La comunicazione canina è diversa dalla nostra

I cani comunicano in modo diverso dal nostro e spesso, complici alcuni luoghi comuni, i loro messaggi vengono fraintesi.

La leggenda di Salomone, re d’Israele, narra che possedesse un anello magico in grado di fargli comprendere il linguaggio degli animali.

Se hai mai sognato di averne uno anche tu per poter comunicare chiaramente con il tuo cane, le notizie sono ottime: puoi farlo!

Saper comunicare con il proprio amico, capire il suo linguaggio e decifrare i suoi segnali è importante per tanti motivi: innanzitutto ti consente di sapere, in ogni momento, di cosa ha bisogno e cosa desidera, senza tirare a indovinare rischiando di sbagliare.

Puoi così essergli di aiuto nei momenti di difficoltà e puoi evitare di fraintendere certi suoi atteggiamenti o certe sue risposte, portandolo magari a reazioni ancora più insofferenti.

1. Dialogo “silenzioso” e uno accanto all’altro

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Ma come comunicare con un cane senza usare anelli magici?

Il segreto sta tutto in quella che viene chiamata comunicazione non verbale, un’espressione che indica il fatto che il cane - così come tutti gli altri animali non umani - comunica usando, al posto delle parole, le zampe, le orecchie e la coda, le posizioni del corpo, le distanze che prende da cose o persone, le espressioni facciali.

Questo significa che puoi anche tacere un’intera giornata ma il dialogo con il tuo cane non si interrompe comunque perché lui sa capirti da come ti muovi, da come lo guardi e, analogamente, lui ti dice delle cose usando in certi modi il suo (è un esperimento molto carino, prova a farlo!).

Per fare qualche esempio: se ti metti accanto al tuo cane di fronte a qualcosa che lo preoccupa, per lui sarà come se gli avessi detto “ehi, affrontiamo questo guaio insieme!” e si sentirà supportato; se resti alle sue spalle è come se gli dicessi “vai avanti tu”.

Se irrigidisci i muscoli alla vista di qualcosa che ti preoccupa, lui coglierà la tua emozione dal volto e dal tuo corpo e si irrigidirà anche lui (a volte anche ponendosi a tua difesa); persino il tono della voce, al di là delle specifiche parole, è in grado di tranquillizzare o eccitare il cane, a seconda di come lo moduli.

Tutto questo, pur essendo molto affascinante, non è così semplice e immediato da mettere in pratica. Infatti, noi umani ci affidiamo soprattutto alle parole per dialogare, o anche per scontrarci, e siamo poco abituati a dare importanza, invece, a gesti, posture, sguardi, mimica facciale.

Inoltre, per comprendere il linguaggio del cane non è sufficiente avere un’attenzione spontanea verso il suo modo di comunicare: come il cane segnala quello che prova o che pensa va appreso anche leggendo i libri, consultando esperti o facendo un percorso di educazione cinofila.

2. Studio e allenamento. Avvicinamento frontale e le mani lunghe

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- Studio e allenamento
Di conseguenza, se non ci si informa un po’ e, soprattutto, se non ci sia allena a riconoscere certi segnali osservando il cane stesso, è molto facile ignorarli oppure fraintenderli, convincersi che il nostro amico volesse intendere una cosa quando, invece, ne segnalava tutt’altra.
Allo stesso modo bisogna allenarsi a sentire il proprio corpo, a diventare consapevoli di come lo muoviamo e cosa stiamo dicendo al cane mentre lo facciamo.
E ora sei pronto a scoprire alcuni degli errori più diffusi nella comunicazione con il cane? Potresti scoprire che alcuni li fai persino tu ma niente paura, ti spieghiamo anche come rimediare!

 

- Avvicinamento frontale
Mi avvicino con passo accelerato al cane, ponendomi frontalmente e guardandolo negli occhi.
Magari sono solo curioso o anche solo frettoloso ma se il cane non mi conosce bene o, più semplicemente, è un po’ insicuro, potrebbe interpretarmi come minaccioso e potrebbe scostarsi spaventato e con la coda tra le gambe.
Per evitare tutto ciò sarebbe sufficiente avvicinarlo arrivandogli di fianco.

 

- Le mani lunghe!
Anche allungare la mano per fare una carezza sulla testa di un cane appena incontrato - che magari non ti conosce e non sa niente di te - potrebbe scatenare una reazione spaventata oppure irritata, del tipo “ehi! Chi ti ha dato il permesso di toccarmi?”.
Questa è la tipica scena che accade in strada tra sconosciuti e può portare un cane a mordere o a “pinzare” la mano invadente non perché è aggressivo ma perché non gli è stato lasciato il tempo di annusare, conoscere, valutare l’estraneo, prima del tocco.

3. Tiro al... guinzaglio e mille volte il nome

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- Tiro al... guinzaglio
Un altro errore molto frequente è quello di trascinare via il cane da qualunque cosa stia cercando di annusare, tirandolo dal guinzaglio.
È un errore sia perché al cane viene negato il suo bisogno di esplorare e conoscere il mondo tramite il naso e sia perché, così facendo, gli diamo l’idea di essere dei tiranni!
Anche in questo caso si tratta di concedere al cane del tempo e, se proprio abbiamo fretta, possiamo insegnargli un richiamo particolare da usare come un’eccezione e solo per dirgli “mi spiace ma ora proprio non possiamo fermarci!”.

 

- Mille volte il nome
Un errore frequentissimo è quello di richiamare il cane a distanza, rimanendo fermi e continuando a guardare nella sua direzione per vedere se arriva e chiamare il suo nome... mille volte!
Così facendo il cane comprende che quella chiamata non ha alcun significato, è una nenia che può essere ignorata perché tanto tu sei lì immobile! L’ideale?
Lo chiami, ti accerti che ti abbia guardato o sentito e poi, con calma, ti avvii nella direzione stabilita.
Da lì a poco sarà lui stesso a raggiungerti, capendo che quando lo chiami è perché gli stai segnalando un cambio di situazione a cui vale la pena dare attenzione.

4. Il Signor No! Guinzagli tesi. Se scodinzola è felice

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- Il Signor No!
A proposito di uso scorretto della voce, un altro errore tipico è dire “no” per bloccare l’iniziativa del cane.
È sbagliato soprattutto se lo ripeto più di una volta al giorno e, ancor più, se poi resta inascoltato!
Piuttosto che bloccare prova sempre a giocare d’anticipo e fare una proposta alternativa al cane: in questo modo, non solo eviti che faccia qualcosa di spiacevole ma, cosa ancor più importante, gli insegni cosa sarebbe meglio fare!

 

- Guinzagli tesi
Nell’incontro tra due cani al guinzaglio è tipico che i rispettivi proprietari, preoccupati per l’incontro, mantengano i guinzagli tesi in modo che i cani possano “avvicinarsi ma non troppo”: questo è un errore molto grave perché, in realtà, la tensione del guinzaglio impedisce ai cani di spiegarsi tra loro in modo comprensibile (ricordi?
Loro comunicano col corpo!) e questo, a volte, può scatenare persino piccole zuffe. Anche se fa paura, la cosa migliore - se proprio non si possono liberare entrambi i cani - è allungare i guinzagli in modo da lasciare massima libertà nell’uso del corpo.

 

- Se scodinzola è felice!
È un vecchio luogo comune: no, il cane non scodinzola per indicare per forza che è felice. Lo scondinzolìo indica eccitazione che, però, può essere anche il preludio a una zuffa: più importante è imparare a valutare la situazione e tutto il resto della comunicazione del cane.





5. Coccole sulla pancia! Salta addosso? Fa le feste!

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- Coccole sulla pancia!
Capita spesso che un cucciolo, steso per terra, mostri la pancia e magari faccia anche pipì. Molti si inteneriscono a pensano che il cucciolo stia “chiedendo le coccole”.
In realtà, quel comportamento è un modo che i piccoli hanno di dire “ehi, sono piccolo e vulnerabile, sii gentile con me, io non ho cattive intenzioni”.

Più che agitarlo con coccole vigorose, l’ideale è abbassarsi sulle ginocchia, parlargli con voce tranquilla e accarezzarlo dolcemente. Questo lo tranquillizzerà e lo porterà a interagire in maniera più pacata e serena.
Quanti di questi errori avete commesso? Niente paura, la grandezza dei cani sta anche nel fatto che, quando iniziamo a comprenderli e a comunicare meglio, loro se ne accorgono subito e gioiscono della cosa insieme a noi!
Quindi ora non vi resta che allenare il vostro sguardo e la vostra consapevolezza di come usate il corpo: non sarà immediato ma vi darà immense soddisfazioni!

 

- Salta addosso? Fa le feste!
Ecco un altro luogo comune: in realtà, il cane che “salta addosso” non sempre ti sta festeggiando. A volte il suo è un tentativo di fermarti oppure può essere un grido di aiuto del tipo “ehi! Questa cosa mi stressa!” oppure “sono su di giri e non riesco a calmarmi!”.
Prova a fare un sospiro, a rallentare e a moderare il tono della voce, questo lo aiuterà a tranquillizzarsi a sua volta.








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