Quando un’emozione nasce, dentro di noi si attivano una serie di cambiamenti fisiologici e comportamentali per gestire la situazione che l’ha prodotta, con l’unico scopo di garantire il nostro benessere psicofisico.
Ogni emozione genera delle sensazioni fisiche caratteristiche ed è accompagnata da segnali specifici involontari nella voce e nel corpo.
Per quanto una persona possa essere poco espressiva, le emozioni non restano mai invisibili né silenziose: chi ci guarda e ci ascolta è in grado di dire come ci sentiamo, a meno che non ci impegniamo consapevolmente a reprimere la nostra emotività.
Gli occhi sono forse lo specchio dell’anima, ma il volto nel complesso, con le sue caratteristiche e il suo colorito, dà ogni sorta di informazioni.
Vediamo di scoprire alcune di queste, attraverso le quali possiamo svelare ciò che il tuo viso dice di te.
1. Quanto colesterolo hai e quanto sei affidabile
- Quanto colesterolo hai
“Specchio specchio delle mie brame, chi è il più sano del reame?"
La domanda potrebbe diventare un’abitudine, stando all’annuncio dell’estate scorsa secondo cui è allo studio uno specchio in grado di giudicare lo stato di salute di chiunque si rifletta.
Wize Mirror è il frutto del lavoro da ricercatori di sette paesi europei, coordinati dal Centro nazionale per le ricerche italiano (Cnr).
Il dispositivo usa cinque fotocamere compatte e uno scanner 3D per rilevare il tono di colore della pelle del volto, la quantità di grasso e le espressioni facciali.
Analizza anche il respiro. In base a questi dati, lo specchio calcola valori come livello di colesterolo e di glucosio, anemia, peso in eccesso e stress.
Se appari un po’ debilitato, l’idea è che lo specchio fornisca consigli salutistici su misura in modo da tornare in forma. Per il momento, lo specchio è solo un prototipo.
Per una stima più immediata della tua longevità, cerca qualche vecchia foto e guarda se sorridi.
Una recente analisi su foto di giocatori di baseball del 1952 ha mostrato che, tra coloro che da allora sono morti, quelli ripresi con un sorriso genuino hanno vissuto fino a 80 anni, contro una media di 73 per quelli che non sorridevano. - Quanto sei affidabile
Tutti noi facciamo deduzioni sugli altri basate sull'analisi del volto.
A volte queste inferenze sono rapide, il che fa pensare che possiamo raccogliere indizi significativi in una frazione di secondo.
In generale, i volti con tratti infantili (mento poco appuntito, con una fronte ampia) sono considerati più degni di fiducia.
Altre supposizioni sul carattere basate sul volto sembrano a prima vista legate a precisi aspetti facciali, ma la realtà è molto complicata.
Per esempio, ci sono prove del fatto che gli uomini con gli occhi marroni sono percepiti come più dominanti rispetto a quelli con gli occhi azzurri.
Ma se un uomo con gli occhi azzurri mette lenti a contatto marroni, la percezione sul livello di dominanza non cambia. Questo suggerisce che ci sia qualcos'altro negli uomini con gli occhi marroni a creare l'impressione di un'attitudine dominante.
Ci sono prove recenti del fatto che possiamo mascherare i segnali sulla personalità dovuti alla struttura statica del nostro volto semplicemente sottolineando la giusta espressione.
Gli psicologi lo chiamano 'camuffamento sociale, ed è stato dimostrato in uno studio pubblicato lo scorso anno da un gruppo di ricercatori dell'Università di Glasgow.
Un volto animato costruito per apparire del tutto inaffidabile sulla base della sua struttura è stato reso affidabile programmandolo perché accentuasse una particolare espressione, che prevedeva di sollevare labbra e guance.
“Il camuffamento sociale per simulare indole dominante o affidabilità è probabilmente comune nelle relazioni di tutti i giorni", spiegano i ricercatori.
2. Di che umore sei e che cosa ti sta capitando
- Di che umore sei
Da quando Charles Darwin per primo ha paragonato le manifestazioni emotive di esseri umani e animali, molti esperti concordano nel dire che gli esseri umani mostrano sei emozioni di base attraverso sei espressioni del volto: felicità, sorpresa, paura, disgusto, rabbia e tristezza.
Nessuno mette in dubbio che i movimenti facciali comunichino quello che sentiamo, ma non c’è accordo sull'universalità culturale delle espressioni emotive.
Ricercatori dell’Università di Glasgow hanno di recente presentato prove del fatto che l'interpretazione delle emozioni attraverso le espressioni facciali non sia in realtà universale.
Hanno usato un software 3D per creare avatar digitali in grado di muovere separatamente tutti i 42 muscoli del volto.
I ricercatori hanno poi mostrato a volontari occidentali e asiatici questi avatar che mostravano combinazioni casuali dei movimenti dei muscoli facciali, e i partecipanti dovevano dire quando riconoscevano una delle sa emozioni fondamentali.
Le risposte di occidentali e orientali sono state diverse - per esempio gli asiatici sono stati molto meno coerenti nel categorizzare alcune emozioni (specialmente sorpresa, paura, disgusto e rabbia), e consideravano i movimenti degli occhi come più importanti per interpretare l’intensità emotiva.
Citando Darwin, i ricercatori dicono: “Sebbene alcune espressioni di base come paura e disgusto in origine avessero una funzione adattiva quando gli esseri umani si trovavano in una condizione inferiore e molto più simile a quella animale, i segnali delle espressioni facciali si sono da allora evoluti e diversificati per svolgere un ruolo primario di comunicazione delle emozioni nelle interazioni sociali." - Che cosa ti sta capitando
Pensi di poter dire che cosa è appena successo a qualcuno guardando un breve video muto della reazione sul suo volto?
In particolare, puoi dire se gli è appena stata raccontata una barzelletta, una storia triste, se ha ricevuto un complimento o è rimasto in attesa per cinque minuti?
È questa la sfida che gli psicologi dell’Università di Nottingham hanno lanciato ai partecipanti di uno studio pubblicato nel 2012.
Secondo i ricercatori, era un test sul modo in cui interpretiamo ciascuno le espressioni degli altri più realistico del semplice riconoscimento delle emozioni su uno schermo.
I partecipanti hanno raggiunto una media di circa il 60% nella precisione - valore non grande, ma se avessero risposto a caso ogni volta, la precisione sarebbe stata solo del 25%.
La precisione è stata particolarmente alta (90% in media) nel riconoscere quando qualcuno era in attesa. In generale, i partecipanti più precisi tendevano a concentrarsi di più sulla zona della bocca.
I ricercatori hanno dichiarato: "Osservando anche per pochi secondi la reazione di qualcuno, sembra che sappiamo valutare con notevole successo che genere di esperienza ha avuto."
3. Quanto sei bravo a combattere e se sei più artista o scienziato
- Quanto sei bravo a combattere
La forma del volto è legata alla tua abilità nella lotta - se sei maschio.
Un gruppo di psicologi ha fatto questa scoperta nel 2014 dopo avere analizzato le foto di oltre 200 lottatori dell'Ultimate Fighting Championship (UFC), organizzazione statunitense di arti marziali miste.
I combattenti maschi il cui volto è più ampio in relazione alla lunghezza tendono a vincere più gare, e la correlazione resta anche calcolando l'influenza delle dimensioni corporee.
Questo risultato collima con ricerche passate secondo cui la larghezza del volto è legata all’aggressività. Cè di più: sembra che intuitivamente sappiamo che questa caratteristica è un segnale dell'abilità pugilistica.
Quando i ricercatori hanno manipolato le foto dei lottatori per far apparire i loro volti più larghi, gli osservatori li hanno classificati come più letali.
Un altro indizio temporaneo dell'abilità nella lotta è il sorriso. Nel regno animale, il sorriso è usato comunemente come segno di sottomissione.
Coerentemente con questo assunto, uno studio del 2013 sui lottatori UFC pubblicato sulla rivista Emotion ha scoperto che coloro che sorridevano nel faccia a faccia prima della lotta avevano più probabilità di perdere l'incontro.
"I sorrisi sembrano avere un ruolo unico nel confronto fisico, come segnale di ridotta dominanza," spiegano i ricercatori. - Se sei più artista o scienziato
Molti di noi hanno un lato del volto che preferiscono e che rivolgono all'obiettivo per le foto. L’analisi di migliaia di foto nelle homepage di universitari accademici suggerisce che si tratta di qualcosa di più che vanità.
Ingegneri, matematici e chimici posano più spesso mostrando la guancia destra, mentre gli studenti di arte e gli psicologi mettono in mostra la guancia sinistra.
Cè anche una differenza di genere, con le donne accademiche più propense a esibire la guancia sinistra. La ricerca, guidata da Owen Churches dell’Università del South Australia (incidentalmente, nella sua foto sul web mostra la guancia destra), afferma che i risultati sono coerenti con studi precedenti secondo cui le persone più espressive dal punto di vista emotivo tendono a volgere la guancia sinistra all’obiettivo, e gli osservatori spontaneamente assumono che chi mostra la guancia destra ha attitudini più scientifiche.
"Gli accademici stiano in guardia," conclude la ricerca. "Ci presentiamo a studenti e colleghi con le foto del profilo, e il modo in cui lo facciamo può rivelare di noi molte più cose di quanto pensiamo."
4. Qual’è il tuo stile di vita e quanto dolore provi
- Qual’è il tuo stile di vita
Alcuni hanno facce che sembrano 'più vissute’ di altri.
L'anno scorso (2015), ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze hanno analizzato il fenomeno, usando un software per generare modelli 3D di oltre 300 volti umani (di età compresa tra 17 e 77 anni) e cercando una correlazione tra età e specifiche caratteristiche facciali.
Per esempio, le persone più anziane tendono ad avere nasi più ampi e occhi sporgenti.
Alcuni avevano volti più 'giovani' rispetto all’età sulla base di questi indicatori, e due persone con la stessa età anagrafica differivano in media di sei anni 'facciali'.
L’età facciale si collega di più a indicatori oggettivi di salute, come i livelli di colesterolo, che all'età anagrafica - mostrando che lo stile di vita di una persona è già scritto sul suo volto. - Quanto dolore provi
Spesso è difficile descrivere il proprio dolore, specialmente per i bambini.
Per fortuna, un gruppo di ricercatori dell'Università della California di recente ha creato un algoritmo per computer che analizza video di bambini che cambiano espressione del volto per determinare quanto dolore stiano provando.
L'algoritmo è stato sperimentato con bambini e ragazzi fino a 18 anni ricoverati per appendicite, e i risultati corrispondevano bene al resoconto dei pazienti - meglio rispetto alle stime fatte dagli infermieri.
Un vantaggio di questa tecnica è che può fornire una misura continua del dolore del paziente. Stime puntuali, al contrario, possono perdere i momenti in cui il paziente soffre di più.
Inoltre, il computer non è condizionato da età, genere o etnia del paziente, e può essere usato con i bambini che sono troppo giovani per comunicare quanto dolore stiano provando.
5. La tua sessualità e che cosa mangi
- La tua sessualità
La tua faccia tradisce molto di te - ma non le tue convinzioni politiche.
Alcuni ricercatori lo hanno verificato nel 2011, quando hanno chiesto a 19 volontari di osservare i volti di 90 parlamentari inglesi maschi per dire se provenivano dal partito laburista o dai conservatori (con una scala di valori per indicare quanto fossero convinti della scelta).
I risultati hanno mostrato che i partecipanti non erano in grado di desumere l’affiliazione politica dei parlamentari giudicando i volti.
I parlamentari con barba o occhiali sono stati esclusi per evitare che queste caratteristiche fossero usate come indizi. L’orientamento sessuale è un altro discorso.
Una ricerca del 2008 della Tuft University, negli Stati Uniti, ha scoperto che un'occhiata di 50 millisecondi a 90 volti maschili era sufficiente perché studenti universitari ne gudicassero l'orientamento sessuale (omosessuale o eterosessuale) con un'accuratezza del 57 per cento, che è superiore al caso.
"La rapida e precisa percezione dell'orientamento sessuale maschile può essere un altro sintomo di un meccanismo cognitivo veloce e efficiente per riconoscere le caratteristiche degli altri,” dicono i ricercatori. - Che cosa mangi
Se qualcuno ha un colorito arrossato, si è tentati a dire che ha passato troppo tempo sotto una lampada.
In realtà, la dieta di una persona - nello specifico il consumo di frutta e verdura ricche di carotenoidi, come le carote - può influenzare la pelle in modo simile, facendola apparire più colorita (foto).
Nel 2014, alcuni psicologi delle università di Leeds e St. Andrews, in Scozia, hanno mostrato che i volti resi più coloriti attraverso la dieta erano considerati dagli osservatori più attraenti degli stessi volti con un'abbronzatura equivalente.
Si pensa che la pelle 'colorata' dalla dieta sia attraente perché è segno che la persona gode di buona salute.