Per questo mese di Ottobre 2017 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)
1. "L'isola dei cacciatori d'uccelli" di Peter May
In un'isola spazzata dal vento, dura e inospitale come le rocce nere che la intrappolano, un omicidio sembra affondare le sue radici in rivalità e odi antichi.
L'ispettore Fin Macleod è scappato da ragazzo dall'isola e dai suoi sanguinari, antichissimi rituali. Ora è costretto a tornare, e a fare i conti con il suo passato.
L'ispettore Fin Macleod ha appena perso un figlio e il suo matrimonio sta andando letteralmente alla deriva.
Quando, per indagare su un omicidio, viene spedito sulla sua isola natia, poco più di uno scoglio al largo delle coste scozzesi, Macleod è costretto ad accettare.
Il caso è la sua ultima chance per rimettersi in gioco e uscire dal totale isolamento in cui si è autorelegato.
Anche se questo significa riprecipitare nel proprio passato, negli echi di una violenza aspra e senza redenzione che ogni anno trova sfogo nel massacro sistematico delle sule, uccelli che sull'isola vengono a nidificare. E a morire.
«Una scrittura incredibilmente efficace, e un'atmosfera claustrofobica e vischiosa». «The Times»
«Un romanzo che scandaglia perfettamente i recessi oscuri dell'animo umano. Un mistery eccezionale, di quelli che tengono incollati alle pagine». «Irish Independent»
Peter May è nato a Glasgow nel 1951 e vive in Francia. Giornalista e autore di innumerevoli serie televisive, ha scritto una quindicina di romanzi.
L'isola dei cacciatori di uccelli (Einaudi Stile Libero 2012) è il primo volume di una trilogia ambientata sull'isola di Lewis, e ha ottenuto uno straordinario successo di critica e pubblico in Gran Bretagna e in Francia, dove è stato insignito del prestigioso Prix Les Ancres Noir.
Nel 2013 Einaudi Stile Libero ha pubblicato il secondo volume della trilogia, L'uomo di Lewis.
2. "La luce dell'impero" di Marco Buticchi
XIX secolo. Austria e Francia sono, sui campi di battaglia, acerrime nemiche.
Perché allora Massimiliano d'Asburgo, per volere del "nemico" Napoleone III, viene nominato imperatore del Messico, un paese oggetto da tempo di violentissime rivolte?
Massimiliano è un sovrano illuminato, amante delle meraviglie della natura e desideroso d'apprendere.
Perché, nei suoi diari di viaggio, non parla dell'acquisto di due diamanti considerati ancor oggi i più grandi e preziosi mai estratti nel nostro emisfero?
Ai giorni nostri. Una banale avaria costringe Oswald Breil e Sara Terracini, in crociera a bordo del loro yacht Williamsburg, a riparare in un porto appena a sud di Tijuana, Messico.
A pochi metri di distanza dall'approdo, viene ucciso un giudice che aveva fatto parte del pool antinarcos messicano. Il giudice, scopriranno Oswald e Sara, stava cercando di comunicare proprio con loro prima di cadere vittima della criminalità organizzata. Ma i cartelli della droga, si sa, non perdonano e Oswald Breil è una pedina scomoda...
L'inestricabile matassa della storia spesso gioca incomprensibili scherzi, collegando fatti lontani nel tempo e nello spazio con un impercettibile filo.
I diamanti di Massimiliano sono stati, secoli prima, le basi sulle quali costruire un impero all'apparenza legittimo, ma grondante di sangue innocente.
L'unica luce che brilla sull'oscurità di uomini senza scrupoli è quella che un enorme diamante giallo di 33 carati - il Maximilian II - è capace di riflettere.
Una pietra sulla quale grava un'antica maledizione e che emana bagliori sinistri, capaci di offuscare persino "La luce dell'impero".
«Il mio scrittore preferito» - Wilbur Smith
Marco Buticchi è uno scrittore italiano. Laureato in Economia e Commercio all'Università di Bologna nel 1982 ha lavorato per diversi anni come Trader Petrolifero presso una multinazionale.
Nel 1991 e nel 1992 ha pubblicato e distribuito a sue spese due romanzi: Il Cuore del Profeta e L' Ordine irreversibile, ottenendo un incredibile successo, paragonato alle ridotte possibilità di un editore improvvisato.
Nel 1995 è decisivo l'incontro con l'editore Mario Spagnol, grande scopritore di talenti, concittadino di Buticchi. E nel 1997 esce il primo romanzo nella collana I Maestri dell’Avventura di Longanesi. Il titolo è Le Pietre della Luna. È un successo con 250.000 copie vendute in Italia e all’estero.
Nel 1998 viene pubblicato nella stessa collana Menorah. Profezia, risale invece al Giugno del 2000 e L’Anello dei Re è pubblicato nel 2005.
Tra gli altri titoli: Il vento dei demoni (2007) Il respiro del deserto (2009), La voce del destino (2011), Il respiro del deserto (2009), La voce del destino (2011), Il segno dell'aquila (2015), Casa di mare (2016).
Alla luce delle continue richieste e conseguenti ristampe, ogni romanzo è oggi considerato un “Long Seller”, per un autore che ha ormai raggiunto il traguardo del milione di copie vendute.
3. "Il blues del ragazzo bianco" di Paul Beatty
Questa è la storia di Gunnar Kaufman, «il negro demagogo»: ultimo discendente di una dinastia di «devoti leccaculo servi dei bianchi» – un padre ufficiale di polizia e una madre autoritaria che canta le lodi dei suoi discutibili antenati –, Gunnar trascorre un’infanzia serena e priva di tensioni razziali nell’agiata Santa Monica.
Tanto che, quando la madre prospetta a lui e alle sue sorelle la possibilità di andare in vacanza in un campeggio per soli neri, la risposta è univoca: «Nooooo!».
Il motivo? «Perché loro sono diversi da noi».
Risposta sbagliata. In un attimo la madre li carica tutti in macchina e la famiglia si trasferisce a Hillside, ghetto nero di Los Angeles dove i vicini ti salutano con un insulto e il pestaggio è sempre dietro l’angolo.
Qui ha inizio la scalata di Gunnar, che da outsider riuscirà non solo a inserirsi nella comunità, ma a diventare poco a poco un idolo delle folle, in una strenua battaglia contro tutti i capisaldi della società americana.
Fra basket e poesia, gang di strada, mogli giapponesi comprate per corrispondenza e suicidi di massa innescati da fraintendimenti, Paul Beatty si diverte e ci fa divertire pagina dopo pagina con la sua vivida immaginazione.
Un esordio potente, audace e rivelatore, per quella che ormai è considerata una delle voci di spicco della letteratura americana contemporanea.
«Un roboante romanzo di formazione. Il blues del ragazzo bianco fa venire voglia di ridere e piangere al tempo stesso» - Los Angeles Times
«Un’esplosione satirica dal cuore talentuoso dell’America nera» - New York Times
«Esilarante e molto commovente» - The New Yorker
«Dalla prima pagina fino all’epilogo… una lettura da capogiro» - Newsweek
Paul Beatty è nato nel 1962 a Los Angeles e ha studiato Scrittura creativa al Brooklyn College e Psicologia alla Boston University. Vive a New York.
È stato il primo scrittore americano ad essersi aggiudicato, nel 2016, il Man Booker Prize con il romanzo The Sellout (tradotto in Italia da Fazi editore con il titolo Lo schiavista), una satira feroce e geniale sulla razza e la giustizia sociale.
Secondo la storica Amanda Foreman, che presiedeva la giuria, il libro «raggiunge il centro della società americana contemporanea con feroce umorismo, un’ironia tagliente che si può trovare nelle opere di Jonathan Swift o Mark Twain».
Tra gli altri romanzi usciti in Italia ricordiamo: Il blues del ragazzo bianco (Baldini & Castoldi 1997), Tuff e la sua banda (Mondadori 2000), Slumberland (Fazi 2010).
4. "Il presagio" di Anne Holt
Ellen, una vecchia amica, dà una festa, e Johanne Vik accetta di aiutarla nei preparativi.
Quando però arriva a villa Mohr, viene accolta da una scena devastante: Sander, il figlio di Ellen e suo marito Jon, è caduto da una scala ed è morto.
Un momento di disattenzione da parte dei genitori, una tragica fatalità?
Henrik Holme, poliziotto neodiplomato a cui viene affidato il caso mentre tutti i colleghi si dedicano a una serie di attentati, non ci crede: negli anni, il piccolo Sander aveva accumulato un po' troppi «incidenti domestici», anche per un bambino vivace come lui.
Neppure Johanne, di fronte alle reticenze e alle contraddizioni dei Mohr, crede del tutto alla disgrazia; e insieme al giovane agente si mette a caccia della verità.
In uno dei suoi romanzi piú tesi, Anne Holt dipinge il ritratto dolente di una violenza che non risparmia nessuno e punisce tutti, anche gli innocenti.
«Vivido, insolito e persuasivo. Holt scrive con la padronanza che abbiamo imparato ad aspettarci dai migliori autori scandinavi». The Times
Uno pensa di avere il controllo su tutto ciò che è pericoloso. Installa ogni tipo di aggeggio per garantire l'incolumità dei bambini, mette lucchetti e monta cancelli, gli impone l'uso del casco e gli allaccia le cinture di sicurezza e via dicendo.
Poi si gira per un paio di minuti e… una scala pieghevole. Una stupida scala pieghevole.
Anne Holt è una scrittrice e avvocato norvegese. È cresciuta a Lillestrøm e Tromsø.
Si è laureata in Legge all'Università di Oslo, finanziandosi gli studi col mestiere di giornalista televisivo, attività che ha continuato anche dopo la laurea.
Dopo aver collaborato per un periodo con la Polizia di stato norvegese, ha iniziato la professione di avvocato. Dal 1996 al 1997 è stata Ministro della Giustizia.
Il suo esordio come autore è del 1993, con il romanzo Blind gudinne, molto amato da lettori e critici, cui ha fatto seguito nel 1994 il secondo romanzo della serie di Hanne Wilhelmsen: Salige er de som tørster, che le ha fatto vincere il piú prestigioso premio norvegese per il crime novel, The Riverton Prize.
I due romanzi sono diventati, rispettivamente, una serie Tv e un film.
Anne Holt ha pubblicato poi molti altri romanzi, tra cui una love story impossibile tra due donne (Mea Culpa), del 1997, e l'acclamatissimo Det som er mitt, del 2001, qui tradotto con il titolo Quello che ti meriti, il romanzo che introduce la nuova coppia di investigatori Inger Hohanne Vik e Yngvar Stubø, con cui Einaudi Stile libero ha scelto di cominciare a presentare al lettore italiano l'opera della Holt.
La scrittrice vive attualmente a Oslo con la compagna e la figlia.
Di Anne Holt Einaudi Stile libero ha pubblicato con grande successo nel 2008 il primo libro della serie di Vik e Stubø, Quello che ti meriti (ora anche SuperET). Nel 2009 sono usciti i romanzi Non deve accadere (SuperET 2010), La porta chiusa - dove alla coppia Vik e Stubø si affianca la stessa Hanne Wilhelmsen -, e nel 2010 La dea cieca, vincitore del Premio Riverton per il miglior giallo norvegese dell'anno e il romanzo La vendetta. Del 2011 la traduzione di L'unico figlio.
Del 2012 sono Nella tana dei lupi e Il ricatto; del 2013 Crimini e ricette e L'unico figlio.
5. "L'Arminuta" di Donatella Di Pietrantonio
Vincitore Premio Campiello 2017
Per raccontare gli strappi della vita occorrono parole scabre, schiette. Di quelle parole Donatella Di Pietrantonio conosce il raro incanto. La sua scrittura ha un timbro unico, una grana spigolosa ma piena di luce, capace di governare con delicatezza una storia incandescente.
«Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo.
Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza»
Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta.
Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima.
Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori.
Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo.
Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi.
L'accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva.
Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.
Donatella Di Pietrantonio è nata e ha trascorso l’infanzia ad Arsita, un paesino della provincia di Teramo, e vive a Penne.
Scrive dall’età di nove anni racconti, fiabe, poesie e un romanzo, questo. Nella vita fa la dentista per bambini.
Il suo primo romanzo è Mia madre è un fiume (Elliot, 2011). Con Bella mia (Elliot, 2014) ha partecipato al Premio Strega. Nel 2017 pubblica con Einaudi L'Arminuta.