loro morfologia non è la stessa.
    Il Komondor è più largo, ha un cranio più bombato, uno stop più marcato, le orecchie collocate più in basso...
    Von Stephanitz era del parere che le due razze risultassero da selezioni differenti di un antenato comune; la maggior parte degli autori pensa che non abbiano una parentela diretta.
  • Il numero dei grandi cani dal pelo lungo e bianco ripartiti lungo l'Europa non manca di stupire l’immaginazione. Ma è difficile precisare il legame di parentela di alcuni di essi con il Kuvasz.
    Si noterà che il montanaro francese per eccellenza, il Cane da Montagna dei Pirenei, il più occidentale di questi grandi cani bianchi e anche il più imponente di tutti, non è obbligatoriamente tutto bianco: può presentare delle macchie grigie, color pelo di tasso, giallo pallido, color lupo o arancio, sulla testa, sulle orecchie e all'inizio della coda (talvolta sul corpo).
    Questi non sono difetti e i cani così caratterizzati possono essere apprezzati altrettanto di quelli a un colore solo. 
    Si potrebbe pensare che la protezione delle greggi, per il Cane dei Pirenei, appartenga al passato.
    Quelli che ancora si dedicano a questa attività tradizionale sono effettivamente molto rari. Ma delle esperienze in corso dimostrano che hanno sempre una loro utilità nelle regioni di media montagna (una parte delle Alpi, Massiccio centrale).
    Certamente, gli orsi ('i nemici' naturali dei Cani dei Pirenei) e i lupi non sono più da temere, ma questi predatori sono stati 'rimpiazzati' dai cani erranti, fuggitivi, perduti e rinselvatichiti, appartenenti generalmente ai villeggianti, che li smarriscono in grande numero.
    Occorre anche pensare alle volpi e ai cinghiali che, pur non attaccando le pecore, riescono a diffondere il panico nel gregge.
    Si è quindi aggiunto a numerose greggi un Cane da Montagna dei Pirenei di origine pastorale, che assicura con la sua presenza permanente presso le pecore un’efficace dissuasione.
  • Il Pastore Maremmano-Abruzzese (questo nome deriva dall'unione di due tipi di cane estremamente vicini), o almeno una parte dei suoi effettivi, continua a svolgere il suo ruolo ancestrale: munito del suo collare a chiodi, difende le pecore dagli ultimi lupi rimasti in Abruzzo (come pure dai cani selvatici o dagli ibridi di cane-lupo).
    La sua taglia è grosso modo quella del Kuvasz, anche se qualche volta è un poco più pesante.
    Conosciuto da lungo tempo nei paesi anglosassoni, è rarissimo in Francia.
  • Il Tchouvatch Slovacco (Slovensky Cuvac) è anch'esso un parente prossimo del Kuvasz, non fosse altro che per il suo nome.
    Gli specialisti del suo paese lo considerano d'altronde come derivato dal cane ungherese, benché allevato da numerosi secoli nei Carpazi, in particolare sui Monti Tatra.
    Il Tchouvatch misura da 60 a 70 centimetri al garrese e pesa da 35 a 45 chilogrammi. Èsconosciuto in Italia.
  • Il Pastore dei Tatra polacco è, del tutto verosimilmente, apparentato al Kuvasz, essendo stati i legami fra la Polonia e l'Ungheria numerosi nel corso della storia.
    Alcuni documenti attestano la presenza di questo cane sulle montagne polacche (alla frontiera con la Cecoslovacchia) dal XVIII secolo, benché la razza non sia stata riconosciuta che negli anni 1920-1930.
    Se la sua sagoma è paragonabile a quella del Kuvasz (appena un poco più massiccia), il suo pelo è piuttosto lungo e diritto. Non è diffuso in Italia.

 





5. Lo standard della razza

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FCI Standard N° 54 / 13.09.2000
KUVASZ
ORIGINE: Ungheria
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 06.04.2000
UTILIZZAZIONE: Il Kuvasz è usato come cane da guardia per case, proprietà ed altri valori, come pure per l’uomo. È stato anche usato come cane da caccia e segugio.
CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo 1 Cani da pastore e Bovari (escluso i Bovari Svizzeri)
Sezione 1.1 Cani da pastore
Senza prova di lavoro

ASPETTO GENERALE:
I cani di questa razza sono forti e larghi con un fitto pelo bianco ondulato. Il loro piacevole aspetto spira nobiltà e forza. Tutte le parti del suo corpo armonizzano fra loro, e gli arti non sono né troppo lunghi né troppo corti.
La struttura ossea è forte ma non grossolana. I potenti muscoli sono scarni, le articolazioni mostrano contorni netti.
Visto di lato, il corpo forma un rettangolo vicino al quadrato. Molto muscoloso, il cane presenta una solida costruzione, un temperamento vivace e grande agilità.
Esprime un’ abilità lavorativa instancabile.

PROPORZIONI IMPORTANTI
La lunghezza del corpo supera leggermente l’altezza al garrese
Il punto più profondo dello sterno è circa a metà dell’altezza al garrese
Il muso è leggermente più corto della metà della lunghezza totale della testa

COMPORTAMENTO/ CARATTERE
Il Kuvasz è coraggioso e senza paura. Difende le persone affidate alle sue cure e protezione e le loro proprietà, anche a costo della vita.
E’ sicuro di sé e può diventare aggressivo se maltrattato. E’ fedele, leale, e ama il suo padrone e il suo ambiente.
Ha bisogno di molto esercizio e va tenuto occupato. Non è esigente. E’ facile da tenere e può resistere in condizioni atmosferiche molto rigide.
Apprezza l’affetto che gli si dimostra, come pure qualsiasi attenzione.

TESTA: la testa del Kuvasz ha una tipica forma a cuneo; armonica con il resto del corpo è piacevole, nobile e mostra grande forza.
Il Kuvasz può essere distinto dalle altre razze soprattutto per la forma della sua testa, che è particolarmente scarna e asciutta.
Nei maschi è leggermente più massiccia che nelle femmine.

REGIONE DEL CRANIO
Cranio: ampio, la fronte leggermente sporgente. Nel mezzo della fronte vi è una netta sutura metopica.
Stop: scarsamente pronunciato

REGIONE DEL MUSO: ampia, lunga e molto muscolosa
Tartufo: il tartufo, nero, è troncato bruscamente
Muso: la canna nasale è diritta. Il muso diminuisce di grandezza gradatamente ma non è mai appuntito
Labbra: nere, strettamente aderenti. L’angolo della bocca ha orli frastagliati
Mascelle/denti: chiusura a forbice ben sviluppata, forte, regolare e completa, secondo la formula dentaria
Occhi: leggermente obliqui, a forma di mandorla, marrone scuro. Le rime palpebrali sono nere e strettamente aderenti al globo oculare.
Orecchi: inseriti a media altezza. Un terzo dell’orecchio si alza alla base scostandosi dal cranio con una curva: poi, ricadendo, resta aderente al capo. Gli orecchi sono a forma di V con le punte arrotondate. In attenzione, sono leggermente rialzati. Mai eretti o contorti.

COLLO: piuttosto corto che di media lunghezza e ben muscoloso. Forma un angolo di 25 o 30 gradi sull’orizzontale. Cresta corta. La pelle alla gola è tesa, senza giogaia. Nei maschi, sono importanti il collare e la criniera

CORPO: visto di lato, il corpo forma un rettangolo, solo leggermente diverso da un quadrato.
Garrese: lungo, si alza sensibilmente al di sopra del livello del dorso.
Dorso: di media lunghezza, diritto, ampio, ben muscoloso e teso.
Rene: corto, in stretta continuazione del dorso
Groppa: leggermente discendente, ampia e ben muscolosa. Il pelo molto folto fa sembrare la groppa un po’ più alta di quello che è.
Petto: a causa dei muscoli molto sviluppati, il petto è arrotondato, e la punta dello sterno sporge solo leggermente.
Torace: profondo, lungo e leggermente arcuato
Linea inferiore e ventre: prosegue la linea della cassa toracica; retratta verso il posteriore.

CODA: inserita bassa, seguendo la groppa lievemente discendente in una linea diritta. Scende verticalmente con la punta leggermente girata in su, ma non a uncino.
Quando il cane è in attenzione o all’erta, può al massimo essere alzata al livello della linea dorsale.

ARTI
- ARTI ANTERIORI: gli anteriori, che sostengono il corpo, sono diritti fino al carpo. Sono paralleli e moderatamente distanziati.
Visti dal davanti, la posizione delle gambe è corretta se una linea verticale tirata dalla punta della spalla corre lungo l’asse della gamba e incontra i piedi fra il 3° e il 4° dito.
Vista di lato, la posizione è corretta se una linea verticale tirata dal gomito al terreno, corre attraverso il centro delle gambe, giù fino al carpo.
Spalle: scapola lunga, obliqua, muscolosa. Strettamente aderente alla cassa toracica, ma flessibile
Braccio: di media lunghezza, molto muscoloso. forma con la scapola un angolo da 100 a 110 gradi
Gomiti: asciutti, aderenti alla cassa toracica, non rivolti in dentro né in fuori. Braccio e avambraccio formano un angolo da 120 a 130 gradi
Avambraccio: relativamente lungo, diritto, compatto con scarni muscoli. Con forti tendini che raggiungono il carpo
Carpo: ben sviluppato, teso, con tendini d’acciaio
Metacarpo: relativamente corto, scarno, leggermente obliquo (angolo sulla verticale da 10 a 15 gradi)
Piedi anteriori: rotondi o leggermente ovali, scarni. Le dita sono corte e molto arcuate in modo che la parte che sta nel mezzo non tocchi il suolo. Elastici, ben compatti. I cuscinetti sono elastici, neri. Le unghie sono dure forti, nere o di un grigio ardesia.
- ARTI POSTERIORI: la posizione dei posteriori visti di lato è corretta se il ginocchio è posizionato verticalmente sotto la cresta iliaca e il piede sotto la punta dell’anca. Una linea verticale dalla tuberosità ischiatica tocca l’osso del tallone.
Vista da dietro, la posizione delle gambe posteriori è corretta se una linea verticale, dalla tuberosità ischiatica corre lungo l’asse degli arti, restando parallela a tutti e due i lati e toccando il suolo moderatamente distanziata.
Coscia: con muscoli lunghi, ampi, massicci strettamente legati al bacino. Bacino e coscia formano un angolo da 100 a 110 gradi.
Ginocchio: voluminoso. L’angolo tra coscia e gamba i da 110 a 120 gradi
Gamba: i lunghi potenti muscoli arrivano al garretto con forti tendini. Vista da dietro, verticale e parallela da tutti e due i lati e anche all’asse del corpo
Garretti: larghi, voluminosi, asciutti, nervosi. Angolo del garretto da 130 a 140°
Metatarso: lungo e verticale
Piedi posteriori: Ovali, per il resto uguali a quelli anteriori

ANDATURA: ampia, con passi lenti. Al trotto il movimento è leggero, scattante, ricopre molto terreno ed è vivace, costante e instancabile. I gomiti non sono deviati in fuori né in dentro.

PELLE: ben pigmentata, di un grigio ardesia e aderente

MANTELLO
- PELO: moderatamente ruvido, ondulato, leggermente rigido, che non tende ad arruffarsi. Sotto un più duro pelo di copertura c’è un sottopelo più fine e lanuginoso.
La testa, orecchi e piedi sono ricoperti da pelo corto (lungo 1 o 2 cm), denso e liscio.
La parte davanti e i lati degli arti anteriori, come pure gli arti posteriori sotto il ginocchio, sono ricoperti da un pelo diritto ugualmente corto (1 o 2 cm).
Ci sono frange di 5 – 8 cm di lunghezza sul dietro degli arti; sugli arti posteriori le frange arrivano ai garretto.
Il collo ha un collare che si estende a criniera arrivando al petto, e ciò è particolarmente evidenziato nei maschi.
Sul corpo, coscia e braccio, il pelo è di media lunghezza (4-12 cm.), abbondantemente ondulato e forma creste, solchi e fiocchi.
La coda è ricoperta, per tutta la sua lunghezza, da un pelo denso, ondulato, che può anche arrivare alla lunghezza di cm 10 –15 alla punta della coda.
- COLORE: bianco; è permesso il colore avorio. Il tartufo, bordi palpebrali e della bocca sono neri. I cuscinetti sono neri o grigio ardesia. Un colore scuro è desiderato per il palato, ma sono permesse macchie rosa.

TAGLIA
- Altezza al garrese:
Maschi: 71 – 76 cm
Femmine: 66 - 70 cm
- Peso:
Maschi: 48 – 62 Kg.
Femmine: 37 – 50 Kg

DIFETTI: Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerata come difetto e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità.

DIFETTI ELIMINATORI:
 Stop pronunciato
 Mancanza di pigmento al tartufo, labbra, bordi palpebrali
 Mancanza di uno o più denti (incisivi, canini, premolari 2-4, molari 1-2). Mancanza di più di 2 PM1. Gli M3 non vengono considerati.
 Enognatismo e prognatismo. Denti non allineati. Distanza di più di 2 mm. tra gli incisivi superiori e inferiori
 Entropion e ectropion
 Orecchi eretti
 Coda che viene alzata sopra la linea dorsale anche a riposo, o arrotolata sopra il dorso
• Mantello che tende ad essere arruffato, arricciato, non ondulato, “fil di ferro”.
Gambe ricoperte da pelo lungo
Qualsiasi allontanamento dal colore permesso

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali, completamente discesi nello scroto

 








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