Le relazioni a distanza funzionano davvero?

Lucia e Francesco si sono conosciuti online, lei vive in Italia e lui negli Stati Uniti: si vedono quasi ogni giorno su Google Meet, ma non c’è ancora stato un incontro fisico e chissà quando questo avverrà.

Stefano e Giorgio, invece, stanno insieme da molto tempo, ma per motivi di lavoro da qualche anno vivono in due città diverse e si vedono solo nei weekend.

Sono solo due esempi di come oggi, sempre più spesso, si vivono i rapporti di coppia: a distanza.

Il fenomeno è certamente attuale, complice la tecnologia che avvicina chi vive in luoghi distanti e la sempre maggiore mobilità che porta molte persone a numerosi trasferimenti nel corso della vita.

Tutto ciò vale in particolare per i più giovani: nel 2015 un’indagine parte della campagna The Distant Hello, voluta da un celebre marchio di caffè e dedicata agli amori a distanza, aveva coinvolto circa 1.800 italiani tra i 18 e i 65 anni attraverso un monitoraggio su social network, blog e forum.

L’obiettivo era quello di conoscere da vicino le caratteristiche delle relazioni a distanza. Dai dati era emerso che queste storie nascono come conseguenza di trasferimenti per ragioni di lavoro, nel 65 per cento dei casi, e di studio, nel 29 per cento. Interessante però rilevare un 6 per cento di intervistati che sceglie fin dall’inizio una relazione esclusivamente a distanza, preferendola a una in carne e ossa.

Le relazioni a distanza sono in aumento in questo mondo iperconnesso e dinamico dove è facile cambiare lavoro, città o addirittura continente. Ma funzionano davvero? Per un po’ sì, ma poi bisogna andare a vivere insieme.

1. Un fenomeno in crescita

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Sempre secondo questi dati, chi vive un rapporto “da lontano” si incontra mediamente tre volte al mese.

Le distanze sono spesso notevoli: i dati dell’Osservatorio Single, centro di ricerca sulle relazioni e sul dating online, mostrano che il 50 per cento copre una distanza media di 100 chilometri per una media di 300 chilometri per incontrare il proprio partner, mentre il 18 per cento deve viaggiare per una media di 300 chilometri.

Un importante incremento di relazioni a distanza si è però registrato recentemente. Se infatti già nel 2007 l’ISTAT rilevava come il fenomeno riguardasse ben 4 milioni di italiani – nel 28 per cento dei casi giovani con meno di 30 anni residenti in particolare al Centro-Nord – tredici anni dopo, con l’avvento della pandemia, la situazione non poteva che ampliarsi.

Con i lockdown causati dalla pandemia di COVID, social e tecnologie digitali hanno permesso a molte coppie a distanza di mantenere vivo il rapporto e hanno anche contribuito a far nascere nuove relazioni.

Secondo un altro studio dell’Osservatorio Single le relazioni nate tra persone che vivono distanti sono aumentate del 65 per cento nel corso della pandemia, con un boom durante la terza ondata tra febbraio e marzo del 2021. Tuttavia, per alcuni sociologi le relazioni “virtuali” potrebbero rappresentare un pericolo, in particolare per i giovani.

Non è però necessariamente così, secondo gli psicologi: «Per i ragazzi una chat su WhatsApp è un momento di scambio assolutamente pregnante e reale», spiegano Antonella Montano e Valentina Iadeluca, psicoterapeute presso l’Istituto A.T. Beck di Roma e autrici del recente Amori lontani. Esercizi per imparare a conoscere e vivere al meglio le relazioni a distanza (Franco Angeli).

«I canali attraverso i quali è possibile scambiare l’amore si stanno ampliando e con loro il modo di amarsi».

Naturalmente a patto che l’incontro reale resti un aspetto essenziale: «Per questo invitiamo gli amanti lontani a prendere molto sul serio la pianificazione dei loro incontri sia nell’immediato futuro sia nel lungo termine. Le relazioni non dovrebbero rimanere a distanza per sempre».

2. Sesso, tradimento e chi dovrebbe evitare una relazione a distanza

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Uno dei temi centrali, quando si parla di coppie a distanza, riguarda poi la sessualità.

Ancora una volta, il digitale non va demonizzato: «Non è detto che l’intimità debba essere negata nelle fasi della separazione», proseguono le psicologhe Montano e Iadeluca.

«La distanza, in realtà, può essere un’occasione per esplorare nuove dimensioni della sensualità che vadano ad arricchire il proprio immaginario e vocabolario erotico. Da questo punto di vista, le nuove tecnologie possono rappresentare un canale attraverso cui vivere la sessualità».

Certo è che la distanza può mettere a dura prova un altro aspetto importante di ogni relazione a due, cioè la fedeltà: per molti, infatti, la lontananza può apparire come un’impossibilità di controllo sull’altro e quindi rappresentare una fonte di angoscia circa la possibilità di essere traditi.

Chi le dovrebbe evitare? In questo modo, però, una relazione a distanza non può funzionare. In un’intervista, Marco Rossi, presidente della Società italiana di sessuologia ed educazione sessuale, ha spiegato: «Nella società 2.0 la tecnologia annulla le distanze. Questo vantaggio, però, non deve trasformare la relazione in una coppia di cristallo, nella quale si vuole sapere ogni aspetto della vita dell’altro».

In altre parole, lo spionaggio che si nutre di controlli ossessivi sugli orari di accesso a WhatsApp e sui commenti dell’altro è quanto di più grave e deleterio si possa verificare in una coppia a distanza, oltre che un’abitudine problematica anche per chi convive.

In fondo, la fedeltà è sempre una scelta, che si viva lontani o nella stessa città. Per questo, persone fragili e controllanti dovrebbero evitare di imbarcarsi in una relazione a distanza: in loro la mancanza di prossimità potrebbe esacerbare paure e ansie.

«Persone emotivamente molto instabili si ritroverebbero a vivere una relazione di questo tipo con molta sofferenza. I rapporti a distanza richiedono infatti una buona capacità di stare da soli e di tollerare la frustrazione della separatezza».

3. Sono relazioni a tutti gli effetti

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Eppure, sono proprio questi ultimi aspetti a rappresentare, per chi è emotivamente stabile, un fattore di crescita personale: per queste persone vivere una relazione a distanza può persino essere benefico.

Per amarsi seriamente da lontano ci vuole molto impegno. Le relazioni a distanza destinate a resistere e fiorire raramente sono rapporti superficiali: al contrario, richiedono grande resilienza e maturità.

Insomma, non è scritto da nessuna parte che amarsi “da lontano” significhi amarsi di meno: del resto, anche secondo il 71 per cento degli intervistati nella campagna di The Distant Hello la lontananza rende le relazioni più solide e durature.

A dimostrarlo anche alcuni dati scientifici. Ad esempio, in uno studio del 2015 pubblicato sul Journal of Sex and Marital Therapy erano state messi a confronto centinaia di uomini e donne impegnati in relazioni a distanza con altri che invece vivevano vicini.

I risultati furono sorprendenti: emersero infatti pochissime differenze in termini di qualità del rapporto e modalità di vivere la relazione. Soprattutto emerse chiaramente come le relazioni a distanza non mostrino significativi svantaggi rispetto a quelle “classiche”.

Risultato confermato anche da uno studio dell’Università di Hong Kong pubblicato sul Journal of Communication: una relazione vissuta a breve distanza, spiegano gli autori, non semplifica necessariamente il rapporto e non contribuisce a renderla più felice.

Al contrario, le coppie distanti acquisiscono una maggiore capacità di vivere interazioni più intense, di condividere pensieri e sentimenti che col passare del tempo diventano più significativi.

4. Come pianificare un incontro di persona. Per alcuni è meglio amare da lontano che da vicino

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Pianificare l’incontro di persona con un partner solitamente lontano crea di solito aspettativa e tensione positiva.

Sarebbe bene potersi vedere almeno una volta ogni tre mesi, meglio ancora una volta al mese.

Quando il grande giorno arriva, però, manteniamo la calma: «La lontananza alimenta il fuoco della passione, ma rischia anche di caricare il momento di aspettative irrealistiche», spiegano le psicologhe Antonella Montano e Valentina Iadeluca.

«Diamo quindi modo ai corpi di ritrovarsi e riabituarsi l’uno all’altro, ascoltandoci reciprocamente. Non c’è nulla di male a voler assecondare il desiderio impellente, tuttavia non perdiamo di vista tutto ciò che una coppia “normale” farebbe in un week end qualsiasi: vedere amici, cucinare, guardare un film».

Per alcuni è meglio amare da lontano che da vicino. Ci sono persone, specie giovani, che sembrano preferire le relazioni a distanza. Anche potendo avvicinarsi all’altro, con una scusa o l’altra continuano a vivere il rapporto da due luoghi lontani tra loro.

Per alcuni ciò nasconde la speranza di prolungare in eterno il piacere dei primi periodi, quando si è ancora sconosciuti l’uno all’altro, per altri così si evita la noia della convivenza.

Per altri ancora una relazione virtuale è meno frustrante di una reale. In fondo tutti gli amori devono trovare il modo di risolvere una tensione tra bisogno di autonomia personale e spinta a essere insieme all’altro.

Nel cercare questo equilibrio le persone più spaventate dall’intimità trovano le relazioni a distanza meno destabilizzanti. Non dobbiamo giudicare negativamente questi rapporti, ma solo se preludono a un successivo avvicinamento e la costruzione di una relazione piena.





5. 6 consigli per vivere bene una relazione a distanza

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- Essere presenti l’uno per l’altro
Facciamo di tutto per vivere la relazione con impegno: prendiamo gli appuntamenti telefonici come una priorità, come se si trattasse di incontri di persona. Non sottovalutiamo la necessità di fare concretamente spazio all’altro nella nostra vita: entrambi i partner devono essere tesi l’uno verso l’altro e devono dimostrarlo. Mostriamoci quindi interessati all’altro e alla sua vita dando il nostro supporto e magari improvvisiamo una sorpresa come un regalo.

- Imparare a comunicare
Mantenere vivo il legame oggi è facile grazie a videochiamate, social, messaggi e quant’altro. L’importante è trovare il modo migliore per entrambi di “frequentarsi” senza sparire per troppo tempo e senza esagerare. Molti psicologi consigliano di sentirsi regolarmente la mattina e la sera.

- Niente paura a fare sexting
La lontananza ci impedisce di vivere l’intimità. La possibilità di condividere il nostro desiderio tramite videochiamate o scambio di messaggi e foto erotici non deve essere demonizzata: è un modo per mantenere il desiderio vivo, pur coscienti che la vera passione si compie solo di persona.

- Fare qualcosa insieme
Condividiamo un’attività: leggiamo lo stesso libro o guardiamo la stessa serie tv, commentandoli quando ci sentiamo, coltiviamo lo stesso hobby, guardiamo un video o un film insieme mentre siamo in videochiamata, ascoltiamo la stessa playlist...

- Progettare di avvicinarsi
Una relazione a distanza non può essere per sempre: nella mente di entrambi ci deve essere sempre l’obiettivo dell’avvi- cinamento. Facciamo piani futuri per una convivenza o comunque per ridurre i chilometri che ci separano: un cambio di lavoro? Una casa da comprare insieme? L’importante è che entrambi i partner siano certi del fatto che la distanza che al momento li separa è inevitabile: una relazione a distanza non può funzionare se uno dei due colpevolizza l’altro sostenendo, ad esempio, che non fa nulla per chiedere un trasferimento.

- Coltivare la vita fuori dalla relazione
La relazione a distanza non deve diventare un’ossessione. La vivremo sicuramente meglio riempiendo l’assenza dell’altro con i nostri hobby, il nostro lavoro e frequentando i nostri amici: non solo terremo lontana la malinconia, ma saremo persone più forti e più serene.








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