L’Appaloosa è presente nell’immaginario collettivo come il cavallo degli indiani d’America, complici i film Western e il suo mantello caratteristico, che gli permettono di rimanere ben saldo nella memoria di ciascuno di noi.
Oggi questa fantastica razza ha dimostrato di essere molto di più della cavalcatura dei nativi; è allevata e diffusa in tutto il mondo e riconosciuta a livello globale come esempio di cavallo poliedrico e dall’estetica appariscente.
Il cavallo Appaloosa non passa di certo inosservato, il suo peculiare mantello e alcune caratteristiche tipiche della razza lo rendono riconoscibile anche a un occhio meno esperto. Ciò nonostante l’Appaloosa non deve essere ridotto solo al fascino del suo mantello.
Possiede, infatti, moltissime qualità che lo rendono un cavallo poliedrico. È un animale rustico e resistente, vive bene sia scuderizzato che in paddock, dove può rimanere anche 365 giorni l’anno.
Ha un carattere docile, tranquillo e collaborativo; è quindi predisposto all’apprendimento e alla collaborazione con l’uomo. Questo cavallo maculato non manca però di carattere: è infatti tenace, indipendente e coraggioso.
Negli Appaloosa possiamo trovare un buon bilanciamento tra velocità e resistenza e questo equilibrio si sposta più verso uno dei due estremi in base alle linee di sangue prese in considerazione.
1. Il cavallo degli indiani
Questa miscela di qualità lo rende un cavallo molto versatile. Trova, infatti, il suo impiego d’elezione nelle discipline western, nel cutting e nel roping, dove mette in evidenza uno spiccato cow-sense, nel reining, in cui dimostra disciplina e agilità e nel barrel racing e nel pole bending, nei quali esalta la sua velocità esplosiva.
Sono state selezionate anche alcune linee di sangue per la monta inglese, dove l’Appaloosa, che denota un’ottima attitudine al salto, viene utilizzato soprattutto nel completo e salto ostacoli, ma si dimostrano capaci anche nel dressage.
L’Appaloosa prende il nome dalla storpiatura della parola Palouse, nome del fiume che scorre nelle pianure degli stati di Washington e Idaho, lungo le cui sponde ha avuto origine la razza.
Le sue radici sono antichissime: i primi ritrovamenti di cavalli maculati risalgono alle pitture rupestri nelle grotte di Lascaux e Perche-Merle, in Francia; nel corso dei secoli poi questi cavalli si diffusero in tutta Europa.
Con la successiva scoperta dell’America i conquistadores introdussero gli antenati della razza nel nuovo continente, i quali migrarono in branchi dal Messico fino a stanziarsi lungo le sponde del fiume Palouse, nell’attuale zona dell’Oregon, Washington orientale e Idaho occidentale.
Qui la tribù dei Nasi Forati iniziò ad allevarli non solo per il loro eccentrico mantello, ma per ottenere un cavallo atletico, resistente e dal piede sicuro, che fosse adatto ai frequenti spostamenti della tribù sulle montagne, veloce e coraggioso per accompagnare l’uomo in battaglia e nella caccia al bisonte e con un temperamento docile, sensibile e tranquillo per poter vivere negli accampamenti a stretto contatto con adulti e bambini.
I Nasi Forati operarono una vera e propria selezione fissando i caratteri che oggi ritroviamo nel moderno cavallo Appaloosa. Grazie ad alcuni appassionati ed estimatori della razza, l’Appaloosa venne preservato negli anni a partire dai pochi soggetti rimasti dopo la sconfitta dei Nasi Forati da parte dei colonizzatori che avevano portato il cavallo dei nativi sull’orlo dell’estinzione.
Il 30 dicembre 1938, in Oregon, fu fondato il primo registro di razza e l’Appaloosa Horse Club (ApHC).
2. Selezione precisa
Gli Appaloosa oggi vengono allevati e apprezzati in tutto il mondo, selezionati sulla base delle loro attitudini per ottenere soggetti che possano essere impiegati senza fatica in qualsiasi disciplina, mantenendo un occhio di riguardo per la ricercatezza dei pattern e dei colori più appariscenti.
Si presta molta attenzione anche riguardo alla salute dei soggetti allevati, infatti tutti i migliori riproduttori sono sottoposti a svariati controlli e test genetici per arginare la problematica delle malattie ereditarie e produrre sempre soggetti di qualità.
Negli ultimi decenni, si riscontra una selezione molto attenta anche sulle linee da morfologia, allevamento volto a preservarne lo standard moderno di razza, che si allontana molto, come è facile immaginare, dall’originario cavallo Appaloosa.
Sarà facile quindi osservare delle caratteristiche di conformazione molto più ingentilite, con teste molto aggraziate e una struttura slanciata e muscolosa, che donano eleganza.
A chi rivolgersi
A gestire il Libro Genealogico e rilasciare i certificati di razza di tutti gli appaloosa nel mondo è l’americana Appaloosa Horse Club. Insieme alle associazioni affiliate nel resto del mondo promuove iniziative tese al miglioramento, alla valorizzazione e alla diffusione della razza. Nel nostro Paese l’associazione ufficiale è:
ASSOCIAZIONE ITALIANA APPALOOSA
Via Argenago 28 - 42022 Boretto (RE) Presidente: Francesco Auriemma
Segreteria: Micol Sarzi Amadè Cell.: 392.4699289 www.appaloosaitaly.com
3. Molte doti, un solo cavallo
Possiamo quindi dire che la tendenza del moderno allevamento è una selezione sempre più specializzata, possiamo quindi trovare cavalli Appaloosa dalla conformazione fisica molto differente tra loro, caratteristiche utili ad agevolare l’impiego nelle differenti discipline.
Il piede sicuro, la resistenza e la sicurezza di questo cavallo lo rendono un compagno ideale anche per l’equitazione di campagna e il turismo equestre.
Lo vediamo trovare spazio sia in trekking impegnativi di più giorni che in rilassanti passeggiate.
Nel caso delle corse al galoppo, l’Appaloosa brilla soprattutto nelle medie distanze, tra le 350 yard (320 metri circa) e il mezzo miglio (800 metri circa), dimostrandosi dunque un ottimo sprinter.
L’impatto visivo dato dal suo mantello e la sua storia intimamente intrecciata con quella dei nativi americani rendono il cavallo Appaloosa una delle razze favorite per essere impiegate in spettacoli equestri e set cinematografici, soprattutto, ovviamente, nel caso di film riguardanti il vecchio West.
Anche questo dimostra la grande intelligenza e capacità di questi animali.
4. Carta d’identità e caratteristiche
- Carta d’identità
Testa: piccola, magra e simmetri- ca, possiede un profilo rettilineo che conferisce un aspetto distinto Occhi: prominenti, messi in risalto dalla forma della testa, presentano la caratteristica sclera bianca Orecchie: appuntite e di medie dimensioni
Collo: lungo e muscoloso
Spalla: muscolosa e ben inclinata Garrese: pronunciato e ben definito Petto: ampio e muscoloso
Linea dorso-lombare: corta e dritta Torace: profondo, si fonde bene con le spalle
Groppa: lunga, muscolosa e inclinata Crini: radi e corti negli esemplari ‘vecchio tipo’, più lunghi e folti nelle linee moderne
Arti: robusti con buona ossatura Avambracci: lunghi, larghi e muscolati
Stinchi: ampi e piatti
Garretti: ampi, dritti e solidi Pastorale: inclinato e di media lunghezza
Zoccoli: arrotondati, profondi, aperti e larghi ai talloni, presentano le tipi- che striature
Appiombi: corretti
- Le caratteristiche
Tipo: mesomorfo
Altezza al garrese: 145 – 155 cm
Attitudini: cavallo atletico, resistente e dal piede sicuro ed estremamente versatile, l’Appaloosa è il compagno ideale per cimentarsi in svariate attività quali discipline western e trekking, in parte minore nel salto, nelle corse sulla breve distanza e negli spettacoli equestri.
Carattere: gli Appaloosa sono stati selezionati anche in base al temperamento. Sono quindi socievoli, espansivi e collaborativi, ma allo stesso tempo sicuri di sé e indipendenti. Sono inoltre grandi lavoratori ed, essendo molto intelligenti e molto curiosi, imparano presto.
5. Mantelli strepitosi
I tratti distintivi dell’Appaloosa sono:
IL MANTELLO che si può presentare con 7 principali pattern.
- Solid: il cavallo presenta un unico colore di base senza macchie.
- Leopard: mantello a fondo bianco con macchie scure ovali sparse su tutto il corpo.
- Coperta: mantello di base scuro con chiazza bianca più o meno estesa che parte dalla groppa.
- Coperta maculata: mantello scuro con chiazza bianca contenente macchie scure tondeggianti che parte dalla groppa e può essere più o meno estesa.
- Fiocco di neve (snowflake): mantello scuro con macchie bianche, di solito concentrate sopra le cosce.
- Brina (frosted): mantello di base scuro con macchie sfumate bianche su fianchi e groppa. l Marezzato (marble): mantello a fondo bianco con macchie scure frastagliate concentrate soprattutto nella parte anteriore del corpo.
ALTRI SEGNI
- Pelle screziata (mottled skin): area di cute non pigmentata (rosa) contenente piccole macchie scure e rotonde di pelle pigmentata. Può essere trovata intorno a narici, bocca, occhi, ano e genitali. Alcuni esemplari nascono senza pelle screziata, ma la possono sviluppare man mano che invecchiano. L’Appaloosa è l’unica razza equina che possiede questa caratteristica.
- Sclera dell’occhio bianca: normalmente nelle altre razze equine è nascosta dalle palpebre tranne in situazioni di paura o forte stress, nell’Appaloosa è sempre visibile qualunque sia la posizione dell’iride.
- Zoccoli striati: si presenta come una serie di bande verticali chiare e scure sulla parete dello zoccolo. La striatura non è correlata alla presenza di balzane.
Altro tratto tipico dell’Appaloosa è la possibilità che il pattern e il colore del mantello si modifichi nel corso della sua vita. Solitamente si ha una tendenza alla roanatura. La combinazione di tutte queste caratteristiche garantisce che ogni cavallo Appaloosa abbia un mantello diverso da qualsiasi altro soggetto che, come un’impronta digitale, rende ogni cavallo unico al mondo.
Esiste anche la possibilità che un Appaloosa non abbia le tre caratteristiche di razza o il particolare mantello, ma sia comunque un Appaloosa a tutti gli effetti. In questo caso viene definito no color.