Uno degli aspetti più positivi del Web consiste nella possibilità di sfruttare tantissimi servizi senza spendere un euro.
Google è forse il più noto e di uso. Il gigante dei motori di ricerca mette a disposizione funzioni, strumenti e applicazioni di ogni genere.
Il tutto senza chiedere niente in cambio, almeno apparentemente. Purtroppo, ciò che non si paga in denaro, nell’era di Internet e della connettività globale, si restituisce con i dati personali, non sempre in modo consapevole.
Fortunatamente non c’è niente di misterioso, né tanto meno di fraudolento.
La politica sulla privacy di Big G è messa nero su bianco e le impostazioni sono configurabili. Quindi siamo in grado di ridurre all’osso quando vogliamo le informazioni che “regaliamo”.
L’importante è sapere come fare. La maggior parte di noi tende a ignorare molti aspetti che riguardano la privacy.
Nei 5 punti che seguono mettiamo a nudo il Google Account, facendo luce su tutto ciò che il colosso di Mountain View raccoglie su di noi per limitarne al massimo la fame di dati.
Il colosso dei motori di ricerca, grazie ad Android e ai Google Account, raccoglie una quantità immensa di dati personali: cronologia delle posizioni, ricerche, interessi, applicazioni utilizzate e molto altro.
Scopriamo come difendere la nostra privacy.
1. La parola giusta
Per capire la portata di quello che Google sa sul nostro conto basta una parola sola: "troppo".
Se poi abbiamo anche uno smartphone Android collegato al Google Account, allora il termine esatto diventa "tutto".
Per iniziare a farci un'idea basta accedere al profilo, quindi fare clic sulla voce Account personale. Si apre l'interfaccia che ci consente di mettere mano su tutte le opzioni, comprese quelle relative alla riservatezza dei dati.
Nello specifico dobbiamo accedere a Informazioni personali e privacy, che troviamo in bella vista nella parte centrale della pagina. Qui, oltre ai dati che abbiamo usato per registrare il profilo Google, troviamo due funzioni molto interessanti: Controllo Privacy e Le mie attività.
Prima di concentrarci sulla verifica di come Big G gestisce le nostre informazioni, facciamo un rapido viaggio nell'elenco delle attività registrate. Solo così potremo renderci conto della portata di quanto stiamo analizzando.
La pagina si apre con un messaggio piuttosto tranquillizzante: "Solo tu puoi visualizzare questi dati. Google tutela la tua privacy e la tua sicurezza". Selezionando Ulteriori informazioni, veniamo rimandati alla scheda dedicata all'argomento.
Rispetto al passato, l'approccio che Big G ha adottato nel mostrare il suo concetto di riservatezza è molto più semplice e intuitivo. Anziché una lunga sfilza di paragrafi e testi scritti in modo poco chiaro, troviamo una serie di vignette animate.
Per ciascuna sono elencate alcune frasi chiave, che consentono di capire al volo perché, secondo Google, è importante fornire l'accesso alle nostre informazioni.
Citiamo testualmente: "Danno risposte alle tue domande ti aiutano a trovare le parole giuste in qualsiasi lingua, ti guidano nei tuoi spostamenti facendoti arrivare a destinazione, ti aiutano a trovare quel video che ti fa tanto ridere o la tua nuova canzone preferita, ti aiutano a trovare chi vuoi nelle tue foto".
Infine, sempre per rabbonire e tranquillizzare: "Sono personali. Ecco perché proteggiamo i tuoi dati". È senza dubbio tutto vero, peccato non venga considerato il rovescio della medaglia.
Seguendo questi consigli, per Google non abbiamo più segreti. La sicurezza e l'affidabilità con cui Big G tratta le informazioni personali non è in discussione.
Ciò su cui vogliamo concentrarci è ben altra cosa. Infatti, è qui che si concretizza il concetto che abbiamo espresso all'inizio di queste pagine.
Per utilizzare determinati servizi, dobbiamo pagare con i nostri dati. Se non acconsentiamo, non potremo sfruttare le funzioni più innovative che Google mette a disposizione.
2. Ritorno al passato
Andiamo al pannello Le mie attività. Scorriamo la pagina e divertiamoci a tornare indietro nel tempo.
Scopriamo passo dopo passo cosa abbiamo fatto, dove siamo stati, quali ricerche sono state lanciate e molto altro ancora.
Per ogni giorno, infatti, troviamo un riepilogo suddiviso in categorie. Queste ultime aumentano o diminuiscono in base alle attività svolte.
Per esempio, se abbiamo guardato uno o più video su YouTube, compare il nome del noto portale multimediale. Allo stesso modo, se ci siamo districati tra le news del giorno, troviamo la voce News.
In una giornata tipica, le categorie che possiamo vedere sono: Ricerca, You-Tube, Ricerca Video, Ricerca Immagini, News, Now, Play, Android. Per ognuna, visualizziamo per filo e per segno ciò che abbiamo fatto.
In Ricerca, oltre a trovare i termini esatti che abbiamo inserito nel motore, ci sono i riferimenti all'ora e perfino al luogo da cui abbiamo lanciato quella specifica richiesta.
Per vedere tutto in chiaro, basta fare clic sulla voce Dettagli di fianco all'attività selezionata.
In Ricerca immagini, invece, scopriamo come, quando e perché ci siamo collegati alla funzione di reperimento immagini di Google.
Maps indica quali consultazioni sono state fatte sfruttando le mappe di Big G. Now invece dice se e come è stato utilizzato il servizio Google Now e così via.
3. Android, un vero spione!
Un capitolo a parte lo merita la sezione Android che troviamo sempre nella finestra Le mie attività.
Naturalmente è disponibile solo se usiamo smartphone o tablet con questo sistema operativo.
A tal proposito, è importante soffermarsi per un attimo su un aspetto. Tutti i dispositivi mobile che sfruttano la piattaforma di Mountain View, richiedono la registrazione di un account Google con cui poi si interfacciano.
Stando alle statistiche fornite da Netmarketshare.com, Android è il sistema più utilizzato al mondo in smartphone e tablet, con una percentuale del 69,18% (rilevamenti di settembre 2016). Al secondo posto c'è iOS di Apple con il 25,02%.
Con questi dati in mente è abbastanza facile farsi un'idea della quantità di informazioni che confluiscono nei server di Google. Anche se definirli in numeri è pressoché impossibile, la portata del fenomeno è senza dubbio gigantesca.
Una volta fatta mente locale su quanto appena detto, selezioniamo la scheda Android e scopriamo come per Google il nostro smartphone non abbia segreti.
Non solo troviamo l'elenco delle app che utilizziamo, quando e dove, ma anche il numero di volte che le abbiamo aperte. Per fortuna, il servizio di raccolta informazioni non ha accesso ai contenuti.
Non vengono rilevati i testi dei messaggi di posta elettronica, SMS, WhatsApp, Facebook o quant'altro. Almeno sotto questo aspetto possiamo stare tranquilli.
4. Andiamo ben oltre...
La sete insaziabile di informazioni che Google dimostra di avere non si ferma al pannello Le mie attività.
Sulla colonna di sinistra facciamo clic su Altra attività Google e scopriremo un'ulteriore e forse più interessante novità.
Qui abbiamo accesso a Cronologia delle posizioni, Informazioni dei dispositivi, Cronologia Sound Search di Google Play e Feedback "non mi interessa" di You-Tube.
Inoltre, possiamo scaricare tutte le ricerche effettuate sul motore o eliminare l'archivio delle conversazioni svolte tra noi e l'assistente di Google sullo smartphone Android.
La voce che più di ogni altra lascia a bocca aperta è proprio la prima: Cronologia delle posizioni. Selezionandola, si apre Google Maps con una serie di puntini rossi.
Ognuno di questi rappresenta la zona in cui siamo stati in un dato periodo di tempo. In altre parole, da qui vediamo tutti i nostri spostamenti effettuati con lo smartphone in tasca.
Big G, pertanto, sa perfettamente dove ci siamo recati e in quale momento. La cronologia, se non è mai stata cancellata, va a ritroso nel tempo di anni. Non è tutto.
Se proviamo a fare clic su un puntino rosso che riepiloga la meta in generale, entriamo nel dettaglio. La mappa si ingrandisce e compare il tragitto minuzioso dello spostamento, con tanto di coordinate, strade, deviazione e tutto il resto.
5. Gestione completa e controllo mirato
- Gestione completa
Ora che abbiamo ben chiaro cosa Google sa di noi, è venuto il momento di fare delle scelte. Come già detto, tutte le opzioni sono perfettamente configurabili.
Possiamo decidere di disattivarle, avendo ben chiaro in mente che non potremo sfruttare le funzioni cui fanno riferimento.
Nel pannello Le mie attività, facciamo clic su Gestione attività che troviamo nel menu di sinistra.
La pagina si apre con un incipit molto chiaro: "I servizi di Google diventano molto più utili grazie ai dati che memorizziamo nel tuo account".
Cosa disabilitare o meno dipende dalla nostra sensibilità e dalle esigenze che abbiamo. In primo luogo, possiamo sospendere la raccolta relativa alla cronologia Web e alle applicazioni che utilizziamo su dispositivo mobile, come Maps, Now e via dicendo.
La seconda voce riguarda la cronologia delle posizioni. Anche in questo caso niente vieta di disattivarla. Google smetterà di tracciarci. Tuttavia ciò non impedisce ai servizi di geolocalizzazione dello smartphone o del tablet di tenerci sotto controllo.
Inoltre, è bene sapere che quando utilizziamo Maps o le funzioni di ricerca di Google, la posizione può comunque essere rilevata in base alle attività Web che svolgiamo.
C'è poi la possibilità di sospendere l'invio di informazioni da parte dei dispositivi mobile in cui sfruttiamo il nostro Google Account, disattivare l'attività vocale e audio raccolta mediante l'uso di Google Now, nonché cancellare la cronologia di visualizzazione e ricerca su YouTube. - Controllo mirato
Precedentemente, abbiamo introdotto la funzione Controllo privacy. Vi accediamo dal pannello che riepiloga la gestione dell'account.
Questa opzione porta in una finestra con sei schede. Passandole in rassegna dall'inizio alla fine, controlliamo per filo e per segno ogni aspetto relativo alla gestione dei dati personali.
Partiamo da Google+, passiamo ai contatti, le attività di YouTube e finiamo con la gestione degli annunci.
Per ognuna, abbiamo la possibilità di mettere mano con precisione alle singole voci. Prendiamoci tutto il tempo che ci serve per ottimizzare la nostra privacy.