Sul calendario, la data che forse può meglio celebrare l’unione tra il sacro e il profano è il 10 agosto e cioè quella in cui cade la notte di san Lorenzo.
In questa occasione si è soliti recarsi in luoghi dove l’inquinamento luminoso è più debole, per potersi stendere su un prato o su una spiaggia e ammirare lo spettacolo delle stelle cadenti.
1. L’UOMO E LE STELLE
L’uomo è stato guidato fin dall’antichità dalle stelle e in senso più generale dalla natura.
La natura detta i tempi dell’agricoltura e di quella che è la vita umana sul nostro pianeta.
Non scordiamoci che le stelle sono servite per permettere ai nostri antenati di muoversi per terra e per mare e per costruire alcuni dei monumenti più famosi, proprio ispirati a costellazioni.
Basti pensare all’importanza della Cintura di Orione per gli Egizi (e non solo per loro) o a quella del Drago per la mitologia Indù sul cui modello vennero posizionati i templi di Angkor Wat.
Gli uomini si sono rivolti alle stelle per scoprire i segreti della propria nascita e del proprio destino e oggi illustri scienziati, con nuove tecnologie, cercano altra vita nell’Universo.
Le stelle, i pianeti e gli altri corpi celesti fanno anche parte del nostro vivere quotidiano, basti pensare ai giorni della settimana scanditi proprio dai nomi dei pianeti: Lunedì (Luna), Martedì (Marte), Mercoledì (Mercurio), Giovedì (Giove), Venerdì (Venere).
Si tratta di un retaggio proveniente dall’antica Babilonia e poi adottato dai Romani che, con l’avvento del cristianesimo, cambiarono il giorno di Saturdì (Saturni dies che è rimasto parzialmente nella versione inglese di Saturday) in Sabato (dal termine ebraico Shabbat ovvero “giorno di riposo”) e il Solis die, “Giorno del Sole”, in Domenica (Giorno del Signore).
Anche in questo caso rimane traccia di questo nei nomi Sunday (inglese) e Sonntag (tedesco).
2. LA STORIA DEL MARTIRE LORENZO
Nel tempo, all’interno del nostro calendario si sono uniti elementi astronomici a elementi sacri creando ciò che abbiamo e viviamo oggi: principalmente sono entrati i santi che, già dai primi cristiani, vennero inseriti per commemorare il giorno del loro martirio e per poterli quindi celebrare.
Tra la tarda antichità e l’inizio del Medioevo, il calendario occidentale elencava già un santo per ogni giorno.
Il fenomeno che si manifesta intorno al 10 agosto nei cieli notturni non ha particolare attinenza con san Lorenzo, se non quella che la tradizione gli ha voluto attribuire.
L’accostamento tra il fenomeno del passaggio delle Perseidi e la figura di san Lorenzo è abbastanza recente e si rifà proprio alla storia del santo. Possediamo poche notizie sulla vita di Lorenzo, che nacque in Spagna nel 225.
È noto che si specializzò in teologia a Saragozza, dove conobbe il futuro papa Sisto II con il quale poi decise di trasferirsi a Roma.
Fu proprio grazie all’amico pontefice che Lorenzo divenne arcidiacono della diocesi di Roma ad appena 32 anni. Qua sotto, il santo con gli attributi che lo contraddistinguono, la palma e la graticola.
Come sappiamo, i primi secoli del cristianesimo non furono particolarmente facili per chi professava quella religione e nel periodo in cui visse san Lorenzo a farne le spese furono in particolare coloro che trasmettevano la parola di Cristo: l’imperatore Valeriano infatti non si rivolse, rispetto a quanto fatto dai suoi predecessori, ai semplici fedeli del nuovo culto ma andò direttamente alla fonte cercando di eliminare la gerarchia ecclesiastica.
Fu così che confiscò i terreni della Chiesa e ordinò l’uccisione di tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi. Nelle catacombe di Pretestato papa Sisto II fu sorpreso mentre celebrava la messa e fu immediatamente ucciso insieme ai suoi quattro diaconi il 6 agosto del 258 mentre, quattro giorni dopo, proprio il 10 agosto, fu il turno dell’arcidiacono Lorenzo.
Secondo una raccolta compilata da sant’Ambrogio, Lorenzo fu arso sulla graticola (ecco perché viene raffigurato insieme a questo oggetto) ma oggi questa storia viene ritenuta leggendaria in quanto l’imperatore Valeriano non ordinò alcun tipo di tortura da impartire ai malcapitati prima dell’uccisione.
Probabilmente Lorenzo fu decapitato, così come avvenuto a Sisto II e a tanti altri martiri. Dopo la morte, il suo corpo fu deposto in una tomba sulla via Tiburtina nei pressi della quale l’imperatore Costantino, nel IV secolo, farà costruire una basilica che subirà numerosi ampliamenti nel corso del tempo e che oggi troviamo di fianco al gigantesco Cimitero del Verano.
Sul luogo del martirio, invece, secondo la tradizione fu eretta sempre nel IV secolo un’altra chiesa chiamata San Lorenzo in Panisperna. Proprio a causa del suo leggendario supplizio, san Lorenzo è patrono di cuochi, pasticcieri, pompieri, rosticcieri e lavoratori del vetro.
Qua sotto, "Martirio di san Lorenzo", del Bronzino, 1569.
3. QUALE COLLEGAMENTO CON LE STELLE: PAGANI E CRISTIANI
Il martirio di san Lorenzo ha fornito l’elemento per poter collegare quella data al fenomeno che si verifica in modo ricorrente nei nostri cieli: i carboni e le scintille scatenate dal fuoco che arse vivo il santo sulla graticola sarebbero proprio lo specchio simbolico delle cosiddette stelle cadenti, che solcano il cielo ogni anno il 10 agosto.
Secondo un’altra versione invece si tratterebbe delle lacrime del martire versate nel momento della sua morte.
Ma già in epoca molto più antica il fenomeno era legato alla sfera del sacro: a Roma era identificato come il momento della fecondazione dei campi da parte del dio Priapo.
Le celebrazioni legate al raccolto e alla fertilità della terra si susseguivano durante tutto agosto, mese dedicato alle Feriae Augusti (da cui il nostro “ferragosto”), e il 10 le processioni e i riti augurali culminavano nella notte in cui l’auspicio di un buon raccolto si legava all’avvistamento di quante più stelle cadenti possibile.
Più tardi, per facilitare il passaggio dal culto pagano a quello cristiano, Lorenzo, probabilmente per assonanza, prese il posto di Larentia, controparte femminile del dio Priapo, figura semidivina identificabile con Madre Natura e simbolo di fertilità, anch’essa onorata nelle festività di agosto.
Qua sotto, Martirio di San Lorenzo di Tintoretto, 1575 circa.
4. IL FENOMENO SCIENTIFICO
Fin qui abbiamo parlato di storia e di leggenda, ma cosa accade scientificamente la notte di san Lorenzo?
In un arco temporale che non è limitato solo al 10 agosto, ma che copre diversi giorni che vanno dalla fine del mese di luglio al 20 di agosto (oggi il picco viene raggiunto intorno al 12), possiamo ammirare il passaggio dello sciame delle Perseidi, un fenomeno famosissimo fin dall’antichità osservato già nel 36 a.C. dagli astronomi cinesi.
Il nome dello sciame meteorico deriva dal fatto che le scie paiono provenire tutte dalla Costellazione di Perseo.
Di base si tratta del momento nel quale la Terra si trova a transitare nella zona in cui orbitano ancora i detriti della cometa Swift-Tuttle. Questa cometa fu scoperta dai due astronomi da cui prende il nome nel 1862, ma fu l’italiano Giovanni Schiaparelli quattro anni dopo a collegarla con lo sciame meteorico della notte di san Lorenzo.
Swift-Tuttle (foto sotto), transitata l’ultima volta nel nostro Sistema Solare nel 1992, ha un periodo di percorrenza molto lungo e tornerà nuovamente nei pressi di casa nostra solo nel 2126.
Nonostante questo, i detriti lasciati nei precedenti passaggi dal suo nucleo, grande circa 10 Km, continuano a persistere nello spazio e nel momento in cui il nostro pianeta incrocia questa scia si verifica uno degli spettacoli della natura più affascinanti: quello delle “stelle cadenti” di San Lorenzo, sicuramente lo sciame meteorico più visibile tra quelli che la Terra incrocia durante il suo percorso intorno al Sole.
Le cosiddette stelle cadenti, dunque, non sono altro che piccole meteore, frammenti che prendono fuoco a contatto con l’atmosfera terrestre e cadono a una velocità di circa 60 km al secondo disintegrandosi e creando la caratteristica scia luminosa.
Essendo la Swift-Tuttle una cometa che incrocia periodicamente il percorso del nostro pianeta non c’è pericolo che possa colpirci? Le preoccupazioni furono amplificate durante l’ultimo suo passaggio nel 1992 quando si ipotizzò che, in occasione del prossimo appuntamento del 2126, lo scontro con la Terra o con la Luna sarebbe potuto essere catastrofico e inevitabile.
Uno studio più attento di tre precedenti passaggi avvenuti nel 69 a.C., nel 188 d.C. e nel 1737 ha fortunatamente allontanato le paure almeno per il prossimo millennio.
5. ESPRIMI UN DESIDERIO
Chi non ricorda la scena di Pinocchio, il bel cartone animato della Disney, nella quale Geppetto prega la stella della sera di dare vita al suo picco- lo burattino?
Anche nella notte di san Lorenzo a ogni stella che cade dovrebbe corrispondere un desiderio espresso che non deve essere mai rivelato a nessuno, per evitare che non si avveri.
Questa tradizione è ben radicata e torna molto indietro nel tempo: nell’antichità infatti si credeva che il destino degli uomini fosse scritto nelle stelle, le stesse stelle e pianeti che potevano essere osservati in cielo alla nascita di un bambino.
La caduta di una di esse stava a significare che il destino non era più scritto e che quindi quel bambino avrebbe potuto cambiare il proprio futuro una volta adulto. Quindi vedere una stella cadente implica la speranza del cambiamento del proprio destino e della possibilità di realizzare i propri sogni.
Nonostante lo sciame meteorico delle Perseidi sia forse il più famoso, non è l’unico a far scintillare i nostri cieli notturni: ogni anno intorno al 17 novembre si manifestano le Leonidi, originate dal passaggio della cometa Tempel-Tuttle, che ha un ciclo di 33 anni.
Poi ci sono le Geminidi, visibili intorno al 13-14 dicembre, originate invece da un corpo che secondo alcuni è a metà strada tra una meteora e una cometa estinta che si sta sgretolando a ogni passaggio vicino al Sole. Si ipotizza che questo sciame arriverà a estinguersi nel giro di un secolo. Infine ricordiamo lo sciame delle Quadrantidi, visibile nel mese di gennaio.
In tutto esistono poco meno di 100 sciami meteorici, anche se moltissimi di questi sono irregolari o troppo deboli per essere avvistati e reggere il confronto con quello che dà origine al fantastico spettacolo della notte di san Lorenzo.
Note
Una tragica notte di san Lorenzo
La notte di san Lorenzo fu descritta anche da Giovanni Pascoli che ce ne restituisce però un’immagine tutt’altro che romantica e positiva. Aveva solo 11 anni quando, il 10 agosto del 1867, suo padre Ruggero fu ucciso sul colpo da una fucilata sparata tra i campi.
Il colpevole non fu mai trovato. Il poeta dedicò al padre i versi colmi di tristezza di una tra le sue più celebri composizioni, intitolata proprio X Agosto.
La prima grave perdita familiare che segnò la sua esperienza di vita è eternata da parole meste e dolcissime allo stesso tempo e il ricordo di quel precoce dolore risuona nel cielo che si vela di un “pianto di stelle”.
Ecco i primi versi:
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla...