Per questo mese di Febbraio 2018 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)
1. "Chiamami col tuo nome" di André Aciman
Da questo libro il film di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome nominato agli Oscar 2018 per le categorie: Miglior canzone originale, Miglior sceneggiatura non originale, Miglior film, Miglior attore protagonista
La storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una lunga lettera d’amore, un’invocazione, una domanda che resta aperta per gli anni a venire.
«Una scrittura ardita, profonda, esaltante, brutale, tenera, generosa..» - Nicole Krauss
«Una storia d’amore delicata, scritta in maniera impeccabile, con echi di Marguerite Duras e Patrick White.» - Kirkus Reviews
«Una grande storia d’amore romantico.» - The Washiongton Post Book World
«Un libro di straordinaria bellezza.» - The New York Times Book Reviews
Vent’anni fa, un’estate in Riviera. Una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure.
Figlio di un brillante professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, Elio aspetta come ogni anno «l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura»: uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato.
Ma Oliver, il giovane americano, subito conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti, quasi sfacciati.
Anche Elio ne è irretito. I due ragazzi condividono conversazioni appassionate su libri e film, discussioni sulle loro comuni origini ebraiche, e poi nuotate mattutine, partite a tennis, corse in bici e passeggiate in paese.
E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, fatto di ossessione e paura, di scaltra dissimulazione e slanci ingenui, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all’estasi.
La scoperta di quei giorni estivi e sospesi in Riviera e di un’afosa notte romana è quella, irripetibile, di un’intimità totale, assoluta.
Perché l’intensità, la forza di quell’esperienza, l’autenticità di quei sentimenti sono destinate a rimanere insuperate.
Chiamami col tuo nome è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una lunga lettera d’amore, un’invocazione, una domanda che resta aperta per gli anni a venire, finché Elio e Oliver si ritroveranno, un giorno, a cercare parole per dire l’indicibile, per confessare, prima di tutto a se stessi, che «questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta».
André Aciman ha vissuto e studiato prima ad Alessandria d'Egitto, poi a Roma e infine a New York.
Insegna letteratura comparata alla City University di New York e vive con la famiglia a Manhattan.
È autore tra l'altro di False Papers (2000), Chiamami col tuo nome (Call me by your name - Guanda 2008), Ultima notte ad Alessandria (Guanda 2009) e curatore di The Proust Project (2004). Nel 2011 pubblica Notti bianche. Del 2013 è Città d'ombra, del 2017 Chiamami col tuo nome e Variazioni su un tema originale, tutti editi da Guanda.
2. "Il morso della reclusa" di Fred Vargas
Nebbioso, beccheggiante, indolente. Sempre perso nelle sue vaghezze. È il commissario Adamsberg, capo dell'Anticrimine al tredicesimo arrondissement parigino.
- Non ci posso credere, - disse Danglard, - non ci voglio credere. Torni fra noi, commissario. Ma in quali nebbie ha perso la vista, porca miseria?
- Nella nebbia ci vedo benissimo, - replicò Adamsberg in tono un po' secco, appoggiando i palmi sul tavolo.
- Anzi, meglio che altrove. Quindi sarò chiaro, Danglard. Non credo a una moltiplicazione delle recluse. Non credo a una mutazione del loro veleno, cosí grave e cosí improvvisa. Credo che quei tre uomini siano stati assassinati.
Il commissario Jean-Baptiste Adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze in Islanda per seguire le indagini su un omicidio.
Il caso è ben presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel Sud della Francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa.
Opinione pubblica, studiosi e polizia sono persuasi che si tratti di semplice fatalità, tanto che la regione è ormai in preda alla nevrosi. Adamsberg, però, non è d'accordo. E, contro tutto e tutti, seguendo il proprio istinto comincia a scandagliare il passato delle vittime.
Fred Vargas è lo pseudonimo che la scrittrice francese Frédérique Audouin-Rouzeau ha deciso di adottare in omaggio alla sorella gemella Jo, una pittrice che nelle sue opere si firma appunto Vargas (Vargas è il cognome del personaggio interpretato da Ava Gardner nel film La contessa scalza).
È figlia di una chimica e di uno scrittore surrealista.
È ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (Cnrs), ed è specializzata in medievistica. Per cinque anni ha lavorato sui meccanismi di trasmissione della peste dagli animali all'uomo.
Scrive ogni suo romanzo in ventuno giorni, durante il periodo di vacanza che si concede ogni anno. Rivede poi il testo per tre o quattro mesi, con il suo editor privilegiato: la sorella Jo.
Scrive dall'85. Dal '92 ha pubblicato quasi un libro l'anno. È tradotta in 22 lingue ed è considerata l'anti-Patricia Cornwell.
A tal proposito, ha dichiarato che «il poliziesco è una specie di favola, ironica o tragica o cerebrale. Non sopporto i gialli ultraviolenti che raccontano crimini complicatissimi (che nella realtà non esistono): un delitto è sempre semplice».
Questo non le impedisce certo di dispiegare nei suoi romanzi una straordinaria visionarietà, unita a una capacità di indagine psicologica e alla passione per meticolose ricostruzioni ambientali.
I suoi romanzi polizieschi di successo, editi da Einaudi, sono ambientati nella Francia contemporanea, soprattutto a Parigi, e caratterizzati dalla scelta di ridurre all’essenziale gli stereotipi (sangue, sesso) del romanzo noir, da originalità d’intreccio e da uno stile ironico e incisivo.
La casa editrice torinese ha iniziato a pubblicare l'autrice nel 2000, con Io sono il tenebroso, per poi nel 2002 proseguire con Chi è morto alzi la mano. Nel 2004 esce Parti in fretta e non tornare, nel 2005 Sotto i venti di Nettuno e nel 2006
L’uomo a rovescio. Nel 2007 vengono pubblicati due romanzi, Nei boschi eterni e L'uomo dei cerchi azzurri, mentre nel 2008 Un po' più in là sulla destra.
Nel 2009 vedono la luce sia il romanzo Un luogo incerto, sia la raccolta di racconti Scorre la Senna; nel 2010 vengono pubblicati il romanzo Prima di morire addio, la graphic novel I quattro fiumi e il saggio Critica dell'ansia pura.
Nel 2011 è uscito il romanzo La cavalcata dei morti, mentre nel 2013 il saggio Piccolo trattato sulle verità dell'esistenza.
Nel 2015 è stato pubblicato il romanzo Tempi glaciali.
Einaudi ha inoltre pubblicato tre raccolte dei suoi romanzi: la prima nel 2009, intitolata La trilogia Adamsberg (contenente L'uomo dei cerchi azzurri, L'uomo a rovescio, Parti in fretta e non tornare); la seconda nel 2010, intitolata I Tre Evangelisti (contenente Chi è morto alzi la mano, Un po' più in là sulla destra, Io sono il Tenebroso); la terza nel 2014, intitolata La seconda trilogia Adamsberg (contenente Sotto i venti di Nettuno, Nei boschi eterni, Un luogo incerto).
3. "Fiori sopra l'inferno" di Ilaria Tuti
La nuova promessa del thriller italiano è donna. Una storia che scuote la mente e il cuore.
«Ilaria Tuti ha creato non un personaggio ma una persona vera. Teresa Battaglia è più di una protagonista: è una luce piena di ombre, uno spazio dentro il nostro cuore. È già indimenticabile.» - Donato Carrisi
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde.
Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne.
Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno.
Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato.
La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.»
Questo non è soltanto l’esordio di una scrittrice di grandissimo talento. Non è soltanto un thriller dal ritmo implacabile e dall’ambientazione suggestiva. Questo è il debutto di una protagonista indimenticabile per la sua straordinaria umanità, il suo spirito indomito, la sua rabbia e la sua tenerezza.
Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Ha studiato Economia.
Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica.
Il thriller Fiori sopra l'inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d'esordio.
4. "Davanti agli occhi" di Roberto Emanuelli
"Forse la strada giusta la troviamo solo quando ci fermiamo"
Succede e basta. Senza sapere perché, senza sapere quando. È una frazione di secondo, come quando inizia a piovere o a nevicare.
Le cose belle si presentano così, all’improvviso. Basta un attimo, uno solo, ed ecco che la vita ti travolge, anche se ormai non ci credevi più.
Come Luca, che a trent’anni ha già fatto un voltafaccia a se stesso rinunciando al sogno di diventare scrittore per inseguire soldi e successo: ora le giornate gli sembrano tutte uguali, note di una melodia suonata senza passione.
Chiuso nel suo ufficio da broker, sente di aver nascosto la parte più importante di sé, quella che non ha paura di ascoltare il cuore.
Ma come puoi ascoltare il cuore se non gli permetti di tirar fuori la voce? Come puoi inseguire i sogni, se non sai più riconoscerli? È proprio in questi momenti, quando tutto sembra perduto, che ci capitano le cose migliori.
E appena incontra Mary, Luca non ha dubbi: lei è la sua cosa migliore. Bellissima, irraggiungibile, inafferrabile come il colore dei suoi occhi, Mary richiede impegno per essere conquistata, perché è questo che fanno i veri tesori.
Adesso, finalmente, Luca sa cosa vuole: vuole mettersi in gioco, vuole sbagliare, lasciare che le emozioni lo investano come un treno in corsa. Vuole innamorarsi. Vuole Mary.
Perché rinnegare la propria natura non è mai una buona idea. E non è mai troppo tardi per ballare al ritmo del cuore.
Davanti agli occhi è uscito presso un piccolo editore nel 2015. Da questo romanzo, ora proposto in una nuova edizione, è nato un sogno… Siamo solo per pochi!
Roberto Emanuelli è nato a Roma, dove vive e lavora. Ha iniziato a scrivere sul web curando un blog, per poi approdare alla pubblicazione con Rizzoli.
Ha esordito con Davanti agli occhi (2016), un piccolo caso editoriale intorno al quale è nata un’appassionata comunità di lettori sui social.
Ogni giorno le sue parole sono condivise da migliaia di follower. Nel 2017 esce sempre per Rizzoli E allora baciami.
5. "Elementi di antropologia culturale" di Ugo Fabietti
La terza edizione di questo manuale offre una panoramica chiara e sintetica dei principali temi della disciplina.
Questa edizione condensa gli spunti teorici più importanti della letteratura antropologica, oltre che le personali esperienze didattiche e di ricerca del suo autore.
Ampiamente rivisto sul piano dei contenuti, arricchito di un nuovo apparato iconografico, il libro fornisce gli strumenti per affrontare lo studio della pluralità delle culture di oggi nei loro aspetti simbolici e materiali, sociali ed economici, religiosi e politici, estetici ed ecologici.
Questo libro è anche un'introduzione al significato di termini, idee, concetti, sempre esemplificati in maniera concreta - con la quale è possibile comprendere meglio le differenze e le somiglianze tra le culture umane nello scenario del mondo attuale.
Ugo Fabietti è stato un antropologo culturale italiano (Milano 1950 - ivi 2017).
Allievo di F. Remotti, ha svolto attività di docenza presso l'Università di Pavia (1989-94), quindi negli atenei di Firenze (1995-98) e Milano-Bicocca (1998-2017), affiancando alla ricerca sul campo (segnatamente nella Penisola arabica, in Iran e nel Belucistan pakistano) densi studi teorici sui paradigmi dell’antropologia, sull’identità etnica e, in anni più recenti, sulle forme culturali della contemporaneità, e fornendo un imprescindibile contributo all’istituzionalizzazione degli studi antropologici.
Della sua copiosa produzione scientifica si citano: Il popolo del deserto. I beduini Shammar del Gran Nefud Arabia Saudita (1984); Storia dell'antropologia (1991); Il sapere dell’antropologia.
Pensare, comprendere, descrivere l’altro (1993); L'identità etnica. Storia e critica di un concetto equivoco (1995); Etnografia della frontiera. Antropologia e storia in Baluchistan (1997); Antropologia culturale.
L'esperienza e l'interpretazione (1999); Sceicchi, beduini e santi. Potere, identità tribale e religione nel mondo arabo-musulmano (2001); Culture in bilico.
Antropologia del Medio Oriente (2002); Elementi di antropologia culturale (2004); Materia sacra. Corpi, oggetti, immagini, feticci nella pratica religiosa (2014); Medio Oriente. Uno sguardo antropologico (2016).