Per questo mese di Novembre 2014 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due“.
1. "La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano
Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci. E una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia, il latte della colazione le pesa sullo stomaco.
Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata, cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba. La lasciamo sulla neve credendo che morirà assiderata. Invece si salva, ma resterà zoppa e, soprattutto, segnata per sempre.
Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela, ritardata. La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi compagni e, per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che lei lo aspetterà.
Mattia non ritroverà più Michela. In quel parco, Michela si perde per sempre. Le vite di Alice e di Mattia, due esistenze segnate, si incroceranno. Diventeranno, Alice e Mattia, adolescenti, giovani, adulti.
E' una lettura che segna il cuore, che riesce a trasportarti nel baratro del silenzio e del dolore insieme ai protagonisti, che ti fa percepire l'oscurità della solitudine e del male di vivere.
Un romanzo d'esordio estremamente maturo per la compiutezza del contenuto e per l'alta tensione emotiva sviluppata; un crescendo di sensazioni avviluppante l'anima del lettore, tra momenti di tenerezza, di tristezza e di speranza.
L'autore Paolo Giordano nasce a Torino, 19 dicembre 1982. Nell'anno accademico 2006-2007, ha conseguito la laurea specialistica in fisica delle interazioni fondamentali presso l'Università degli studi di Torino.
Ha vinto una borsa di studio per frequentare il corso di dottorato di ricerca in fisica delle particelle, presso la Scuola di dottorato in Scienza e alta tecnologia del medesimo ateneo. Con il romanzo La solitudine dei numeri primi (Mondadori, 2008) vinse il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Fiesole Narrativa Under 40 e il Premio Strega 2008. Un suo racconto è incluso nell'antologia Dignità! Nove scrittori per Medici Senza Frontiere (Feltrinelli 2011). Del 2012 il romanzo Il corpo umano (Mondadori) e del 2014 Il nero e l'argento (Einaudi).
2. "L'eleganza del riccio" di Barbery Muriel
Parigi, rue de Grenelle numero 7. Un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia. Ci vivono ministri, burocrati, maìtres a penser della cultura culinaria.
Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all'idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente.
Niente di strano, dunque. Tranne il fatto che, all'insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta che adora l'arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Cita Marx, Proust, Kant... dal punto di vista intellettuale è in grado di farsi beffe dei suoi ricchi e boriosi padroni.
Ma tutti nel palazzo ignorano le sue raffinate conoscenze, che lei si cura di tenere rigorosamente nascoste, dissimulandole con umorismo sornione. Poi c'è Paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno).
Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre, segretamente osservando con sguardo critico e severo l'ambiente che la circonda.
Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l'uno dell'impostura dell'altro, si incontreranno solo grazie all'arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée.
Barbery Muriel, pur essendo nata a Casablanca il 28 maggio 1969, è di fatto una scrittrice francese. Ha esordito con il romanzo Une gourmandise, pubblicato nel 2000, e in Italia nel 2008 con il titolo Estasi culinarie.
Nel 2006, ha pubblicato L'Élégance du hérisson - L'eleganza del riccio (edito nel nostro Paese nel 2007 per la prima volta e ripubblicato nel 2012 in edizione economica), che si è rivelato un grande caso letterario in Francia e non solo.
Il romanzo è stato infatti uno dei successi editoriali più importanti degli ultimi anni e ha venduto più di 2 milioni di copie, restando in classifica per più di tre anni.
Ha conquistato molti premi: nel 2006 il Prix Georges Brassens; nel 2007 il Prix Rotary International, il Prix des libraires, il Prix des Bibliothèques pour Tous, il Prix Vivre Livre des Lecteurs de Val d'Isère, il Prix de l'Armitière (Rouen), il Prix « Au fil de mars » (Université de Bretagne-Sud), il Prix littéraire de la Ville de Caen. Muriel Barbery vive da alcuni anni in Giappone.
3. "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini
Una mattina Gemma lascia a terra la sua vita ordinaria e sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio di oggi, Pietro, un ragazzo di sedici anni.
Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora vicino. Ad attenderla all'aeroporto, Gojko, poeta bosniaco, amico fratello, amore mancato, che ai tempi festosi delle Olimpiadi invernali del 1984 traghettò Gemma verso l'amore della sua vita, Diego, il fotografo di pozzanghere.
Il romanzo racconta la storia di questo amore, una storia di ragazzi farneticanti che si rincontrano oggi, giovani sprovveduti, invecchiati in un dopoguerra recente. Una storia d'amore appassionata, imperfetta come gli amori veri.
Ma anche la storia di una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di una nascita che fa piazza pulita della scienza, della biologia, e si addentra nella placenta preistorica di una Guerra che mentre uccide procrea.
In questo grande affresco di tenebra e luce, in questo romanzo intimo e sociale, le voci di quei ragazzi si accordano e si frantumano nel continuo rimando tra il ventre di Gemma e il ventre della città dilaniata.
Ma l'avventura di Gemma e Diego è anche la storia di tutti noi, perché Margaret Mazzantini ha scritto un coraggioso romanzo contemporaneo. Di pace e di guerra. La pace è l'aridità fumosa di un Occidente flaccido di egoismi, perso nella salamoia del benessere.
La guerra è quella di una donna che ingaggia contro la natura una battaglia estrema e oltraggiosa. L'assedio di Sarajevo diventa l'assedio di ogni personaggio di questa vicenda di non eroi scaraventati dal calcio della Storia in un destino che sembra in attesa di loro come un tiratore scelto.
Il cammino intimo di un uomo e di una donna verso un figlio, il loro viaggio di iniziazione alla paternità e alla maternità diventa un travaglio epico, una favola dura come l'ingiustizia, luminosa come un miracolo.
Dopo "Non ti muovere", con una scrittura che è cifra inconfondibile di identità letteraria, Margaret Mazzantini ci regala un romanzo-mondo, opera trascinante e di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematica come una parabola.
Una catarsi che dimostra come attraverso tutto il male della Storia possa erompere lo stupore smagato, sereno, di un nuovo principio. Una specie di avvento che ha il volto mobile, le membra lunghe e ancora sgraziate, l'ombrosità e gli slanci di un figlio di oggi chiamato Pietro.
Margaret Mazzantini è una scrittrice, drammaturga e attrice italiana.
Figlia dello scrittore Carlo Mazzantini e di una nota pittrice irlandese, si diploma presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica all'inizio degli anni anni Ottanta.
Successivamente si esibisce come attrice di teatro, cinema e televisione ma è conosciuta soprattutto come scrittrice; ha infatti esordito in letteratura con Il catino di zinco (Marsilio Editori, 1994), vincitore del Premio Campiello e del premio Opera Prima Rapallo-Carige. Con Non ti muovere (Mondadori 2002) ha vinto il premio Strega.
Nel 2008 la Mazzantini è ritornata nelle librerie con il romanzo Venuto al mondo.
Del 2011 è Nessuno si salva da solo (Mondadori). Del 2011 è Mare al mattino (Einaudi); del 2013 è un altro romanzo edito da Mondadori: Splendore.
4. "Il gioco dell'angelo" di Carlos Ruiz Zafon
Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il giovane David Martín cova un sogno, inconfessabile quanto universale: diventare uno scrittore.
Quando la sorte inaspettatamente gli offre l'occasione di pubblicare un suo racconto, il successo comincia infine ad arridergli.
È proprio da quel momento tuttavia che la sua vita inizierà a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta.
Quando David si deciderà infine ad accettare la proposta di un misterioso editore - scrivere un'opera immane e rivoluzionaria, destinata a cambiare le sorti dell'umanità -, non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria...
Carlos Ruiz Zàfon nasce a Barcellona il 25 settembre 1964. Frequenta un collegio di gesuiti e diventa direttore creativo di un’agenzia pubblicitaria.
Completati gli studi in un collegio di gesuiti a Barcellona, inizia a lavorare nella pubblicità, diventando direttore creativo di una importante agenzia. Inizia la sua carriera letteraria nel 1993 con "Il principe delle nebbie", prima parte della trilogia della nebbia.
Nel 2001 esce il primo romanzo per adulti, "L'ombra del vento", che si trasforma subito in un fenomeno letterario internazionale con 8 milioni di copie vendute nel mondo. Nel 2008 con "Il gioco dell'angelo" il successo viene confermato.
Il 2009 è l'anno di "Marina", seguito da "Il Palazzo della Mezzanotte" (2010), "Le luci di settembre" (2011), "Il principe della nebbia" (2011). Le sue opere sono state tradotte in più di quaranta lingue e hanno ottenuto prestigiosi premi e riconoscimenti internazionali.
Nel 2012 esce in Italia la terza parte della saga inaugurata con L'ombra del vento: è "Il prigioniero del cielo". Nel 2013 Mondadori riunisce in un volume i tre romanzi della "Trilogia della nebbia". Ruiz Zafón vive a Los Angeles dal 1993 dove scrive anche sceneggiature di film per Hollywood. Collabora regolarmente con i quotidiani spagnoli "El País" e "La Vanguardia".
5. "Mille splendidi soli" di Hosseini Khaled
A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat.
Dalla sua "kolba" di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema.
Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una "harami", una bastarda, e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto.
Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad.
Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra.
Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall'intreccio di due destini, una storia che ripercorre la storia di un paese in cerca di pace, dove l'amicizia e l'amore sembrano ancora l'unica salvezza.
Hosseini Khaled è uno scrittore e medico statunitense di origine afghana pashtun. Figlio di un diplomatico e di un’insegnante, è ultimo di cinque fratelli.
Nel 1980, dopo l’invasione sovietica, la sua famiglia ha ottenuto l’asilo politico negli Stati Uniti e si è trasferita a San José, in California.
Laureato in medicina all’università di San Diego, nel 2003 ha scritto il suo primo romanzo, Il cacciatore di aquiloni, diventato uno straordinario caso editoriale tradotto in più di trenta paesi.
Nel 2006 è stato insignito del prestigioso UNHCR Humanitarian Award da parte dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per l’impegno profuso a favore dei bambini rifugiati.
Nel 2007, ha pubblicato il libro intitolato Mille splendidi soli, bestseller che, solo in Italia, ha venduto più di un milione di copie. Nel 2013 esce E l'eco rispose.