La radioattività ci interessa (e ci preoccupa) quando si parla di armi atomiche e di centrali nucleari.
Ma questo fenomeno esiste anche in natura, ed è molto più diffuso di quanto si pensi.
Ogni luogo del nostro pianeta è, in qualche misura, radioattivo.
E molti oggetti della nostra vita quotidiana possono emettere raggi di varia natura in quantità relativamente elevate (anche se inferiori alle soglie legali di pericolosità).
Le sostanze radioattive, in piccole quantità, si possono trovare in commercio.
Tanto che, in passato, almeno due persone ne hanno accumulate nel tentativo di costruirsi… un reattore nucleare: lo statunitense David Hahn negli anni ’90 e lo svedese Richard Handl nel 2011.
Anche se non produssero esplosioni o eventi catastrofici, in entrambi i casi fu necessario decontaminare i siti dei loro esperimenti.
Vernici fosforescenti, bicchieri, lenti fotografiche. Le radiazioni sono anche negli oggetti quotidiani. Vediamo alcuni esempi…
1. RIVELATORI DI FUMO E BOTTONI, COLLANE, PIATTI... DI URANIO
- RIVELATORI DI FUMO
Gli allarmi antincendio rivelano la presenza di fumo utilizzando una sorgente radioattiva di americio 241.
Questo elemento decade emettendo particelle alfa, cioè nuclei di elio composti da due protoni e due neutroni.
Il funzionamento è simile a quello di una cellula fotoelettrica, con un flusso di particelle alfa (invece dei comuni raggi infrarossi) che colpisce il rivelatore.
In caso di incendio, le particelle di fumo si frappongono fra la sorgente e il rivelatore e ne bloccano il segnale, facendo scattare l’allarme.
Questi rivelatori sono sicuri: un sottile guscio di alluminio è sufficiente a fare da schermo, per cui la radiazione emessa è pressoché nulla.
In Europa sono stati comunque ritirati dal commercio, ma sono ancora in vendita nel resto del mondo e si trovano nelle toilette degli aerei.
Attività: 10.000 Bq
- BOTTONI, COLLANE, PIATTI... DI URANIO
A cavallo tra il XIX e XX secolo, l’uranio fu largamente usato come additivo nella produzione di bigiotteria e accessori per la casa.
Portacenere, piatti e vassoi di vetro di uranio 238 erano particolarmente apprezzati per il loro sgargiante colore giallo-verde.
Anche collane, bottoni e braccialetti di vetro di uranio erano utilizzati comunemente e in grande quantità, a tal punto che si trovano ancora oggi sul mercato a pochi euro.
Il lungo tempo di decadimento (due miliardi di anni) rende questo isotopo di uranio assolutamente innocuo: per le bombe e i reattori nucleari serve l’isotopo più leggero, il 235, che deve essere separato con particolari e costosissimi processi chimici.
Attività (un bicchiere di vetro d’uranio): 300 Bq
2. LA SVEGLIA DELLA NONNA E COLPA DEL POTASSIO
- LA SVEGLIA DELLA NONNA
Le lancette di sveglie e orologi un tempo erano dipinte con una vernice di radio che – decadendo – le rendeva fosforescenti e visibili al buio.
Una singola sveglia è innocua, ma le ragazze che dipinsero i quadranti degli orologi nei primi anni del ’900 furono colpite da tumori.
Le addette erano istruite a passare il pennello tra le labbra dopo averlo intinto nel radio per mantenerne la forma corretta e dipingere i numeri con precisione.
Allora non si conoscevano i rischi delle radiazioni, e quel poco che era noto veniva ignorato dai proprietari delle fabbriche in nome del profitto.
La maggior parte delle ragazze morì, ma il sacrificio involontario di centinaia di queste lavoratrici non fu inutile: a seguito di un accordo extragiudiziario, nel 1928 furono promulgate leggi più severe sulla prevenzione e sulla sicurezza dei lavoratori.
Attività: 3,7 miliardi di Bq
- COLPA DEL POTASSIO
In quanto ricche di potassio, e dunque ottime per la salute, le banane contengono anche una piccola frazione (una parte su 10mila) dell’isotopo radioattivo di questo elemento, il potassio 40.
Un chilogrammo di banane contiene 125 atomi di potassio 40 che decadono ogni secondo, producendo altrettanti raggi gamma.
Si tratta di quantità del tutto innocue, che contribuiscono alla radiazione ambientale e a quella naturale che abbiamo all’interno del corpo: oltre al potassio siamo infatti ricchi anche di carbonio 14, lo stesso isotopo utilizzato per datare i reperti archeologici.
Si stima che un corpo umano di 70 kg produca circa 5mila decadimenti nucleari al secondo.
Attività (per 1 kg): 125 Bq
3. LENTI FOTOGRAFICHE E IN AEREO
- LENTI FOTOGRAFICHE
Il torio è stato usato a lungo nella costruzione di obiettivi fotografici: le lenti realizzate con questo elemento radioattivo, infatti, erano molto apprezzate per le loro ottime proprietà ottiche.
Oggi il torio non è più utilizzato a questo scopo, ma le vecchie lenti si possono trovare ancora nei negozi di materiale fotografico usato.
Non sono particolarmente pericolose. Hanno solo il difetto che con il tempo ingialliscono; per rimuovere il colore, basta esporle al Sole.
Attività (una lente): 10.000 Bq
- IN AEREO
Gli aerei non sono radioattivi, ma sono esposti in volo alla radiazione cosmica.
Quando arrivano dallo spazio, i raggi cosmici interagiscono con i nuclei dell’alta atmosfera, frammentandosi in una miriade di particelle secondarie e dando vita a uno sciame di radiazioni, che a livello del suolo viene assorbita quasi completamente dall’atmosfera.
Volando a 11mila metri, però, gli aerei attraversano lo sciame in prossimità del suo massimo.
Piloti e assistenti di volo sono pertanto soggetti a una dose addizionale pari a 5 mSv/anno, equivalente a una Tac su tutto il corpo e pari a circa il doppio di chi sta a terra.
Gli astronauti a bordo della Stazione spaziale non sono schermati dall’atmosfera e in un giorno sono soggetti alla stessa dose che prendiamo in un anno sulla Terra.
4. LAMPADE DA CAMPEGGIO E SORGENTI TERMALI
- LAMPADE DA CAMPEGGIO
Molte delle vecchie lampade da campeggio a gas utilizzavano una mantellina di diossido di torio.
Questo materiale è infatti in grado di assorbire la radiazione infrarossa che il gas emette bruciando e di riemetterla sotto forma di luce visibile, rischiarando boschi e radure con una luce brillante.
Dal punto di vista nucleare, tuttavia, il torio è più attivo anche dell’uranio, e quindi sarebbe preferibile non mangiare troppo vicino a queste lampade, per evitare il rischio (seppure minimo) di ingerire inavvertitamente frammenti di questa sostanza.
In questo caso, un’esposizione alle radiazioni dall’interno del corpo risulterebbe infatti più pericolosa per i nostri organi.
Attività: fino a 1.000 Bq
- SORGENTI TERMALI
Le acque sotterranee scaldate da attività geotermica contengono anche materiali radioattivi.
Non sono pericolose, ma è sorprendente il fatto che ancora oggi tali acque – con i sali termali che contengono – siano decantate come particolarmente curative in virtù della radiazione alfa che contengono.
Sono gli echi anacronistici dei primi anni del ’900, quando acque, dentifrici e saponi radioattivi erano venduti come panacea di ogni male.
Più di una persona morì per il contatto e l’ingestione con prodotti radioattivi; a cominciare dal miliardario Eben Byers, deceduto dopo atroci sofferenze per avere ingerito come medicinale, nell’acqua, una quantità di radio molte volte superiore a quella letale.
Fu sepolto in una bara rivestita di piombo.
Attività: fino a 600 Bq/kg
5. SEMINTERRATI, CANTINE E TABACCO
- SEMINTERRATI E CANTINE
Le rocce vulcaniche come il tufo e la pozzolana contengono minime quantità di materiali radioattivi come l’uranio e il torio.
Decadendo, questi emettono radon, un gas a sua volta radioattivo.
Più pesante dell’aria, il radon tende ad accumularsi in luoghi chiusi come le cantine o i seminterrati; ma può raggiungere i piani più alti tramite intercapedini e camini.
Per ridurre il rischio, basta cambiare l’aria.
Attività radon (1 m3 d’aria): fino a 600 Bq
- TABACCO
Sigari e sigarette contengono piccole ma mortali quantità di elementi radioattivi come polonio 210 (lo stesso utilizzato – in quantità molto più elevate – per uccidere il dissidente russo Litvinenko nel 2006) e piombo 210.
Sono presenti nei fertilizzanti e vengono assorbiti nelle foglie del tabacco tramite le radici.
Tutte le sostanze usate per rimuoverli si sono rivelate inutilizzabili perché rovinano l’aroma del tabacco.
Per decenni, le multinazionali hanno cercato di tenere nascosti i dati sulle radiazioni, poi resi pubblici da varie inchieste.
Il materiale radioattivo è inspirato con il fumo e si fissa sui bronchi grazie al catrame che c’è nelle sigarette. Fumando un pacchetto al giorno si è esposti a 100 mSv all’anno.
Attività (1 kg): 20 Bq