Avvenne nel 1877, quando misero in riga gli uni e gli altri e stabilirono patti di reciproco rispetto. Ma non fu certo l’unica impresa leggendaria delle Red Coat canadesi: pur essendo sempre in pochi, sono riusciti a tenere sotto controllo un territorio sterminato, dove i conflitti non sono mai mancati.
Le Giubbe Rosse (in inglese, Red Coat) canadesi compiono centocinquant’anni.
Il celebre reparto nacque il 23 maggio 1873, su impulso di John A. Macdonald, primo ministro del Dominion, per pattugliare Centro, Ovest e Nord del Canada: 5 milioni di chilometri quadrati – equivalenti a mezza Europa – scarsamente abitati da pellerossa, esquimesi, meticci franco-canadesi e pochi bianchi anglosassoni, e infiltrati da cacciatori, cercatori d’oro e fuorilegge statunitensi.
Erano difficili da difendere dalle incursioni dello stesso esercito americano. Per affermare la legge e il potere dei governi di Londra e di Ottawa su questo immenso territorio c’erano due strade possibili: riempirlo di soldati e poliziotti britannici – il che non era plausibile – o creare un corpo piccolo ma efficientissimo, che si imponesse per qualità anziché per numero, e che alle virtù militari associasse capacità diplomatiche.
1. Un po’ come i Caschi Blu
Fin dall’inizio le Giubbe Rosse hanno adempiuto a missioni di peace keeping (mantenimento della pace) per stabilizzare tribù in guerra dalla notte dei tempi.
Con lo stesso criterio hanno affermato nell’Ovest canadese le regole del diritto penale, reprimendo con rigore i delitti più gravi e chiudendo un occhio o mediando da onesti sensali nelle dispute di minor conto.
Molta enfasi veniva da loro posta già nell’Ottocento sulla prevenzione dei reati, oltre che sulla repressione.
Il governo affidò loro un compito da veri e propri missionari culturali: propagandare la pace, la legge e l’ordine e anche lo stile di vita e i valori britannici in mezzo ai nativi amerindi, ai meticci francofoni e ai transfrontalieri yankee.
I requisiti per l’arruolamento comprendevano anche parlare un inglese perfetto con l’accento giusto. Perciò, specie nei primi decenni, le Red Coat vennero reclutate in Inghilterra o nelle province più anglicizzate dell’Est canadese.
All’inizio contarono solo 300 persone, gradualmente salite a 1.000.
2. Origine del nome e Royal Police
Il nome Giubbe Rosse corrisponde al colore dell’uniforme, che però all’inizio non era peculiare di quelle canadesi. Nel 1873, anzi, queste erano le ultime arrivate fra le tante Red Coat degli eserciti britannici sparsi nel mondo.
Il colore rosso è stato tipico fra il Sette e l’Ottocento dei militari inglesi, come il bleu di quelli francesi, il blu di Prussia per i prussiani, il bianco degli austriaci e così via.
Le Giubbe Rosse canadesi nacquero come corpo militare ed essendo di matrice britannica indossarono automaticamente quelle uniformi scarlatte.
Ma lo fecero poco prima che la moda cominciasse a cambiare, perché alla fine dell’Ottocento, le splendide variazioni cromatiche che avevano reso così variopinti i campi di battaglia furono via via abbandonate e tutti gli eserciti del mondo passarono al grigio-verde.
Ciò non avvenne per le Red Coat canadesi, perché nel frattempo si erano riconvertite da compiti in prevalenza militari a funzioni esclusivamente di polizia, per le quali il colore sgargiante non era di impedimento.
Così oggi le Giubbe Rosse canadesi sono sopravvissute a tutte le altre Red Coat (a parte quelle che fanno la guardia ai Reali britannici a Londra con funzioni puramente cerimoniali) e precisare che siano canadesi è diventato superfluo.
Oggi, nel XXI secolo, dopo aver cambiato nome ufficiale varie volte, le Giubbe Rosse vengono definite Royal Canadian Mounted Police (nel Québec francofono Gendarmerie Royale du Canada) e arrivano a 20mila unità.
Svolgono il ruolo di polizia federale canadese, ma conservano l’impronta dell’istituzione militare che sono stati alle origini, come avviene con i nostri Carabinieri.
3. Mediarono con gli indiani
Oggi che il Canada è così pacifico, una specie di Scandinavia nordamericana, si fa fatica a immaginarlo come un posto pericoloso, eppure lo è stato all’estremo.
Le Giubbe Rosse erano appena nate il 23 maggio 1873 e già nove giorni dopo, il primo giugno, scoppiò una gravissima crisi che ne sollecitò la presenza: alcuni cacciatori USA infiltrati in Canada massacrarono un gruppo di pellerossa Assiniboine e ciò minacciò di scatenare una grande guerra indiana.
Il 6 giugno, trecento Giubbe Rosse guidate dal loro primo comandante, il tenente colonnello George French, cominciarono una leggendaria marcia verso Ovest che segnò la loro storia.
French, un ufficiale giovane ma con un’esperienza già lunga, maturata nell’Impero (dall’Australia all’India) e testimoniata da lunghissimi baffi impomatati, percorse 1.615 chilometri da Toronto alla località di Sweet Grass Hill, dove i suoi 300 uomini in giacca scarlatta arrivarono il 18 settembre.
Immediatamente il nuovo corpo militare a cavallo si mise a presidiare il confine con gli Stati Uniti impedendo le scorrerie dei cacciatori americani. Così le Giubbe Rosse si fecero trovare pronte ad affrontare le situazioni ancora più esplosive che si annunciavano.
Il 7 maggio 1877 una pattuglia di cinque Red Coat, comandata da un altro giovane ufficiale di nome James Walsh, intercettò alla frontiera i Sioux di Toro Seduto, reduci dal massacro del Settimo cavalleggeri del generale Custer e desiderosi di asilo in Canada.
Senza mostrare alcuna esitazione davanti al numero e alla grinta dei pellerossa, Walsh (che aveva un portamento dominante e che le fonti descrivono “muscoloso come un leone di montagna”, e questo colpo d’occhio, tipico delle Giubbe Rosse, fu senz’altro di aiuto) negoziò i termini dell’asilo.
Poco dopo le Red Coat bloccarono l’esercito degli Stati Uniti, che voleva inseguire i pellerossa oltrefrontiera, e infine promossero nel loro quartier generale di Fort Walsh un armistizio fra americani e Sioux.
La capacità dimostrata dalle Giubbe Rosse di mettere tutti in riga guadagnò loro una reputazione formidabile, che a sua volta li aiutò a controllare e incivilire negli anni seguenti l’immenso territorio che pattugliavano.
4. La corsa all’oro e i loro morti
La successiva sfida arrivò nel 1896 con la famosa corsa all’oro del Klondike, quella a cui partecipò il giovane scrittore Jack London, che ne trasse ispirazione per i romanzi Il richiamo della foresta e Zanna bianca.
Il territorio canadese dello Yukon fu invaso da migliaia di cercatori d’oro, criminali, commercianti e prostitute, provenienti in massima parte dagli Stati Uniti, e le Giubbe Rosse dovettero impedire che tutto sfociasse nel caos sociale e nella violenza che avevano funestato la corsa all’oro del 1848 in California.
A Dawson, capitale del territorio, governava da padre-padrone un ufficiale delle Giubbe Rosse, Sam Steele: un tipo singolare, un misto di moralismo vittoriano e di buon senso, che fu inesorabile con i veri criminali – anche usando maniere spicce – e indulgente con il gioco d’azzardo, l’alcol e il sesso a pagamento.
Impose a queste attività una ragionevole regolamentazione, e tutto senza mai intascare mazzette, né permettere che alcuna Giubba Rossa lo facesse. Ha del miracoloso che le Giubbe Rosse nella loro storia siano riuscite a mantenersi immuni dalla corruzione, con rarissime sbandate e immediate correzioni.
Non sempre filò tutto liscio. Nel 1885 esplose una rivolta di meticci nel Manitoba e una ventina di Giubbe Rosse persero la vita. Nel 1910 ci fu l’episodio della Pattuglia perduta, quando l’ispettore Francis Fitzgerald, con poche Giubbe Rosse e una guida eschimese, si smarrì nell’Artico: tutti morirono di fame e di freddo.
Nel 1919 a Winnipeg le Giubbe Rosse vennero impiegate nella repressione di uno sciopero: uno dei manifestanti restò ucciso, suscitando un profondo shock.
Da allora i militari canadesi rifiutarono di essere coinvolti in questioni sindacali o politiche, tuttavia svolsero attività di intelligence contro i nazisti operanti in Canada nella Seconda Guerra mondiale e contro le spie sovietiche nella guerra fredda: da questa incombenza furono sollevate solo nel 1984.
E adesso? Adesso il Canada è un Paese ricco, stabile e con bassi indici di criminalità. Ciò dipende certamente da un’evoluzione diversa da quelli di altri Paesi, come per esempio i confinanti USA. Ma se un singolo fattore merita di essere indicato per il successo canadese, è proprio quello delle Giubbe Rosse.
Sotto, una scena di Call of the Klondike, film del 1950 di Frank McDonald. Una Giubba Rossa esamina una pepita d’oro tra due cercatori.
5. I vecchi copricapo ricordavano l’era coloniale. L’eleganza per le Giubbe Rosse non è un vezzo. Serve a incutere rispetto
- I vecchi copricapo ricordavano l’era coloniale
C’è un dettaglio curioso e un po’ ironico che sottolinea la natura coloniale delle Giubbe Rosse canadesi all’origine: essendo state concepite come tessera nel grande mosaico dell’Impero britannico, adottarono inizialmente i copricapo degli eserciti inglesi oltremare.
Perciò nei primi tempi pattugliarono le praterie e le foreste del Canada indossando un casco coloniale bianco, come se fossero state in India o in Africa, o anche un fez di foggia mediorientale. Solo dopo qualche decennio si convertirono al cappello a larghe tese che conosciamo oggi, a sua volta di derivazione militare.
E a proposito di India, qualche anno fa ha avuto risonanza internazionale la notizia di una clamorosa concessione canadese alla multiculturalità: alle Giubbe Rosse di origine sikh è stato consentito di indossare in servizio il turbante che la loro religione considera obbligatorio per gli uomini.
- L’eleganza per le Giubbe Rosse non è un vezzo. Serve a incutere rispetto
L’eleganza delle Giubbe Rosse è universalmente riconosciuta. Non si è mai trattato di un vezzo, bensì di un segno di potere: fin dall’inizio, infatti, lo splendore delle divise ha comunicato efficienza e assertività agli osservatori, assieme all’alta statura e alla prestanza fisica delle reclute, alla stazza e alla bellezza dei cavalli e al calibro e alla lucentezza delle armi.
Le Giubbe Rosse sono sempre state scarse di numero, e quando una loro sparuta pattuglia incontrava una massa di nativi americani o di meticci franco-canadesi il colpo d’occhio poteva fare la differenza e indurre un certo rispetto e timore.