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La matematica dell’amore: le equazioni che regolano i nostri sentimenti

L’equazione della gelosia; il calcolo delle probabilità della durata di un rapporto a due; la relazione proporzionale tra tempo e interesse; il valore zero: sono tutti concetti derivati dalla scienza matematica che si applicano perfettamente alle questioni di cuore.

Non ci credete? Leggete qui.

 

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1. Numeri e dati

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Come fa un sentimento complesso come l’amore a rientrare nelle regole della matematica?

Come si spiega l’assenza con un assioma, la gelosia con un’equazione, la fedeltà con un teorema?

«Nonostante l’unicità delle persone, le dinamiche tendono a ripetersi», spiega Alessandro Pellizzari, giornalista e autore con Eliselle di La matematica del cuore. Riflessioni sulla vita di coppia (Cairo, 2019), frutto delle numerose storie e riflessioni raccolte in un blog (www.alessandropellizzari.com) che supera il milione di lettori l’anno.

«Soprattutto i maschi reiterano gli stessi comportamenti. Le storie sono quindi simili tra loro e corrispondono a regole matematiche».

L’affermazione trova conferma nel Rapporto Censis-Bayer 2019 sui comportamenti sessuali degli italiani, che analizza la fascia di età tra 18 e 40 anni.

Secondo questo rapporto, le donne hanno in media 4 partner prima dei 40 anni, mentre gli uomini 7; il 41,6 per cento del campione fa sesso 2-3 volte la settimana, mentre 1,6 milioni sono le coppie “bianche”, ossia le coppie che restano unite ma non fanno attività sessuale.

«La tendenza a fare meno sesso, soprattutto tra i più giovani, è in netto aumento», spiega Marco Rossi, psichiatra e sessuologo, presidente della Società di sessuologia ed educazione sessuale. «Gli stimoli esterni, complice Internet, sono talmente tanti che nessun partner reale sembra in grado di eccitare a sufficienza l’altro e il desiderio, conseguentemente, cala».

Ancora: il 77,4 per cento delle donne del campione fanno sesso senza amore e 8 su 10 vanno a letto con un uomo per puro piacere e divertimento. Si tratta di un cambiamento epocale: la percentuale è aumentata esponenzialmente rispetto a 20 anni fa, quando le donne che separavano il sesso dall’amore erano una minoranza, il 37,5 per cento del totale.

Ma non basta: il 25,2 per cento dei soggetti intervistati fruisce di materiale porno in coppia come antidoto alla routine. Un dato allarmante riguarda il sesso senza protezione, praticato dal 63,3 per cento del campione, all’interno del quale il 22,5 per cento dichiara che ciò avviene perché non si hanno contraccettivi a disposizione, il 18,1 perché decide di correre il rischio, il 17,9 perché ritiene improbabile una gravidanza; il 15,1 non fornisce spiegazioni specifiche.

 

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2. L’equazione della gelosia e l’assioma dell’assenza

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Ma veniamo ai “concetti” matematici: per esempio, all’“equazione della gelosia”. Consiste in una formula molto semplice: gelosia uguale amore.

Nel suo libro Pellizzari scrive: «La gelosia è un fondamentale termometro dell’amore. Come un’appagante sessualità rappresenta il muro portante di una coppia che si ama, la gelosia è il sintomo del benessere di coppia».

Ovviamente ci si riferisce a una gelosia “sana”, non a una manifestazione patologica che sconfina nel possesso o, addirittura, nella violenza. Ma è davvero sempre così? È proprio vero che chi non è geloso non ama?

Quando si ama davvero una persona è naturale desiderare fedeltà e sperare che non si interessi ad altri. Se ciò non accade significa che il rapporto è superficiale e di debole intensità. Quindi l’equazione può avere senso.

Tuttavia ci sono anche casi in cui il rapporto è così totalizzante, ben collaudato e profondo che i partner vanno oltre il sentimento di gelosia, riuscendo a sublimarla nel nome della sicurezza e della consistenza della propria relazione.

Se lui latita, lei non gli interessa abbastanza. Nella matematica dell’amore il numero di minuti che lui dedica a lei su scala giornaliera è fortemente indicativo e direttamente proporzionale al suo interesse.

Rossi: «Il presupposto di partenza è che il maschio sia un soggetto “semplice” e che il suo atteggiamento in coppia possa essere riassumibile in poche frasi: “Mi interessi e quindi ti dedico tempo oppure non mi interessi e non te ne dedico”».

Ciò con buona pace delle donne, instancabili nell’elaborare possibili motivazioni di appuntamenti mancati, telefonate che non arrivano, messaggi WhatsApp senza risposta per quanto regolarmente visualizzati.

Viste con gli occhi di un uomo, le opzioni sono di disarmante e pragmatica ovvietà: perché perdere tempo con donne che interessano poco o nulla?

«La gestione maschile del tempo è pragmatica», spiega Giovanna Crespi, psichiatra e psicoterapeuta presso l’ospedale San Gerardo di Monza. «Gli uomini sono generalmente ben poco portati all’elucubrazione e a “dividere il capello in quattro”: di solito non reputano interessante comprendere il perché e il percome dei comportamenti femminili e quindi non investono alcun tempo per farlo».

 

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3. Paghi uno, prendi due e il calcolo delle probabilità

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Richiamando le svendite al supermercato, la motivazione alla base di questo comportamento tipicamente maschile è facilmente intuibile: la convenienza: «Due donne, nella fattispecie una moglie e un’amante, sono meglio di una perché insieme coprono tutti i bisogni maschili», concordano Rossi e Crespi.

«La moglie esercita il ruolo di “mamma”, tanto amato dagli uomini: accudisce, aiuta, consola e c’è sempre. È un punto di riferimento certo e costante. L’amante invece rappresenta la novità, il brivido e la trasgressione. Che la moglie possa essere anche più bella dell’amante, poco importa: l’uomo assuefatto ad averla a portata di mano, non se ne accorge neppure. Perché corteggiarla ogni giorno se ce l’ha a disposizione? Tempo ed energie sprecate, per lui».

Ma non è complicato gestire moglie e amante e non determina sensi di colpa? «Nell’80 per cento dei casi, l’uomo non prova affatto senso di colpa ed è abilissimo a gestire la situazione senza arrivare a una scelta conclusiva», risponde Crespi. «Quella che decide è in genere la donna».

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La previsione del destino di una coppia attraverso la matematica ha appassionato gli studiosi fin dagli anni Novanta, quando lo psicologo John Gottman, fondatore del Love Lab (il laboratorio dell’amore) di Seattle (USA), un centro all’avanguardia per lo studio delle dinamiche di coppia, e James Murray, matematico della Washington University, hanno elaborato una formula in grado di stimare la probabilità di fallimento di una relazione: un’equazione basata sull’osservazione delle interazioni tra partner e sui parametri biologici di centinaia di coppie appena sposate.

Sono stati analizzati battito cardiaco, espressioni facciali, pressione sanguigna, conduttanza cutanea e scambi verbali per scoprire quali fattori rendano il divorzio più o meno probabile.

Il risultato è stato inequivocabile: il dialogo è fondamentale per il funzionamento della relazione. Inoltre, la comunicazione efficace implica che sia possibile comunicare all’altro il proprio stato emotivo e i propri bisogni senza farlo sentire in torto o manchevole.

Le coppie più affiatate sono quelle in cui si tende a negoziare e discutere ogni singola cosa che non va, senza accumulare rabbia e rancore.

 

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4. Valore zero: lo stashing

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In matematica il valore zero indica un evento praticamente impossibile. Che significato ha in una storia d’amore?

Lo si può associare a diverse situazioni, anche se due sono particolarmente emblematiche.

«L’ultima carta che un uomo gioca con una donna che ha lasciato è quella di una pretesa “amicizia” alla quale di solito attribuisce scarso valore: pari pressoché a zero.

Le motivazioni sono sostanzialmente tre: dal punto di vista maschile “rimanere amici” può significare lasciare la porta aperta a un’eventuale frequentazione sessuale; prendere una scorciatoia per alleviare i sensi di colpa e contenere le recriminazioni femminili all’abbandono; mantenere un rapporto di sostegno psicologico gratuito», sostiene Pellizzari.

Esiste anche un altro valore zero nella matematica dell’amore: la probabilità che una storia appena iniziata abbia la speranza di proseguire quando lui pratica lo stashing.

Il termine anglosassone significa “nascondere, mettere da parte” e applicato alla coppia viene usato quando il maschio tiene nascosta una nuova partner, non presentandola agli amici e non portandola in alcun posto pubblico, nemmeno al ristorante.

Tanta segretezza, a meno che si sia amanti, non ha ragione di essere e implica un’intenzione a chiudere la relazione in tempi brevi se non brevissimi. Poiché confessare il tradimento porta imbarazzo oltre all’ovvia paura di essere scoperti, le statistiche relative arrivano da blog o portali.

Come Incontri Extraconiugali.com, che ha condotto nel marzo 2018 un sondaggio a livello europeo sulla propensione al tradimento. Ne è emerso che più della metà della popolazione italiana (58 per cento) e spagnola (53) ha ammesso di aver tradito almeno una volta il proprio partner; le donne tradiscono in percentuale più alta degli uomini (64 per cento) pianificando nel 48 per cento dei casi gli incontri extraconiugali al mattino, e nel 29 durante la pausa pranzo.

«Dal mio blog è emerso che la durata media di una relazione extraconiugale è superiore a un anno; la quota di casi in cui lui è sposato e lei single ricorre 4 su 10; solo nel 20 per cento dei casi l’uomo non fa promesse sul futuro (che comunque tende a non mantenere); gli amanti maschi si fanno lasciare nel 90 per cento dei casi», conclude Pellizzari.

 

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5. Dieci consigli diversi dal solito per far durare di più l’amore e dieci motivi per essere fedeli

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- Dieci consigli diversi dal solito per far durare di più l’amore

1. Contieni lo spazio riservato ai figli: abituali sin da neonati a dormire nel loro letto e non ammetterli nel tuo. Mantieni degli spazi solo per la tua coppia.
2. Porta delle novità a letto: non limitarti ai soliti copioni, ma proponi qualche novità, ovviamente nel rispetto dei desideri e della disponibilità di entrambi.
3. Alimenta la gelosia: è un sentimento ancestrale che coibenta la coppia. Alle donne basta davvero poco: curarsi alimenterà l’attenzione del partner.
4. Mantieni dei segreti: la condivisione totale può essere noiosa. Piccoli misteri possono invece risultare attraenti.
5. Condividi solo a metà: mantenere i propri amici e i propri interessi è utile, piacevole e affascinante per l’altro/a.
6. Ogni tanto vivi da “separato/a”:  un po’ di lontananza fa crescere il desiderio.
7. Difendi le cene:  quelle belle a lume di candela in cui lo smartphone è spento o lontano da tavola sono un momento magico in cui si può tornare a essere quelli di un tempo.
8. Coltiva la conversazione: il silenzio è la tomba del matrimonio. Non affrontarsi, non dirsi quello che non va e rimandare il confronto non significa essere tolleranti, ma riempie un vaso che prima o poi esploderà.
9. Non fidarti degli altri: molti amanti vengono scelti tra gli amici. Dunque non fidarti ciecamente neanche dei migliori.
10. Tieni d’occhio i social: Chi è quello sconosciuto/a che mette like a tutti i post di lei/lui? Dalle spiegazioni che vengono date si possono capire molte cose.
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- Dieci motivi per essere fedeli

1. Se ami una persona sarà bello rinunciare alle tentazioni per amore suo.
2. Assaggiare una torta è pericoloso: ne vorrai assaggiare altre.
3. Se vieni scoperto, non sarà più come prima. La fiducia non torna.
4. Se vieni scoperto, puoi uscirne con le ossa rotte.
5. Se sei fedele forse non avrai emozioni forti, ma godrai di qualcosa che vale dieci volte tanto: la serenità.
6. Essere fedeli significa non mentire mai alla persona più importante della tua vita. La tua coscienza sarà leggera.
7. Tieni conto che dietro un’apparente “bella occasione” può nascondersi una “bella fregatura”.
8. Eviterai di deludere profondamene i tuoi figli.
9. Non dovrai vivere nel terrore di essere scoperto.
10. Se lasci la “strada vecchia” per la nuova, potresti perderti

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