Figlia illegittima di un papa passato alla storia per la sua sfrenatezza sessuale, si sposò tre volte, ebbe innumerevoli amanti e fu accusata di incesto sia con il padre sia con i fratelli.
Cambiò vita negli ultimi anni della sua breve esistenza, facendo penitenza, dedicandosi alla religione, alla politica e alla famiglia.
Morì di parto e chiese di essere sepolta con l’abito delle terziarie francescane.
Ma chi era veramente Lucrezia Borgia? Scopriamolo insieme!
1. I primi anni
Lucrezia Borgia è stata una delle donne più famose e controverse del Rinascimento italiano.
Nacque nel 1480 a Subiaco, un paesino a una cinquantina di chilometri da Roma, da Vannozza Cattanei e dal potentissimo cardinale spagnolo e vicecancelliere della Chiesa cattolica Roderic de Borija, italianizzato poi in Rodrigo Borgia (foto a sinistra).
I due erano amanti da una quindicina d’anni: Vannozza, una semplice locandiera di Roma, aveva saputo conquistarsi il posto di favorita nel cuore dell’uomo, noto per la sua sfrenatezza sessuale, e gli aveva già dato due figli, Cesare e Juan (più tardi si sarebbe aggiunto il quarto, Jufrè).
Roderic de Borija nacque a Xativa, vicino a Valencia, in Spagna, nel 1431. Suo zio Alonso de Borja divenne papa Callisto III nel 1455 e gli spianò la strada per una velocissima carriera ecclesiastica.
Roderic (italianizzato in Rodrigo) divenne infatti papa nel 1492 e subito appoggiò i sovrani spagnoli contro quelli portoghesi nella disputa per il possesso delle nuove terre in America. In Italia affrontò e fece giustiziare il frate Savonarola a Firenze. Nel 1500 indisse un Giubileo il cui protocollo è rimasto quasi invariato fino a oggi. Morì nel 1503.
L’amante storica di papa Borgia, Vannozza, dovette uscire di scena quando il papa le preferì la più giovane Giulia Farnese nel 1489. Vannozza fu liquidata con una vigna e 3.000 ducati, con i quali aprì una locanda a Roma: il popolino, che conosceva tutta la storia, la chiamava “la taverna della vacca”.
Lucrezia visse per i primi anni con la madre e i fratelli prima a Subiaco poi a Roma nella casa di piazza Pizzo di Merlo, poi venne affidata alle cure di Adriana Mila, cugina di Rodrigo e vedova di Ludovico Orsini, uno dei nobili più in vista di Roma.
Sotto la sua guida ricevette la tipica educazione di una giovane dama rinascimentale: parlava infatti spagnolo, italiano e francese, oltre al latino, conosceva la musica, la danza, il ricamo, si dedicò alla poesia e imparò a esprimersi in modo eloquente.
Divenne anche amica intima della coetanea Giulia Farnese, figlia di Adriana, che dal 1489 sostituì proprio sua madre Vannozza come amante ufficiale di suo padre.
2. Il primo matrimonio
In un mondo in cui le donne servivano solo per essere barattate in cambio di alleanze, il destino di Lucrezia era segnato.
Quando l’11 agosto 1492 Rodrigo divenne papa col nome di Alessandro VI, il cardinale Ascanio Sforza, uno dei suoi elettori, propose il matrimonio di Lucrezia con suo nipote Giovanni Sforza (foto, a sinistra), duca di Pesaro: si sarebbe così rafforzata l’alleanza tra il papato e Milano contro il re francese Carlo VIII che stava per calare in Italia.
Detto, fatto: il 2 febbraio 1493 fu firmato un matrimonio per procura mentre i due sposi (13 anni lei, 26 lui) si videro per la prima volta quattro mesi dopo.
Il matrimonio religioso fu celebrato il 12 giugno, ma ufficialmente non venne consumato prima di quattro mesi per imposizione del papa stesso. La festa di nozze, secondo i reporter dell’epoca, si prolungò nella notte e fu parecchio hot.
Ecco la descrizione di uno dei passatempi: «Il papa presentò cinquanta coppe d’argento piene di confetti, che in segno di grande letizia furono versati tra i seni di molte donne per la maggior parte bellissime».
Pedro Ruis, uno dei fratellastri di Lucrezia, sfidò le donne a fare a gara a chi ne “tratteneva” di più: la vincitrice avrebbe avuto un bacile d’argento in dono. Tra le ragazze che accettarono la sfida e si denudarono vinse Giulia Farnese, con 18 confetti.
Comunque Lucrezia dovette aspettare il giugno dell’anno successivo per entrare nella sua nuova casa a Pesaro, dove arrivò scortata da Adriana e da Giulia Farnese, che il papa voleva mettere al sicuro.
Infatti proprio in quel periodo l’Italia era attaccata dal re francese Carlo VIII, che voleva impadronirsi del regno di Napoli. Lucrezia rimase a Pesaro, ben protetta, godendosi la vita tra balli e divertimenti. Ma nella complicata situazione politica italiana era la posizione di suo marito,
Giovanni Sforza, che si stava indebolendo. Carlo VIII venne sconfitto a Fornovo il 6 luglio 1495 da una Lega promossa dal pontefice, ma Giovanni si era defilato: inoltre aveva più volte preso soldi dal papa per i suoi mercenari, ma non li aveva fatti combattere, provocando le ire del pontefice.
Inoltre, papa Borgia aveva capito che gli era più utile allearsi con gli Aragona di Napoli rispetto agli Sforza di Milano e aveva bisogno di avere indietro una preziosa merce di scambio: sua figlia.
Poiché il suo valore sarebbe stato maggiore se fosse stata illibata, accusò Giovanni di essere impotente e di non aver consumato il matrimonio. Il giovane Sforza si ribellò e dopo essere fuggito da Roma sostenne che il papa voleva Lucrezia per sé.
L’accusa di incesto era così pesante che anche gli Sforza fecero pressioni perché fosse ritirata: nel 1497 Giovanni fu costretto a dichiarare per iscritto di non aver saputo unirsi carnalmente alla moglie.
3. Il secondo matrimonio
Da quel momento Lucrezia fu perseguitata dall’accusa di incesto.
D’altra parte non era certo una santa.
Il 14 febbraio 1498 fu trovato nel Tevere il cadavere del primo cameriere del papa, un ragazzo spagnolo di nome Pedro Calderon, ucciso da Cesare Borgia assieme a una delle giovani dame di compagnia di Lucrezia, Pentasilea.
Si mormorava, senza avere prove certe, che il ragazzo avesse messo incinta Lucrezia: il figlio, nato in convento, sarebbe da identificare con Giovanni Borgia, ufficialmente un altro figlio del papa nato da una donna rimasta ignota.
Ormai il nuovo contratto matrimoniale di Lucrezia era pronto: avrebbe sposato Alfonso di Aragona (foto, in alto a sinistra), figlio illegittimo dell’ex re di Napoli. Il ragazzo aveva solo diciassette anni ed era di bell’aspetto: la diciottenne Lucrezia se ne innamorò sul serio e gli diede subito un figlio, Rodrigo d’Aragona.
Alfonso guadagnò così abbastanza credito da impensierire il fratello di Lucrezia, Cesare, che lo fece strangolare nell’agosto del 1500. Lucrezia, disperata, per oltre un anno rifiutò una lunga serie di pretendenti.
4. Il terzo matrimonio
Ma la figlia del papa non poteva restare vedova a lungo.
Adesso la preoccupazione di papa Borgia era di aiutare il figlio Cesare a crearsi un dominio in Romagna e per ottenerlo aveva bisogno dell’alleanza degli Estensi di Ferrara.
Con grande fatica il pontefice riuscì a obbligare al matrimonio con Lucrezia Alfonso, il figlio del duca Ercole Estense (foto, a sinistra).
Per mostrare le qualità di sua figlia (che aveva solo 21 anni), la nominò suo vicario per lo stato della Chiesa, con facoltà di aprire tutta la documentazione che non si riferisse a questioni ecclesiastiche.
Per qualche tempo quindi tutta l’amministrazione dello stato della Chiesa ricadde, almeno formalmente, sulle spalle di Lucrezia. Ma in realtà era la sfrontata sensualità del papa a contagiare la giovane.
Il 31 ottobre 1501, già promessa ad Alfonso, partecipò con suo padre e suo fratello Cesare a una cena particolare: una volta finite le portate, infatti, entrarono cinquanta cortigiane per danzare, prima vestite, poi spogliate.
A un certo momento i candelabri vennero posati per terra, accesi, lasciando in ombra i commensali: le ragazze nude, carponi, dovettero raccogliere castagne lanciate sul pavimento facendo a gara per chi ne prendeva di più.
Infine si scatenò una gara sessuale con premi per chi riuscisse ad avere rapporti col maggior numero di cortigiane. Per piegare le comprensibili resistenze degli Este a legarsi con una simile famiglia, papa Borgia ricorse al sistema più vecchio del mondo: il denaro.
Ridusse drasticamente il tributo che Ferrara doveva allo stato della Chiesa, assegnò alla figlia le città di Cento e di Pieve e le fornì infine la stupefacente dote di 300mila ducati.
Il 2 febbraio 1502 Lucrezia arrivò finalmente a Ferrara. Dovette piacere non poco al novello sposo, dato che le spie riferirono al duca di Mantova che la prima notte il matrimonio venne consumato tre volte.
5. Verso la redenzione
Conosciamo con precisione il corredo che Lucrezia portò a Ferrara.
Un corredo da favola: comprendeva tra l’altro 200 camicie, vestiti di broccato e di raso intessuti di fili d’oro e di perle del valore di 20mila ducati, cappelli da 10mila ducati.
C’erano poi 50 abiti delle stoffe più preziose; una gran quantità di maniche “alla francese”, cioè staccabili dall’abito; un numero imprecisato di corsetti, gonne, sottogonne, tabarri.
Uno dei mantelli era in raso viola foderato di ermellino e ornato di 84 rubini, 29 diamanti e 115 perle; un altro, in raso cremisi, contava 61 rubini, 55 diamanti e oltre 500 perle tra grandi e piccole.
A Ferrara iniziò una nuova vita per Lucrezia. Cominciò circondandosi di intellettuali, riuscì a dare al marito l’agognato erede al trono (il futuro Ercole II Este, foto a sinistra) e difese saldamente la sua nuova patria in una lunga guerra contro il nuovo papa, Giulio II (Borgia era morto il 18 agosto del 1503, pianto solo da Lucrezia).
Era cambiata: ora portava un cilicio sotto vesti sobrie, seguiva assiduamente le funzioni religiose, e infine si fece membro dell’ordine terziario.
Intanto sfornava un figlio dopo l’altro: Ippolito nel 1509, Eleonora nel 1515, Francesco nel 1516, senza contare i numerosi aborti. Nel giugno 1519 nacque l’ultima, Isabella.
Lucrezia fu assalita da febbri puerperali. Prima di entrare in coma mormorò: «Sono di Dio per sempre». Morì il 24 giugno 1519 e fu seppellita con l’abito da terziaria francescana.