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La regina Anna d’Inghilterra ed il film “La favorita”: tra mito e realtà

«Posso ricordarvi che voi non siete la regina?».

Quando Robert Harley pronuncia queste parole all’indirizzo di Sarah Churchill, in una scena del nuovo film di Yorgos Lanthimos, “La favorita”, sta dicendo la verità: Sarah Churchill non è la regina.

Ma, come Harley ha appena scoperto suo malgrado, è come se lo fosse. Non solo ne fa le veci, ma decide per lei.

Harley (interpretato dall’attore Nicholas Hoult) è un importante parlamentare Tory giunto a corte per chiedere di incontrare la regina, ma si trova la strada sbarrata da Sarah, sostenitrice del partito avverso ai Tories, i Whigs, che mette in campo tutto il proprio potere per impedire che l’udienza abbia luogo.

Ambientato alla corte inglese agli inizi del XVIII secolo, “La favorita” racconta il delicato equilibrio di potere tra la regina Anna Stuart (interpretata da Olivia Colman, nella foto sotto) e le sue due più influenti cortigiane: Abigail Masham (Emma Stone) e l’indomabile Sarah Churchill, duchessa di Marlborough (Rachel Weisz).

Come si intuisce dallo scontro tra la duchessa e Harley, la corte dell’epoca – perlomeno nella visione di Lanthimos – era dominata dal potere femminile: donne sempre al centro dell’azione, in un rimescolarsi di relazioni personali confuse, sessualizzate e non di rado manipolative che intersecano regolarmente le dinamiche della politica di stato.

Gli uomini della corte, con le loro parrucche eccessive, vengono ignorati, calpestati o, nella migliore delle ipotesi, costretti a raccomandarsi alle donne perché li sponsorizzino.

Ma cosa c’è di storicamente vero in questa sorprendente ricostruzione? Scopriamolo insieme.

 

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1. Fantasia o realtà storica?

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Ma si tratta di un’interpretazione storicamente verosimile? Erano veramente le donne a dettare le regole del gioco in quel luogo e in quell’epoca?

Se si considerano solo le scene con la corsa delle aragoste, i mangiatori di fuoco o la sequenza in cui un cortigiano nudo e in carne viene bersagliato con dei grani di melagrane, si sarebbe tentati di alzare le spalle e prenderlo solo per un film di immaginazione.

Ma sarebbe un errore, perché nella sua analisi delle politiche matriarcali all’alba del XVIII secolo – un momento in cui le donne esercitarono un’influenza mai vista prima alla corte inglese – “La favorita” si avvicina alla verità storica più di quanto non si possa credere.

«La nazione intera provava una particolare gelosia per i favoriti di corte», raccontò lo scrittore Daniel Defoe, autore di “Robinson Crusoe”, che visse in quel periodo ed ebbe sotto gli occhi la corte della regina Anna e i suoi rivolgimenti.

Furono proprio due favorite a determinare le sorti di quel regno, finendo per trascinarlo in una delle sue più grandi controversie. L’ascesa al trono di Anna, nel 1702, portò alla parallela elevazione della sua carismatica confidente Sarah Churchill.

Le due, amiche fin dall’infanzia, in privato si erano persino date i soprannomi di miss Morley (Anna) e miss Freeman (Sarah) per cancellare la distanza tra una semplice donna dell’aristocrazia e una della famiglia reale, e continuarono a usarli anche da adulte, fino a quando il loro rapporto non si guastò.

Sotto il patrocinio della regina, Sarah e suo marito John, ufficiale dell’esercito ed eroe della Battaglia di Blenheim, salirono sempre più in alto nella scala della nobiltà, fino al rango di duca e duchessa di Marlborough.

I due divennero a tutti gli effetti una coppia potentissima, intenzionata ad assumere il controllo tanto dello Stato quanto dell’esercito.

La duchessa ottenne le più prestigiose cariche che una donna potesse occupare a corte: responsabile degli abiti della regina e assistente alle sue abluzioni private, tesoriera della corona e custode del grande parco di Windsor. In altre parole, aveva nelle sue mani le proprietà, le finanze e la persona stessa della sovrana.

Ma tutto ciò non le bastava, la sua ambizione guardava oltre. Definita “un’autentica dittatrice” da Defoe, Sarah mostrava un’assoluta dedizione alla politica e una forte passione per il governo.

Durante il regno di Anna era molto forte la divisione tra i due partiti, i Whigs e i Tories, che lottavano ferocemente per riuscire a influenzare una sovrana che aveva il potere di veto su qualunque provvedimento parlamentare e poteva estromettere chiunque dall’attività politica.

La duchessa di Marlborough era Whig fino al midollo e usò la sua influenza sulla regina per inserire a corte molti politici Whigs con le rispettive famiglie, per agevolare il suo partito e sbarrare la strada a quello opposto.

Inoltre, voleva far sì che la regina supportasse la posizione della sua fazione sulla Guerra di successione spagnola (i Whigs ritenevano che l’Inghilterra dovesse intervenire direttamente nel conflitto).

Ma c’era un problema: la regina Anna non era un burattino e la posizione di favorita non durava necessariamente per tutta la vita. Nella foto sotto, la regina Anna.

 

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2. Rivali nel ruolo di favorita

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Con il passare del tempo le divergenze su varie questioni di Stato scavarono un solco tra “miss Morley” e “miss Freeman”, reso ancor più profondo dall’entrata in scena di una nuova contendente al titolo di favorita: Abigail Masham

A introdurla a corte era stata proprio la duchessa di Marlborough, ignara del fatto che questa sua protetta l’avrebbe un giorno rimpiazzata nel ruolo di favorita.

Così Abigail Masham divenne la principale rivale politica e personale della duchessa: confidente del ministro Tory, Robert Harley, usò a sua volta la vicinanza alla regina per perseguire i suoi scopi, fino a tagliare fuori la duchessa a dispetto dell’amicizia d’infanzia che legava questa alla sovrana.

Nel 1711 la regina Anna spogliò la duchessa di tutte le sue cariche ufficiali, e per ripicca la duchessa si portò via tutti gli infissi e le suppellettili del suo appartamento, quando ne fu sfrattata.

Quella rivalità mortale che si sviluppò nel rapporto tra la regina e le due cortigiane non mancò di affascinare tanto i contemporanei quanto gli storici successivi. Tre donne all’apice del potere nell’Inghilterra settecentesca in un carosello di astuzie, colpi bassi, bruschi cambi d’umore.

Ma non furono solo queste tre le protagoniste femminili della vita politica di quel periodo, né fu la corte la sola arena in cui le donne lasciarono un segno significativo.

In quel momento storico il giornalismo politico era assai attivo: l’animosità tra Sarah Churchill e Abigail Masham fu osservata, descritta e ampiamente sfruttata da tutta la carta stampata dell’epoca, e molte delle giornaliste che se ne occuparono furono donne.

Tra queste c’era Mary Astell, «la prima femminista d’Inghilterra», autrice di libelli sul diritto femminile all’educazione e contro la tirannia del matrimonio, nonché grande sostenitrice delle politiche dei Tories.

E non fui lei la sola donna a levare critiche contro i Whigs: la penna affilata della “prima giornalista politica” Delarivier Manley ebbe occasione di infilzare la duchessa di Marlborough, suo marito e vari importanti politici Whigs con una prolifica serie di romanzi satirici, libelli e saggi politici.

Lavorò anche su commissione per lo stesso lord Harley e divenne un’efficacissima forza di propaganda, come ben dimostrato dalla rabbia che i suoi scritti suscitavano tra i Whigs. Nella foto sotto, .a regina Anna.

 

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3. Diversi approcci

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Di tenore opposto fu invece il lavoro della drammaturga Susanna Centlivre, che manifestò il proprio sostegno ai Whigs in opere come “The Man’s Bewitch’d”, del 1709, in cui l’eroina si libera da sola della tirannia di un tutore Tory e trova la felicità con un affascinante eroe Whig.

Altre donne, anziché avvicinarsi alla politica attraverso la parola scritta, scelsero un approccio più personale: usare le loro posizioni di mogli, sorelle o figlie di ministri e parlamentari per influenzare, convincere o costringere.

Una delle più illustri esponenti di questa tattica era la contessa Anna di Strafford, che passava incessantemente da un salotto londinese all’altro, allacciando alleanze e scambiando informazioni politiche.

Tra i suoi bersagli principali figuravano una lady il cui marito era avversario diretto del duca di Marlborough alla Camera dei Lord, la duchessa di Somerset (che aveva rimpiazzato la duchessa di Marlborough come assistente alle abluzioni priva- te della regina) e la stessa Abigail Masham.

La contessa di Strafford fu particolarmente contenta di venir invitata a una serie di riunioni tenute dalla duchessa di Shrewsbury, la cui casa era usata spesso dai sostenitori di lord Harley come luogo di ritrovo fuori dalla corte.

I suoi avversari politici la detestavano ferocemente per questa sua disponibilità, e un’acida duchessa di Marlborough ebbe a dire che la duchessa di Shrewsbury «portava in giro i suoi sgraziati seni esponendoli con strane movenze».

La residenza della duchessa di Stafford, nonché il suo quartier generale politico, era in St James’s Square, a poche porte di distanza dal domicilio di un’altra dama dell’alta società, lady Hervey, futura contessa di Bristol, a sua volta impegnata in una vasta campagna di alleanze e intrighi a favore dei Whigs.

Lady Hervey era molto vicina alla duchessa di Marlborough e alle sue figlie (quasi tutte astutamente date in moglie ad aristocratici Whigs): sedeva accanto a loro in teatro, partecipava ai loro balli, come pure a quelli organizzati da altre importanti dame Whigs tra cui lady Wharton e lady Portland. Nella foto sotto, la regina Anna.

 

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4. La politica imbruttisce le donne

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Questi continui maneggi non sfuggirono all’occhio della stampa, e non tutti i giornalisti uomini apprezzarono quel teatrino di perfidie.

Commentando il crescente numero di donne con influenza sulla politica, lo “Spectator” affermò che la «vita di partito» era «un vizio da uomini» e che le donne che vi prendevano parte mettevano a rischio la loro delicata bellezza:
«Non c’è nulla di più deleterio della vita politica per un volto grazioso. La vita politica infligge un’aria cupa allo sguardo e una sgradevole amarezza ai lineamenti del viso.
Inoltre, approfondisce le rughe e provoca più rossori del brandy [...] Non ho mai incontrato una donna che si sia dedicata alla politica e sia riuscita a conservare la sua bellezza per un anno».

Ma, se anche le donne abboccarono all’assurda idea che la politica potesse guastare il loro bell’aspetto, evidentemente decisero che il gioco valeva la candela: man mano che le donne di spicco sparivano dalla ribalta, altre le sostituirono.

Al termine del secolo la situazione si replicò e i Whigs trovarono una nuova figura di riferimento nell’indomabile Georgiana, duchessa di Devonshire.

Attorno a queste figure femminili di riferimento si radunavano poi tante altre donne d’alto profilo che discutevano, scrivevano, organizzavano campagne e petizioni, partecipavano attivamente alla ricca vita pubblica del tempo.

Durante la conferenza stampa di presentazione del film, il regista Yorgos Lanthimos si è sentito domandare se “La favorita” possa riferirsi in qualche modo alle attuali rivendicazioni di genere, ma la risposta non poteva essere che una: le rivendicazioni femminili appartengono a tutte le epoche e le donne il potere se lo sono preso ogni volta che ne hanno avuto l’opportunità.

Nella foto sotto, la regina Anna.

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5. I personaggi storici del film

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1. La regina Anna (1665-1714) è stata a lungo ricordata come una sovrana di poco polso, timida, cagionevole di salute e troppo dipendente dalle sue favorite di corte.
Tuttavia, biografie recenti hanno rivalutato la sua figura, sottolineando la fioritura della cultura durante il suo regno e gli eventi politici fondamentali di cui la regina fu protagonista, non ultimo l’Atto di Unione del 1707 che trasformò Inghilterra e Scozia in un unico regno, la Gran Bretagna.
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2. Sarah Churchill (1660-1744), nata nella nobiltà di campagna dell’Hertfordshire, trovò la via del potere nella sua amicizia d’infanzia con la futura regina Anna e nel suo matrimonio con John Churchill, destinato a diventare un eroe militare.
Come duca e duchessa di Marlborough, i due giunsero a esercitare una straordinaria influenza politica sul governo del Paese.
Anche dopo aver perso la sua posizione a corte, Sarah continuò ad avere un certo peso nelle scelte politiche dei Whigs in quanto matriarca di una vasta famiglia.
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3. Elizabeth Seymour (1667-1722), duchessa di Somerset, fu una giocatrice di primo piano nella partita per il potere alla corte di Anna.
Jonathan Swift, autore de “I viaggi di Gulliver”, ebbe a dire che dietro i suoi modi cortesi si celava “una donna assai insinuante”, e molti la considerarono la regista occulta della caduta del duca e della duchessa di Marlborough.
Nel 1702 divenne cameriera personale della regina, e fu lei a rimpiazzare Sarah Churchill nel ruolo di assistente alle abluzioni private regali, nonostante l’ascesa di Abigail Masham nei favori della regina.
Elizabeth Seymour

 

4. Elizabeth Hervey (1676-1741) , diciassette figli e un marito che ai dibattiti di Westminster preferiva le corse dei cavalli a Newmarket non bastarono a impedirle di lasciare il suo segno nella politica del tempo.
Corteggiò tanto il duca e la duchessa di Marlborough, quanto la regina per riuscire a piazzare la sua numerosa prole in vari posti vacanti in Parlamento.
Lei stessa e suo marito (anche lui parlamentare) ottennero un titolo nobiliare, prima quello di baroni, nel 1703, e poi quello di conti, nel 1714.
Da loro discese un’intera dinastia di parlamentari Whigs e cortigiani dai modi spesso eccentrici.
Elizabeth Hervey

 

5. Delarivier Manley (1670-1724 ca.), spesso definita la prima giornalista politica della Storia, impiegò la sua penna come una vera e propria arma.
Il suo romanzo del 1709, “New Atalantis”, metteva in satira i dibattiti politici del suo tempo con devastanti attacchi contro i Whigs, tanto da essere arrestata per diffamazione.
Ma lei sostenne che si trattasse di un’opera di finzione e i suoi avversari dovettero desistere, poiché insistere avrebbe significato ammettere che effettivamente si identificavano nei personaggi del romanzo.
Delarivier Manley






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