Con Art Nouveau (Arte Nuova in francese) si definisce una particolare corrente stilistica la cui ampia diffusione e sviluppo tocca sia l'Europa che l'America, in un arco di tempo che va dalla fine del XIX secolo all'avvento, nel 1914, della prima Guerra Mondiale.
Nato inizialmente in Belgio, grazie all’architetto Victor Horta, l’Art Nouveau si diffuse presto in tutta Europa divenendo in breve lo stile della nuova borghesia in ascesa. E' un nuovo stile, espressione di un'epoca chiamata Belle-Epoque per il brulicare di vita nelle strade e caffè e quella fiducia nella tecnologia che, dopo il treno, ora regala l'automobile, il cronografo e l'uso architettonico del ferro al quale, nel 1889, si erige a monumento la Torre Eiffel.
L’Art Nouveau nacque dal rifiuto degli stili storici del passato e cercò invece ispirazione nella natura e nelle forme vegetali, creando uno stile nuovo, totalmente originale rispetto a quelli allora in voga. L’Art Nouveau diede per la prima volta la risposta giusta al problema della qualità del prodotto industriale. Ma malgrado la sua aspirazione al processo industriale, tuttavia, l'oggetto Art Nouveau richiedeva sempre un'esecuzione molto accurata, imponendo costi di produzione piuttosto che mal si accordavano con l'intenzione di farne una merce alla portata di tutti.
Ma vediamo più da vicino questa straordinaria corrente stilistica e artistica con un ideale estetico sensuale, spirituale, naturale e misterioso.
1. Nascita e diffusione dell'Art Nouveau
La sua data di nascita ufficiale si fa abitualmente risalire al 1895, anno in cui a Parigi apre le porte il grande magazzino, "La Maison de l'Art Nouveau", del mercante tedesco Samuel Bing, dove oggetti d'uso quanto raffinatissimi gioielli, sono realizzati su progetti di nuovi artisti-designer.
Ma se Parigi è il centro in cui l’Art Nouveau conosce le sue più note e affascinanti espressioni, rivendicando d'autorità anche l'aspetto delle cancellate della metropolitana, realizzate su disegno di Hector Guimard, in realtà ha le sue radici in Inghilterra dove la precedente esperienza dell'Arts and Crafts e l'opera grafica di Aubrey Beardsley e Arthur H. Makmurdo (architetto e decoratore autore nel 1883 di un volume illustrato sulle chiese di Londra), davano significativamente impulso al nuovo stile.
Dalla Francia e Inghilterra, dove dagli omonimi magazzini londinesi prende il nome di "Liberty", il fenomeno prese nomi diversi a seconda delle nazioni in cui sorse. In Spagna "Modernismo", in Germania e Austria prese il nome di "Jugendstil" o "stile giovane", dall'esperienza secessionistica di giovani artisti, fra cui Gustav Klimt, ribellatisi al rigido dictat tradizionalista dell'imperante accademismo. In Italia ebbe inizialmente il nome di "Floreale", per assumere poi il nome di "Liberty" (dal nome, appunto, dei magazzini inglesi di Arthur Lasenby Liberty, che vendevano oggetti esotici).
Le ragioni della così ampia e capillare diffusione del nuovo stile sono da ricercarsi soprattutto nel goticismo preraffaellita prima, e simbolista poi, che aleggia in tutta Europa sin dagli anni Settanta del secolo. Si è visto, infatti, come i decenni centrali del XIX secolo siano animati da un'avida riscoperta del Medioevo, idealmente visto come l'età di più intensa spiritualità e felice connubio tra l'uomo e la natura. Una riscoperta, tuttavia, che aveva indotto un'eclettica imitazione dei modelli del passato, senza dar vita a uno stile realmente innovativo.
La straordinaria e inedita novità dell'Art Nouveau, invece, sta nell'imperativo di assoluta libertà creativa con cui, grazie alla formazione artistica dei nuovi designer, quegli stessi modelli vengono superati e ritradotti in una visione più rispondente allo spirito del tempo, amalgamando i valori primordiali della natura e l'aura di un suggestivo passato ad un'elegante quanto dinamica elegante delicatezza e praticità.
2. Caratteristiche
Frutto inizialmente della passione per il romantico e il gotico fiorito, ma anche per certo rinascimento fiorentino, Pollaiolo e Botticelli in particolare, nella sua libera ed evocativa creatività, l’Art Nouveau attinge anche a quei modelli extraeuropei più vicini al nuovo ideale estetico che va perseguendo, quali la ceramica e le stampe giapponesi.
Da questo, apparentemente incongruo, insieme d'elementi esce la nota distintiva di un seducente e vitalistico gusto per la fluidità lineare delle forme e la fantasia delle decorazioni, entrambi costantemente ispirate al mondo vegetale e a un ideale femminile al contempo sensuale e spirituale, naturale e misterioso. Così, ninfe dei boschi e delle acque, penne di pavone, serpenti, intrecci di liane e i cosiddetti "colpi di frusta" (una linea, cioè, che dopo una curvatura ampia si torceva in repentini scatti di curvatura più stretta), ovvero strutture di linee nervose e scattanti, prendono forma tanto nei mobili, quanto nelle lampade, cornici, gioielli e maniglie delle porte.
Non tutta la produzione Art Nouveau, tuttavia, ha un carattere unitario e presenta, fra i vari centri e scuole, particolari e facilmente riconoscibili varianti interpretative. Prevalentemente realizzata in mogano od in noce, la "mobilia" Art Nouveau, infatti, si presenta perlopiù slanciata e dai contorni sinuosi, sottolineati da modanature ramificate come lunghi steli o liane intrecciate. Tale definizione, tuttavia, non vale in Inghilterra dove il mobile, ancora legato ai severi modelli neomedievali dell'Ars and Crafts, presenta forme solidamente geometriche nelle quali il repertorio ornamentale di trafori a motivi celtici e intagli a "colpo di frusta", non si rapporta "organicamente" alla struttura.
Particolarmente significativa, invece, per i futuri sviluppi del disegno industriale, la mobilia della scuola di Glasgow, capeggiata dall'architetto e designer C. Rennie Mackintosh, le cui tipologie si ispirano a una linearità rigorosamente geometrica (nella foto accanto una poltrona design di C. Rennie Mackintosh). A tale scuola di Glasgow si ispirano "le Officine viennesi", fondate nel 1903 da Joseph Hoffman e Kolomon Moser, che coniugano il geometrismo di Mackintosh con il gusto secessionista per figure femminili oniriche e per gli elementi decorativi di forme organiche in metallo argentato e dorato.
3. Il gusto lineare francese dell’Art Nouveau, il contributo italiano e i gioielli
Il gusto lineare dell’Art Nouveau trova esemplare espressione negli arredi francesi di Emile Gallè (nella foto accanto il suo celebre armadietto chiamato "L'Automne") e Louis Majorelle, realizzati prevalentemente nei legni chiari d'albero da frutto e ornati da floride forme curve a intaglio e leggerissimi intarsi ispirati alla flora e agli insetti dei campi.
L'Italia porta il suo notevole contributo con i mobili d'intonazione orientaleggiante di Carlo Bugatti, perlopiù caratterizzati da impiallacciature in legni pregiati, quali ebano e palissandro, e intarsi in peltro, madreperla e avorio. Più il linea con il generale gusto per le fore zoomorfe, invece, gli arredi di lusso e di basso costo della Golia-Ducrot realizzati su disegni dell'architetto Ernesto Basile, come quelli, più semplici, ideati da Achille Casanova per l'Aemilia Ars, la ditta fondata a Bologna nel 1898, su modello dell'Arts and Crafts londinese, da un'associazione di artisti e aristocratici locali.
Ma se questi erano i nomi guida della creatività Art Nouveau, va tenuto sempre bene in conto come il grosso della produzione spetti alle piccole ditte artigianali che, adattando il decorativismo proprio di questo stile a forme più pratiche e tradizionali, continuano a proporne i modi ben oltre i suoi limiti temporali.
Un capitolo a parte meriterebbero i gioielli, vere e proprie opere d'arte, in cui l'estro inventivo di orefici e disegnatori si sbizzarrisce in creazioni uniche, dove animali e insetti fantastici, fiori esotici, figure femminili e mitologiche vengono a cancellare d'un sol colpo il concetto di gioiello come accessorio, per farne un tutt'uno con la personalità di chi lo indossa. E il tal senso basti l'esempio dello splendido bracciale a forma di serpente realizzato nel 1899, su disegno di Alphonse Mucha, dal gioielliere Georges Fouquet per Sarah Bernhardt nel ruolo di Cleopatra.
4. L’Art Nouveau e la produzione di ceramica
Straordinariamente ricca e variegata anche la produzione di ceramica, dove più forte è, tuttavia, l'influenza dell'arte giapponese. Il gusto per la linea slanciata genericamente segna il prevalere del vaso tubolare rastremato alla sommità, mentre la riscoperta d'antiche tecniche esecutive e l'esuberanza cromatica reintroduce l'uso degli ornati "a lustro" (un’antica tecnica di decorazione che, attraverso l’applicazione di un impasto di sali metallici e argilla diluito con aceto di vino, e una speciale cottura, produce effetti cromatici iridescenti, di colore giallo oro, rosso rubino, argento) e "barbottina" (un legante liquido, ma piuttosto viscoso e di consistenza cremosa, ottenuto dall'impasto di acqua e argilla in quantità variabili).
I motivi decorativi sono stilizzazioni vegetali o animali, come la penna di pavone presente su entrambe le sponde dell'Atlantico, ma non mancano soggetti caratteristici, come i ritratti di indiani delle manifatture americane Rookwood. La produzione francese, tuttavia, si caratterizza per l'uso prevalente del grés a grana più grossolana, d'origine orientale, rifinito con elementi in rilievo, solchi, sgocciolature, di colore e incrostazioni di vetri e smalti colorati, atti a conferire agli oggetti quel senso di materia preziosa propria del nuovo stile. Le forme sono fra le più fantasiose e spesso non immuni da un sottile erotismo, evocato da efebiche figure femminili avvolte in vesti trasparenti e dalle chiome lunghe e fluenti mosse dal vento.
Più tendente all'astrazione la ceramica "Secessionista" dalle forme sintetiche e lineari imprigionate in strutture metalliche a stilizzazioni vegetali. Sul fronte italiano, spicca la produzione dell'Arte della Ceramica di Firenze, la ditta fondata su iniziativa dello scultore Domenico Trentacoste e Galileo Chini (nella foto accanto 3 vasi d'epoca di ceramica firmati Chini), pittore fra i più rappresentativi del Floreale. Al nuovo stile chiaramente si adeguano anche le grandi e storiche industrie, come la Richard-Ginori, che accanto alla produzione più tradizionale affiancano piccoli gruppi scultorei con fanciulle, fiori o uccelli, per l'arredo interno o da giardino.
5. L’Art Nouveau e il vetro - Tiffany
Fra tutti i materiali, vecchi o nuovi, sperimentati da questa nuova generazione di artisti-designer, il vetro è certamente quello che, per le sue doti naturali di luminosa trasparenza e malleabilità, più si presta alla realizzazione dell'ideale estetico di evanescente e fluida leggerezza perseguito dall’Art Nouveau. La tendenza generale si muove verso l'uso del vetro colorato, iridescente e a cammeo, ornato con elementi floreali o d'ispirazione orientale, ma anche in questo caso le creazioni più significative e affascinanti si legano a pochi illustri nomi, assurti ben presto a modello indiscusso per case produttrici e stuoli d'imitatori.
Primo fra tutti ancora il francese Emile Gallè, appassionato di botanica e inesausto sperimentatore di antiche e nuove tecniche di colorazione del vetro, la cui produzione originale, sempre rigorosamente firmata, si caratterizza per forme semplici d'ispirazione orientale, con elegantissime decorazioni floreali dagli effetti a rilievo, ottenuti mediante successive stratificazioni di vetri colorati, incisioni all'acido e il largo uso della foglia d'oro o altro metallo.
Dall'altra parte dell'Oceano, negli Stati Uniti, esplode negli stessi anni il fenomeno Louis Comfort Tiffany, la cui "Tiffany Glass and Decoration Company", fondata nel 1892, diviene ben presto quell'esclusivo marchio di moda ancora noto in tutto il mondo (nella foto accanto 2 lampade d'epoca Tiffany). Le iniziali ragioni del successo di Tiffany stanno nella produzione di manufatti in "Favrile", un vetro iridescente e colorato dalla consistenza variabile, ottenuta con bagni e vapori chimici.
Questi sono oggetti di rara bellezza e straordinaria qualità esecutiva, recanti sempre il marchio "Tiffany Favrile", nei quali la disomogenea trasparenza e le qualità iridescenti del vetro, simulano il gioco di luci, ombre e variazioni tonali delle forme naturali. Di qui la produzione di Tiffany amplia il suo campionario con i più diffusi vasi a lustro blu, bianco e verde, e le notissime lampade dal piedistallo in bronzo a forma di tronco o liane intrecciate ed il paralume a disegni vegetali in vetro piombato Favrile. L'uso del vetro colorato chiaramente è prerogativa anche della produzione austriaca secessionista.
Il vetro italiano non spicca per altrettanta originalità e le vetrerie di Murano riacquistano una certa posizione solo in virtù della ripresa produttiva delle "murrine", vasellame od oggetti decorativi a motivi floreali, ottenuti selezionando canne di vetri policromi, sperimentate per la prima volta alla fine del 1700 dal veneziano Pietro Bigaglio e poi ampliamente copiate nel corso del XIX secolo da celebri ditte straniere come Clichy, Baccarat e St. Louis.
Note
PROTAGONISTI DELL'ART NOUVEAU
Tra i più importanti esponenti dell'Art Nouveau si ricordano:
Architettura
- Ernesto Basile (1857-1932)
- Raimondo D'Aronco (1857-1932)
- August Endel (1871-1925)
- Pietro Fenoglio (1865-1927)
- Antoni Gaudi (1852-1926)
- Hector Guimard (1867-1942)
- Josef Hoffmann (1870-1956)
- Victor Horta (1861-1947)
- Charles Rennie Mackintosh (1868-1928)
- Louis Sullivan (1856-1924)
- Otto Wagner (1841-1918)
Illustrazioni, grafica
- Aubrey Beardsley
- Pierre Bonnard
- Henri de Toulouse-Lautrec
- Gaston Gerard
- Gustav Klimt
- Alfons Mucha
- Edvard Munch
- Egon Schiele
- Giuseppe Sommaruga
Mobili ed interni
- Ernesto Basile
- Carlo Bugatti
- Eugène Gaillard
- Louis Majorelle
- Henry van de Velde
Lavorazione del vetro
- Louis Comfort Tiffany
- Albert Dammouse
- Francois Decorchemont
- Daum Frères
- Emile Gallé (1846-1904)
- René Lalique
- Argy Rousseau
- Almaric Walter
Altre arti decorative
- Maurice Ascalon
- Charles R. Ashbee
- Samuel Bing
- William Bradley
- Jules Brunfaut
- Hermann Obrist
- Philippe Wolfers
Murali e mosaici
- Carla Accardi
- Gustav Klimt