C’è un paradosso nell’atteggiamento delle persone verso il proprio benessere, che si fissa sempre di più col passare degli anni: più costruiamo, giorno dopo giorno, routine fisse e i muri mentali che ci limitano, più fantastichiamo su grandi rivoluzioni che cambiano tutto, ma non arrivano mai.
Crediamo ci vogliano cambiamenti radicali per uscire da quella routine che affatica il cervello, stanca e spegne la gioia di vivere e non ci accorgiamo, intanto, che è proprio una mentalità sempre uguale a farci perdere energie e che la trasformazione deve iniziare dalle piccole cose.
Non devi fare le cose in grande! Accanirsi e voler fare le cose in grande (oppure niente!) produce l’effetto opposto: si resta sempre al palo perché quel cambiamento tanto fantasticato è troppo difficile, troppo oneroso, presuppone di tagliare troppi legami e alla fine non ce la sentiamo.
Voler fare le cose in grande è ciò che ci lascia immobili. Le aspettative di realizzazione che abbiamo proiettato in quelle fantasie non coincidono con le reali necessità dell’anima e il risultato è la stasi.
Mentre invece spesso basta poco per avviare un cambiamento a catena: prendersi un pomeriggio alla settimana, ma farlo con tutta se stessa, può essere più importante che non aspettarsi di cambiare lavoro, città, partner… E si capisce subito il perché: quanto più il cambiamento inizia da te e non dall’esterno, tanto più sarà significativo.
È sufficiente una piccola porta per uscire da una grande gabbia. La via d’uscita è davanti ai nostri occhi, occorre semplicemente scorgerla perché le chiavi della gabbia, dopotutto, le abbiamo in tasca noi.
Iniziamo allora da cinque piccole azioni che possiamo fare tutti i giorni senza bisogno di grandi sconvolgimenti.
1. Fai spazio al silenzio e smetti di autosabotarti
Ciò che vediamo del mondo e di noi stessi non è assoluto, ma parziale: dipende da dove focalizziamo la nostra attenzione e da ciò che siamo abituati a vedere.
Spesso notiamo solo le cose che in qualche modo abbiamo già conosciuto, dimenticandoci di tutte quelle parti che invece ci sono sconosciute o poco familiari. Pian piano questi aspetti diventano cliché, camicie di forza.
La mente si chiude, il nuovo ci spaventa: il vero invecchiamento riguarda questo processo, non il corpo. Non solo: quando questo atteggiamento è rivolto verso se stessi ferma ogni moto di rinnovamento spontaneo.
Risultato: privata della sua sorgente di vitalità, la mente si riempie di rancori, di pessimismo, emergono rimproveri verso se stessi, diktat con cui cerchiamo di autoimporci comportamenti.
Il punto di partenza di un vero programma anti-age è allora saper fare ogni tanto spazio al vuoto e al silenzio, che cancellano i luoghi comuni e come una ventata d’aria fresca rinnovano il cervello. Spegni tutti i rimproveri e gli ordini che sei solito rivolgerti, attiva stati di coscienza in grado di produrre ciò che serve alla tua vita: incontri, occasioni, capacità innate.
Far tacere la mente permette di percepire di nuovo i propri stati interiori senza inquinamenti mentali. Ogni emozione o stato interno non arriva per essere giudicato buono o cattivo. Vuole essere percepito.
Percepire è già seguire il destino, cioè il mondo interno nel suo processo.
Quando ti viene da dire: «Sono triste perché la mia vita non funziona», prova a togliere il “perché” e il “non funziona”. Cosa resta? «Sono triste. Sento la mia tristezza, non voglio cambiarla, in questo momento la tristezza è la sola cosa che conta, la cosa più preziosa che c’è».
Questo atteggiamento è quello giusto. La vita sta accadendo adesso, lì dove sei, con i tuoi dolori e problemi. Solo accogliendola così com’è ti accorgi di cosa vuole il tuo mondo interiore e puoi seguirlo.
2. Αccogli i tuoi difetti e i tuoi lati oscuri
Il mondo interiore è una sorgente che produce in ogni istante ciò che sei attraverso una danza di opposti.
Ogni emozione contiene infatti il suo opposto e il suo completamento, non sono mai presenti da sole: se compare la rabbia, da qualche parte c'è anche l'autocontrollo; se arriva la tristezza, vuol dire che in te c’è anche l’entusiasmo.
Quando invece ti appoggi troppo a una sfumatura unica del tuo mondo interiore, quella che ritieni “giusta” o più presentabile, e rifiuti l’altra, finisci per mutilare te stesso e ti sfinisci. Solo la completezza può portarti vicino alla tua essenza.
Il primo passo è quindi partire da ciò che di te non ami, per scoprire quali potenzialità nasconde e quali energie realizzative può mettere in moto. Difetti che non sopporti, emozioni che non vorresti sentire, comportamenti che vorresti eliminare: sono la chiave per la tua realizzazione più vera e profonda.
Impara a vedere nei limiti nuove possibilità! L’idea che abbiamo di noi stessi è spesso illusoria, siamo in minima parte ciò che pensiamo di essere. Dentro di noi albergano personaggi sconosciuti che non vediamo, o che giudichiamo sbagliati. E sono le nostre stesse auto-definizioni a limitarci.
Il primo passo per poter utilizzare tutta l’energia che abbiamo a disposizione, richiede prima di tutto l’uscita dai soliti ruoli. Imparare da ciò che abbiamo tagliato fuori dalla nostra sfera di consapevolezza è possibile.
L’esercizio che segue può servirti a sperimentare “l’altro io”, il doppio che custodisci dentro di te. È un modo per riscoprire le infinite possibilità che si nascondono in te.
• Prendi un foglio. Traccia una linea che lo divida a metà. Sul lato destro prendi nota di tutte le caratteristiche con le quali solitamente ti descrivi. Sei introverso? Estroverso? Controllato? Romantico? Sono definizioni che delimitano il tuo campo di azione. Nel lato sinistro del foglio ora prova a disegnare l’immagine di un “te stesso” che contenga caratteristiche opposte.
Può essere una figura umana ma anche un personaggio di fantasia, un animale o quello che la fantasia ti suggerisce. Successivamente puoi immaginare di far agire questo alter-ego nelle situazioni quotidiane, in modo che solitamente non osi mettere in campo. Sei una persona dura? Prova a mostrare le tue fragilità. Sei un tipo remissivo?
Una volta tanto mostrati caparbio. Se sei estroverso ritagliati dei momenti di riflessione. Introduci questo “te stesso ampliato”, somma dei due lati del foglio, in settori sicuri della tua vita, dove puoi farlo agire senza rischiare troppe conseguenze. Inizia a divertirti nel tuo quotidiano: fai le cose di tutti i giorni, ma col volto misterioso che hai creato. Osservarti dall’esterno. Cosa provi? E cosa accade fuori di te?
3. Ascolta la saggezza che risiede nel corpo
Una mentalità limitata intende il corpo come massa di muscoli, nervi e ossa priva di coscienza, una pura macchina che ospita l’io. Tutto il contrario: anche la coscienza infatti è corpo, in una sua manifestazione sottile.
E in tutto l’organismo risuonano le stesse note: sensazioni, percezioni, intuizioni, saperi profondi nascono nel corpo. Niente come il corpo può dirti dove devi andare, cosa fare, quali persone avvicinare e quali evitare.
Ad esempio, come puoi fare a meno delle intuizioni? Allena il tuo fiuto innato a sentire cosa vuoi e cosa no.
Puoi sintonizzarti in modo più naturale con il tuo istinto imparando a sentire cosa dice: ascolta la tua prima percezione e via via allenta sempre di più il ragionamento. Anche la pancia ti dice quali scelte fanno per te. Spesso di fronte alle decisioni cominciamo a ragionare, a dividere i pro dai contro e ci perdiamo.
In questo modo mettiamo in secondo piano il mondo delle sensazioni che, in realtà, ci può fornire strumenti preziosi. Possiamo però allenarci a fare delle scelte “di pancia”, mettendo in disparte i pensieri.
Ogni volta che dobbiamo prendere una piccola decisione di tutti i giorni, come per esempio uscire a cena con gli amici oppure restare a casa, chiudiamo gli occhi e posiamo la mano sulla pancia: immaginiamo le diverse situazioni e percepiamo le emozioni che emergono. Senso di pace e leggerezza all’idea di uscire? Sì! Pesantezza e ansia all’idea di stare a casa? No!
4. Con un rituale la vita diventa speciale
Ognuno di noi fa piccoli e grandi riti ogni giorno, anche se non se ne accorge. C’è chi al mattino si prepara la colazione predisponendo la tavola in un certo modo; chi ogni fine settimana riordina gli armadi, e con quel gesto porta ordine dentro di sé.
C’è chi ha il rito del plaid, con il tè e un buon libro nei giorni di pioggia; le donne si truccano il viso per quella serata speciale, nella quale anche la scelta dell’abito si trasforma in un cerimoniale.
Gli antichi lo sapevano: attraverso la dimensione del rito varchiamo una soglia e accediamo a un altro livello di coscienza, quello che, spegnendo l’Io, ci porta a ricontattare il nostro nucleo invisibile.
Nel rito ogni istante diventa un atto magico: che non vuol dire credere alle fate, ma osservare la realtà come qualcosa che ha un senso non sempre visibile, ma misterioso, nascosto.
Perdersi nelle azioni del rito ci aiuta a comprendere che la vita e il mondo non sono “tutti qui”, nelle azioni razionali programmate dall’io, nei doveri, nei compiti, ma c’è una di- mensione simbolica cui apparteniamo e dentro la quale tutto acquista un senso diverso, più pieno.
Rendi qualcosa che ami un vero cerimoniale. Fai mente locale e trova l’azione che adori fare, quella che aspetti durante i tempi frenetici di una lunga giornata o della settimana. Quel gesto che ti fa stare bene con te stesso e col mondo. Da oggi prova a farlo con tutta la tua consapevolezza: non è un semplice gesto abitudinario, ma un momento di incontro con quella presenza intima, silenziosa, il motore dell’espressione di te. Prepara l’ambiente, allestiscilo, decoralo, arricchiscilo con le tue immagini interiori, magari portandolo in un altro tempo. Anche una doccia calda può trasformarsi in un rito se ti munisci di oli profumati e di immagini come una vestale pronta per una cerimonia nell’antica Roma.
5. Smetti di ripetere frasi e comportamenti
Come capire quando stai invecchiando a livello mentale? Frasi già sentite, già dette, che fissano la mente sul passato, su vecchi modi di essere, sui luoghi comuni, impediscono all’energia profonda, che appartiene al presente e al nuovo di sgorgare liberamente.
Allora cerca di essere più presente a te stesso ed ogni qualvolta ti dedichi a qualcosa o a qualcuno, prova a percepire cosa senti.
Ti accorgi che le tue parole sono un disco rotto? Accusi stanchezza o senso di oppressione? Significa che stai ristagnando in un campo energetico bloccato. È giunto il momento di “tagliare” ed aprire le porte a nuove relazioni e interessi.
Allenati a riconoscere a naso ciò che fa per te!
Ecco alcune tecniche per allenarsi a stimolare l'intuito e l’istinto, tue capacità innate.
• Guarda delle foto qualsiasi e associa la prima cosa che ti viene in mente a ognuna. Scrivi tutto quello che emerge, anche se non collegato da nessi logici, e poi rileggi.
• Quando sei con altri osservali senza fare ragionamenti. Associa al volo ad ogni persona un aggettivo. Lasciati guidare dall’ispirazione del momento.
• Varia l’ordine con cui normalmente fai le cose quotidiane. Ad esempio cambia l’ordine dei posti a tavola e osserva cosa accade.
• Non dimenticare che l’uso della carta e della penna stimola il cervello nelle aree più creative e naturali. Tieni un piccolo diario sempre con te per prendere appunti durante la giornata: frasi, avvenimenti, immagini che ti colpiscono.