Per questo mese di Aprile 2017 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)
1. "Il segreto del figlio. Da Edipo al figlio ritrovato" di Massimo Recalcati
C’è un paradigma fondamentale del figlio nella cultura occidentale: Edipo e la sua tragedia, che indica nel conflitto generazionale, nel contrasto con l’autorità paterna, nel desiderio di prendere il posto del padre accanto alla madre il nodo più profondo dell’essere figli.
Ma questo paradigma è ancora così valido, in un’epoca come la nostra che ha visto evaporare l’autorità del Padre, e non considera più la Madre solo una genitrice, ma anche una donna?
Portando a conclusione il ragionamento iniziato ne "Il complesso di Telemaco" e "Le mani della madre", Massimo Recalcati lavora sulla fisionomia psichica dei figli nel mondo di oggi e indica la possibilità di un superamento dell’Edipo, a partire dalla parabola evangelica del figliol prodigo, che apre una possibilità invisibile al mito greco: quella del ritorno alla legge del padre e della capacità del padre di festeggiare quel ritorno.
Perché i nostri figli vivono immersi in un mondo che mai come oggi è quello del godimento cieco e vuoto, e a volte sembrano lontani, forse perduti.
Tuttavia, come Recalcati indica, attingendo alla sua esperienza clinica, ma anche lavorando con grande originalità su figure di figlio come Amleto o Isacco, c’è sempre la possibilità che un figlio si ritrovi, e venga ritrovato.
Così scrive Recalcati nella sua introduzione:
“Non so davvero nulla della vita dei miei figli, ma li amo proprio per questo. Sempre alla porta ad attenderli senza però mai chiedere loro di ritornare. Vicino non perché li comprendo, ma perché stimo il loro segreto.”
È questo il senso di tutto il libro, e, forse, di tutta la ricerca dell’autore.
Con questo libro Recalcati si dimostra ottimo divulgatore di psicologia: il suo linguaggio è semplice anche quando tratta di argomenti complessi, creando un testo che scorre velocemente, adatto anche a chi non si è mai cimentato prima d’ora con questo genere di letture, ma anche a chi intenda approfondire il tema della genitorialità.
Massimo Recalcati lavora sulla fisionomia psichica dei figli nel mondo di oggi e indica la possibilità di un superamento dell'Edipo, a partire dalla parabola evangelica del figliol prodigo, che apre una possibilità invisibile al mito greco: quella del ritorno alla legge del padre e della capacità del padre di festeggiare quel ritorno.
Perché i nostri figli vivono immersi in un mondo che mai come oggi è quello del godimento cieco e vuoto, e a volte sembrano lontani, forse perduti.
Tuttavia, come Recalcati indica, attingendo alla sua esperienza clinica, ma anche lavorando su figure di figlio come Amleto o Isacco, c'è sempre la possibilità che un figlio si ritrovi, e venga ritrovato.
Massimo Recalcati è uno psicoanalista lacaniano.
Si è formato alla psicoanalisi a Parigi con Jacques-Alain Miller e ha partecipato alla vita della comunità lacaniana all'interno dell'AMP (Associazione Mondiale di Psicoanalisi). Ha avuto la responsabilità della direzione clinica e scientifica dell'ABA (Associazione per lo studio e la ricerca dell'anoressia e della bulimia) dal 1994 al 2002.
Ha insegnato nelle Università di Milano, di Padova e di Urbino dal 1998 al 2001, oltre che Clinica psicoanalitica dell'anoressia all'interno de CEPUSPP (Centre Einseignement postgradue en psychiatrie et psychotherapie) di Losanna.
Nel 2003 ha fondato Jonas: Centro di ricerca psicoanalitica per i nuovi sintomi e nel 2007 ha ideato Palea: Seminario permanente di psicoanalisi e scienze sociali.
Ha diretto diverse collane di psicoanalisi occupandosi della trasmissione dell'insegnamento di Jacques Lacan.
Ha tenuto conferenze e seminari in diverse città d'Italia e d'Europa (Dublino, Ginevra, Valencia, Madrid, Parigi, Siviglia, Losanna, Granada). È inoltre direttore dell'IRPA (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata).
Da anni affianca alla pratica clinica la scrittura: oltre a collaborare regolarmente con Il manifesto e La Repubblica, ha pubblicato numerosi saggi, fra cui "Cosa resta del padre?" (Raffaello Cortina 2011), "L’uomo senza inconscio" (Cortina 2010), "Jacques Lacan. Desiderio, godimento e soggettivazione" (Cortina 2012), "Ritratti del desiderio" (Cortina 2012) "Patria senza padri. Psicopatologia della politica italiana" (minimum fax 2013), "Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre" (Feltrinelli 2013), "Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa" (Raffaello Cortina 2014), "L'ora di lezione. Per un'erotica dell'insegnamento" (Einaudi 2014), "Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del moderno" (Feltrinelli, 2015), "Jacques Lacan. La clinica psicoanalitica: struttura e soggetto" (Raffaello Cortina, 2016), "Un cammino nella psicoanalisi. Dalla clinica del vuoto al padre della testimonianza (inediti e scritti rari 2003-2013)" (Mimesis, 2016).
2. "Le nostre anime di notte" di Kent Haruf
È nella cittadina di Holt, Colorado, che un giorno Addie Moore rende una visita inaspettata al vicino di casa, Louis Waters.
I due sono entrambi in là con gli anni, vedovi, e le loro giornate si sono svuotate di incombenze e occasioni. La proposta di Addie è scandalosa e diretta: vuoi passare le notti da me? Inizia così una storia di intimità, amicizia e amore, fatta di racconti sussurrati alla luce delle stelle e piccoli gesti di premura.
Ma la comunità di Holt non accetta la relazione di Addie e Louis, che considera inspiegabile, ribelle e spregiudicata.
E i due protagonisti si trovano a dover scegliere tra la propria libertà e il rimpianto. Dopo la Trilogia della Pianura, Le nostre anime di notte è il sigillo perfetto all'opera di Kent Haruf, uno dei più grandi interpreti della letteratura americana contemporanea.
Le nostre anime di notte è il sigillo perfetto all’opera di uno dei grandi interpreti della letteratura americana contemporanea.
«"Le nostre anime di notte" è un libro di assoluta semplicità, senza fronzoli, che comincia in medias res.» - Matteo Persivale, Corriere della Sera
«Per molti anni della sua vita di scrittore, Kent Haruf è partito per un luogo lontano. E sembra che prima di partire si abbassasse sopra agli occhi un berretto di lana, in modo da scrivere alla cieca. Batteva le dita sui tasti senza vederli, senza controllare le parole che andavano sfilando sul foglio, senza preoccuparsi della punteggiatura, di andare a capo.» - Tommaso Pincio, TTL, La Stampa
«La storia che ne nasce è una carezza che si legge in un pomeriggio e a cui val la pena di prepararsi.» - Valeria Parrella, Grazia
La storia dolce e coraggiosa di un uomo e una donna che, in età avanzata, si innamorano e riescono a condividere vita, sogni e speranze. Nella cornice familiare di Holt, Colorado, dove sono ambientati tutti i romanzi di Haruf, Addie Moore rende una visita inaspettata a un vicino di casa, Louis Waters.
Suo marito è morto anni prima, come la moglie di Louis, e i due si conoscono a vicenda da decenni. La sua proposta è scandalosa ma diretta: vuoi passare le notti da me?
I due vivono ormai soli, spesso senza parlare con nessuno. I figli sono lontani e gli amici molto distanti. Inizia così questa storia di amore, coraggio e orgoglio.
Kent Haruf (1943-2014), scrittore americano, dopo la laurea alla Nebraska Wesleyan University ha insegnato inglese. Prima di dedicarsi alla scrittura ha svolto diversi lavori, come operaio, bracciante, bibliotecario.
Grazie ai suoi romanzi, tutti ambientati nella fittizia cittadina di Holt, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting Foundation Award e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway Foundation.
Con il romanzo Il canto della pianura è stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo, secondo romanzo della Trilogia della Pianura, ha vinto il Colorado Book Award, mentre Benedizione è stato finalista al Folio Prize.
3. "La paura" di Anne Holt
Mentre la neve scende su Oslo l'ultima domenica d'Avvento, una serie di omicidi spezza l'incanto del Natale.
E catapulta in prima linea due veterani del corpo di polizia, la profiler Johanne Vik e suo marito, il commissario Yngvar Stube.
Il primo a essere ritrovato è il cadavere di un giovane rifugiato, ormai irriconoscibile, che galleggia nelle acque gelide della baia.
Nessuno si era preso la briga di denunciarne la scomparsa, nessuno si presenta a reclamarne il corpo.
Una settimana più tardi, Eva Karin Lysgaard, vescovo di Bergen, viene accoltellata a morte per strada.
Eva era una figura pubblica, molto stimata, strano che fosse in giro da sola la vigilia di Natale.
Infine un tossicodipendente, trovato morto di overdose in uno scantinato.
Una serie di avvenimenti in apparenza scollegati tra loro, ma che pazientemente Johanne e Vik cominciano a mettere in relazione. Da questo romanzo, la serie tv Modus.
«Holt scrive con la padronanza che abbiamo imparato ad aspettarci dai migliori scrittori scandinavi». - The Times
Anne Holt è una scrittrice e avvocato norvegese. È cresciuta a Lillestrøm e Tromsø.
Si è laureata in Legge all'Università di Oslo, finanziandosi gli studi col mestiere di giornalista televisivo, attività che ha continuato anche dopo la laurea. Dopo aver collaborato per un periodo con la Polizia di stato norvegese, ha iniziato la professione di avvocato.
Dal 1996 al 1997 è stata Ministro della Giustizia. Il suo esordio come autore è del 1993, con il romanzo Blind gudinne, molto amato da lettori e critici, cui ha fatto seguito nel 1994 il secondo romanzo della serie di Hanne Wilhelmsen: Salige er de som tørster, che le ha fatto vincere il piú prestigioso premio norvegese per il crime novel, The Riverton Prize.
I due romanzi sono diventati, rispettivamente, una serie Tv e un film. Anne Holt ha pubblicato poi molti altri romanzi, tra cui una love story impossibile tra due donne (Mea Culpa), del 1997, e l'acclamatissimo Det som er mitt, del 2001, qui tradotto con il titolo Quello che ti meriti, il romanzo che introduce la nuova coppia di investigatori Inger Hohanne Vik e Yngvar Stubø, con cui Einaudi Stile libero ha scelto di cominciare a presentare al lettore italiano l'opera della Holt.
La scrittrice vive attualmente a Oslo con la compagna e la figlia.
Di Anne Holt Einaudi Stile libero ha pubblicato con grande successo nel 2008 il primo libro della serie di Vik e Stubø, Quello che ti meriti (ora anche SuperET).
Nel 2009 sono usciti i romanzi Non deve accadere (SuperET 2010), La porta chiusa - dove alla coppia Vik e Stubø si affianca la stessa Hanne Wilhelmsen -, e nel 2010 La dea cieca, vincitore del Premio Riverton per il miglior giallo norvegese dell'anno e il romanzo La vendetta. Del 2011 la traduzione di L'unico figlio. Del 2012 sono Nella tana dei lupi e Il ricatto; del 2013 Crimini e ricette e L'unico figlio.
4. "L' ultimo faraone" di Wilbur Smith
L’Egitto è sotto attacco. Tamose, il vecchio Faraone, è stato ferito a morte, la leggendaria città di Luxor è circondata e tutto sembra perduto.
Taita, l’ex schiavo diventato generale dell’esercito reale, si prepara a ricevere il colpo finale dell’armata nemica.
Ogni speranza sembra perduta, ma è proprio nei frangenti più disperati che Taita dà il meglio di sé.
Con un tempismo perfetto, l’inaspettato intervento di un suo vecchio amico ribalta le sorti della battaglia, e l’esercito egizio festeggia la ritirata del nemico.
Tornato a Luxor come vincitore, Taita si accorge subito che qualcosa non va. L’ascesa al trono di Utteric, il nuovo Faraone, preannuncia un’era oscura per il futuro dell’Egitto.
Utteric infatti è tanto giovane quanto debole e crudele. Sentendosi minacciato dall’influenza di Taita presso la corte, in particolare dal suo affetto per il suo più giovane e degno fratellastro, Rameses, accusa Taita di alto tradimento e lo fa imprigionare, condannandolo a morte certa.
Rameses si trova costretto a una scelta: aiutare Taita a fuggire opponendosi alla folle tirannia del fratello, oppure restare in silenzio.
Per un uomo come lui, tuttavia, non c’è altra possibilità che quella di lottare per il bene della sua amata terra.
Dagli scintillanti templi di Luxor all’antica civiltà di Sparta, L’ultimo faraone trasporta il lettore in un tempo in bilico tra il mito e la storia, un’epoca di aspre lotte e alti ideali che si rivela straordinariamente attuale. Il Maestro dell’Avventura ha davvero superato se stesso.
Wilbur Smith (Nord Rhodesia (Zambia), 9/1/1933 - ) è cresciuto e ha studiato nel Sud dell'Africa. Il padre, possidente e cacciatore di elefanti, considerava la sua passione per la lettura "innaturale e poco sana", forzandolo a diventare un "lettore segreto" ma appassionato.
"Mio padre riteneva la mia ossessione per i libri innaturale e malsana. Mi vidi costretto a leggere di nascosto. Passavo quindi così tanto tempo nel gabinetto esterno, dove nascondevo i miei libri preferiti, che mio padre ordinò a mamma di somministrarmi regolari e massicce dosi di olio di ricino."
Si è dedicato a tempo pieno alla narrativa dal 1964 e da allora ha pubblicato numerosi romanzi, basati su attente ricerche e appassionanti esplorazioni condotte in ogni angolo del mondo.
Diversi i "filoni" narrativi delle sue opere, che egli stesso divide sul suo sito ufficiale: il ciclo dei Ballantyne, quello dei Courtney, i romanzi egizi e gli altri romanzi.
Una nuova saga sembra essere stata inaugurata dal suo La legge del deserto, apparso in libreria nel 2011, e il romanzo Vendetta di sangue, che ne rappresenta il seguito ideale.
Wilbur Smith ha venduto ad oggi 122 milioni di copie in 36 paesi di tutto il mondo, 23 milioni delle quali solo in Italia.
5. "Da dove la vita è perfetta" di Silvia Avallone
C'è un quartiere vicino alla città ma lontano dal centro, con molte strade e nessuna via d'uscita.
C'è una ragazzina di nome Adele, che non si aspettava nulla dalla vita, e invece la vita le regala una decisione irreparabile.
C'è Manuel, che per un pezzetto di mondo placcato oro è disposto a tutto ma sembra nato per perdere.
Ci sono Dora e Fabio, che si amano quasi da sempre ma quel "quasi" è una frattura divaricata dal desiderio di un figlio.
E poi c'è Zeno, che dei desideri ha già imparato a fare a meno, e ha solo diciassette anni.
Questa è la loro storia, d'amore e di abbandono, di genitori visti dai figli, che poi è l'unico modo di guardarli. Un intreccio di attese, scelte e rinunce che si sfiorano e illuminano il senso più profondo dell'essere madri, padri e figli.
Eternamente in lotta, eternamente in cerca di un luogo sicuro dove basta stare fermi per essere altrove.
Silvia Avallone ha parole come sentieri allungati oltre un orizzonte che davamo per scontato. Fa
deflagrare la potenza di fuoco dell'età in cui tutto accade, la forza del destino che insegue chi vorrebbe solo essere diverso. Apre finestre, prende i dettagli della memoria e ne fa mosaici. Sedetevi con lei su una panchina e guardate lontano, per scoprire che un posto da dove la vita è perfetta, forse, esiste.
“Bianca non apparteneva né a lei né a nessun altro. Era l’inizio di una storia.”
Silvia Avallone è nata a Biella nel 1984, si è laureata in Filosofia presso l'Università di Bologna. Sue poesie e racconti sono apparsi su 'ClanDestino' e 'Nuovi Argomenti'.
Ha pubblicato la raccolta di poesie Il libro dei vent'anni (Edizioni della Meridiana, Firenze 2007), vincitrice del premio Alfonso Gatto per l’opera prima. Per Repley’s Film ha scritto Un'attrice e le sue donne su Anna Magnani (2008).
Nel 2010 è uscito il suo romanzo di esordio, Acciaio edito da Rizzoli e con il quale si è classificata seconda al Premio Strega 2010.
Nel 2013 ha scritto il secondo romanzo, Marina Bellezza. Nel 2017, sempre con Rizzoli, pubblica il suo terzo romanzo, Da dove la vita è perfetta.