Per questo mese di Luglio 2015 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
Buona lettura!
1. “Voglio la tua morte” di Peter James
Cosa trasforma l’amore in ossessione? Come si passa da «Tutto quello che voglio sei tu» a «Tutto quello che voglio è la tua morte?»
È una piovosa serata d’autunno, a Brighton, ma per la prima volta da mesi il cuore di Red Westwood è sereno come un cielo terso. Bella da togliere il fiato, giovane, intelligente, Red sta finalmente per avere l’unica cosa che le manca: la felicità in amore. L’uomo che presto busserà alla sua porta è quello giusto, lo sente. Ne è sicura… O forse lo desidera con tutte le sue forze, perché dopo l’incubo passato con Bryce, il suo ex, Red ha bisogno di nuova luce, di nuova libertà, di nuova speranza.
Dopo un anno di inferno, e sotto la protezione della polizia, Red ha alla fine cancellato Bryce dalla sua vita, ha scoperto ogni suo segreto e se n’è allontanata come da una fiamma ardente, che tutto consuma e tutto distrugge.
Un amore divenuto ossessione, perché secondo Bryce, se non sarà lui stesso ad averla, Red non sarà di nessuno. Mai. Per fortuna però tutto questo è passato, e ora Red sospira di sollievo e assapora il brivido dell’attesa, perché presto vedrà l’uomo che aspettava da tempo, l’uomo che la salverà.
Ma c’è chi ancora osserva ogni suo respiro, ogni mossa, ogni parola. Chi segue ogni suo passo, ogni suo movimento. L’incubo dal quale credeva di essersi liberata è soltanto all’inizio… E per l’investigatore Roy Grace è l’inizio di uno dei casi più difficili della sua carriera.
Peter James nasce a Brighton in Inghilterra il 22 agosto del 1948. Frequenta la Charterhouse school e in seguito la Ravensbourne Film School e diventa presto un produttore cinematografico.
La sua carriera è fertile e lunga ma oggi Peter James è conosciuto più come uno scrittore di thriller che come un produttore anche se molto del mondo del cinema fa parte del suo stile narrativo. I suoi romanzi sono dei veri e propri best seller che vengono tradotti in ben 34 paesi.
I suoi romanzi sono dei thriller mozzafiato perfetti che tutti gli amanti del genere non possono non apprezzare.
La sua cultura cinematografica, la sua passione per la criminologia e il tempo passato accanto a dei veri poliziotti per capire realmente il loro lavoro sono gli ingredienti di questo suo enorme successo.
2. “L’ invito” di Ware Ruth
Dieci anni cambiano una persona. A dieci anni dalla fine del liceo Leonora Shaw, Nora, ne ha fatta di strada: è diventata una scrittrice, la sua vita è scandita dal lavoro alla scrivania nel suo monolocale dell'East End londinese, dalle tazze di caffè e dalle corse nel parco.
Della vecchia Leonora non resta più nulla, nemmeno il nomignolo di allora, Lée. Tutti possono avere mille buoni motivi per non frequentare gli amici di un tempo, per troncare con il passato, per incominciare una nuova vita.
E Nora ha un ottimo motivo. Eppure, quando riceve l'invito all'addio al nubilato della sua ex amica del cuore, si fa strada in lei un assurdo senso di colpa unito a un assurdo sentimento di riconoscenza verso Clare per essersi fatta viva dopo dieci anni. Sebbene con riluttanza, accetta di trascorrere un weekend in una villa nei boschi del Northumberland insieme ai vecchi amici, e di colpo si trova catapultata indietro nel tempo di dieci anni, in quel passato che ha meticolosamente cercato di cancellare.
E capisce di aver commesso un errore. Il peggior errore della sua vita...
Ruth Ware è il «nome de plume» di una scrittrice inglese, nata nel 1977 e cresciuta a Lewes, nel Sussex.
Dopo essersi laureata all’Università di Manchester si è trasferita a Parigi, e quindi a Londra, dove attualmente vive con il marito e i suoi due figli.
Ha lavorato come cameriera, libraia, insegnante di inglese e infine nell’ufficio stampa della Vintage Publishing. «L’invito» è il suo primo thriller.
3. “Uomini senza donne” di Haruki Murakami
Una mattina Gregor Samsa si sveglia in un letto e scopre con orrore di essersi trasformato in un essere umano. Non ricorda nulla della sua vita precedente.
Che fine ha fatto lo spesso carapace che lo proteggeva? E perché adesso è ricoperto da questa sottile, delicata pelle rosa? Chi, o cosa, era prima di quel risveglio? Insomma, adesso Samsa dovrà adattarsi alla nuova e "mostruosa" condizione di uomo.
Quando però alla sua porta bussa una ragazza il cui fisico è deformato da un'enorme gobba, Samsa dovrà fare i conti con qualcos'altro di sconosciuto: il desiderio e l'erotismo visto con gli occhi nuovi di chi sa andare oltre le apparenze.
Habara, il protagonista di "Shahrazàd", è un uomo solo, confinato in una casa nella quale gli è vietato ogni contatto col mondo. Non sapremo mai perché, e in fondo non è importante: quello che sappiamo è che il suo unico svago sono le visite regolari di una donna misteriosa che lo rifornisce di libri, musica, film... e sesso.
Ma soprattutto gli racconta delle storie, proprio come faceva Shahrazàd. E in queste storie Habara si tuffa come un bambino, finalmente libero.
Ecco, è proprio questo che vive il lettore di Murakami: la sensazione di inoltrarsi in un altro universo, di essere "come una lavagna pulita con uno straccio umido, libero da preoccupazioni e brutti ricordi". Almeno fino alla storia successiva..
Murakami Haruki è nato a Kyoto ed è cresciuto a Kobe. È autore di molti romanzi, racconti e saggi e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote e Salinger.
Con La fine del mondo e Il paese delle meraviglie Murakami ha vinto in Giappone il Premio Tanizaki. Tra i libri pubblicati da Einaudi troviamo Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Underground, Tutti i figli di Dio danzano, Norwegian Wood, L'uccello che girava le Viti del Mondo, Kafka sulla spiaggia, After Dark, L'elefante scomparso e altri racconti, L'arte di correre, Nel segno della pecora, I salici ciechi e la donna addormentata, 1Q84, A sud del confine, a ovest del sole, Sonno, L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio (2014), Uomini senza donne (2015).
Fra marzo e maggio del 2013 Einaudi ha pubblicato i dodici titoli della uniform edition nei Super ET, con le copertine di Noma Bar. Del 2013 anche il saggio musicale Ritratti in Jazz con i disegni di Wada Makoto.
Fin dal suo primo romanzo, Ascolta la canzone del vento del 1979, Murakami si è imposto sulla scena letteraria giapponese come uno scrittore di primo piano che non sembra appartenere alla tradizione nipponica.
Tra i numerosi premi ricordiamo il World Fantasy Award (2006), il Franz Kafka Prize (2006) e il Jerusalem Prize (2009). Lo scrittore giapponese è stato indicato come uno dei favoriti all'assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura.
4. “Il lago” di Banana Yoshimoto
Chihiro ha perso da poco la madre e sta cercando di rifarsi una vita a Tokyo, lontano dalla cittadina di provincia a cui la legano brutti ricordi. Nakajima è tormentato da un passato misterioso che gli impedisce di vivere fino in fondo i propri sentimenti.
Mino e Chii vivono in una casa nei pressi di un lago, un luogo fuori dal tempo e dallo spazio. "Il lago", poetico e inquietante, racconta una storia d'amore inusuale, dove il bisogno di affetto e comprensione diventano più importanti dei tradizionali cliché di una relazione.
Il lago è uno dei libri più emotivi e misteriosi dell’autrice giapponese Banana Yoshimoto. Chihiro, una ragazza che vive a Tokio, cerca di superare il dolore della perdita della madre.
La sua morte è recente e per la studentessa è difficile affrontarla perché la donna era il suo legame con il mondo, con il suo io, con il passato. I ricordi fanno rivivere la madre, ma rendono quasi inaffrontabile la vita di Chihiro.
Proprio mentre un giorno si perde nei suoi pensieri, affacciata alla finestra, ricordando che coppia strana e bella formavano insieme i suoi amati genitori, la ragazza vede dall’altra parte della strada un giovane uomo e, giorno dopo giorno, si accorge che anche lui passa gran parte dei suoi pomeriggi a guardare fuori dalla finestra.
Prima un saluto, poi un cenno del capo e pian piano i due ragazzi diventano amici. Casualmente anche Nakajima ha perso la madre, ma si sente così distrutto dalla sua morte che non riesce a parlare di lei.
La ferita di questa perdita sembra averlo colpito in modo irreversibile. Qualcosa di strano e misterioso riguarda però la vita del ragazzo: c’è qualcosa che lui non vuole o non può rivelare.
Nel tentativo di aiutarlo a superare il lutto, Chihiro si mette sulle tracce di strani elementi, ricordi e carte che ha trovato a casa di Nakajima. Inizia così un viaggio strano, verso due amici che vivono una vita monastica e solitaria vicino ad un bellissimo lago.
Il percorso che intraprende Chihiro la condurrà però a scoprire cose di lei, del suo amico e della vita che davvero non si aspettava.
Il lago e la casa, che si affaccia sulle sue meraviglie, nascondono dei segreti. Banana Yoshimoto ci aiuterà a scoprirli.
Banana Yoshimoto è una grande autrice della letteratura contemporanea giapponese. Insieme ad altre due autrici, Hayashi Masako e Yamada Eimi, la Yoshimoto ha dato vita a una sorta di letteratura post femminista.
Yoshimoto, è tanto originale nei contenuti quanto nella scelta del suo nome d'arte "Banana". È figlia di un importante regista del cinema giapponese, Yoshimoto Takaaki.
La critica ha voluto vedere nella scelta del suo pseudonimo un' intenzione provocatoria nei confronti dell'immagine di impegno del padre, ma lei ha smentito dichiarando di averlo scelto in quanto attratta dalla bellezza del bijinshoo, detto anche red banana flower.
La sua scrittura è fresca e nuova. La sua prima opera letteraria è "Moonlight shadow": la sua tesi di laurea. Gli stessi temi li ripropone nel suo primo libro effettivo "Kitchen".
Lo stile della Yoshimoto è molto particolare, è una combinazione di ingenuità, sicurezza e disinvoltura con cui riesce a manipolare i generi senza cadere nel melodramma con i colpi di scena. "Kitchen" è un romanzo breve, diviso in due parti, in cui racconta in prima persona la crisi e la maturazione sentimentale della giovane protagonista.
L'ingegno dell'autrice in quest'opera sta nell'aver scritto una storia originale, dove la famiglia non solo si può scegliere ma persino inventare.
È un romanzo con tematiche moderne, dove troviamo la figura della madre transessuale e la rappresentazione dei nuovi modelli di comportamento della società, in cui i ruoli sessuali tradizionali vengono messi in discussione.
La protagonista, infatti, incarna un nuovo modello di femminilità, è una donna attiva che fa carriera. Banana Yoshimoto ha scritto tantissimi romanzi.
In seguito a "Kitchen", pubblicato nel 1988, pubblicò "Presagio triste". L'anno successivo pubblicò "Sonno profondo" e "Tsugumi".
Seguono "Lucertola" nel '93; "Amrita", "L'ultima amante di Hachiko" nel '94; "Sly" nel '96; "Honeymoon" nel '97; "H/H" nel '99. Dal 2000 a oggi sono stati tradotti in Italia un altra decina di romanzi tra cui "Chie-chan e io".
Ha scritto inoltre un saggio molto interessante pubblicato nel 2006 : "Un viaggio chiamato vita". Alcune sue opere sono state utilizzate per trarci dei film.
Due dai libri tradotti anche in italiano: "Kitchen" con la regia di Yoshimitsu Morita nel 1989 e "Tsugumi" regia di Jun Ichikawa nel 1990.
Nel 1997 fu tratto un altro film da "Kitchen" per la regia di Yim Ho Wwo ai chu fang" e nel 2007 con la regia di Naoki Nagao è stato girato "Hargentine Hag".
5. “Luce perfetta” di Marcello Fois
Cristian è intraprendente e deciso, "uno di quegli uomini che, a certe donne particolarmente intuitive, fanno l'effetto di parlare anche quando tacciono".
Maddalena è altrettanto tenace, e ha dalla sua la forza di saper immaginare e insieme difendere - il proprio futuro. Sarebbero perfetti l'uno per l'altra, se il loro destino comune non avesse il nome di Domenico.
Il sentimento che lega Domenico a Cristian "da un punto di vista della linea parentale genetica non ha nessun valore, ma da quello della linea parentale affettiva è quanto basta per dare senso a una vita intera".
Anche se hanno cognomi diversi, infatti, i due ragazzi crescono come fratelli. E quando - passati i furori dell'adolescenza - Nuoro si organizza per apparecchiare la festa di fidanzamento di Domenico e Maddalena (nel frattempo rimasta incinta), diventa chiaro a tutti che per Cristian non c'è più spazio.
Se non fosse che lui è un Chironi, appartiene cioè a una famiglia "sempre caduta in piedi, perché il suo destino è di sembrare lì lì per precipitare, ma poi questo non accade mai".
Tanto che quando si mette in mezzo Mimmíu - padre di Domenico, zio adottivo di Cristian - diventa evidente che la stirpe dei Chironi è troppo ingombrante per poter essere tollerata.
Del resto "non si conosce veramente qualcuno finché non lo si può paragonare a se stessi"...
Marcello Fois, nato a Nuoro il 20/1/1960, scrittore, vive a Bologna da molti anni. Laureato in Italianistica, è un autore prolifico, non solo in ambito letterario, ma anche nel campo teatrale, radiofonico e della fiction televisiva.
Esordisce nel 1992 con il romanzo Picta, vincitore del Premio Italo Calvino, e Ferro recente. A questi sono seguiti numerosi altri libri (e altri premi), tra cui Nulla (Il Maestrale, 1997, Premio Dessì), Sempre caro (Il Maestrale - Frassinelli 1998, Premio Scerbanenco-Noir in festival e Premio Zerilli-Marimò, poi ripubblicato da Einaudi nel 2009), Gap (Frassinelli, 1999), Sangue dal cielo (Il Maestrale - Frassinelli, 1999), Dura madre (Einaudi, 2001), Piccole storie nere (Einaudi, 2002), L’altro mondo (Frassinelli-Il Maestrale, 2002), Materiali (Il Maestrale, 2002), Tamburini (Il Maestrale, 2004), Memoria del vuoto (Einaudi, 2007, Premio Super Grinzane Cavour, premio Volponi e premio Alassio), Stirpe (Einaudi, 2009), Nel tempo di mezzo (Einaudi 2012, finalista al Premio Strega e al Premio Campiello), L'importanza dei luoghi comuni (Einaudi 2013), Luce perfetta (Einaudi 2015).
Del 2006 è la raccolta di poesie L'ultima volta che sono rinato. Nel 2014 esce per Rizzoli I semi del male, scritto con Carlo Bonini, Sandrone Dazieri, Giancarlo De Cataldo, Bruno Morchio ed Enrico Pandiani.
Come sceneggiatore ha lavorato alle serie televisive Distretto di polizia e Crimini, e ad alcuni film, tra cui ricordiamo Ilaria Alpi (regia di Ferdinando Vicentini Orgnani, 2003), Certi bambini (regia di Andrea e Antonio Frazzi dal romanzo di Diego De Silva, 2003) e L'ultima frontiera (regia di Franco Bernini, 2006).
Con Giulio Angioni e Giorgio Todde è fra i fondatori del festival letterario L'isola delle storie di Gavoi.