Quasi cinque milioni di italiani (8,2 per cento della popolazione) fanno uso di rimedi o terapie “non convenzionali” secondo l’ultima indagine ISTAT sul tema, presentata nel 2015 e riferita a dati raccolti nel 2013.
La più diffusa è l’omeopatia, seguita dai trattamenti manuali come l’osteopatia e la chiropratica, dalla fitoterapia e dall’agopuntura.
Tutte le medicine non convenzionali sono basate su teorie scientificamente non dimostrate, hanno in comune la visione unitaria (olistica) dell’organismo umano e spesso attingono anche alla tradizione popolare o a particolari filosofie.
In Italia, si preferisce parlare di “medicine non convenzionali” (MNC), piuttosto che di “medicine alternative”, e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Medici, con il Documento di Terni del 2002, ha emanato a loro riguardo delle “Linee guida”.
Nel documento, le MNC ritenute rilevanti sono: agopuntura, medicina tradizionale cinese, medicina ayurvedica, omeopatia, medicina antroposofica, chiropratica, fisioterapia, omotossicologia, osteopatia.
Solo i medici chirurghi e gli odontoiatri sono abilitati a esercitare queste medicine e pratiche: una garanzia indispensabile per porsi al riparo da ciarlatani e “guaritori” che mettono a rischio la vita delle persone, come non di rado ci riferiscono le cronache. L’osteopatia può essere esercitata anche da fisioterapisti abilitati, come ha specificato una nota del Ministero della Salute.
Perché fuggire dalla scienza? I progressi e i risultati della medicina basata sull’evidenza scientifica sono sotto gli occhi di tutti. Perché allora non poche persone si affidano ancora alle medicine non convenzionali? L’irrazionalità e la superstizione sono le reazioni tipiche di chi non è educato a fare i conti con le verità della scienza.
La scienza medica (e non solo) ragiona probabilisticamente sulla base delle evidenze disponibili. Che pretende certezze assolute si rivolge altrove. E nel mare magnum della pseudoscienza le promesse di salute e salvezza proliferano pericolosamente.
Se alcuni nutrono diffidenza nei confronti di ospedali, esami clinici ecc., può essere un po’ “colpa” della medicina che negli ultimi decenni ha spesso perso di vista il rapporto medico-paziente?
La specializzazione dei saperi riguarda tutte le discipline e la medicina non fa eccezione. D’altra parte, non si spiegherebbero gli straordinari progressi della ricerca al di fuori di questo processo storico e culturale.
Spesso si accusa la medicina di riduzionismo, ma è proprio questo che consente di comprendere la complessità di un fenomeno. L’alternativa è la confusa vaghezza di un olismo ideologico che poco ha a che vedere con un’effettiva e dovuta attenzione per il soggetto “paziente”.
La medicina scientifica basata sull’evidenza e le medicine non convenzionali possono convivere? La convivenza già c’è, anche se spesso i media trasmettono il messaggio errato che non esista convivenza, bensì opposizione tra due schieramenti. La medicina è una sola ed è bello sapere che si arrivi a conclusioni simili partendo da posizioni diverse.
Lo dimostra anche l’attivitàdelle varie associazioni scientifiche di MNC accreditate presso il Ministero della Salute, in dialogo costante con le istituzioni e spesso ben accettate anche nel mondo accademico italiano, attraverso le collaborazioni tra medici docenti nei corsi universitari.
Inoltre, sono numerosi gli specialisti e i medici di medicina generale che indirizzano i pazienti anche verso terapie non convenzionali.
Chi è il paziente tipo? È chi vuole risolvere patologie croniche o ricorrenti per esempio infiammatorie, allergiche, autoimmuni, o controllare il dolore soprattutto osteoarticolare, chi ha problemi di carattere emotivo e psicosomatico.
Ogni paziente chiede al medico di ascoltare la propria storia individuale e non solo quella della sua malattia. Di parere diverso diversi esperti: «La convivenza è auspicabile, ma è un falso problema.
Se si è in grado di mostrare scientificamente l’efficacia di una terapia, siamo nell’ambito della medicina. Diversamente, ci si muove nell’ambito dell’alternativa alla medicina, ovvero di ipotesi e prassi inaffidabili, fino a prova contraria».
1. OMEOPATIA, OMOTOSSICOLOGIA E MEDICINA TRADIZIONALE CINESE
- OMEOPATIA E OMOTOSSICOLOGIA: curano le malattie diluendo nell’acqua sostanze che causano nei sani sintomi simili a quelli dei malati
Fondata dal medico sassone Samuel Hahnemann tra fine ‘700 e inizio ‘800, l’omeopatia (dal greco òmoios, simile, e pàtheia, malattia) si basa su una serie di principi tra cui la legge dei simili, secondo la quale una malattia (perturbazione della forza vitale del corpo) è curata da quel farmaco che causa nel sano i sintomi più simili a quelli del malato.
La sostanza (vegetale, minerale, animale) da somministrare è diluita in più passaggi con acqua e, dopo ogni diluizione, la soluzione del preparato omeopatico deve essere agitata energicamente (succussione) per renderlo attivo anche quando, a diluizioni estreme, non esiste più nella soluzione neppure una molecola di sostanza attiva.
Queste “dinamizzazioni” imprimerebbero alla struttura dell’acqua una sorta di “impronta” permanente della sostanza disciolta, anche alle diluizioni estreme, che ne amplifica l’effetto terapeutico.
È un’ipotesi che non ha trovato riscontri dimostrabili scientificamente con le leggi della chimica e della fisica quantistica.
Un’evoluzione dell’omeopatia è l’omotossicologia, sviluppata negli anni ’50 dal medico tedesco Hans-Heinrich Reckeweg, secondo il quale le malattie sarebbero l’espressione della lotta dell’organismo contro le tossine.
I preparati omotossicologici, in concentrazioni omeopatiche, sono anche molecole biochimiche coinvolte nei processi metabolici cellulari, materiale patologico sterilizzato e inattivato, organi di maiale, farmaci convenzionali omeopatizzati.
La prestigiosa Cochrane Collaboration, iniziativa internazionale no-profit che raccoglie, valuta criticamente e diffonde le informazioni su efficacia e sicurezza degli interventi sanitari, ha un database dedicato anche alle medicine complementari ed effettua periodicamente l’analisi di studi condotti sull’efficacia di omeopatia e omotossicologia.
Per ora non ha trovato riscontri di efficacia superiori a quelli dell’effetto placebo.
- MEDICINA TRADIZIONALE CINESE: Ristabilisce il perfetto equilibrio energetico quando è turbato dalle malattie
Considerata come uno dei più antichi sistemi medici conosciuti, si fonda su principi per lo più filosofici, a partire dai concetti di Yin/Yang – che rappresentano le due parti di cui è costituito il Tao, il principio fondamentale di ogni elemento e la manifestazione del cosmo – e dal concetto delle 5 fasi dinamiche (wuxing).
Le 5 fasi sono impegnate in un movimento ciclico e associate a una stagione, a un’emozione, a un colore, a un organo o a una funzione del corpo umano. Inoltre, l’energia vitale del corpo (qi) circola attraverso dei canali che si ramificano collegandosi agli organi e alle funzioni corporee.
Il perfetto stato psico-fisico è rappresentato dall’armonia tra Yin e Yang e una malattia si cura cercando di ristabilire l’equilibrio energetico attraverso diverse pratiche e tecniche tra cui fitoterapia, agopuntura, massaggio (tuina), esercizio (qigong) e terapia dietetica.
2. MEDICINA ANTROPOSOFICA E RIFLESSOLOGIA
- MEDICINA ANTROPOSOFICA: Tratta le malattie con omeopatia, danza, arte ed... estratto di vischio
Formulata dopo la fine della Prima Guerra mondiale dall’esoterista e teosofo austriaco Rudolf Steiner e dal medico olandese Ita Wegman, teorizza che l’essere umano è composto da quattro parti: una corporea (il corpo fisico) e tre immateriali cioè il corpo eterico (le forze che danno forma alla vita), il corpo astrale (i sentimenti) e il corpo egotico (lo spirito).
Nel momento in cui si rompe l’armonia fra questi elementi subentra la malattia, che è una rottura dell’equilibrio fra due polarità opposte e complementari: il principio luciferico, che tende al ringiovanimento e alla vitalità, e il principio arimanico, che tende all’invecchiamento e alla morte.
L’equilibrio si riconquista sia attraverso preparati omeopatici sia attraverso la psicologia, l’arteterapia, l’euritmia (una particolare forma di danza e movimento).
Molto più raramente la medicina antroposofica fa uso di farmaci e ritiene invece quasi sempre dannosi gli antibiotici e i vaccini. Tra i farmaci antroposofici più noti c’è l’estratto di vischio, dalla presunta attività antitumorale.
A oggi non esistono prove scientifiche sulla sua reale efficacia nella cura dei tumori e gli studi che sembrano supportare un qualche effetto terapeutico sono stati criticati dalla comunità scientifica perché condotti con scarso rigore metodologico.
Analogamente sono riportati numerosi casi documentati di diffusione di malattie infettive anche pericolose, come il morbillo, in scuole steineriane con basse percentuali di allievi vaccinati.
- RIFLESSOLOGIA: Toccando o massaggiando un punto del corpo se ne cura un altro
Se ne trovano testimonianze in pitture dell’Antico Egitto, nella cultura Maya, Inca e dei Nativi americani.
Consiste nella stimolazione, tramite massaggio o tocco, di zone del corpo chiamate “punti riflessi” su cui si proietterebbero organi collocati anatomicamente lontani. Agendo su questi punti – in base a un mappa – si condizionerebbe positivamente l’organo corrispondente.
Tra le più praticate c’è la riflessologia plantare, che si occupa dei punti riflessi sui piedi (su pianta, dorso, lato esterno e interno), le cui posizioni seguono uno schema simile a quello del corpo.
Non esiste prova scientifica della validità delle mappe riflessologiche e i miglioramenti riscontrati da alcuni dipendono dall’aumentata circolazione sanguigna dovuta alle stimolazioni o dall’effetto placebo.
In uno studio del National Cancer Institute, le donne con carcinoma mammario avanzato trattate con riflessologia hanno migliorato alcuni sintomi, come la mancanza di respiro, ma non altri, come nausea o dolore.
3. FITOTERAPIA E OSTEOPATIA
- FITOTERAPIA: È la più antica pratica terapeutica della storia dell’uomo
La fitoterapia, dal greco phytón (pianta) e therapéia (cura), è una pratica che prevede l’uso di piante o estratti di piante per curare le malattie o per mantenere il benessere psicofisico.
Codificata per la prima volta nel trattato Lineamenti di fitoterapia del medico francese Henri Leclerc (1870- 1955), è in realtà antichissima e probabilmente rappresenta il primo esempio di pratica terapeutica umana: la medicina popolare si serve di rimedi fitoterapici da tempi immemorabili.
La preparazione e la prescrizione dei fitoterapici è soggetta alla supervisione dell’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali), che ne stabilisce le norme.
I prodotti sono inseriti nella Farmacopea Ufficiale, che contiene i requisiti e le caratteristiche delle sostanze farmaceutiche, definite secondo standard specifici e vigilate dal Ministero della Salute per quanto riguarda la qualità, la sicurezza e l’efficacia.
Questo evita pericoli nell’uso perché molte erbe sono responsabili anche di gravi effetti indesiderati e quello che è naturale non significa che sia sempre benefico.
Semmai è il contrario: i principi attivi di un farmaco di sintesi chimica sono sempre pochi, noti e di composizione stabile, mentre i componenti di un fitoterapico sono molti, non sempre tutti noti, in concentrazione variabile, pertanto il fitoterapico ha effetti meno prevedibili di quelli di un farmaco di sintesi.
- OSTEOPATIA: Parte dalle ossa per guarire molti disturbi, anche quelli della digestione
Dal greco ostéon, osso, e páthos, sofferenza, il termine osteopatia fu coniato nel 1874, negli Stati Uniti, dal medico Andrew Taylor Steel sulla base della concezione che l’osso fosse il punto di partenza dal quale accertare la causa di una patologia.
L’osteopatia cerca di curare disturbi funzionali della colonna vertebrale, dell’apparato locomotore, del sistema digestivo e del sistema neurovegetativo usando solo tecniche manuali senza farmaci né chirurgia.
Questo per individuare se i limiti della mobilità che interessino l’apparato muscolo-scheletrico possano influenzare la condizione del paziente.
Gli osteopati si basano sull’idea che un essere umano rappresenti un’unità funzionale dinamica, nella quale tutte le parti sono interconnesse e che possiede propri meccanismi di autoregolazione e di autoguarigione.
È sempre importante affidarsi a mani esperte perché alcune manovre osteopatiche non sono esenti da rischi, come la manipolazione delle vertebre alla base del collo: se condotta male, potrebbe anche provocare una dissezione carotidea e un ictus.
4. MEDICINA AYURVEDICA E CHIROPRATICA
- MEDICINA AYURVEDICA: Cura e previene le malattie, ma aggiunge metalli (anche tossici) ai farmaci
Sviluppatasi in India nel IV millennio a.C., è citata per la prima volta nel 1000 a.C. in un trattato di 500 princìpi medicinali, il Charaka Samhita.
Ancora oggi in India è la più diffusa. Mira al benessere fisico, psichico e spirituale dell’individuo per curare le malattie, prevenirle e vivere più a lungo.
Ayurveda è infatti una parola composta da ayur, longevità, e veda, conoscenza rivelata. Secondo l’ayurveda il corpo umano è pervaso da 3 energie vitali (dosha): Vata (composto da spazio e aria), legato a sistema nervoso, respirazione, circolazione sanguigna; Pitta (fuoco e acqua), legato alla trasformazione, alla digestione fisica e mentale (elaborazione delle emozioni); Kapha (acqua e terra) legato al concetto di coesione e ai fluidi corporei.
Le malattie rappresentano un disequilibrio tra i dosha e per ripristinare l’equilibrio si ricorre alle terapie, a base di principi medicinali da erbe e minerali (polveri, pastiglie, infusi), consigli alimentari, abitudini di vita, esercizio fisico.
Nella medicina ayurvedica si usa aggiungere ai composti farmaceutici alcuni metalli (piombo, arsenico, mercurio), molto tossici per l’uomo. Uno studio del 2008 confermava la presenza di metalli tossici in circa il 20% dei rimedi analizzati.
Nel 2012 il Centers for Disease Control and Prevention statunitense segnalò i rimedi ayurvedici come fonte di avvelenamento di alcune donne incinte. L’India ha pertanto stabilito che questi prodotti debbano indicare in etichetta il contenuto di metalli.
Ma una pubblicazione dell’Indian Academy of Sciences nota come l’assenza di controlli post produzione e la scarsa validità dei test di laboratorio effettuati rendano la norma difficile da rispettare.
- CHIROPRATICA: Si concentra sul midollo
Fu proposta nel 1895 dal medico canadese Daniel David Palmer.
Si basa sulla manipolazione del corpo eliminando le cause meccaniche dei disturbi e concentrandosi sull’integrità del sistema nervoso e sulla colonna vertebrale che lo contiene.
Secondo i chiropratici, infatti, le disfunzioni del midollo spinale possono interferire con l’innata capacità del corpo di guarire da sé.
Prevede anche consigli sul corretto stile di vita e sul benessere psicofisico. Chi si rivolge al chiropratico in genere soffre di articolazioni bloccate o con mobilità ridotta o di dolori neuro-muscolo-scheletrici.
5. AGOPUNTURA E AROMATERAPIA
- AGOPUNTURA: Il potere degli aghi contro emicrania e dolori cronici.
È una pratica terapeutica antichissima, sorta in Cina nel III millennio a.C., parte integrante della medicina tradizionale cinese.
Considera il corpo umano come un insieme di sistemi funzionali associati agli organi interni, mentre la malattia è concepita come una perdita dell’equilibrio (omeostasi) tra di essi.
Per tentare di ristabilirlo, si inseriscono aghi in determinate parti del corpo chiamate xue (in cinese “canali”).
È molto importante che gli aghi siano sterili, atossici, monouso e applicati da personale medico esperto per scongiurare effetti collaterali anche gravi, come danni al sistema nervoso centrale, collasso dei polmoni.
I risultati di alcuni studi suggeriscono che l’agopuntura possa alleviare alcuni tipi di dolore cronico, come il mal di schiena, il dolore cervicale e quello del ginocchio, il mal di testa muscolo-tensivo o che possa prevenire l’emicrania.
Non sempre però si è riusciti a distinguere tra gli effetti terapeutici provati e quelli dovuti all’aspettativa del paziente e alla fiducia nella terapia intrapresa.
Dagli anni ’70 l’agopuntura è praticata anche per smettere di fumare, ma senza evidenze scientifiche.
Un ampio studio statunitense su oltre 1.200 malati oncologici suggerisce invece che l’agopuntura possa alleviare i sintomi dovuti agli effetti collaterali della chemioterapia.
- AROMATERAPIA: Gli oli essenziali sono un toccasana soprattutto contro lo stress
Può essere considerata un ramo della fitoterapia che usa gli oli essenziali – contenenti sostanze volatili e molto odoranti delle piante – inalati o spalmati sulla pelle.
L’aromaterapia è talvolta impiegata contro l’insonnia, ma sono state condotte poche ricerche rigorose sull’argomento.
Uno studio australiano sull’aromaterapia compiuto all’Università di Sidney utilizzando due fragranze contrastanti, limone e lavanda, in persone sotto stress, ha rilevato che il limone ha un effetto positivo sull’umore, ma nessuno dei due profumi ha influenzato gli indicatori di stress, i marcatori biochimici dei cambiamenti del sistema immunitario o il controllo del dolore.