Tra i rimedi per vincere i processi infiammatori già in atto, ma anche per un’efficace prevenzione, c’è una famiglia di antinfiammatori naturali: le bacche.
Si tratta di piccoli frutti che vedono concentrata al loro interno una gran quantità di principi attivi, molti dei quali utili proprio per prevenire e curare le infiammazioni.
Da sempre la fitoterapia ne ha sfruttato il potere. E oggi, con l’arrivo di nuove essenze vegetali prima utilizzate soltanto nella tradizione medica di popolazioni lontane, il repertorio di rimedi si è di molto ampliato.
A rendere così preziose le bacche è la presenza di alcuni composti fenolici che appartengono alla categoria dei flavonoidi, sostanze antiossidanti le quali, tra l’altro, sono responsabili anche della colorazione rossa o viola di questi frutti.
Proprio ai flavonoidi, tra cui spiccano le antocianine, la scienza ha riconosciuto la capacità di contrastare i processi infiammatori, persino quelli che sono implicati nella formazione del cancro: è per questo che, in un’ottica di prevenzione, viene sempre più consigliato il consumo di frutti colorati.
I flavonoidi servono alla pianta per contrastare l’attacco di agenti esterni, quegli stessi contro i quali attiviamo forme di difesa che implicano l’infiammazione.
Così gli antiossidanti, oltre a difenderci dall’azione dei radicali liberi, contrastano l’espressione di sostanze pro-infiammatorie e per questo si sono rivelati utili sia per risolvere situazioni in fase acuta, sia per contrastare le condizioni che ne determinano la comparsa.
Ecco allora una serie di bacche antinfiammatorie, molte delle quali, oltre a essere utilizzabili come rimedio fitoterapico, possono essere integrate nella dieta quotidiana, un ottimo modo per curarsi a tavola.
1. Il mirtillo, migliora la circolazione e... la vista
Il mirtillo è forse la bacca più nota e sfruttata per le sue proprietà antinfiammatorie.
La sua azione è mirata soprattutto al benessere dei vasi sanguigni, anche quelli di piccolo calibro.
L’infiammazione dei capillari e la permeabilità delle pareti di vene e arterie vengono ridotte grazie agli antociani di questo frutto, che ha effetto capillarotropico ed angioprotettivo.
A beneficiare del suo consumo sono anche i vasi sanguigni dell’occhio. Il ricorso agli estratti di mirtillo risulta consigliato soprattutto quando si ha a che fare con fenomeni che possono degenerare o che tendono a cronicizzarsi.
È indicato anche in caso di flebite, ossia l'infiammazione dei vasi sanguigni venosi, in cui sono presenti rossore e calore e che può essere associata alla presenza di un agglomerato noto come “trombo”.
È bene ricordare che i principi attivi del mirtillo interferiscono con i farmaci anticoagulanti.
Come assumerlo: per una versione concentrata dei principi attivi del mirtillo è possibile ricorrere agli integratori. Ma per un’assunzione più “naturale” puoi bere il suo succo: si trova anche al supermercato, ma bada che sia puro al 100%.
2. L'aronia e il ribes nero
- L'aronia, per l’infiammazione di lieve intensità
Ha un colore che si avvicina al nero. E questa tonalità così intensa è dovuta alla gran quantità di flavonoidi che l’aronia contiene.
Si tratta della bacca che ha la maggior concentrazione di antiossidanti.
L’aronia, pianta originaria del Nord America e delle terre siberiane, contiene antociani, carotenoidi, luteina e zeaxantina, tutte sostanze che aiutano l’organismo a contrastare i processi infiammatori.
Il suo utilizzo è indicato in tutti i casi in cui lo è il mirtillo, ma l’aronia è stata oggetto di specifici studi che ne hanno valutato l’efficacia sull’infiammazione di basso livello, che è collegata a situazioni come la sindrome metabolica.
Questa condizione, caratterizzata da glicemia e colesterolo elevati e presenza di grasso a livello addominale, si accompagna anche a valori anomali di alcuni marker specifici dell’infiammazione, come la proteina C reattiva, tutti valori che l’aronia aiuta a normalizzare.
- Il ribes nero, per combatter un'allergia
È definito come il “cortisone naturale”. Il ribes nero (Ribes nigrum) è uno dei rimedi maggiormente sfruttati in fitoterapia, soprattutto quando l’infiammazione è determinata da una reazione allergica.
In questi casi l’agente estraneo che viene percepito come nocivo può essere rappresentato da pollini o sostanze che, contenute in alimenti o diffuse nell’atmosfera, scatenano una reazione (spesso anomala ed esagerata) del nostro sistema immunitario.
In particolare il Ribes nigrum possiede la capacità di attenuare l’azione dell’istamina, il primo mediatore dell’infiammazione, scatenato dal contatto con un allergene.
L’estratto di Ribes nigrum agisce anche sulla corteccia surrenale, riequilibrando i disordini immunitari scatenati dalle reazioni allergiche.
È utilizzato anche in sindromi infiammatorie croniche e recidivanti, che riguardano apparato digerente, pelle, articolazioni o apparato urinario.
Come assumerlo: è il macerato glicerico la forma più consueta con la quale sfruttare l’azione del Ribes nigrum. In genere vengono consigliate 50 gocce al giorno, per un periodo di tempo variabile da uno a tre mesi a seconda dei casi.
3. Il cranberry e il maqui
- Il cranberry, è il migliore in caso di infezioni urinarie
Sempre di mirtillo si tratta, ma questa volta è rosso e di origine americana.
Il cranberry o mirtillo di palude, ha un utilizzo specifico: è il rimedio naturale più indicato in caso di infiammazioni delle vie urinarie.
Oltre a favorire il recupero il mirtillo rosso è utile per prevenire la ricomparsa dei disturbi, ricorrenti nelle donne ma frequenti anche negli uomini. In particolare viene utilizzato contro la cistite, soprattutto se questa tende a non risolversi e a ritornare spesso.
Già i nativi americani se ne servivano per curare le infezioni urinarie, ma oggi si sa che questa sua proprietà è dovuta alla capacità dei componenti di questa bacca di creare uno scudo protettivo sulla mucosa della vescica e dell’uretra.
Come assumerlo: in fase acuta è possibile ricorrere all'integratore in capsule. Anche se la posologia varia a seconda dei singoli prodotti, in genere è consigliata l'assunzione di due capsule al giorno.
- Il maqui, difende il Dna cellulare, con effetto antiage
Piccolo e scuro, proprio come il mirtillo, il maqui è una bacca che viene dalle lontane terre della Patagonia.
E' per resistere al clima durissimo di quei luoghi che la pianta è così ricca di sostanze antiossidanti, che le conferiscono la capacità di difenderci dall'azione dei radicali liberi.
In particolare nel maqui è presente la delfinidina: è questa che protegge il Dna cellulare da quel processo infiammatorio che è stato dimostrato essere la vera causa dell’invecchiamento delle cellule e, di conseguenza, anche nostro.
Si tratta quindi di un rimedio in cui le proprietà antinfiammatorie prendono la forma di un’azione antiage che va a beneficio di tutti gli organi e i tessuti.
Come assumerlo: in commercio il maqui si può trovare come succo puro, ma anche come polvere liofilizzata. Cominciano a essere diffusi anche integratori che ne forniscono in forma concentrata i principi attivi. Di solito la dose consigliata è di una o due capsule al giorno.
4. Il goji, l’antistress di origine cinese
Le bacche di goji sono ormai estremamente diffuse.
Una spiegazione di tanta fama sta nella loro capacità di favorire il benessere dell’organismo, anche attraverso la riduzione dell’infiammazione.
La composizione di questi piccoli frutti di origine cinese è tale da metterci a disposizione una buona quantità di sostanze come carotenoidi, vitamine (soprattutto la E e la C), minerali e polisaccaridi, come i Lycium barbaricum polisaccharides, che combattono lo stress derivante da un'intensa attività fisica e mentale, condizioni che favoriscono la messa in circolo di sostanze infiammatorie come il cortisolo.
Le bacche di goji aumentano la resistenza dell'organismo e, per questo, rappresentano una risorsa se hai una vita stressante e stancante. Sono indicate anche per gli sportivi e per chi si allena in modo intenso.
Come assumerlo: le bacche essiccate sono ormai comunissime e possono essere mangiate come snack o aggiunte al muesli del mattino. Anche il succo puro è un ottimo modo per godere dell'attività rigenerante del goji.
Se ti senti le "pile scariche" puoi anche ricorrere a un integratore: due capsule al giorno per 15 giorni per un trattamento ricostituente.
5. La rosa canina, la protezione per la stagione fredda
- La rosa canina, la protezione per la stagione fredda
Tra le vitamine che hanno maggior potere antinfiammatorio e antiossidante vi è la vitamina C.
E tra i frutti che ne contengono la maggior quantità (circa 50 volte più degli agrumi) vi è senz’altro la rosa canina.
Le piccole bacche rosse di questo arbusto rappresentano un ottimo rimedio durante la stagione fredda, quando è necessario difendersi dall’attacco di virus e batteri.
La rosa canina è utile anche per “fare pulizia” all’interno dell'organismo, cosa che rende meno facile ammalarsi, poiché vengono eliminate le tossine che possono generare infiammazione.
La rosa canina apporta poi tannini, carotenoidi (tra cui licopene e betacarotene) e acidi grassi (tra cui acido oleico, palmitico, oleanolico, stearico e linoleico).
La ricchezza di queste bacche ne fa un rimedio adatto in caso di problematiche a livello del sistema respiratorio, come tosse e raffreddore, ma anche faringiti e tonsilliti.
Come assumerla: la rosa canina può essere assunta come integratore oppure in forma di infuso. Le bacche essiccate si acquistano sfuse in erboristeria (ma ci sono anche in pratiche bustine): basta lasciarle in infusione una decina di minuti.
- L’alternativa: il succo di olivello spinoso
Antinfiammatorio e immunostimolante è anche l’olivello spinoso. Conosciuto anche come “limone del Nord” questa pianta ha piccoli frutti anch’essi ricchi di vitamina C, utile per rinforzare l’organismo nella stagione fredda.
Le bacche hanno un gusto inconfondibilmente amaro e da esse si ottengono succhi e sciroppi che possono essere assunti per aumentare le proprie difese.
Se, con l’arrivo del freddo, tendi ad ammalati spesso, puoi bere, per 15 giorni, 50 ml di succo di olivello spinoso, da diluire in acqua o in altra bevanda.
Dall'olivello spinoso, ma dalle gemme, si ottiene anche un macerato glicemico indicato in caso di influenza.