Per questo mese di Febbraio 2019 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)
1. "In tutto c'è stata bellezza" di Manuel Vilas
Manuel Vilas ha scritto un libro unico nella sua capacità di coinvolgere il lettore e di mescolare destino personale e collettivo, romanzo e autobiografia: «Sono due verità diverse, ma sono entrambe verità: quella del libro e quella della vita. E insieme fondano una menzogna».
«"In tutto c'è stata bellezza" è la storia familiare dello scrittore, nella quale la bellezza diventa una delle chiavi per leggere la vita dell'autore (o di ognuno).» – La Lettura
«Un libro magnifico, coraggioso e struggente» – Javier Cercas
«Un narrare che arriva al cuore della verità, e fa della vita di un personaggio un insegnamento universale» – El País
«Un'opera che nasce dalla perdita, e al tempo stesso dalla luminosità dell'amore» – La Vanguardia
«Ci farebbe bene scrivere delle nostre famiglie, senza nessuna finzione, senza romanzare. Solo raccontando ciò che è successo, o ciò che crediamo sia successo.»
Animato da questa convinzione, Manuel Vilas intreccia con una voce coraggiosa, disincantata, a tratti poetica, il racconto intimo di una vita sullo sfondo degli ultimi decenni di storia spagnola.
Allo stesso tempo figlio e padre, Vilas celebra la presenza costante e sotterranea di chi non c'è più, il passato che riemerge a fatica dai ricordi, la lotta per la sopravvivenza che lega indissolubilmente le generazioni.
Una narrazione che sottolinea l'umana fragilità, le inevitabili sconfitte, ma anche la nostra forza unica, l'inesauribile capacità di rialzarci e andare avanti, persino quando tutto sembra essere crollato.
Perché i legami con la famiglia, con chi ci ha amato, continuano a sostenerci e a definirci, anche quando sono apparentemente allentati o interrotti.
E proprio quei legami ci permettono di vedere, a distanza di tempo, che in tutto c'è stata bellezza: in molti gesti quotidiani e anche nelle parole non dette, nell'affetto trattenuto, inconfessato, a cui non possiamo fare a meno di credere e di aggrapparci.
Manuel Vilas è poeta e narratore, e collabora regolarmente con varie testate giornalistiche. Ha pubblicato raccolte di poesie e romanzi, tra cui España, indicato dalla rivista Quimera come uno dei dieci romanzi in lingua spagnola più importanti del primo decennio del secolo.
La sua opera è presente nelle principali antologie spagnole di poesia e narrativa.
In tutto c'è stata bellezza (Guanda 2019) è il suo primo libro pubblicato in Italia ed è in corso di traduzione in numerosi Paesi dopo aver riscosso grande successo in Spagna, con dodici edizioni in un anno. El País e El Mundo lo hanno eletto miglior libro del 2018.
2. "Siamo tutti profughi. I miei viaggi e i miei incontri con le ragazze di tutto il mondo in fuga dalla guerra" di Malala Yousafzai
In un’epoca di grandi migrazioni, di crisi, di guerre e di conflitti, Siamo tutti profughi è l’accorato appello di una delle più importanti attiviste dei nostri giorni, premio Nobel per la Pace.
«Resto sempre sconvolta quando vedo così tante persone dare per scontata la pace. Io sono grata ogni giorno di poterla vivere. Non per tutti è possibile. Milioni di uomini, donne e bambini vivono quotidianamente la guerra. La loro realtà è fatta di violenze, di case distrutte, di vite innocenti perdute. E la loro unica possibilità per sopravvivere è partire. È “scegliere” di diventare rifugiati. Non c’è alternativa.»
Dopo l’assassinio del padre, María è dovuta scappare insieme alla mamma nel cuore della notte. Zaynab non ha frequentato la scuola per due anni a causa della guerra, prima di riuscire a scappare in America. Sua sorella Sabreen è sopravvissuta a un viaggio straziante verso l’Italia. Ajida è sfuggita a terribili violenze, e ha poi dovuto lottare per tenere al sicuro la famiglia in un rifugio di fortuna.
L’autrice bestseller e vincitrice del premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai rende onore alla realtà nascosta dietro le fredde statistiche, ai visi e alle vicende personali dietro le notizie che leggiamo quotidianamente sui milioni di rifugiati nel mondo.
Le visite ai campi profughi le hanno infatti dato modo di ripensare alla propria esperienza, prima di bambina rifugiata interna nel suo Pakistan, e oggi di attivista a cui è permesso di viaggiare ovunque tranne che per far ritorno nella patria che ama.
In questo libro di memorie personali e racconti collettivi, Malala incrocia la sua esperienza con le storie delle coraggiose ragazze che ha incontrato nel corso dei suoi numerosi viaggi: giovani donne che hanno improvvisamente perso la propria casa, la propria comunità, il proprio posto nel mondo.
In un’epoca di grandi migrazioni, di crisi, di guerre e di conflitti, Siamo tutti profughi è l’accorato appello di una delle più importanti attiviste dei nostri giorni, e ci esorta a non dimenticare che ciascuno degli attuali 68,5 milioni di profughi – per la maggior parte giovani – è una persona con i propri sogni e le proprie speranze, a cui è necessario riconoscere i diritti umani fondamentali, perché ogni abitante della Terra, nessuno escluso, deve poter vivere in un posto sicuro da chiamare casa.
Malala Yousafzai è un premio Nobel per la Pace 2014, assegnato congiuntamente all'attivista indiano per i diritti dei bambini Kailash Satyarthi.
"Malala, tu sei la nostra eroina, sei la nostra grande paladina. Noi siamo con te, e tu non sarai mai sola." Ban Ki-moon, segretario generale dell'ONU.
All’età di undici anni comincia a scrivere della vita sotto i talebani su un blog in urdu della BBC. Nel 2011 come riconoscimento per il suo coraggio e il suo impegno in favore dei diritti delle donne riceve il Pakistan’s National Youth Peace Prize.
Il 9 ottobre 2012, alle ore dodici, mentre si trova nell’autobus che la riporta a casa dopo la scuola, un uomo sale a bordo e le spara in faccia lasciandola in fin di vita. Anche se ha appena undici anni, per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo il suo desiderio di leggere e di studiare.
Dopo l’attentato subito, continua la sua campagna universale per il diritto all’istruzione attraverso il Malala Fund, organizzazione non profit che raccoglie fondi da dedicare a progetti educativi in tutto il mondo.
Il Premio Nobel 2014 per la Pace: il 60enne Satyarthi e la 17enne Malala sono stati premiati "per la loro battaglia contro la repressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all'educazione".
In Italia nel 2016 è stata pubblicata da Garzanti la sua autobiografia Io sono Malala, scritta insieme a Patricia McCormick.
3. "Il futuro è storia" di Masha Gessen
Vincitore del National Book Award 2017. Nonfiction
Un racconto della nuova Russia, la nazione che con un sorprendente rovesciamento è diventata un modello del pensiero conservatore e di destra in America e in Europa.
Masha Gessen è nata a Mosca e poi è cresciuta negli Stati Uniti.
Giornalista in Russia durante gli anni Novanta, ha vissuto gli eventi che hanno profondamente trasformato il suo paese nativo, e per raccontarli ha dato ritmo romanzesco alla ricerca saggistica e seguito lungo diversi decenni la vita quotidiana di un gruppo di individui attraverso i quali guardare e comprendere la realtà che li circonda.
Sono nati quando l'Unione Sovietica esisteva ancora, ma la loro esperienza si è formata quasi interamente sotto la presidenza di Vladimir Putin.
Hanno condiviso con il resto del paese la speranza di una nuova epoca democratica e l'avvento di trasformazioni radicali e inaspettate.
Accanto a loro, di una precedente generazione, quelli che hanno attraversato la fine del comunismo cercando di immaginare nuove modalità per riempire il vuoto lasciato dal tramonto di un'era.
A partire dalle inaspettate liberalizzazioni di Gorbacev, attraverso due guerre con la Cecenia fino all'ascesa di Putin, all'annessione della Crimea e alla rivoluzione ucraina, i protagonisti di Gessen si confrontano con le trasformazioni sociali e politiche spinti dal desiderio di costruirsi un proprio percorso di uomini e di donne liberi, di imprenditori o di attivisti politici, di studiosi capaci di riuscire a comprendere il rinnovato panorama di una nazione dalla storia complessa e contraddittoria.
Questo è il racconto del loro destino e l'analisi di un nuovo regime che guarda indietro nel tempo al mito della Grande Russia.
È la cronaca dell'ascesa di uno stato invincibile che condanna ogni diversità politica e di genere ergendosi a difensore dei valori cristiani e familiari più tradizionali, non più l'antagonista per eccellenza dei valori democratici ma specchio delle stesse pulsioni reazionarie e autoritarie che ispirano il pensiero conservatore e anti europeo divenuto programma politico e di governo in Europa e negli Stati Uniti.
È un reportage straordinario che mette in guardia dalla vulnerabilità delle istituzioni e del potere e che sancisce la voce di Masha Gessen come una delle più impegnate e coraggiose della scena internazionale.
Masha Gessen è una scrittrice e giornalista russa, nata a Mosca nel 1967. Nel 2013, dopo vent'anni di carriera come giornalista scientifica nella sua città natale, si tresferisce a New York, dove entra a far parte della redazione del "New Yorker".
Vincitrice di diversi premi, si è aggiudicata la Guggenheim Fellowship, la Andrew Carnegie Fellowship, la Nieman Fellowship e l’Overseas Press Club Award. Tra i titoli da lei pubblicati e tradotti in Italia si ricordano Putin. L'uomo senza volto (Bompiani, 2012), I fratelli Tsarnaev. Una moderna tragedia americana (Carbonio Editore, 2017), Perfect Rigor. Storia di un genio e della più grande conquista matematica del mondo (Carbonio Editore, 2018) e Il futuro è storia (Sellerio 2019).
4. "La volpe" di Frederick Forsyth
Adrian Weston, ex capo dei servizi segreti britannici, viene svegliato nel cuore della notte da una telefonata del Primo Ministro che gli comunica una notizia scioccante.
Gli impenetrabili sistemi informatici del Pentagono, della CIA e dell'NSA, l'agenzia per la sicurezza nazionale americana, sono stati violati da un nemico sconosciuto subito soprannominato "la Volpe".
Scatta la caccia all'uomo e, sorprendentemente, si scopre che il responsabile dell'attacco è Luke Jennings, un innocuo adolescente inglese dotato di un'intelligenza fuori dal comune, ignaro delle conseguenze del suo gesto.
Gli americani chiedono l'estradizione, ma Weston ha un'idea: se Luke è in grado di fare questo, perché non utilizzarlo a proprio favore contro i nemici dell'Occidente?
Il ragazzo dovrà trovare il modo di usare al meglio l'arma più potente e più imprevedibile di tutte, l'unica arma che non è possibile controllare.
Nel fare questo però viene inevitabilmente esposto a gravi pericoli e, anche se vive nascosto in un'apposita struttura protetta, diventa l'uomo più ricercato del mondo.
Qualunque cosa accada Luke non deve cadere nelle mani sbagliate. Perché ciò che può derivarne è impensabile…
La Volpe segna il grande ritorno del maestro della spy story moderna che trascina il lettore in una corsa contro il tempo in un intrigo internazionale di agghiacciante realismo e attualità nel mondo dello spionaggio tecnologico.
Diventato a 19 anni uno dei più giovani piloti della Royal Air Force, Frederick Forsyth è rimasto all'interno del mondo militare dal 1956-58.
Come giornalista ha lavorato per la Eastern Daily Press (Norwich) e King's Lynn (Norfolk) dal 1958 al 1961, diventando poi reporter per la Reuters (Londra, Parigi e Berlino Est) negli anni 1961-65 e per la BBC (Radio e Televisione) a Londra tra il 1965 e il 1967, passando in un secondo tempo al ruolo di assistant diplomatic correspondent, sempre per la BBC nel biennio 1967-68.
È stato anche giornalista freelance in Biafra e Nigeria (1968-70) e presentatore televisivo (Soldiers series, 1985 e Frederick Forsyth Presents series, 1989-90).
Vive in Gran Bretagna dove si dedica al suo lavoro di scrittore a tempo pieno.
Con i suoi romanzi ha vinto il prestigioso premio Mystery Writers of America Edgar Allan Poe nel 1971 (Il giorno dello sciacallo) e nel 1983.
Da molti suoi romanzi sono stati tratti film di successo.
Tra i titoli più famosi: Dossier Odessa (The Odessa File 1972), Il quarto protocollo (The fourth protocol 1984), Il negoziatore (The negotiator, 1989). Nel 2019 esce per Mondadori un suo nuovo romanzo: La volpe.
5. "Il libro di Talbott" di Chuck Palahniuk
A distanza di quattro anni dal suo ultimo romanzo, l'autore di Fight Club torna con un'opera spiazzante, ingegnosa, politicamente scorretta, in cui fa esattamente quello che gli riesce meglio: mettere alla berlina le assurdità della società contemporanea e smascherare le teorie complottiste che giacciono latenti nella psiche degli americani.
Accumula cibo, e il cibo andrà male; accumula denaro, e marcirai tu; e se si accumula potere, marcirà la nazione.
Il passaparola scatta solo tra persone fidate. "Il Giorno dell'Aggiustamento sta arrivando". La gente fa circolare un misterioso libro nero-blu, una sorta di pamphlet profetico, memorizzandone le direttive rivoluzionarie.
Messaggi radiofonici e televisivi, cartelloni pubblicitari e il web ripetono ossessivamente gli slogan di Talbott Reynolds: si avvicina il giorno della resa dei conti per la classe dirigente e le élite culturali.
Una fantomatica Lista su internet – I Meno Amati d'America – identifica i bersagli. Il popolo non sarà più sacrificato alla nazione, il surplus di giovani maschi non verrà mandato al macello nell'ennesima guerra in Medio Oriente, ma a cadere saranno le teste di politici e giornalisti, professori e notabili – anzi, per la precisione, le loro orecchie.
Sinistre. Con la Dichiarazione di Interdipendenza, gli ex Stati Uniti vengono ridefiniti secondo criteri razziali, e la popolazione ridistribuita in base al colore della pelle e alle preferenze sessuali. Il simile con il simile, nei tre nuovi stati-nazione di Caucasia, Blacktopia e Gaysia.
Non che tutto fili liscio in questa America post apocalittica, intendiamoci…
A distanza di quattro anni dal suo ultimo romanzo, l'autore di Fight Club torna con un'opera spiazzante, ingegnosa, politicamente scorretta, in cui fa esattamente quello che gli riesce meglio: mettere alla berlina le assurdità della società contemporanea e smascherare le teorie complottiste che giacciono latenti nella psiche degli americani.
Il suo nome, Palahniuk, nasce in seguito ad una visita alla tomba dei suoi due nonni di cui utilizza i nomi, Paul e Nick, da cui Paul-ha-nick, Paulhaniuck. Chuck intraprende la scrittura all'età di 6 anni.
A vent'anni frequenta il corso di giornalismo all'Università pubblica dell'Oregon, e si laurea nel 1986. Durante gli studi lavora alla National Public Radio in Oregon.
Si trasferisce a Portland dove lavora per un giornale locale per un breve periodo e, subito dopo, comincia a lavorare come meccanico.
Durante questo periodo scriverà manuali di meccanica e collaborerà saltuariamente con dei giornali. Abbandona la carriera di giornalista nel 1988.
Verso i trent'anni scrive il suo primo romanzo Invisible Monsters, una storia di apparenze, di cambiamenti d'identità, nel quale l'immagine edonistica domina la realtà, ma viene respinto dalle case editrici.
Nel 1996, dopo diversi rifiuti, pubblica il suo secondo romanzo, Fight Club, dal quale David Fincher ha tratto il film che lo ha trasformato in un autore di culto. Dice di non possedere un televisore dal 1990.
Fra le sue pubblicazioni, ricordiamo Soffocare, Scimmia pensa scimmia fa, Ninna nanna, Gang Bang, Dannazione, Cavie, Sventura, Romance. Nel 2019 esce Il libro di talbott.
In Italia le sue opere sono pubblicate da Mondadori.