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La teoria macrobiotica: una pratica di vita

Un discepolo di Ohsawa ama dire: «La macrobiotica non è una faccenda di casseruole».

Non si possono infatti separare le prescrizioni alimentari della macrobiotica dalla sua filosofia.

«Io sono il sole, io sono l’acqua, io sono l’aria, io vivo, quel che mangio è l’energia del sole… L’uomo è il fantasma delle foglie, dei semi e delle radici, dei vegetali…Quello che l’uomo crea nella sua vita, è la libertà infinita, sono la felicità e l’amore eterni, è la giustizia assoluta, la giustizia assoluta è lo spirito del sole, la libertà infinita è un altro nome dell’aria, la felicità e l’amore eterni sono la metamorfosi dell’acqua, e l’orchestra di questa libertà, di questa felicità, di questo amore, di questa giustizia, è la salute. I tasti del pianoforte che compongono questa salute sono la foglia, i semi, le radici delle sette erbe dei campi, le sette alghe del mare e del fiume e tutti i vegetali».

E’ così che Ohsawa definisce la macrobiotica nel “Libro della vita macrobiotica”.

La teoria afferma che la realtà è espressione della tensione dialettica dello Yin e dello Yang, i due principi opposti e complementari, in sé assolutamente immateriali, che si costituiscono nella infinitudine ed eternità dell’Essere.

Ma vediamo un po’ meglio questa teoria del mondo, considerata anche una pratica essenziale di vita.

Scopriremo chi era Georges Oshawa, vedremo quali sono gli alimenti Yin e Yang e tante altre cose molto interessanti da conoscere. Leggiamole insieme.

1. Chi era Georges Oshawa?

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Georges Oshawa, pseudonimo di Sakurazawa Nyoiti (Kyoto, 18 ottobre 1893 - Tokio, 23 aprile 1966), padre della macrobiotica, è stato uno scrittore giapponese, principale divulgatore in Occidente delle antiche teorie cinesi.

Autodidatta, contribuì alla diffusione delle tradizioni orientali quali arte del tè, bonsai, judo, agopuntura e della filosofia estremo-orientale, ivi compresa la medicina tradizionale cinese.

Esemplare studioso dell'antica teoria cinese dello Yin e Yang (da lui stesso definita "gli occhiali magici"), che è la base di tutte le filosofie estremo-orientali, ha portato le conoscenze dell'agopuntura in Occidente sin dagli anni '20 del secolo scorso.

Nel suo "Libro della vita macrobiotica", egli mette in pratica una concezione dialettica orientale antica di 5.000 anni e mostra la via della felicità attraverso la salute.

Condannato dai medici per tubercolosi quando aveva meno di vent’anni, egli si è guarito da solo nell’anima e nel corpo, ed ha consacrato la sua vita a diffondere l’insegnamento dei metodi ancestrali che l’avevano salvato.

Concezione cosmica che collega l’uomo all’Universo, che tiene conto del sacrificio riguardo agli esseri viventi rappresentato dall’atto di nutrirsi, invito alla presa di coscienza di sé stessi ed alla gioia di vivere, metodo pratico di alimentazione basato sulle forze antagoniste e complementari Yin e Yang.

Attaccato dall’Ordine dei medici per esercizio illegale della medicina, George Ohsawa fu assolto in questi termini: 

«Ohsawa professa un sistema filosofico che ha avuto origine in Estremo Oriente, nel quale l’uomo appare sottomesso a delle forze antagoniste qualificate come Yin e Yang. D’altra parte, lo scopo della filosofia dell’Estremo Oriente è quello di permettere all’uomo di raggiungere la felicità eterna e la libertà infinita; per questo egli deve praticare il distacco, ciò che implica l’obbligo di dare fino al sacrificio.
Ne consegue che l’uomo non deve consumare che il nutrimento strettamente indispensabile alla realizzazione del suo equilibrio, poiché essendo i beni di consumo in quantità limitata, qualsiasi eccesso è nocivo agli altri e contrario alla nozione di distacco".

Così Ohsawa è stato condotto a concepire un regime alimentare conforme alle sue concezioni filosofiche e morali; appare subito che in un tale sistema la medicina costituisce solo un ramo della filosofia e si confonde con la dietetica, senza che si possa attribuire a questi termini il significato che è loro proprio in Occidente.

Per diffondere il suo insegnamento, Ohsawa ha intrapreso dei viaggi attraverso il mondo, e dal 1957 ha soggiornato a più riprese a Parigi dove ha tenuto un certo numero di conferenze.

La nozione di Yin e Yang sono divenute popolari in Occidente e fanno parte attualmente di un linguaggio corrente: fenomeno recente dovuto alla grande diffusione delle teorie macrobiotiche.

In un momento o nell’altro, tutti i giornali hanno parlato di Ohsawa, il che non vuol dire che ci siano in Francia molti seguaci della teoria macrobiotica e ancora meno che quelli che si proclamano macrobiotici lo siano veramente.

Come ogni disciplina, la pratica della macrobiotica richiede lunghi anni di approfondimento, di integrazione. Lo stesso avviene per lo Yin e lo Yang.

Nel suo libro Lo Zen macrobiotica, Ohsawa definisce lo Yin come la forza centrifuga espansiva, sorgente del silenzio, del freddo, dell’oscurità, mentre lo Yang è la forza centripeta, costrittiva, che produce il suono, il calore, la luce.

Yang e Yin derivano l’uno dall’altro. Le zone fredde e Yin producono dei vegetali Yang e inversamente. Il sesso femminile Yin produce l’ovulo Yang mentre il sesso maschile Yang produce lo spermatozoo Yin. La vita è combinazione, equilibrio Yin-Yang.

Nel modo di nutrirsi bisogna tener conto della qualità Yin-Yang degli alimenti. Niente è assolutamente Yin o Yang, ma ci sono degli alimenti molto Yin o parzialmente Yang, molto Yang, poco Yang o una via di mezzo.

2. Alimenti Yin e Yang

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Come riconoscere gli alimenti Yin e gli alimenti Yang?

Ohsawa fornisce una lista che noi qui riproduciamo, ma bisogna cercare di distinguere da soli il carattere Yin-Yang degli alimenti.

Ecco alcuni criteri che possono costituire un aiuto:

  • È Yang: quello che restringe come il sale, quello che è secco, ricco di sodio, pesante e di poco volume, rosso o giallo, salato o amaro al gusto, i vegetali le cui radici si immergono nella terra, in profondità.
  • È Yin: quello che dilata come l’alcool, ciò che è acquoso, ricco di potassio, leggero o in espansione, blu o indaco, di sapore piccante, acido o zuccherato, il vegetale le cui radici corrono sotto la superficie del suolo, il predotto ovoide o longilineo, il vegetale le cui foglie salgono verso il cielo.
  • Tra i cereali, il più Yang è il grano saraceno, poi il riso, il grano e il miglio. L’avena è Yin.
  • Tra i legumi, il soffione, il ravanello, la rapa, la carota, il prezzemolo, la scorzonera, la cipolla, il cavolo cappuccio, la zucca, il crescione, la lattuga sono Yang. Invece i fagiolini, i cavolfiori, i ceci sono Yin, e le patate, gli spinaci, gli asparagi, i piselli, le rape rosse, i carciofi, le zucchine sono molto Yin. Yang ancora è la carne del pollame, il formaggio di capra.
  • Tutti i frutti sono Yin in diverso grado, il meno yin è la mela; tutte le materie grasse sono Yin, e i meno Yin sono gli oli di oliva, di girasole e di sesamo.

 

Classificheremo gli alimenti nella misura in cui sono o no raccomandati secondo un’ottica macrobiotica. Oltre a discriminare gli alimenti in Yin e Yang, l’essenziale della concezione macrobiotica risiede nella percentuale di ciascuna categoria di alimenti.

Secondo i casi o secondo il clima, le proporzioni variano. Ohsawa distingue 10 maniere di nutrirsi: la più celebre è il famoso regime numero 7 che comprende solo cereali, ma si tratta di un regime eccezionale di depurazione da praticare durante dieci giorni.

Secondo Ohsawa, il sangue si rinnova ogni dieci giorni, quindi qualunque neofita che voglia sperimentare la macrobiotica o qualunque malato che speri di migliorare il suo stato con una cura di questo genere dovrà considerare una disciplina alimentare per questa durata.

Il più facile da seguire, per chi non è vegetariano, è il regime che comprende 30% di cereali, 30% di verdure, 10% di minestre, 25% di carni, 10% di insalate.

A dei livelli più rigorosi, le insalate, le carni, le minestre spariscono, la proporzione dei legumi diminuisce a vantaggio di un aumento dei cereali.

Per quanto riguarda le bevande, anche esse devono essere ridotte il più possibile, a 2 o 3 tazze al giorno, poiché gli alimenti forniscono la quantità d’acqua necessaria all’organismo.

3. Alcune raccomandazioni

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  • Il miglior modo di consumare le verdure sta nel cuocerle in «nitukè», fritte in un po’ di olio vegetale, nell’acqua o a vapore, insaporite col sale marino.
  • Le verdure non devono stare immerse troppo a lungo nell’acqua, non devono essere sbucciate e devono essere preferibilmente cotte in recipienti di terracotta, pirex o ghisa smaltata.
  • Nel limite del possibile, le verdure e i frutti consumati devono essere coltivati senza concimi chimici, provenienti dalla regione vicina e in corrispondenza della stagione.
  • Bisogna evitare i prodotti industriali, gli zuccheri, le conserve, gli alimenti colorati chimicamente, bevande varie, le spezie e gli ingredienti chimici, il caffè e i tè colorati, gli ortaggi molto Yin come patate, pomodori, melanzane, e i prodotti di origine animale trattati chimicamente come il burro, il latte, il formaggio, le carni di pollo, di bovino ecc.
  • Un’altra raccomandazione importante: masticare il più possibile (non dimentichiamo che la digestione dei cereali comincia con la ptialina della saliva): «Dovete masticare le vostre bevande e bere i vostri alimenti». Più si mastica e più si apprezza ciò che si mangia.

 

La cucina macrobiotica richiede per il suo stesso spirito di essere preparata amorevolmente a casa. Deve diventare come un atto di creazione e di approfondimento della dottrina Yin e Yang.

Il primo principio da rispettare è quello della cottura a fuoco lento. La fiamma alta non può contribuire alla buona cucina. I sapori si conserveranno tanto meglio quanto si eviterà di sollevare il coperchio durante la cottura.

La macrobiotica è un’arte culinaria delicata, che rispetta il sapore degli alimenti. Richiede una preparazione minuziosa, accompagnata da gesti lenti e precisi. Bisogna comportarsi davanti a un piatto come un pittore davanti alla sua tela, pensare ai sapori, alle consistenze, ai colori.

Un piatto forte è composto generalmente di un cereale naturale o ripassato in padella o gratinato, di verdure nella proporzione da 10 a 30%, e talvolta di un po’ di salsa besciamella o altro.

Un cucchiaino di lenticchie, ceci o azuki e un altro di alghe marine accompagneranno utilmente le solite verdure. Le sole spezie autorizzate sono lo zafferano, il dragoncello, il sale marino, l’alloro, il cerfoglio, la cannella, il timo, la noce moscata, il prezzemolo, la santoreggia, la vaniglia, il ginepro: questi ultimi due sono un po’ yin.

Dopo qualche tentativo si imparerà a cuocere correttamente i cereali. Per una parte di riso lavato si aggiungeranno due parti circa di acqua.

Si cuoce 5 minuti a fuoco vivo e poi a fuoco lento per un’ora, un’ora e mezzo: quando l’acqua è tutta assorbita e i chicchi si staccano facilmente sotto la punta della forchetta, il riso è cotto.

Le verdure subiranno di preferenza una yangizzazione: saltate in un po’ d’olio senza coperchio, lasciando evaporare gli elementi più Yin e gli acidi. In seguito la cottura continua col coperchio a fuoco lento, dopo l’aggiunta di un poco d’acqua e di un po’ di sale.

Quando si yangizzano nello stesso recipiente vari tipi di verdure bisogna cominciare con la cipolla seguita dal porro, poi un’altra verdura fresca, una radice come la rapa e infine la carota, l’ortaggio più Yang.

La carota sarà tagliata in obliquo molto finemente, gli altri legumi sminuzzati. Tutti i piatti saranno spolverati di prezzemolo crudo, tritato finemente, fonte di vitamina C.

4. Precisazioni per neofiti

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Il neofita può sperimentare la macrobiotica nella sua forma più semplice: riso e verdure.

Dovrà inoltre fare conoscenza con qualche parola nuova che designa i prodotti d’accompagnamento specificatamente macrobiotici: gomasio, tamari, miso, per cominciare.

  • Il gomasio è una miscela di grani di sesamo tostati e sale marino (dal 10 al 20%). Di preferenza fatto in casa, si conserva in un recipiente ermetico (per non più di otto giorni). Si trova anche già pronto in commercio. Si consuma a ogni pasto, cosparso su riso, verdure ecc. Combatte l’acidità del sangue.
  • Il tamari è una salsa di soia che si differenzia da quelle correntemente utilizzate nel commercio perché non è venduto che dopo una maturazione di tre anni, da cui il suo prezzo relativamente più alto. È ricco di amminoacidi. Lo si aggiungerà ai legumi senza abusarne; il suo sapore è generalmente apprezzato. Il riso sakura si prepara aggiungendo all’acqua di cottura il 5% di salsa di soya. È eccellente, dice Ohsawa.
  • Il miso è un paté vegetale salato a base di cereali integrali. Molto ricco di proteine vegetali, lo si trova in commercio, perché la sua preparazione è lunga e delicata. La salsa miso si prepara mescolando un cucchiaio da minestra di miso e tre di burro di sesamo (tahin), una tazza d’acqua, il tutto cotto qualche minuto. Per servirla, si aggiunge della scorza d’arancio tritata.

 

Quando parliamo di riso, si tratta ovviamente di riso integrale e biologico.

Il neofita, andando avanti sulla strada della macrobiotica, farà progressivamente conoscenza con gli altri cereali completi: il grano, il grano saraceno in chicchi, il grano saraceno tostato oucacha, il farro (cereale mediterraneo), il cuscus, il miglio, il boulgour (grano frantumato), i fiocchi d’avena, i fiocchi di miglio, i fiocchi di mais (non bisogna abusare dei fiocchi d’avena, molto ricchi e Yin).

Egli aggiungerà alle sue provviste degli azuki (piccoli fagioli rossi, ricchi di proteine), dei ceci, delle lenticchie, delle farine integrali di grano e grano saraceno, della polenta (farina di mais), delle alghe, degli oli di oliva, di girasole o di sesamo, delle olive nere, del sale marino, delle radici di bardana (grappolo) secche, della farina di castagne e di soia.

Per quanto riguarda le bevande, il famoso tè Mu (nella foto), molto Yang o il tè di tre anni o il caffè di cereali o il caffè di dente di leone o ancora il timo, il rosmarino, la salvia, l’anice saranno scoperti o riscoperti.

Si chiama tè Mu, ma in realtà si tratta di una miscela di ben 9 o, in alcuni casi 16, diverse radici (dal ginseng alla cannella) e racchiude in sé tutta la sapienza della tradizione erboristica orientale.
È indicato per chi soffre di problemi polmoni e ai bronchi, per chi fa sport, per le donne in gravidanza e per chi in generale soffre di stanchezza cronica. Trattandosi di una bevanda eccitante, anche se in maniera lieve, è bene non consumare la sera prima di dormire.



5. La macrobiotica come arte della longevità e del ringiovanimento

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La macrobiotica è definibile come arte della longevità e del ringiovanimento.

Sembra incontestabile che questa alimentazione, applicata a un organismo sovralimentato e intossicato, eserciti un’azione purificante e salutare.

Si accompagna a una presa di coscienza del valore degli alimenti, e dell’importanza del nutrimento per la salute: la scelta di quello che si mangia diventa scelta di quello che si è. Questo è un beneficio immenso per qualsiasi persona.

Sono rari quelli che diventano veramente «macrobioti», e può essere addirittura molto difficile definire «un macrobiota». Ora Ohsawa è morto, ma il suo insegnamento resta, applicato in modi diversi dai suoi discepoli.

Al movimento macrobiotico in sé stesso aderiscono poche persone. Al contrario, la parola è passata nel linguaggio corrente ed esercita una grande influenza che non si può valutare tra l’altro sulle nuove generazioni, che sembrano molto più sensibili delle generazioni precedenti al problema della nutrizione.

Negli Stati Uniti il movimento è molto più ampio. Ha i suoi giornali (dei quali uno, «L’Ordine dell’Universo», è tradotto e distribuito anche in Europa), i suoi ristoranti nelle università, e molti ristoranti tipici nelle grandi città.

Il rapporto tra nutrimento macrobiotico e funzionamento del cervello non ha potuto ancora essere studiato in maniera soddisfacente.

Nella sua opera Storia naturale del soprannaturale, L. Watson fa allusione alle esperienze che hanno condotto a pensare che una dieta vegetariana costituita di riso e verdure darebbe ai suoi utilizzatori una ossigenazione comparabile a quella delle più alte montagne.

Su questa questione, le vie della ricerca restano ancora aperte. Tutto quello che possiamo fare oggi è studiare e ravvicinare in un tentativo di sintesi esperienze e scoperte frammentarie. È in quest’ottica che sono via via evocati la dietetica classica, il vegetarianismo, la macrobiotica, la bromatalogia.

Senza dubbio bisognerà anche riconoscere che la definizione di un metodo di nutrizione è inseparabile dalla definizione dell’uomo. La macrobiotica rimane profondamente inseparabile dallo spirito zen. «Durante tutta la mia vita non sono stato che un semplice commentatore dell’antica filosofia orientale» G. Ohsawa.






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