Chiamata “il fischietto della montagna” o “sentinella delle Alpi” per il tipico richiamo, parente dello scoiattolo, ha un corpo tozzo che la fa assomigliare a un orso in miniatura e un muso curioso.
La marmotta è la specie più comune nelle Alpi e anche in Italia è facile vedere questo simpatico mammifero o almeno udire il caratteristico fischio con cui le sentinelle avvisano i compagni della presenza di pericoli.
A settembre le marmotte si stanno già preparando a vivere un altro lungo inverno in letargo.
E si danno un gran da fare a riaprire e ripulire le profonde tane invernali e a rendere confortevole il loro giaciglio: con i denti trasportano il fieno nella tana e lo dispongono a strati.
Il fieno servirà da materasso: qui dormiranno acciambellate con il corpo stretto fra le zampe posteriori.
Questi simpatici mammiferi roditori, che appartengono alla famiglia degli Sciuridi, sono diffusi su tutto il nostro arco alpino (la specie che si trova in Italia è Marmota marmota o “Marmotta delle Alpi”).
Normalmente le si può trovare tra i 1.800 e i 2.200 metri di altitudine, ma anche in pascoli e vallate a quote più basse.
Sulla nostre montagne è ancora possibile incontrarla mentre prepara le tane per l’inverno: un’emozione da non perdere!
Ma vediamo alcune cose molto interessanti su questo magnifico ed intelligente roditore, chiamato anche “il fischietto della montagna” o “la sentinella delle Alpi”!
1. Artigli per scavare e vibrisse per vedere
L'origine del termine "marmotta" secondo alcuni potrebbe derivare dal gallo-romanzo, dove il prefisso "marm" significa "borbottare" o "soffio".
L'ipotesi più probabile è però che derivi dal termine tardo-latino "musmontanus",ovvero "topo di montagna".
Al primo sguardo, invece, con il suo corpo tozzo e la sua folta pelliccia color grigio-bruno,la marmotta somiglia a un orso in miniatura.
È un plantigrado dalle zampe possenti e dai lunghi artigli, che le servono per scavare le tane. Può sfiorare, nei casi eccezionali, gli 80 cm di lunghezza e, poco prima del letargo, gli 8 kg dipeso.
La coda è lunga circa un terzo di tutto il corpo, di colore gialliccio e nera all'apice. La testa è tonda e larga, caratterizzata da piccole orecchie rotondeggianti e da una particolare posizione degli occhi, moltolaterali.
Per questo, le marmotte hanno la vista maggiore ai lati, mentre al centro hanno una porzione di campo cieco e per poter vedere dietro di sé hanno bisogno di girare un po' la testa. Il campo visivo è molto importante per avvistare predatori o pericoli in arrivo.
Così come i gatti, ai lati del naso la marmotta ha le vibrisse: lunghi peli che sono sensibili anche sottoterra, dove la luce è quasi assente,e servono per "vedere" al buio.
Ha 22 denti, ma le mancano i canini, mentre molto evidenti sono gli incisivi che, privi di radice, si consumano e ricrescono continuamente.
I denti incisivi della marmotta sono molto sviluppati. Non hanno la radice e continuano a crescere. La marmotta li consuma masticando il cibo, per lo più erbe, radici, fiori.
Ma di cosa si nutre? La marmotta è vegetariana: si nutre soprattutto di erbe (in particolare quelle aromatiche) e graminacee, germogli e radici, fiori e bulbi. La selezione del cibo è molto attenta e preferisce le specie vegetali più ricche di zuccheri,azoto e sali minerali.
Non beve mai dai corsi d'acqua, il suo fabbisogno di liquidi viene soddisfatto dall'erba e dalla rugiada mattutina.
Sembra che solo occasionalmente si cibi anche di insetti e di uova d'uccelli, in particolare quelli di pernice bianca e coturnice, che fanno i nidi in semplici buche sul terreno.
In 5 o 6 mesi la marmotta accumula le riserve di grasso sufficienti per sopravvivere durante il periodo di letargo.
2. La riproduzione e l'ingegnoso sistema delle tane
Come si riproduce? Il periodo degli amori delle marmotte va da aprile a giugno: dopo poco più di un mese di gestazione nascono da 2 a 5 piccoli, che pesano 30 – 40 grammi, nudi e ciechi, che dopo tre settimane aprono gli occhi.
Vengono allattati fino a un mese e mezzo e diventano indipendenti a due mesi. A distanza è praticamente impossibile distinguere maschi e femmine.
Durante l'allattamento (metà maggio - metà luglio) la femmina è riconoscibile dalle mammelle, ben visibili quando si alza sulle zampe posteriori. La vita media della marmotta va dai 15 ai 18 anni.
All'interno del gruppo ci sono ruoli specifici. Esistono i dominanti, cioè i due individui riproduttori. Gli altri invece non si riproducono, ma rimangono nel gruppo come "helper", cioè aiutano il mantenimento del territorio e indirettamente la sopravvivenza del piccoli.
In seguito, i subdominanti possono o allontanarsi dal gruppo, verso i 3 anni, e tentare di trovare un territorio libero in cui riprodursi, oppure sperare di prendere il posto dei genitori quando questi sono vecchi.
La marmotta vive in tane scavate nel terreno: quelle estive sono poco profonde e con molte vie d'uscita, mentre quelle che usa d'inverno sono costruite più scrupolosamente e hanno una galleria d'accesso che può essere lunga anche diversi metri e conduce a una grande camera, dovela marmotta fa scorta di fieno.
Le tane invernali sono di diverse tipologie, a seconda dell'utilizzo. Ci sono quelle di fuga e quelle principali, costituite da una o più aperture che conducono in gallerie profonde anche una decina di metri, con numerose concamerazioni.
In alcuni casi, più che tane sono veri e propri "condomini", che ospitano intere famiglie, circa 10 -15 marmotte. Le tane principali non sono numerose, due o al massimo tre, con diverse entrate tra loro collegate, in cui la famiglia dorme e passa la maggior parte del tempo.
Poi ci sono altre tane ausiliarie o di emergenza nel territorio di ciascun gruppo famigliare, che servono per nascondersi in caso di pericolo. Non c'è un limite di tempo per il loro utilizzo: se la tana si trova in un buon territorio , viene usata sempre, di generazione in generazione o da nuovi gruppi che subentrano ai vecchi abitanti.
3. Più che curiosa... vigile
Nonostante la sua apparente goffaggine, la marmotta riesce a correre, saltare e arrampicarsi tra le rocce con straordinaria agilità.
Si dice che sia un animale curioso perché mette spesso la testa fuori dalla tana, ma in realtà lo fa per vigilare i dintorni e per attivare una sorta di termoregolazione.
Quando non sono in letargo, le marmotte sono abituate a passare molto tempo sopra la tana, a scaldarsi nelle prime ore del mattino oppure, quando la giornata diventa calda,
restano all'imbocco della tana per sentire il fresco che proviene dal sottosuolo.
Oltre a starsene sdraiate per ore e ore vicino alle tane, vanno in cerca di cibo e giocano molto tra loro, soprattutto fino ai 2 anni, con i fratelli. Il gioco, come in tutti gli animali, è molto utile per sviluppare la capacità di lottare e interagire in età adulta.
Tra le marmotte la comunicazione avviene mediante movimenti della coda, toccatine con i denti, fischi e persino baci: si sfregano le guance per riconoscersi, è una sorta di saluto tra i membri della stessa famiglia.
Le marmotte marcano il loro territorio attraverso una secrezione odorosa che viene espulsa dai cuscinetti plantari delle zampe anteriori e da altre ghiandole sulcorpo.
Ma devono stare attente a un pericolo che arriva dall'alto: l'aquila reale è il nemico per loro più temibile. Spunta all'improvviso,radente il suolo, e cerca di catturarle quando sono lontane dalle tane.
Loro sono sempre attente e per difendersi dagli attacchi hanno un sistema molto efficace: la prima che percepisce il pericolo dà l’allarme e in pochi secondi tutto il gruppo scappa nelle tane.
La marmotta che fa da "sentinella" si alza ritta sulle zampe posteriori, nella tipica posizione "a candela", spalanca la bocca ed emette un grido simile a un fischio (provocato dall'espulsione di aria attraverso le corde vocali) udibile fino a centinaia di metri di distanza.
Il suo fischio, un segnale di pericolo, è sfruttato anche da animali di altre specie (come camosci, cervi e stambecchi): per questo la marmotta viene chiamata "sentinella delie Alpi".
Ad esempio un unico fischio indica una minaccia che proviene dall’alto, quale potrebbe essere un predatore alato o un uomo che scende da un pendio; una serie di fischi segnalano un pericolo proveniente di lato, come la volpe o un uomo che giunge lateralmente.
L’intensità del fischio fornisce indicazioni sulla distanza del probabile predatore.
4. Cosa succede durante il letargo
A fine settembre le marmotte cominciano a prepararsi alla lunga stagione del letargo, che durerà circa sei mesi, raccogliendo una grande quantità di erba che lasciano seccare quasi completamente al sole e che poi portano nelle tane.
In questo periodo l'apertura delle tane viene chiusa con terra mescolata a erba e pietre.
Prima di cadere in letargo le marmotte si purgano, digiunando e svuotando progressivamente gli intestini.
Durante il letargo la temperatura corporea scende da 35°C a meno di 5°C, il cuore rallenta da 130 a 15 battiti al minuto e la respirazione diviene appena percettibile.
In questo periodo consumano lentamente le scorte di grasso corporeo accumulate in estate e per sei mesi dormono profondamente. Ma non è un letargo solitario: nella tana dormono anche 15 individui insieme.
Il sonno viene interrotto solo di tanto in tanto per le necessità fisiologiche o se la temperatura interna della tana scende sotto i 7 °C. In quel caso, la marmotta si sveglia e va a cercare un riparo più efficace.
La marmotta dell'Alaska (Marmota broweri) è la specie col letargo più lungo: a differenza di quella alpina, infatti, può dormire fino a 9 mesi. Sopravvivere all'inverno è comunque molto difficile e i cuccioli hanno più possibilità di farcela se vanno in letargo con i genitori e con i fratelli maggiori.
La marmotta usa infatti una termoregolazione sociale: più si è, più possibilità ci sono di sopravvivere, soprattutto per i piccoli, che hanno dimensioni che non permettono loro di accumulare un sufficiente strato di grasso prima dell'arrivo delfreddo, e per questo motivo hanno bisogno di essere scaldati dagli adulti.
Se invece nella tana mancano il padre e la madre o è scomparso un genitore, la mortalità durante il primo inverno è molto alta, intorno al 70%: è difficile trovare piccoli che sopravvivono senza genitori durante l'inverno.
Se invece ci sono subadulti (per esempio fratelli maggiori) la percentuale di sopravvivenza aumenta.
5. Dove incontrare le marmotte in Italia
"Marmota marmota" è diffusa su tutto l'arco alpino.
In alcune località turistiche le marmotte si sono adattate all'uomo, mostrano segni di confidenza e spesso si avvicinano in cerca di cibo.
Ma in alcuni Paesi, per esempio l'Austria, vengono ancora cacciate per ricavarne la morbida pelliccia con cui si fanno cappelli, paltò, colli e guarnizioni.
Una volta, in Valle Formazza il piatto principale era l'arrosto di marmotta, di cui andava pazzo, a quanto pare,il grande musicista Richard Wagner: nei 1852, firmava una lettera alla moglie come "Riccardo-mangiatore-di arrosto-di marmotta".
- Parco del GranParadiso
Qui è possibile compiere un vero e proprio "safari alpino" con guida e ricercatore del parco per scoprire molto da vicino le marmotte nel loro habitat appostandosi con rispetto per guardarle mentre giocano con i cuccioli o semplicemente mentre si godono il sole.
www.pngp.it - Parco Nazionale dello Stelvio
Vengono organizzate escursioni faunistiche alla ricerca di zone densamente popolate da marmotte, per osservarle e capire il loro habitat e lo stile di vita.
www.stelviopark.it - Marmolada
Anche in Valle Ombretta, ai piedi della parete sud della Marmolada, si organizzano escursioni accompagnati dal richiamo delle marmotte. Per vederle bene è possibile risalire la valle direttamente a fianco del corso del torrente, su un sentiero pianeggiante di ghiaie e verdi prati.
www.ipiamarmolada.it - Pontresina (Svizzera)
Il territorio d'Albris, sopra Pontresina, è noto per la sua varietà di animali e piante alpine, tra cui marmotte, camosci e la più grande colonia di stambecchi della Svizzera. Durante la stagione estiva, guide esperte accompagnano gli ospiti nella Val Languard, fornendo informazioni esaurienti su flora e fauna engadinesi.
www.pontresina.ch